Skip to main content
1579/500

Oltre 4.200 migranti sono annegati quest’anno nel Mediterraneo.

Siamo ancora a metà novembre e il numero dei morti ha già superato quello del 2015.

Non avevano altra possibilità che una fuga disperata.

Sono morti davanti a noi, nel “mare nostrum”, nostro e loro.

Io credo che con loro muore anche un pezzo della nostra umanità. Quella che forse saprebbe e potrebbe guardare in faccia l’orrore della guerra e della fame dalle quali si fugge rischiando la vita.

Quanta demagogia, qualunquismo, quanta inumanità sopravvive in chi gridando “al lupo”, e magari a sproposito invocando le “radici cristiane” dell’Europa, salva solo le statuette di gesso o di plastica di un presepe finto e le decorazioni natalizie, mentre cancella l’ospitalità e l’accoglienza con un nuovo “per loro non c’era posto” (Lc 2,7). Ci si dimentica l’insopprimibile e inalienabile diritto di tutti alla vita, alla pace, alla terra, ad un pane per se stessi e per i propri figli.

Allora posso capire le parole di papa Bergoglio che parla di “situazione obbrobriosa”, di “bancarotta dell’umanità”, di “folle esiliate” che fuggono “un sistema socio-economico ingiusto e di guerre che non hanno cercato, che non hanno creato...”

La paura, insiste papa Francesco, «indurisce il cuore e si trasforma in crudeltà cieca che si rifiuta di vedere il sangue, il dolore, il volto dell’altro». (Papa Francesco, 5 novembre 2016, aula Nervi discorso alle migliaia di delegati dei movimenti popolari provenienti da più di 60 Paesi).

Si può veramente dirsi cristiani e dimenticare l’unico comandamento “amerai il prossimo tuo come te stesso”? 

Bisognerà forse rendersi conto che il rifiuto di guardare alla sofferenza altrui, progettando addirittura la costruzione di muri di ogni tipo e lunghezza, concreti o ideologici, non fa altro che esacerbare isolamento e rancore e rendere manifesto il fallimento non solo del neoliberismo economico, ma anche della legittima aspirazione ad un modello di vita serena per se stessi. Non aspiriamo forse tutti a questo? 

Ritrovare le radici dell’isolamento e del rancore nella mancanza in se stessi e verso gli altri di benevolenza e compassione, (di misericordia e carità), può aprire un orizzonte nuovo.

E.V.

E.V.
18 Novembre 2016
1579 visualizzazioni
Disponibile in
Tag

Link &
Download

Area riservata alla Famiglia Saveriana.
Accedi qui con il tuo nome utente e password per visualizzare e scaricare i file riservati.