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Tutto è GRAZIA

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Domenica 27 settembre 2020, alle ore 16.00, nella chiesa parrocchiale di San Gregorio VII (parrocchia di appartenenza della casa generalizia), le due comunità saveriane di Roma hanno celebrato l’eucaristia in suffragio per i nostri confratelli deceduti in questi mesi a Parma a motivo del Covid-19 o per altre cause. Vari di loro erano originari di Roma e-o dintorni. Altri hanno servito e lavorato nelle nostre comunità per tanti anni: P. Corrado Stradiotto, P. Nicola Masi, P. Gerardo Caglioni, Fratel Lucio Gregato, P. Francesco Cesare Grasso, Fratel Roberto Mancini, P. Guglielmo Camera, P. Stefano Berton e P. Stefano Coronese.

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Tutti sappiamo come le disposizioni stringenti legate alla diffusione della pandemia, abbiano impedito di salutarli in maniera adeguata e allargata. A distanza di vari mesi, abbiamo avuto la possibilità di ricordare insieme questi nostri fratelli con affetto e gratitudine.

Nonostante le basse temperature di una giornata piovosa e le disposizioni anti contagio Covid 19 (mascherina, distanziamento e sanificazione delle mani), la chiesa parrocchiale, grande e spaziosa, ha permesso la partecipazione familiare di un buon numero di parenti e amici.

L’Eucarestia è stata presieduta dal P. Generale, Fernando García Rodríguez e il pensiero omiletico è stato condiviso dal P. Vicario, Mario Mula.

Oltre ai familiari, hanno partecipato anche le Missionarie di Marie, Saveriane, di Roma, alcune congregazioni religiose femminili e il personale domestico delle due comunità saveriane.

Sul presbiterio erano state collocate le foto dei 9 confratelli e all’inizio della celebrazione è stata letta una brevissima presentazione di ogni confratello.  Alle fine dell’Eucaristia sono stati distribuiti i loro profili e luttini.

Vogliamo condividere con tutti voi il pensiero suggerito da P. Mario Mula nella sua omelia.

 


 

Carissime Sorelle e carissimi Fratelli,

“Tutto è GRAZIA”, si potrebbe dire, pensando all’occasione che oggi ci vede riuniti qui, nella Parrocchia di San Gregorio VII in Roma. “Tutto è Grazia”! Lo affermiamo con un sentimento di riconoscenza verso il Signore, nel ricordo di questi Confratelli che hanno vissuto tra di noi e continuano ad essere nostri Amici e Familiari.

Non possiamo nasconderci lo sgomento e il dolore che questa bufera del coronavirus ha causato e sta causando e che ha travolto anche loro: mentre piangiamo la perdita dei nostri confratelli e familiari ci uniamo al lutto e alla tragedia di milioni di persone che sono tuttora in balia di questo cataclisma globale e trasversale.

“Tutto è GRAZIA”, si diceva, ma questo osiamo dirlo solamente perché siamo credenti. Credenti nel Dio di Gesù Cristo e credenti in una certezza che ci è stata donata: la Vita eterna.

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Anche in mezzo a questa tragedia, sappiamo che il Signore, a tempo opportuno, sa darci segni e strumenti adeguati per attraversare questa tempesta del covid e questo mare della vita.

Uno di questi segni di speranza lo possiamo scorgere nella vita di ciascuno di questi Fratelli che oggi ricordiamo. Abbiamo sentito brevi stralci della loro vicenda terrena, all’inizio della celebrazione: solo il Signore conosce e tiene ormai al sicuro il tesoro prezioso dell’esistenza di ciascuno di loro. Vite donate generosamente e salvate per sempre.

È la Parola di Dio, proclamata in questa Liturgia, quella che ci può aiutare a scoprire tutto questo come un segno di speranza che Dio ci regala.

Ancora una volta Gesù si serve di una parabola: in essa, Lui descrive gli atteggiamenti, i tipi di risposta e la disponibilità che ciascuno adotta verso le proposte che vengono da Dio; due sono le possibili risposte: quella di chi dice d’istinto un NO ma poi esegue, e quella di chi dice di SI ma poi non fa nulla, anzi ignora la proposta o si sottrae agli obblighi…

E’ chiara la simpatia di Gesù verso chi assume il primo atteggiamento: un NO d’istinto ma poi un SI sincero! Del resto, forse è il tipo di reazione più comune da parte di noi umani! Oso dire che è il tipo di reazione e di risposta anche da parte di moltissimi di noi, anche credenti, anche discepoli di Gesù, anche missionari e religiosi… Quanti NO iniziali, immediati, forse dettati dalla paura, dall’ignoranza, dalla pigrizia, dalla debolezza… Il nostro peccato, i nostri limiti, le nostre debolezze, forse, possono suggerire, in un primo momento, un NO, però… è il SI, come effettiva risposta, quello che conta! Ed è proprio questo ciò che attira la simpatia di Gesù. Dopo un NO magari istintivo, aiutati dalla grazia di Dio, infatti, riusciamo poi a ritrovare motivazioni e senso, a ritornare sui nostri passi, a dirci disponibili.

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Anche dalle peggiori situazioni di discordanza dal progetto di Dio si può arrivare poi ad una disponibilità a tutta prova per ciò che Dio propone. Esempio ne sono i pubblicani e le prostitute che Gesù cita.

Il segno di speranza lo vedo proprio in questa simpatia che Gesù manifesta per questa “normalità” di tutti noi, buoni ma peccatori, audaci spesso ma vigliacchi ogni tanto… E questa simpatia da parte di Gesù la vedo come fiducia totale nei nostri confronti. Del resto, cosa sarebbe delle nostre vite se Lui non ci garantisse una tale fiducia? Essere madri di famiglia o padri, o professionisti, o religiosi/se… quante iniziali ribellioni ma poi, quante luminose assunzioni di responsabilità, e queste, protratte nel tempo!  

La fiducia che ci viene assicurata è proprio quella di poter recedere dai NO per aderire con piena disponibilità ai SI a Dio e ai fratelli. Con questa fiducia è possibile una conversione a ciò che Dio vuole e a come Dio lo vuole.

E la piena conversione avviene quando la nostra vita, proprio perché discepoli di Gesù, la assumiamo e viviamo come “Figli”: Figli di un Padre che, ne siamo sicuri, mai ci chiederebbe qualcosa a nostro danno; come Figli che, seppur dopo dei NO iniziali, abbiamo preso a cuore la sua “vigna”; come Figli che considerano le richieste del Padre come opportunità e non come imposizioni odiose e limitanti. Questo, del resto, è stato l’atteggiamento fondamentale di Gesù lungo la sua vita. Essere e vivere da “FIGLIO”! «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù», ci dice Paolo, oggi!

Siamo sicuri che anche questi nostri Confratelli, di cui oggi facciamo memoria, hanno vissuto come Figli! Nelle loro vite preziose hanno accettato pienamente il piano di Dio e lo hanno portato a termine egregiamente.

Ringraziamo il Signore per questi esempi di vita coerente e intrisa di amore: frammezzata da qualche NO? Sicuramente! Con alti e bassi? Come tutti! Con qualche rimpianto? Può darsi! Ma, con l’aiuto di Dio, rialzandosi sempre, rinnovando il SI pronunciato; consolidando così una fedeltà laboriosa nella vigna del Signore, fino che il Padre ha voluto.

Grazie, Signore, per questo segno di speranza che hai messo sul nostro cammino: sono le vite spese e donate ai fratelli da questi uomini “normali” ma eroici, dell’eroicità semplice ma rocciosa del Vangelo, vissuto e annunciato. Grazie per la vita di Corrado, di Stefano, di Gerardo, di Lucio, di Roberto, di Nicola, di Stefano, di Francesco, di Guglielmo e di tutti i Confratelli che ci hanno lasciato in questo tempo di tragedia.

La loro memoria resti in benedizione per tutti noi, per la Chiesa, per la Famiglia saveriana e per le loro Famiglie e i loro Amici.

Sia da tutti conosciuto e amato, nostro Signore Gesù Cristo.

DG
28 Septembre 2020
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