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Epifania: fascino di un mistero...

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(Dal sito delle Missionari di Maria - Saveriane)

É un testo affascinante quello che narra l’episodio dei Magi nel Vangelo di Matteo. Se lo leggiamo come una parabola, vediamo in esso tutta la storia di Gesù, ma anche la nostra storia. I magi non solo rappresentano popoli e culture diverse e altre religioni, ma anche il desiderio degli esseri umani verso Dio. L’anelito che ci abita da sempre nel cuore è quello di diventare “cercatori” di Dio e di riflettere su che cosa vuol dire trovare “Dio” in un bambino, in casa, con Maria e Giuseppe.

E allora, come non parlare di Epifania del Signore e non provare anche un po’ di timore?  Si parla di persone che vengono dall’oriente, messe in moto da un segnale misterioso apparso in cielo; persone sapienti che scrutano orizzonti senza confini. Come quando, da piccoli, facevamo camminare i magi nel nostro presepio mettendoli sempre ai bordi, ma, ahimé: giunti alla capanna si fermavano.

Il Vangelo dell´Epifania, cioè della manifestazione dell´identità di Gesù alle genti - i magi –, è un vangelo missionario: Gesú nasce Re dei Giudei, ma per tutti, e tutti possono andare a lui. É una solenne dichiarazione di universalismo, un racconto costruito sulla falsariga di un passo del profeta Isaia: se ti alzi, volgi lo sguardo attorno e guardi, ti accorgi che nel mondo immerso nella nebbia, oggi diremmo immerso nella pandemia, splende una città luminosa, e i popoli sono in cammino, da sempre, verso la luce, hanno in comune la ricerca del bene, della vita piena, della pace (cf. Is 60,1-6). Uno spettacolo grandioso e realissimo, ma per vederlo devi uscire da te stesso e alzare lo sguardo oltre il tuo angusto orizzonte.

I magi, guardando il cielo, si lasciano affascinare dagli orizzonti infiniti... e si mettono in cammino. E anche quando, arrivati a Gerusalemme, la stella scompare, non si perdono d´animo, ma chiedono ai sapienti di Israele e vengono a conoscenza di dov’è nato il Bambino, il “ Re Messia”,  secondo le Scritture. Così, dei magi stranieri ma obbedienti alle Scritture dei giudei, anzi ri-orientati da esse, riescono novamente a vedere la stella che li conduce fino a Betlemme, dove trovano ciò che cercavano ma che certamente non s’aspettavano così: semplicemente un bambino.

Il testo dice che “prostatosi, lo adorarono”. Finisce il cammino di ricerca esteriore e comincia quello interiore. Contemplano non quello che avevano tanto atteso e cercato, ma un Altro. Riconoscono la regalità nell’antiregalità, il divino nella debolezza umana ... e si convertono giungendo alla fede pur non avendo né la rivelazione giudaica, né le sante Scritture. Offrono in dono ciò che sono e ricevono in cambio colui che è, diventando essi stessi simili a Lui. Dio nasce nell’umanità e l’umanità in Dio!

Non a caso Matteo annota nel vangelo che “fanno ritorno al loro paese attraverso un altro cammino”, cioè con un altro modo di pensare e di vivere. Nell’episodio dei Magi sono le genti che arrivano a Gerusalemme: le genti divengono discepoli quando cercano con sincerità, si aprono con audacia e si mettono in cammino senz’indugio. Ancora una volta possiamo dire che la missione non è solo attesa, attrazione e accoglienza, ma ricerca.

Quanti uomini e donne, dall´oriente e dall’occidente, dal nord e dal sud, come questi saggi, cercano il bene, si sentono viandanti, in cammino! I magi sono accanto a noi, forse un poco più avanti di noi, per aiutarci ad sollevare lo sguardo da noi stessi, per guidarci verso le tante mangiatoie di questo mondo ove giacciono i piccoli e i deboli per portare loro il dono dell´amore, della solidarietà, della giustizia.

È questo l’invito che papa Francesco ci fa nella sua ultima encíclica:  “ è l´amore... che ci permette di costruire una grande famiglia nella quale tutti noi possiamo sentirci a casa... Amore che sa di compassione e di dignità” (FT 62).

Lidia Vermi
3 Janvier 2021
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