Accéder au contenu principal

È possibile educare il cuore umano? Una riflessione ispirata all’enciclica “Dilexit nos”

1389/500

Una riflessione ispirata all’enciclica Dilexit nos di Papa Francesco sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo del nostro confratello, p. Justin Mihigo.

“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Gesù ci invita alla sua scuola per educare il nostro cuore e formare il nostro essere interiore.

Nell’enciclica Dilexit nos (“Ci ha amati”), Papa Francesco spiega che in questo mondo liquido è necessario tornare a parlare del cuore umano, il luogo in cui ogni persona, di qualsiasi classe e condizione, compie la propria sintesi, dove gli esseri concreti trovano la fonte e la radice di tutte le loro altre potenze, convinzioni, passioni ed elezioni (Dilexit nos, 6).

Educare il cuore umano nella spiritualità cristiana è un processo continuo che implica coltivare una relazione profonda con Dio e vivere secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo. Prima di proseguire, conviene tornare alla domanda iniziale: è possibile educare il cuore umano? Quale sarebbe il metodo? Chi sarebbe il principale agente di questa educazione?

La parola “educazione” deriva dal latino educare, che significa “guidare”. In greco si usa il termine paideia, un concetto che risale all’antichità classica, quando l’educazione era considerata essenziale per lo sviluppo dell’individuo e della società. Nell’opera Emilio, Jean-Jacques Rousseau sostiene che l’educazione del cuore è essenziale per sviluppare compassione ed empatia. Secondo lui, l’educazione dovrebbe concentrarsi sul coltivare la sensibilità e la capacità di connettersi con gli altri. In definitiva, la filosofia afferma che l’educazione del cuore è fondamentale per lo sviluppo della virtù, della coscienza morale, della compassione, dell’autenticità e della responsabilità.

Henri Nouwen affermava che il nostro cuore determina la nostra personalità e, pertanto, non è solo il luogo dove abita Dio, ma anche quello in cui Satana dirige i suoi attacchi più feroci. Questa citazione ci permette di comprendere che il nostro cuore è anche un campo di lotta contro il male. I padri del deserto parlano di combattimento spirituale. Nel linguaggio quotidiano si dice che la guerra più difficile è quella che combattiamo contro noi stessi, contro il nostro egoismo, orgoglio, indifferenza e vari vizi.

Uno dei monaci del deserto, Macario il Grande, afferma: “Il compito principale di un atleta (cioè, di un monaco) è entrare nel proprio cuore”. Ciò non significa che il monaco debba cercare di riempire la sua preghiera di sentimenti, ma che deve impegnarsi a trasformare tutta la sua persona. L’intuizione più profonda dei monaci del deserto è che entrare nel cuore significa entrare nel Regno di Dio. 

La frase “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” è una citazione del filosofo e scrittore francese Blaise Pascal, tratta dalla sua opera Pensieri (1669). Questo pensiero suggerisce che vi siano aspetti dell’esperienza umana che non possono essere spiegati né compresi esclusivamente con la ragione o l’intelletto. Il cuore, in questo contesto, rappresenta emozioni, sentimenti, intuizione e spiritualità. Pascal sostiene che esistono altre forme di conoscenza e comprensione che non si basano solo sulla logica.

Papa Giovanni Paolo II ha detto che il cuore è il luogo in cui si verifica l’incontro più profondo con Dio, dove si riceve la grazia divina e dove si dà la risposta della fede (Novo Millennio Ineunte, n.33, 2001). In questo senso, Papa Francesco ci invita a imitare il Sacro Cuore di Gesù, pieno d’amore, perché solo entrando nella dinamica dell’amore possiamo connetterci con il mistero. Gesù parla della sua sete di essere amato, mostrandoci che il suo Cuore non è indifferente alla nostra risposta al suo desiderio: “Ho sete, ma una sete ardente di essere amato dagli uomini nel Santissimo Sacramento…”. La richiesta di Gesù è amore. Dilexit nos al numero 168 afferma: “L’amore per i nostri fratelli non si fabbrica, non è frutto del nostro sforzo naturale, ma richiede una trasformazione del nostro cuore egoista”. Sorge allora spontaneamente la famosa supplica: “Gesù, rendi il nostro cuore simile al tuo”.

Tutto il periodo di formazione per la vita religiosa e missionaria ha come obiettivo educare il cuore dei candidati per entrare in questa dinamica dell’amore vivendo i consigli evangelici. Se contempliamo il dono di Cristo per tutti, diventa inevitabile chiederci perché non siamo capaci di donare la nostra vita per gli altri: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Gesù ha dato la sua vita per noi. Ora anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli” (1 Gv 3,16). Nelle preghiere xaveriane per i missionari, nell’ultima parte, preghiamo: “Raccomandiamo anche coloro che si stanno preparando per la missione. Aumenta il loro numero, conferma i loro propositi, purifica le loro intenzioni…”. Solo Dio, che conosce la profondità dei cuori, è il formatore dei formatori. Perciò il salmista dice: “Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, mettimi alla prova e conosci i miei pensieri; guarda se percorro una via di male e guidami sulla via eterna” (Salmo 139, 23-24).

In questo processo di educare l’uomo interiore, credo che sia molto importante connettersi con i battiti del nostro cuore. Quando mi stavo preparando a iniziare la formazione per la vita religiosa e missionaria, condivisi la mia decisione con un amico, che mi disse: “Ascolta prima il tuo cuore prima di prendere una decisione così grande”. Quella voce risuona ancora in me ogni volta che devo affrontare una situazione importante nella mia vita.

Papa Francesco ha detto che nel tumulto del mondo attuale e nella nostra ossessione per il tempo libero, il consumo e la distrazione, i telefoni e i social media, ci dimentichiamo di nutrire la nostra vita interiore (Dilexit nos, 84). Vivendo in un mondo in continuo cambiamento, dove il silenzio disturba l’uomo moderno, spesso non abbiamo tempo per prenderci cura della nostra vita interiore a causa del rumore eccessivo e delle distrazioni dei social media (Facebook, WhatsApp, TikTok, Instagram, meme…).

Per educare il nostro cuore è necessario tornare alle fonti della spiritualità cristiana (la Sacra Scrittura: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” - Mt 11,29). Gesù ci invita alla sua scuola per educarci. San Carlo di Foucauld scrisse questa promessa: “Lascia che il Cuore di Gesù viva in me, affinché non sia più io a vivere, ma il Cuore di Gesù che vive in me, come visse a Nazaret” (Dilexit nos, n.132).

Carlos stesso testimonia che, se non si fosse lasciato insegnare dal Maestro Gesù, non sarebbe dove si trova oggi. Contemplando la sua storia di conversione, Carlos riconosce che solo Dio può cambiare il cuore umano.

La quarta parte della lectio divina (contemplazione) risponde a una domanda importante: quale conversione del cuore mi chiede questa Parola meditata? La Parola ascoltata attende una risposta concreta da noi; per questo, l’ultima fase della lectio divina è l’azione, la pratica. 

“La Parola di Dio è viva ed efficace” (Eb 4,12). Spesso la Parola non porta frutto perché chiudiamo il nostro cuore. In questo senso, il salmista dice: “Se oggi udite la sua voce, non indurite il vostro cuore…” (Sal 95,8). Quando si dice che una persona ha il cuore indurito, si intende generalmente che questa persona è insensibile e resistente al cambiamento, anche di fronte a nuove informazioni o circostanze. 

In questa situazione, dobbiamo chiederci: com’è il mio cuore? Ho ancora spazio per Dio e per gli altri, o il mio cuore è ormai indurito? Un proverbio spagnolo dice: “Occhio non vede, cuore non duole”.

Non possiamo dimenticare che anche i cuori induriti dalle esperienze negative possono essere trasformati. Papa Francesco ci invita costantemente a riconnetterci e riconciliarci con il nostro cuore, con la nostra storia, con gli altri e con Dio.

Infine, educare il cuore sembra un processo difficile, ma non impossibile. È necessario essere attenti e ascoltare il nostro cuore. Durante l’esame di coscienza dobbiamo essere onesti con noi stessi. Alla fine della giornata, chi sta educando il proprio cuore dovrebbe chiedersi: sono stato guidato da sentimenti positivi o negativi, dagli inganni del mondo moderno o dall’amore? Cosa posso fare per migliorare domani?

Parlando di educazione del cuore, i padri del deserto ci offrono la preghiera del Cuore, detta anche “Preghiera di Gesù” o “Preghiera Filocalia”: “Signore Gesù, abbi pietà di me, peccatore”. Questa preghiera, centrata su Gesù Cristo, aiuta a coltivare umiltà, pentimento e unione con Dio.

¿Es posible educar el corazón humano? Una reflexión inspirada en la encíclica "Dilexit nos" del Papa Francisco

“Aprendan de mí, que soy manso y humilde de corazón” (Mt 11,29). Jesús nos invita a su escuela para educar nuestro corazón y formar nuestro ser interior.

En su encíclica "Dilexit nos" que significa "Él nos amó", el Papa Francisco explica que en este mundo líquido es necesario volver a hablar sobre el corazón humano, indica dónde cada persona, de cualquier clase y condición, hace su propia síntesis, donde los seres concretos encuentran la fuente y la raíz de todas sus demás potencias, convicciones, pasiones y elecciones (Dilexit nos, 6).

Educar el corazón humano en la espiritualidad cristiana es un proceso continuo que implica cultivar una relación profunda con Dios y vivir según las enseñanzas de Jesucristo. Antes de continuar conviene volver a la pregunta inicial: ¿es posible educar el corazón humano? ¿Cuál sería el método? ¿Quién sería el principal agente de esta educación?

La palabra "educación" tiene su origen en el latín "educare" que significa "guiar". En griego es "padeia", concepto que se remonta a la antigüedad clásica, donde la educación era considerada esencial para el desarrollo del individuo y de la sociedad. En su obra “Emile”, Jean-Jacques Rousseau sostiene que la educación del corazón es esencial para el desarrollo de la compasión y la empatía. Sostiene que la educación debería centrarse en cultivar la sensibilidad y la capacidad de conectarse con los demás. En definitiva, la filosofía sostiene que la educación del corazón es fundamental para el desarrollo de la virtud, la conciencia moral, la compasión, la autenticidad y la responsabilidad.

Henri Nouwen decía que nuestro corazón determina nuestra personalidad y por tanto no es sólo el lugar donde habita Dios sino también el lugar donde Satanás dirige sus ataques más feroces. Esta cita nos permite entender que nuestro corazón es un lugar donde también debemos luchar contra el mal. Los padres del desierto hablan de combate espiritual. En el lenguaje cotidiano decimos que la guerra más difícil es la que libramos contra nosotros mismos, contra nuestro egoísmo, orgullo, indiferencia y diversos vicios.

Uno de los monjes del desierto, Macario el Grande, dice: "La principal tarea de un atleta (es decir, de un monje) es entrar en su corazón". Esto no significa que el monje debe tratar de llenar su oración de sentimiento; significa que debe esforzarse para dejar que cambie toda su persona. La intuición más profunda de los monjes del desierto es que entrar al corazón es entrar al Reino de Dios.

La frase “El corazón tiene sus razones que la razón desconoce” es una cita del filósofo y escritor francés Blaise Pascal, extraída de su obra “Pensées” (1669). Creo que en este pensamiento encontramos el misterio del corazón. Esta frase sugiere que hay aspectos de la experiencia humana que no pueden explicarse ni entenderse únicamente mediante la razón o el intelecto. El corazón, en este contexto, representa emociones, sentimientos, intuición y espiritualidad. Pascal sugiere que existen otras formas de conocimiento y comprensión que no se basan únicamente en la lógica y la razón.

El Papa Juan Pablo II dijo que el corazón es el lugar donde se produce el encuentro más profundo con Dios, donde se recibe la gracia divina y donde se da la respuesta de la fe (Novo Millenio Ineute, n.33, (2001). En este sentido, el Papa Francisco nos invita a imitar el sagrado corazón de Jesús, lleno de amor porque sólo entrando en el dinamismo del amor podemos conectarnos con el misterio. Jesús habla de su sed de ser amado, mostrándonos que su Corazón no es indiferente a nuestra reacción a su deseo: "Tengo sed, pero una sed tan ardiente de ser amado por los hombres en el Santísimo Sacramento..." La petición de Jesús es el amor. Dilexit nos en el número 168 dice: “El amor a nuestros hermanos no se fabrica, no es fruto de nuestro esfuerzo natural, sino que requiere una transformación de nuestro corazón egoísta. Entonces surge espontáneamente la famosa súplica: "Jesús, haz nuestro corazón semejante al tuyo".

Todo el período de formación para la vida religiosa y misionera tiene como objetivo educar el corazón de los candidatos para entrar en este dinamismo del amor viviendo los consejos evangélicos. Si contemplamos la entrega de Cristo por todos, se hace inevitable preguntarnos por qué no somos capaces de dar la vida por los demás: "en esto conocemos el amor: Jesús dio su vida por nosotros. Ahora, también nosotros debemos dar nuestra vida para los hermanos" (1 Juan 3:16). En las oraciones xaverianas por los misioneros, en la última parte, rezamos: “También os recomendamos a aquellos que se están preparando para la misión. Aumenta su número, confirma sus propósitos, purifica sus intenciones"...sólo de Dios que conoce la profundidad de los corazones, formador de los formadores.  Por eso el salimista dice: “Examíname, oh Dios, y conoce mi corazón, pruébame y conoce mis pensamientos; Mira si hay en mí algún mal camino, y guíame por el camino eterno." Salmo 139, 23-24.

En este proceso de educar al hombre interior, creo que es muy importante conectarse con los latidos de nostro corazón.  Si me recuerdo, cuando me estaba preparando para comenzar la formación para la vida religiosa y misionera, le compartí mi decisión a uno de mis amigos, él me dijo: mira, escucha primero a tu corazón antes de tomar una decisión tan grande como esta. Esta voz siempre resuena conmigo cuando tengo que afrontar cualquier situación de mi vida.

El Papa Francisco dijo que en la agitación del mundo actual y nuestra obsesión por el tiempo libre, el consumo y la distracción, los teléfonos y las redes sociales, nos olvidamos de nutrir nuestra vida interior (Dilexit 84). En un mundo que está cambiando mucho, donde el silencio molesta al hombre moderno, muchas veces no tenemos tiempo para cuidar nuestra vida interior debido al exceso de ruido y distracción de las redes sociales (Facebook, perfiles de amigos en WhatsApp, Tik Tok, Instagram, memes...).

Para educar nuestro corazón es necesario volver a las fuentes de la espiritualidad cristiana (Sagrada Escritura: "aprendan de mí, que soy manso y humilde de corazón (Mt 11,29). Jesús nos invita a su escuela para educarnos. San Carlos de Foucauld escribió esta promesa: "Deja que el Corazón de Jesús viva en mí, para que ya no sea yo quien viva, sino el Corazón de Jesús que viva en mí, como vivió en Nazaret" Dilexit en el n.132. El propio Carlos testifica que si no se hubiera dejado enseñar por el profesor Jesús, no estaría donde está. Al contemplar su historia de conversión, Carlos reconoce que sólo Dios puede cambiar el corazón humano. La cuarta parte de la lectio divina (contemplación) responde a una pregunta importante: ¿qué conversión de corazón me pide esta palabra meditada? La palabra escuchada espera de nosotros una respuesta concreta, por eso la última etapa de la lectio divina es la acción, la práctica.

“La palabra de Dios es viva y eficaz” (Heb 4,12). Esta declaración bíblica evoca la idea de la Palabra de Dios como dinámica y vigorosa en la vida de las personas. Muchas veces la palabra no da fruto porque cerramos el corazón. En este sentido, el Salmista dice: Si  ustedes oyen hoy su voz, no endurezcan sus corazones... (Sal 95,8). Cuando se dice que una persona tiene el corazón endurecido, generalmente se refiere a que esa persona presenta algunas características, tales como: insensibilidad y resistencia a cambiar de opinión o comportamiento ante nueva información o circunstancias.  Ante esta situación, preguntémonos. ¿Cómo es mi corazón? ¿Aún tengo espacio para Dios y los demás o ya tengo el corazón endurecido? Por eso, un refrán español dice “Ojos que no ven, corazón que no siente”.

Es importante señalar que la dureza del corazón no es necesariamente un rasgo fijo o inmutable. Con apoyo y esfuerzo personal, puedes trabajar para abrir tu corazón y desarrollar más empatía, compasión y conexión con los demás. El Papa Francisco continúa expresando: “Un corazón capaz de compasión puede crecer en fraternidad y solidaridad.

No podemos olvidar que también hay corazones endurecidos por la mala experiencia de la vida.  El Papa siempre nos invita a reconectarnos y reconciliarnos con nuestro corazón, con nuestra propia historia, con los demás y con Dios.

Finalmente, educar el corazón parece un proceso difícil, pero no imposible... necesitamos estar atentos, saber escuchar nuestro corazón.  En el examen de conciencia debemos ser honestos con nosotros mismos. Al final del dia, la persona que está educando su corazón debe preguntarse: ¿me dejé llevar por sentimientos positivos o negativos, por los encantos o placeres del mundo actual o por el amor? ¿Qué puedo hacer para mejorar mañana?

Hablando de la educación del corazón, los padres del desierto nos ofrecen la oración del Corazón, también llamada "Oración de Jesús" o "Oración Phillocalia": "Señor Jesús, ten piedad de mí, pecador". Esta oración, centrada en Jesucristo, ayuda a cultivar la humildad, el arrepentimiento y la unión con Dios.

Est-il possible d’éduquer le cœur humain ? Une réflexion inspirée de l'encyclique «Dilexit nos» du pape François

« Apprenez de moi que je suis doux et humble de cœur » (Mt 11,29). Jésus nous invite à son école pour éduquer notre cœur et former notre être intérieur.

Dans son encyclique "Dilexit nos" qui signifie "Il nous a aimé", le Pape François explique que dans ce monde liquide, il est nécessaire de reparler du cœur humain, en indiquant où chaque personne, de toute classe et condition, fait sa propre synthèse, où les êtres concrets trouvent la source et la racine de tous leurs autres potentiels, convictions, passions et choix (Dilexit nos, 6).

Éduquer le cœur humain dans le cadre de la spiritualité chrétienne est un processus continu qui implique de cultiver une relation profonde avec Dieu et de vivre selon les enseignements de Jésus-Christ. Avant de poursuivre, il convient de revenir à la question initiale : est-il possible d’éduquer le cœur humain ? Quelle serait la méthode ? Qui serait le principal agent de cette éducation ?

Le mot « educación » tire son origine du latin « educare » qui signifie « guider ». En grec, il s'agit de « padeia », un concept qui remonte à l'Antiquité classique, où l'éducation était considérée comme essentielle au développement de l'individu et de la société. Dans son ouvrage « Emile », Jean-Jacques Rousseau affirmait que l'éducation du cœur est essentielle au développement de la compassion et de l'empathie. Veiller à ce que l’éducation se concentre sur le développement de la sensibilité et de la capacité à se connecter avec les autres. En fin de compte, la philosophie soutient que l’éducation du cœur est fondamentale pour le développement de la vertu, de la conscience morale, de la compassion, de l’authenticité et de la responsabilité.

Henri Nouwen affirme que notre cœur détermine notre personnalité et est donc non seulement le lieu où Dieu vit, mais aussi le lieu où Satan dirige ses attaques les plus féroces. Cette citation nous permet de comprendre que notre cœur est un lieu où il faut aussi lutter contre le mal. Les Pères du Désert parlent du combat spirituel. Dans le langage courant, on entend dire que la guerre la plus difficile est celle que nous menons contre nous-mêmes, contre notre égoïsme, notre orgueil, notre indifférence et nos différents vices.

L'un des moines du désert, Macaire le Grand, dit : « La tâche principale d'un athlète (c'est-à-dire d'un moine) est d'entrer dans son cœur. Cela ne veut pas dire que le moine doit essayer de remplir sa prière de sentiments ; Cela signifie qu’il doit faire un effort pour permettre à la prière de remodeler sa vie. La vision la plus profonde des moines du désert est qu’entrer dans le cœur, c’est entrer dans le Royaume de Dieu.

L’expression « le cœur a des raisons que la raison ne connaît pas » est une citation du philosophe et écrivain français Blaise Pascal, tirée de son ouvrage « Pensées » (1669). Je crois que dans cette pensée nous trouvons le mystère du cœur. Cette phrase suggère qu’il existe des aspects de l’expérience humaine qui ne peuvent être expliqués ou compris par la seule raison ou l’intellect. Le cœur, dans ce contexte, représente les émotions, les sentiments, l'intuition et la spiritualité. Selon Pascal, il existe d'autres formes de connaissance et de compréhension qui ne reposent pas uniquement sur la logique et la raison.

Le pape Jean Paul II renforce cette idée en disant que le cœur est le lieu où se produit la rencontre la plus profonde avec Dieu, où se reçoit la grâce divine et où se donne la réponse de la foi (Novo Millenio Ineute, n.33, (2001). En ce sens, Le pape François nous invite à imiter le cœur sacré de Jésus, plein d'amour car ce n'est qu'en entrant ce dynamisme de l'amour que nous pouvons nous conecter avec le mystère. Jésus parle de son désir d'être aimé, nous montrant que son Cœur n'est pas indifférent à notre réaction à son désir : « J'ai soif, mais un désir si ardent d'être aimé des hommes dans le Saint Sacrement ... ». La demande de Jésus est l'amour. Dilexit nos au numéro 168 dit : « L'amour pour nos frères ne peut pas être fabriqué, il n'est pas le fruit de notre effort naturel, mais un besoin de transformation de notre cœur égoïste. Alors surgit spontanément le fameux appel : «Jésus, rends nos cœurs semblables au tien ».

Toute la période de formation à la vie religieuse et missionnaire vise à éduquer le cœur des candidats en les aidant à entrer dans ce dynamisme de l'amour oblatif en vivant les conseils évangéliques. Si nous contemplons le don de l’amour du Christ pour tous, il devient inévitable de se demander pourquoi nous ne sommes pas capables de donner notre vie pour les autres : « en cela nous connaissons l'amour : Jésus a donné sa vie pour nous. Maintenant, nous devons aussi donner notre vie pour nos frères » (1 Jean 3 : 16). Dans la prière xavérienne pour les missionnaires, dans la dernière partie, nous prions : « Nous te confions aussi ceux qui se préparent à la mission. Augmente leur nombre, confirme leurs désirs, purifie leurs intentions... seul Dieu qui connaît la profondeur des cœurs, formateur des formateurs. C'est pourquoi le Psalimiste dit : «Sonde-moi, ô Dieu, et connais mon cœur! Éprouve-moi, et connais mes pensées! Regarde si je suis sur une mauvaise voie, Et conduis-moi sur la voie de l`éternité! (Ps 139,23-24).

Dans ce processus d’éducation de l’homme intérieur, je crois qu’il est très important de se connecter aux battements de notre cœur.  Si je me souviens bien, alors que je me préparais à commencer ma formation à la vie religieuse et missionnaire, j'avais partagé ma décision avec un de mes amis, il m'a dit : mon frère, écoute d'abord ton cœur avant de prendre une décision aussi grande comme celle-là.  Cette voix résonne toujours en moi lorsque je fais face à n'importe quelle situation de ma vie.

Le Pape François a déclaré que dans l'agitation du monde d'aujourd'hui et dans notre obsession du temps libre, de la consommation et des distractions, du téléphone et des réseaux sociaux, nous oublions de nourrir notre vie intérieure (Dilexit 84). Dans un monde qui change beaucoup, où le silence dérange l'homme moderne, nous n'avons souvent pas le temps de nous occuper de notre vie intérieure à cause de l'excès de bruit et de distraction des réseaux sociaux (Facebook, profils d'amis sur WhatsApp, Tik Tok, Instagram, Twitter...).

Pour éduquer notre cœur, il est nécessaire de revenir aux sources de la spiritualité chrétienne (Écriture Sainte : « apprenez de moi, car je suis doux et humble de cœur » (Mt 11, 29). Jésus nous invite à son école pour nous éduquer. Saint Charles de Foucauld a écrit cette promesse : « Que le Cœur de Jésus vive en moi, afin que ce ne soit plus moi qui vis, mais le Cœur de Jésus qui vit en moi, comme il a vécu à Nazareth » Dilexit dans le n.132 Charles lui-même témoigne que s'il ne s'était pas laissé instruire par le professeur Jesús, il ne serait pas là où il est arrivé. En contemplant son histoire de conversion, Charles reconnaît que seul Dieu peut changer le cœur humain.

La quatrième partie de la lectio divina (contemplation) répond à une question importante : quelle conversion de cœur me demande cette parole méditée ? La parole entendue attend de notre part une réponse concrète, c'est pourquoi la dernière étape de la lectio divina est l'action, la pratique.

« La parole de Dieu est vivante et efficace » (Hb 4 :12). Cette déclaration biblique évoque l'idée de la Parole de Dieu comme la force qui dynamique et harmonise la vie des gens. Bien souvent, la parole ne porte pas ses fruits parce que nous fermons notre cœur. En ce sens, la lettre le Psalmiste dit : Si vous entendez sa voix aujourd'hui, n'endurcissez pas votre cœur... (Ps 95,8). Lorsqu'on dit qu'une personne a le cœur endurci, cela signifie généralement qu'elle présente certaines caractéristiques, telles que : l'insensibilité et la résistance à changer d'opinion ou de comportement face à de nouvelles informations ou circonstances.  Dans cette situation, demandons-nous. Comment est mon cœur ? Ai-je encore de la place pour Dieu et les autres ou mon cœur est-il déjà endurci ? C’est pour cette raison qu’un dicton espagnol dit : « Des yeux qui ne voient pas, un cœur qui ne sent pas ».

Il est important de noter que la dureté de cœur n’est pas nécessairement un trait fixe ou immuable. Par la grâce divine et à l’effort personnel, on peut y travailler et développer plus d’empathie, de compassion et de connexion avec les autres. Le pape François continue d’exprimer : « Un cœur capable de compassion peut grandir dans la fraternité et la solidarité ».

Nous ne pouvons pas oublier qu’il y a aussi des cœurs endurcis par la mauvaise expérience de la vie.  Le Pape nous invite toujours à nous reconnecter et à nous réconcilier avec notre cœur, avec notre propre histoire, avec les autres et avec Dieu.

Finalement, éduquer le cœur semble un processus difficile, mais pas impossible... il faut être attentif, savoir écouter son cœur.  Lors de l’examen de conscience, nous devons être honnêtes avec nous-mêmes. En fin de compte, celui qui éduque son cœur doit se demander : est-ce que je me suis laissé emporter par des sentiments positifs ou négatifs, par les charmes ou les plaisirs du monde actuel ou par l'amour ? Que puis-je faire pour améliorer demain ?

Parlant de l'éducation du cœur, les pères du désert nous offrent la prière du Cœur, aussi appelée « Prière de Jésus » ou « Prière de la Phillocalie » : « Seigneur Jésus, aie pitié de moi, pécheur ». Cette prière centrée sur Jésus Christ permet de cultiver l'humilité, la repentance et l'union à Dieu.  

É possível educar o coração humano? Uma reflexão inspirada na encíclica “Dilexit nos” do Papa Francisco

“Aprendei de mim, que sou manso   e humilde de coração” (Mt 11, 29). Jesus nos convida à sua escola para educar o nosso coração, formar o nosso ser interior.

Na sua enciclica "Dilexit nos" que significa "Ele nos amou", O Papa Francisco explica que neste mundo liquido é necessário voltar a falar do coração, indica onde cada pessoa, de qualquer classe e condição, faz a própia sintese, onde os seres concretos encontram a fonte e a raiz de todas as suas outras potências, convicções, paixões e escolhas (Dilexit nos, 6).

Educar o coração humano na espiritualidade cristã é um processo continuo que envolve cultivar uma relação profunda com Deus e viver de acordo com os ensinamentos de Jesus Cristo. Antes de prosseguir, vale a pena voltar à questão inicial:  É possivél educar o coração humano? Qual seria o método? Quem seria o principal agente dessa educação?

A palavra  "educação" tem uma origem no latin " educare" que significa "guiar". Em grego, é "padeia", conceito que remonta à antiguidade clássica, onde a educacão era considerada essencial para o desenvolvimento do individuo e da sociedade. Em sua obra "Emílio", Jean-Jacques Rousseau defende-se que a educação do coração é essencial para o desenvolvimento da compaixão e da empatia. Ele argumenta que a educação deve focar em cultivar a sensibilidade e a capacidade de se conectar com os outros. Em resumo, a filosofia defende que a educação do coração é essencial para o desenvolvimento da virtude, da consciência moral, da compaixão, da autenticidade e da responsabilidade.

Henri Nouwen disse que nosso coração determina nossa personalidade e é, portanto, não só o lugar onde Deus habita mas também o lugar ao qual Satanás dirige seus ataques mais ferozes. Esta citação nos permite compreender que nosso coração é um lugar onde devemos também lutar contra o mal. Os  padres do deserto falam do combate espiritual. Na linguagem cotidiana, a gente diz que a guerra mais difícil é aquela que travamos contra nós mesmos, contra o nosso egoísmo, o orgulho, a indiferença e vários vícios.

Um dos monges do deserto, Macário, o Grande, diz: "A tarefa principal do atleta (isto é, do monge) é entrar em seu coração". Isso não significa que o monge deva procurar encher sua oração de sentimento; significa que deve esforçar-se para deixar que ela remodele toda a sua pessoa. O discernimento mais profundo dos monges do deserto é que entrar no coração é entrar no Reino de Deus.

A frase "O coração tem suas razões que a razão não conhece" é uma citação do filósofo e escritor francês Blaise Pascal, extraída de sua obra "Pensées" (1669). Acho que nesse pensamento, encontramos o mistério do coração. Essa frase sugere que existem aspectos da experiência humana que não podem ser explicados ou compreendidos apenas pela razão ou pelo intelecto. O coração, nesse contexto, representa as emoções, os sentimentos, a intuição e a espiritualidade. Pascal está sugerindo que há outras formas de conhecimento e compreensão que não se baseiam apenas na lógica e na razão.

O Papa João Paulo II disse que o coração é o lugar onde ocorre o encontro mais profundo com Deus, onde a graça divina é recebida e onde a resposta de fé é dada (Novo Millenio Ineute, n.33, (2001). Neste sentido, o Papa Francisco nós convida a imitar o sagrado coração de Jesus, cheio de amor porque só entrando no dinamismo de amor podemos conectarnos con o misterio. "Jesus fala da sua sede de ser amado mostrando-nos que o seu Coração não é indiferente à nossa reação diante do seu desejo: "Tenho sede, mas uma sede tão ardente de ser amado pelos homens no Santíssimo Sacramento …". O pedido de Jesus é o amor. Dilexit nos número 168 diz:  “O amor aos irmãos não se fabrica, não é fruto do nosso esforço natural, mas exige uma transformação do nosso coração egoísta. Nasce então espontaneamente a célebre súplica: "Jesus, fazei o nosso coração semelhante ao vosso".

Todo o período de formação para a vida religiosa e missionária visa educar os corações dos candidatos a entrar neste dinamismo do amor vivendo os conselhos evangélicos. Se contemplarmos a entrega de Cristo por todos, torna-se inevitável perguntarmo-nos por que razão não somos capazes de dar a nossa vida pelos outros: "nisto conhecemos o amor: Jesus deu a vida por nós. Ora, tambén nós devemos dar a vida pelos irmãos" (1Jo 3,16). Nas orações xaverianas para os missionários na última parte, rezamos "vos recomendamos, ainda, os que estão preparando-se para a missão. Aumentai o seu número, confirmai seus propósitos, purificai suas intenções"...só de Deus que conhece a profundidade dos corações, formador dos formadores. É por isso que o salimista diz: Sonda-me, ó Deus, e conhece o meu coração, prova-me e conhece os meus pensamentos; vê se há em mim algum caminho mau e guia-me pelo caminho eterno." Salmos 139:23-24.

Neste processo de educação do homem interior, acho que é muito importante conectarse con o batimento de seu coração.  Se bem me lembro, quando me preparava para começar a formação para a vida missionária, compartilhei minha decisão com um de meus amigos, ele me disse: olha, ouça primeiro o seu coração antes de tomar uma grande decisão como esta. Essa voz sempre ressoa em mim quando tenho que enfrentar qualquer situação da minha vida.

O papa Francisco disse que no meio do turbilhão do mundo atual e da nossa obsessão pelo tempo livre, do consumo e distração, dos telefones e das redes sociais, esquecemo-nos de alimentar a nossa vida interior (Dilexit 84). No mundo que está mudando muito, onde o silêncio incómoda ao homem moderno, muita vezes não temos tempo para cuidar da nossa vida interior devido ao excesso de barulho e distração das redes sociais (Facebook, perfis de amigos no WhatsApp, Tik Tok, Instagram, Twitter...).

Para educar nosso coração precisamos volver às  fontes da espiritualidade cristã (Sagrada Escritura: "aprendei de mim, que sou manso e humilde de coração (Mt 11,29). Jesus nos convida a sua escola para educarnos. São Charles de Foucauld escreveu esta promessa: "deixai viver em mim o Coração de Jesus, de modo que já não seja eu a viver, mas o Coração de Jesus que viva em mim, como vivia em Nazaré" Dilexit nos n.132. O próprio Charles testemunha que se não tivesse se deixado ensinar pelo professor Jesus, não estaria onde ele chegou. Ao contemplar a sua história de conversão, Charles reconhece que só Deus pode mudar o coração humano. A quarta parte da lectio divina (contemplação) responde a uma pergunta importante: que conversão do coração me pede esta palavra meditada? A palavra ouvida espera de nós uma resposta concreta, por isso a última etapa da lectio divina é a ação, a prática.

“A palavra de Deus é viva e eficaz” (Hb 4,12). Esta afirmação bíblica evoca a ideia da Palavra de Deus como dinâmica e harmoniosa na vida das pessoas. Muitas vezes a palavra não dá fruto porque fechamos o coração. Neste sentido o salmista diz: Hoje, se vocês ouvirem a sua voz, não endureçam o coração....(Hb 3,7). Quando se diz que uma pessoa tem um coração endurecido, geralmente se refere a que essa pessoa apresenta algumas características, como: insensibilidade e resistência em mudar de opinião ou comportamento diante de novas informações ou circunstâncias.  Nesta situação, vamos nos perguntar. Como é o meu coração? Tenho ainda espaço para Deus e para os outros ou já tenho um coração endurecido? Por isso, segundo um ditado espanhol" Olhos que não vêem, coração que não sente”.

É importante notar que o coração duro não é necessariamente uma característica fixa ou imutável. Com ajuda, apoio e esforço pessoal, você pode trabalhar para abrandar seu coração e desenvolver mais empatia, compaixão e conexão com os outros. Papa Francisco segue expressando: “Um coração capaz de compaixão pode crescer em fraternidade e solidariedade.

Não podemos esquecer que também existem corações endurecidos pela má experiência da vida.  O Papa propõe-nos sempre reconectar-nos e reconciliar-nos com os nossos corações, com a nossa própria história, com os outros e com Deus

Finalmente, educar o coração parece um processo difícil, mas não impossível... precisamos estar atentos, saber ouvir o nosso coração.  No exame de consciência devemos ser honestos conosco próprios. No final do dia, a pessoa, que está educando o seu coração, deve perguntar-se: deixei-me levar pelos sentimentos positivos ou negativos, pelos encantos ou prazeres do mundo de hoje ou pelo amor? O que posso fazer para melhorar amanhã?

Falando da educação do coração, os padres do deserto nos oferecem  a oração do Coração, também chamada de "Oração de Jesus" ou "Oração Filocalia": "Senhor Jesus, tem piedade de mim, pecador." Essa oração, centrada em Jesus Cristo, ajuda a cultivar humildade, arrependimento e união com Deus.

Justin Mihigo, SX
8 Janvier 2025
1389 Vues
Mots clés

Liens et
Téléchargements

Zone réservée à la famille Xaverienne.
Accédez ici avec votre nom d'utilisateur et votre mot de passe pour afficher et télécharger les documents réservés.