Mons. Conforti aveva «un concetto altissimo della vocazione apostolica» e voleva che i suoi figli sentissero come lui. Come è noto, da quando era in seminario egli voleva farsi missionario per dedicarsi all’apostolato tra i non cristiani; non avendo potuto realizzare il suo sogno per ragioni di salute, concepì l’audace disegno di fondare un Istituto missionario. Il Fondatore volle trasmettere ai suoi figli lo stesso ardore apostolico che gli bruciava nel cuore; perciò il primo suggerimento che egli dà al Maestro per la formazione dei novizi riguarda proprio questo punto fondamentale: «Procuri di far concepire ai suoi alunni un concetto grande della vita apostolica, facendo loro comprendere che la professione dei voti religiosi, congiunta al voto di consacrarsi alla dilatazione del regno di Cristo tra gli infedeli, è quanto di più degno e sublime si possa desiderare, costituendo la somiglianza più perfetta con l’opera del Redentore» (RF 85).
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