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Bernacchi P. Rinaldo

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P. RINALDO BERNACCHI 
Trainutola (Potenza), 18 maggio 1928
Bergamo, 24 gennaio 1991

Di Trainutola (Potenza)
Lavorò in Italia, Scozia (11 anni in tre periodi), e in Bangladesh 16 anni
Di 63 anni. N° di professione 359
Sepolto a Parma

Il p. Rinaldo, nato nel 1928, entrò nella scuola apostolica di Massa Lucana nel 1940. Già da studente si distingueva per lo spirito di dedizione e sacrificio a favore degli altri.

Era convinto della sua vocazione. Al maestro dei novizi che, per celia, lo invitava a tornare a casa perché senza vocazione, rispondeva: "Se me lo dice in nome di Dio, accetto; se no, non mi tiro indietro".

Ordinato sacerdote nel 1954, lavorò a Desio come insegnante e in Scozia tra gli immigrati italiani.

Nel 1961 si trovò nel Bangladesh. L'urto con la realtà di quel paese mise in crisi i suoi romantici entusiasmi. S'accorse che miseria e fame intaccavano la vita di quella gente. Invidia, menzogna, furto diventavano espedienti per sopravvivere. A Satkhira tra i Muci, gente fuori casta e disprezzati da tutti come esseri subumani, si domandò: "Cosa faccio qui? Questa gente non è fatta per il Vangelo. Solo se diventano uomini pos-sono divenire cristiani".

Superò lo scoraggiamento e si buttò nel lavoro servendosi di scuole e cooperative, strumenti già collaudati dai missionari. Ed ecco i primi frutti: scolaretti che lavorano per guadagnarsi i libri di scuola, e adulti che pensano di aiutare i più poveri.
Nel 1967 fu richiamato in Europa e lavorò in Scozia e in Italia.

Dieci anni dopo riprese il suo posto in Bangladesh, ma ecco nel 197 il primo infarto. Da allora non fu più quello di prima. Fu nominato direttore spirituale nel seminario minore di Dacca. Il contatto con i seminaristi locali lo convinse ch'era ormai tempo di pensare alla formazione di saveriani bengalesi. Ma il progetto sembrò prematuro ai confratelli.

Lasciò il Bangladesh nel 1987. In scozia trovò un mondo cambiato e non riuscì ad accettare le nuove esigenze nel campo educativo. Tornò in Italia e s'impegnò nell'animazione missionaria. Ma un nuovo grave infarto lo colse a Tavernerio il 10 novembre 1990. I medici giudicarono necessario applicargli due "by-pass". Lui non si faceva illusioni e diceva scherzando: "E se mi svegliassi dall'altra parte?".

All'ospedale di Bergamo l'operazione riuscì, ma poi il cuore rifiutò di rimettersi in moto.

Il p. Rinaldo si trovò dall’altra parte, accolto da Uno che non si sbaglia nel valutare i meriti di chi lo ama.

DG
24 Janvier 1991
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