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Covid-19 in Mozambico

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Il 22 marzo il Mozambico ha registrato il primo caso positivo di contagio da Covid 19. Da allora, assistiamo ad un aumento relativamente esponenziale dei casi anche se i dati ufficiali del governo non corrispondono alla realtà. Qualche giorno fa, il paese contava 662 casi positivi secondo i dati ufficiali, che – secondo me – sono da moltiplicare 10 volte tanto se vogliamo avvicinarci approssimativamente alle cifre vere.  Da questi casi positivi, 345 sono ancora attivi e 144 sono guariti. Ma ci sono fatti che ci interpellano:

  • Le misure di precauzione non sono rispettate. All’inizio del mese di aprile, il parlamento aveva ratificato il decreto presidenziale sullo stato di emergenza che sarebbe durato per un periodo di 30 giorni. Alla fine del mese di aprile, il paese contava 76 casi positivi senza morti. Questo ha portato il presidente a prolungare lo stato di emergenza per altri 30 giorni fino alla fine del mese di maggio. Al termine di questo prolungamento, il paese contava 234 casi positivi, tre volte in più rispetto ai 30 giorni precedenti. Questo ha spinto il presidente a prolungare di nuovo lo stato di emergenza fino al 29 giugno irrigidendo le misure precauzionali come: il portare le mascherine, il rispetto della distanza sociale di almeno 1,5 metro, chiusura delle scuole e dei luoghi di culto, di assembramento fino a 10 persone per gli incontri, rotazione nei servizi statali, …

Tuttavia, in generale queste misure non sono affatto rispettate, addirittura le stesse autorità non le rispettano, in parlamento si riuniscono più di 200 persone. Sulle strade si vedono tanti giovani venditori ambulanti: preferiscono morire di Covid 19 che morire di fame visto che vivono alla giornata. La conferenza episcopale aveva fatto una dichiarazione autorizzando i preti e religiosi a celebrare le messe nelle chiese a porte chiuse (come al tempo degli apostoli o della chiesa primitiva).

Con il secondo prolungamento dello stato di emergenza assistiamo ad alcuni scenari piuttosto strani: la polizia è violenta e non tollera né l’apertura dei luoghi di culto né dei bar. Alcuni pastori con i loro fedeli hanno subito violenze da parte loro, altri sono stati imprigionati per la loro disobbedienza anche se si erano radunati rispettando le norme date dal governo. La polizia ne approfitta per prendere soldi dalla gente abusando del decreto presidenziale. Per evitare di cadere nelle mani della polizia, preghiamo con le porte chiuse delle nostre cappelle. È giunta l’ora di promuovere la chiesa domestica: è quello che facciamo nelle nostre comunità. Incoraggiamo la preghiera in comune nelle famiglie e sensibilizziamo i nostri parrocchiani al rispetto delle norme di prevenzione contro il Covid 19 che uccide tutti senza tener conto dell’età di qualsiasi persona…

  • Conseguenze sociali nefaste senza precedenti. Il Covid 19 ha un impatto devastante sulla popolazione. C’è una crescente povertà: molti giovani sono disorientati, cresce il banditismo, molte persone hanno perso il lavoro, soprattutto quelli che lavorano nei ristoranti, bar, nel settore del turismo, …

Nelle due province del Nord del paese, Cabo Delgado e Nampula dove si registrano molti casi di contagio, la situazione economica è precipitata. La miseria è onnipresente. Oltre il Covid 19, nella provincia del Cabo Delgado, c’è l’invasione di un gruppo jihadista (da 3 anni) che moltiplica gli attacchi e che ha già fatto più di 1000 vittime e più di 200.000 sfollati. La situazione è veramente catastrofica.

Nella provincia di Sofala dove siamo noi, solo 13 casi sono stati ufficialmente registrati, e non ci sono vittime. Nelle nostre parrocchie dove lavoriamo, fino adesso non c’è un ancora un caso positivo. La gente continua normalmente con i lavori nei campi, usando mascherine di fabbricazione locale.

In ogni modo, come pastori, rimaniamo solidali e vicini al dolore del popolo in mezzo al quale ci troviamo e che serviamo. Chiediamo ai nostri cristiani di continuare a pregare in famiglia e a non sentirsi da soli in questa situazione, facendo esperienza di Dio che cammina con loro anche in questa situazione di emergenza Covid 19 che colpisce tutto il mondo.

p. Bonane Chokola, sx

Bonane Chokola sx
18 June 2020
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