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Dopo la lettura della Lettera Testamento

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Andando indietro nel tempo e tornando al diciannovesimo secolo, quando la Chiesa aveva approvato le Costituzioni della Congregazione di S. Francesco Saverio per le Missioni Estere, immagino il Fondatore scrivere la sua Lettera Testamento con nel cuore i membri presenti e futuri della Congregazione. Ora, dopo un secolo, come parte della grande famiglia Saveriana, tenendo in mano questa Lettera e pensando ai suoi sentimenti, sperimento quello che Simeone può aver provato quando abbracciò Gesù portato al tempio da Maria e Giuseppe dicendo: “Signore, ora il tuo servo può andare in pace perché ha visto la tua salvezza”.

Caro Monsignor Conforti, dopo un secolo ci incontriamo e ci avviciniamo. Ho da esprimere un desiderio: sono felice che le Costituzioni che hai scritto siano state approvate, ma le nostre nuove Costituzioni sono ancora ad experimentum perché le Suore di S. Giuseppe stanno ancora studiando e rivedendo quelle lasciateci da Monsignor Calza. Intercedi il Signore per noi affinché possiamo presto completare questo progetto.

L’approvazione delle Costituzioni da parte dell’autorità della Chiesa ha confermato la santità e bontà della Congregazione nel suo mandato missionario. Ci invita a mettere in pratica questo grande ideale: che ancora più persone conoscano Gesù Cristo. Caro padre, ti assicuro che noi continuiamo a farlo. Lo scorso 27 Ottobre 2019, nel 75° anniversario della morte di Monsignor Calza, le Suore di S. Giuseppe e i fedeli della diocesi di Zhengzhou si sono radunati presso la tomba di Monsignor Calza per ricordare la sua vita dedicata al Signore e continuare la sua missione di far conoscere il Signore a tante persone.

Tu ci inviti ad apprezzare la bellezza della nostra vocazione che ci avvicina a Cristo imitando gli apostoli che hanno lasciato tutto per seguirlo senza compromessi. Tutto questo mi fa ricordare le parole di un sacerdote: siete apostoli nella chiesa di Zhengzhou e ricordatevi della vostra sacra vocazione. Sebbene io sia piccola e limitata, Dio mi offre questo grande dono. Leggendo la Lettera Testamento posso ammirare la grande fede del Conforti: la grande arma per vincere il mondo. San Giovanni Bosco dice che più la fede è grande e più si possono fare cose grandi. La grande stima che San Conforti aveva per la vita di fede mi incoraggia a seguire Cristo e a vivere la mia vocazione religiosa secondo i suoi alti ideali: la vita più bella che ci possa essere. Questa vita è un patto personale con il Signore che dà un senso straordinario a una esistenza ordinaria e porta due risultati. Un detto dice: “fai un passo ma guarda lontano”.

La via della vita religiosa è piena di difficoltà; ci sono nemici fuori di noi e ci sono limiti dentro di noi e a volte ho l’impressione che dopo essermi impegnata per tanti anni non ho ancora raggiunto niente. Il desiderio di successo, la vanità e piccole vittorie hanno permesso al tentatore di avere spesso il sopravvento.

Guardando la situazione in cui ci troviamo si rischia di rimanere sfiduciati: la parrocchia è dispersa e non c’è speranza nella comunità; sto combattendo da sola? A che servono i miei sforzi? È questa la mia consacrazione? Vi è in me una profonda solitudine, posso farcela? Quanto posso resistere? Fortunatamente sono ancora nella comunità e sento l’aiuto di Dio. La comunità mi sostiene, ci amiamo e ci facciamo coraggio a vicenda. Come dice papa Francesco, uno può camminare veloce, ma insieme possiamo andare lontano. L’amore di Dio si manifesta attraverso la mia comunità e i cristiani con cui collaboro. È il Signore che mi dà la forza di affrontare tutto e sono convinta che Lui mi ha accompagnata tutti questi anni ed è ancora accanto a me. Lo credo fermamente!

L’apostolo Paolo dice che abbiamo un tesoro in vasi di creta e dobbiamo stare attenti. Il vescovo Conforti ci ricorda di usare modi adatti per seguire le parole di Cristo: imitare i santi, essere diligenti, conoscere sé stessi, riconoscere le proprie colpe e ammettere che non possiamo fare niente senza di Lui. Occorre fidarsi della grazia di Dio e degli angeli che Lui manda: le sorelle che vivono e collaborano con noi.

Ultimamente, una volta al mese, ho avuto modo di riflettere insieme a membri di un’altra Congregazione sull’importanza di essere ‘donna’ e ‘madre’: questi ruoli hanno una particolare importanza nella famiglia, nella società, e nella Chiesa. La ‘madre’ dà una direzione e influisce nella famiglia. La Chiesa e la società sono formate da famiglie. È il Signore che mi ha chiamato a lavorare nella sua vigna e anche se sono stata l’ultima ad essere chiamata, mi ha promesso la stessa paga di quelle chiamate al mattino. Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato. Nonostante la mia piccolezza, io sono la sua porzione, lavoro per Lui, scelta e chiamata da Lui.

L’essere chiamata e scelta da Dio è un segno della sua generosità; Lui vuole che lo serva liberamente e senza pesi liberandomi da ogni avidità.

quelli che vivono nel mondo, vivano come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo! Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore… Questo poi lo dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni.” (1Cor 7.31-32,35)

A causa della nostra grande vocazione e missione, il demonio fa tutto il possibile per rompere la nostra relazione con il Signore e impedire che molte anime si salvino. Prima della crocifissione, Gesù disse agli apostoli che Satana aveva ricevuto il permesso di vagliarli come il grano. Disse anche: “non abbiate paura, io sono con voi tutti I giorni”.

La vita religiosa è sacra, ma con prove e tentazioni, e coloro che vogliono servire il Signore devono essere provati. Conforti dice che i voti nella vita religiosa sono un tipo di martirio; forse non è un sacrificio violento, ma è un martirio nel tempo. Veramente, questa è una guerra senza spargimento di sangue, non di un giorno o due, ma per tutta la vita verso sé stessi, gli altri, il mondo; anche se ho lasciato tutto quando ho fatto la professione, continuo a cadere, a preoccuparmi del domani e ad accumulare niente di buono.

Gesù ha detto: “Beati i poveri, di essi è il regno dei cieli”. Lui si è fatto povero per farmi ricca, Lui è il mio tesoro ma io spreco questo tesoro invece di amare Cristo. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” dice Gesù per farci vedere Dio in questo mondo.

Monsignor Conforti ha scritto molto sull’obbedienza; ha detto che non si rattristirebbe troppo per la morte di uno o l’uscita di un altro dall’Istituto, ma sarebbe addolorato dalla mancanza di obbedienza perché’ sarebbe segno della fine dell’Istituto. Gesù Cristo è Dio e si è fatto uomo mettendosi nelle mani degli uomini, “sotto la legge” (Lc. 2,50). Lui ubbidì a Maria e Giuseppe, a Nazareth, e oggi nell’Eucarestia e nei sacramenti ubbidisce alle parole dei suoi rappresentanti nel mondo; i sacerdoti: siano essi devoti o indifferenti, appena pronunciano le parole di consacrazione, il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo. Lui ha stabilito e lodato l’ubbidienza facendosi obbediente fino alla morte, alla morte di croce. Il figlio di Dio ha imparato l’obbedienza attraverso la passione. La vita della congregazione dipende dall’obbedienza, obbedienza nella fede che non è né facile né evidente. Quando obbediamo a un superiore o a una consorella, lo facciamo con fede in Cristo e non in una persona. Anche se una superiora ha delle mancanze, è attraverso la fede che tutto trova significato e io metto la mia fiducia in chi mi dà la forza di affrontare ogni cosa.

Infine Conforti ci ricorda che è l’amore che ci lega insieme e ci fa famiglia. È bello e sacro che i fratelli vivano insieme. Dobbiamo vivere gli uni per gli altri lasciando da parte egoismi, inutili critiche, lamentele, ed evitare conflitti, senza aspettarsi lodi: questa è la nostra offerta quotidiana. È con questa convinzione che San Guido ci chiama alla stessa missione e allo stesso ideale. Riuniti nella stessa vigna e aspettando la stessa ricompensa, Monsignor Conforti ci aspetta in Cielo dove potremo incontrare Dio nostro padre.


Après la lecture de la Lettre-Testament

En remontant le temps, lorsque l’Église approuva les Constitutions de l’Institut Xavérien, j’imagine le Fondateur écrivant la Lettre-Testament ayant à cœur les membres présents et futurs de la Congrégation. Aujourd’hui, un siècle après, en tant que membre de la grande famille xavérienne, tenant cette Lettre dans ma main et pensant aux sentiments de Conforti quand il écrivait cette lettre, j’éprouve le même sentiment du vieux Syméon lorsqu’il embrassa Jésus au moment de la présentation au temple par Marie et Joseph : « Maintenant, ô Maître souverain, tu peux laisser ton serviteur s’en aller en paix, selon ta parole. Car mes yeux ont vu le salut… ».

Cher Mgr Conforti, un siècle après, nous nous rencontrons et nous nous rapprochons. J’ai un souhait à exprimer : je suis heureuse que les Constitutions que vous avez écrites aient été approuvées, mais nos nouvelles Constitutions sont encore ad experimentum parce que les Sœurs de Saint Joseph sont encore en train d’étudier et de réviser celles que Mgr Calza nous a laissées. Intercédez le Seigneur pour nous afin que nous puissions bientôt achever ce projet.

L’approbation des Constitutions par l’autorité de l’Église a confirmé la sainteté et la bonté de la Congrégation dans son mandat missionnaire. Elle nous invite à mettre en pratique ce grand idéal : qu’un nombre encore plus grand de personnes arrivent à connaître Jésus-Christ. Cher Père, je vous assure que nous continuons à le faire. Le 27 octobre 2019 dernier, à l’occasion du 75e anniversaire de la mort de Mgr Calza, les Sœurs de Saint-Joseph et les fidèles du diocèse de Zhengzhou se sont réunis autour de sa tombe pour se souvenir de sa vie consacrée au Seigneur et pour poursuivre sa mission de faire connaître le Seigneur à tant de personnes.

Tu nous invites à apprécier la beauté de notre vocation qui nous rapproche du Christ en imitant les apôtres qui ont tout quitté pour le suivre sans compromis. Tout cela me rappelle les paroles d’un prêtre : « vous êtes des apôtres dans l’Église de Zhengzhou et rappelez-vous votre vocation sacrée ». Bien que je sois petite et limitée, Dieu m’offre ce grand cadeau. En lisant la Lettre-Testament, je peux admirer la grande foi de Conforti, la grande arme pour vaincre le monde. Saint Jean Bosco dit que plus la foi est grande, plus de grandes choses peuvent être faites. La grande estime de Saint Conforti pour la vie de foi m’encourage à suivre le Christ et à vivre ma vocation religieuse selon ses grands idéaux. C’est la plus belle vie qui soit. Cette vie est un pacte personnel avec le Seigneur qui donne un sens extraordinaire à une existence ordinaire et apporte deux résultats. Un dicton dit : « Faites un pas mais regardez loin devant ».

Le chemin de la vie religieuse est plein de difficultés ; il y a des ennemis à l’extérieur de nous et des limites à l’intérieur de nous, et parfois j’ai l’impression qu’après avoir travaillé pendant tant d’années, je n’ai rien obtenu. Le désir de réussite, la vanité et les petites victoires ont souvent permis au tentateur de prendre le dessus.

En regardant la situation dans laquelle nous nous trouvons, on risque de se décourager : la paroisse est dispersée et il n’y a pas d’espoir dans la communauté ; est-ce que je me bats seul ? Quel est le but de mes efforts ? Est-ce ma consécration ? Il y a une profonde solitude en moi, puis-je y arriver ? Combien de temps je peux résister ? Heureusement, je suis toujours dans la communauté et je sens l’aide de Dieu. La communauté me soutient, nous nous aimons et nous nous encourageons mutuellement. Comme le dit le pape François : « on peut marcher vite, mais ensemble nous pouvons aller loin ». L’amour de Dieu se manifeste à travers ma communauté et les chrétiens avec lesquels je travaille. C’est le Seigneur qui me donne la force de tout affronter, et je suis convaincue qu’il m’a accompagnée toutes ces années et qu’il est toujours avec moi. Je le crois fermement !

L’apôtre Paul dit que nous portons un trésor dans des vases d’argile et que nous devons être attentives à cela et tenir compte. Mgr Conforti nous rappelle que nous devons utiliser des moyens appropriés pour suivre les paroles du Christ : imiter les saints, être assidus, nous connaître, reconnaître nos fautes et admettre que nous ne pouvons rien faire sans Lui. Nous devons faire confiance à la grâce de Dieu et aux anges qu’il envoie : les sœurs qui vivent et travaillent avec nous.

Dernièrement, une fois par mois, j’ai réfléchi avec les membres d’une autre congrégation sur l’importance d’être une " femme " et une " mère " : ces rôles sont particulièrement importants dans la famille, dans la société et dans l’Église. La "mère" donne des instructions et l’influence dans la famille. L’Église et la société sont composées de familles. C’est le Seigneur qui m’a appelé à travailler dans sa vigne et même si j’ai été la dernière à être appelée, il m’a promis le même salaire que ceux qui ont été appelés le matin. Vous êtes la race élue, le sacerdoce royal, la nation sainte, le peuple racheté par Dieu. Malgré ma petitesse, je suis sa part, je travaille pour Lui, j’ai été choisie et appelée par Lui.

Être appelé et choisi par Dieu est un signe de sa générosité ; il veut que je le serve librement et sans contrainte, en me libérant de toute cupidité.

« Ceux qui profitent de ce monde, comme s’ils n’en profitaient pas vraiment. Car il passe, ce monde tel que nous le voyons. J’aimerais vous voir libres de tout souci. Celui qui n’est pas marié a le souci des affaires du Seigneur, il cherche comment plaire au Seigneur. […] C’est dans votre intérêt que je dis cela ; ce n’est pas pour vous tendre un piège, mais pour vous proposer ce qui est bien, afin que vous soyez attachés au Seigneur sans partage » (1Cor 7.31-32,35).

En raison de notre grande vocation et mission, le diable fait tout ce qu’il peut pour briser notre relation avec le Seigneur et empêcher de nombreuses âmes d’être sauvées. Avant la crucifixion, Jésus a dit aux apôtres que Satan avait reçu la permission de les cribler comme le blé. Il a également dit de ne pas avoir peur « … car je suis avec vous tous les jours … ».

La vie religieuse est sacrée, mais avec des épreuves et des tentations, et ceux qui veulent servir le Seigneur doivent être mis à l’épreuve. Conforti dit que les vœux dans la vie religieuse sont une sorte de martyre ; peut-être pas un sacrifice violent, mais un martyre dans le temps. En vérité, c’est une guerre sans effusion de sang, non pas pour un jour ou deux, mais pour toute la vie envers soi-même, les autres, le monde ; même si j’ai tout quitté en faisant profession, je continue à tomber, à m’inquiéter du lendemain et à accumuler rien de bon.

Jésus a dit : « Heureux les pauvres, car le royaume des cieux est à eux ». Il s’est fait pauvre pour m’enrichir. Il est mon trésor, mais moi je le gaspille au lieu d’aimer le Christ. « Heureux les cœurs purs car ils verront Dieu », dit Jésus pour nous faire voir Dieu dans ce monde.

Mgr Conforti a beaucoup écrit sur l’obéissance ; il disait qu’il ne serait pas trop attristé par la mort d’un membre ou le départ d’un autre de l’Institut, mais qu’il serait attristé par le manque d’obéissance car ce serait un signe de la fin de l’Institut. Jésus-Christ est Dieu et s’est fait homme en se plaçant entre les mains des hommes, "sous la loi" (Lc 2,50). Il a obéi à Marie et Joseph à Nazareth, et aujourd’hui, dans l’Eucharistie et les sacrements, il obéit aux paroles de ses représentants dans le monde, c’est-à-dire les prêtres ; qu’ils soient pieux ou indifférents, dès qu’ils prononcent les paroles de la consécration, le pain et le vin deviennent le corps et le sang du Christ. Il a établi et loué l’obéissance en devenant lui-même obéissant jusqu’à la mort, la mort sur une croix. « Bien qu’il soit le Fils, il apprit par ses souffrances l’obéissance ». La vie de la congrégation dépend de l’obéissance, une obéissance dans la foi qui n’est ni facile ni évidente. Lorsque nous obéissons à un supérieur ou à une sœur, nous le faisons avec la foi en Christ et non en une personne. Même si un supérieur a des défauts, c’est par la foi que tout trouve un sens et je mets ma confiance en celui qui me donne la force de tout affronter.

Enfin, Conforti nous rappelle que c’est l’amour qui nous lie et fait de nous une famille. Il est beau et sacré que des frères vivent ensemble. Nous devons vivre les uns pour les autres, en laissant de côté l’égoïsme, les critiques inutiles, les plaintes, et en évitant les conflits, sans attendre de louanges : c’est notre offrande quotidienne. C’est avec cette conviction que saint Guido nous appelle à la même mission et au même idéal. Rassemblés dans la même vigne et attendant la même récompense. Mgr Conforti nous attend au Ciel où nous pourrons rencontrer Dieu notre Père.

Suor Giulia
29 Settembre 2021
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