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6° Incontro Rettori Teologie sx. Report 3° giorno

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Mercoledì 12 Ottobre

Il terzo giorno della riunione dei Rettori delle Teologie è stato animato da Don Méthode Gahungu, sacerdote diocesano burundese.

Don Méthode è docente stabilizzato della Facoltà di Scienze dell’Educazione alla Università Pontificia Salesiana di Roma. Insegna, tra altre materie, Pedagogia delle vocazioni presbiterali; Inculturazione e interculturalità nella formazione vocazionale e Progettazione e valutazione di itinerari formativi. Collabora con l’Istituto Superiore per Formatori dell’Università Gregoriana.

Le sue conferenze hanno sviluppato il tema: Internazionalità e interculturalità. Unità nella pluralità nelle comunità consacrate. Dopo alcune precisazioni terminologiche, l’ autore ha presentato “La cultura dei giovani candidati di oggi. Sfide e risorse” che ha compreso una prima parte dedicata ai giovani in generale e una seconda parte dedicata più in particolare alle sfide ai giovani candidati nel mondo africano. Don Méthode ha continuato descrivendo alcune sfide e difficoltà nelle relazioni in comunità interculturali. Queste sono affrontate con alcuni principi, obiettivi, atteggiamenti e azioni che devono essere materia dei progetti comunitari e personali di vita. Ha poi proposto piste per una Spiritualità dell’interculturalità, terminando con una lista di suggerimenti della pedagogia interculturale. Nella sua conclusione, Don Méthode diceva:

“Un maestro nelle riflessioni sul dialogo tra le differenze culturali, Raimon Panikkar, afferma che l’apertura all’interculturalità è veramente “sovversiva”. Essa destabilizza, contesta delle convinzioni profondamente radicate e date per scontate anche se mai messe in discussione. … Nell’esperienza vocazionale l’identità trova alcuni riferimenti di qualità. L’attinenza a un carisma condiviso da tutti i membri di una comunità, cancella il concetto di “straniero” in senso negativo di esclusione, per ricollegarsi all’essere membro, cittadino. L’ideale vocazionale comune verso cui ogni membro è chiamato a tendere non dà spazio all’idea di separazione. Tutti i membri di una comunità di consacrati si riconoscono come stranieri nel mondo in cammino verso la piena realizzazione del regno di Dio, e quindi bisognosi di comunione come manifestazione della logica di Dio. L’apostolo Paolo dice loro: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù» (Col 3,1). È necessario penetrare nella comprensione della propria identità vocazionale e del suo richiamo a essere «memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli» (VC 22)

L’ultima parte delle attività è stata dedicata a un vivace dibattito su questa tematica dove – tra le altre considerazioni – ci si ricordava che il nostro “centro/obiettivo” non è la interculturalità ma l’annuncio del Vangelo! Tanto più forte e chiara sarà questa consapevolezza tanto più buona e bella sarà la nostra comunione interculturale. Abbiamo terminato la giornata visitando la comunità del Collegio Conforti in Via Aurelia, con la quale abbiamo condiviso un momento di fraternità saveriana attraverso la preghiera e la cena. Un grazie riconoscente a tutti loro. 

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Pulcini Eugenio sx
13 Ottobre 2016
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