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Quaresima 2019

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QUARESIMA 2019

“Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò dalla regione del Giordano. Poi, sempre sotto l’azione dello Spirito, andò nel deserto e rimase là quaranta giorni, mentre Satana lo assaliva con le sue tentazioni. Per tutti quei giorni non mangiò nulla e alla fina ebbe fame” (Lc 4,1-2).

Carissimi,

iniziamo il tempo della Quaresima, tempo liturgico che ha come fine pedagogico prepararci ad accogliere nelle nostre vite il mistero pasquale, “fonte e culmine della vita cristiana”. Il mistero pasquale appare come punto di partenza, poiché è proprio lì che nasce la nuova vita che riceviamo dal Signore, e anche punto di arrivo perché appunto tutta la nostra vita tende a diventare ciò che per natura divina siamo, vita eterna per la salvezza dell’umanità.

Ci fa bene ricordare le nostre Costituzioni, quando parlando del Voto di Missione, dicono a questo riguardo: “La partenza, vissuta come avvenimento pasquale di una vita che si abbandona e di una nuova vita che comincia, diventa per sé stessa parte del mistero di salvezza per il mondo” (C 19). Siamo nella linea pasquale.

Quaresima, dunque, come tempo di preparazione, di allenamento, di ricerca della giusta direzione, che ci permetta, come gli sportivi che si preparano per una gara, di arrivare ben preparati al momento di grazia che è la Pasqua. Per questo, la Chiesa ci dà tre mezzi che troviamo nel Vangelo di Matteo 6,1-6.16-18, cioè, l’elemosina, la preghiera e il digiuno.

  1. La preghiera come stile di vita, come il soffio vitale che permette al corpo di poter vivere con vigore ed energia. La preghiera va accompagnata da un atteggiamento di apertura incondizionata a Dio: pregare per essere ogni giorno più in comunione con Dio, e conseguentemente con l’opera di Dio. La preghiera arricchisce chi la fa, con il dono della disponibilità, dell’apertura, l’impegno, nonché della gioia profonda di sentirti amato da chi ti ha dato la vita.

La preghiera va fatta con assiduità, nell’intimo del cuore, in dialogo sincero e aperto con il Maestro. Fatta così, essa diventa una necessità quotidiana per l’equilibrio personale, spirituale e apostolico.

Evidentemente il posto centrale nella preghiera lo occupa la Parola di Dio. Essa va ascoltata, meditata, pregata e applicata alla vita.

  1. Il digiuno, anch’esso come stile di vita. Il digiuno fisico purifica, permette di eliminare ciò che fa pesante il corpo, lo alleggerisce, lo aiuta a ritrovare l’equilibro. Lo stesso si può dire per il digiuno spirituale, il quale permette di eliminare ciò che rende difficile e pesante la vita secondo lo Spirito, ciò che la rende goffa e non armonica.

Quando, con il passare dei giorni, la vigilanza su sé stessi diminuisce, allora appaiono alcune crepe, giusto quelle di cui ha bisogno lo spirito del male per poter entrare e installarsi. Una volta dentro, sarà lui a dirigere i nostri passi.

Digiunare vuol dire vigilare su sé stessi, essere intransigenti con ciò che allontana dalla sensibilità per le cose di Dio; vuol dire abbandonare pratiche, modi di fare, di parlare, di occupare il tempo che ti portano lontano dall’amore di Dio, da quel modo di essere nel quale Gesù non potrebbe riconoscerti (Mt 7,21-23)

  1. L’elemosina, anch’essa come stile di vita. L’elemosina è il rimedio contro la tentazione dell’accumulare. Ci sono fondamentalmente due modi di vivere: uno, centrato su sé stesso, cioè egocentrico, e uno centrato sull’altro, cioè, aperto alla realtà del prossimo, dimenticando sé stesso. L’elemosina dunque è l’espressione dell’atteggiamento vitale di chi vive radicato in Dio, nella sua Parola.

L’elemosina si traduce in gesti concreti di condivisione e solidarietà. Ed essa è espressione di una vita povera (C 25-30).

Auguro ad ognuno di voi una santa e feconda Quaresima. Non lasciare per domani ciò che devi iniziare oggi.

Fraternamente,

Fernando García, sx


 LENT  2019

“Filled with the Holy Spirit, Jesus left the Jordan and was led by the Spirit through the wilderness, being tempted there by the devil for forty days. During that time he ate nothing and at the end he was hungry” (Lk 4,1-2).

Dearest,

We are about to begin the time of Lent, a liturgical time whose teaching purpose is to prepare us to deepen in our lives the pascal mystery, “fount and apex of the Christian life”. The Pascal Mystery appears as the point of departure, because it is right there where the new life we receive from the Lord initiates. It is also the arrival point exactly because all our life tends to become what we are by our divine nature, eternal life for the salvation of all humanity.

It is good for us to recall what our Constitutions, dealing with the mission vow, state in this regard: “Our departure for the missions, lived as Paschal event of a life left behind in favor of a new one that begins, thereby becomes part of the mystery of salvation for the whole world” (C 19). We are in line with the meaning of the Paschal Mystery.

Therefore, Lent is a time of preparation, of training, of research for the appropriate direction, which will allow us, like all sportsmen who prepare themselves for a game, to arrive well prepared for the moment of grace, which is Easter.  For this reasons, the Church offers us three instruments, which we find described in the Gospel of St. Matthew 6,1-6.16-18.  They are: almsgiving, prayer and fasting.

  1. Prayer as life-style, as the living breath, which allows the whole body to live with vigor and energy. Prayer is to be accompanied by an attitude of total unconditional openness toward God: to pray to be every day more in communion with God, and consequently with the work of God. Prayer enriches the one who prays with the gifting of availability, of openness, of commitment, and, also with the profound joy of the feeling of being loved by the One who has given you life.

Prayer is to be habitual, assiduous, from the heart, in a sincere open dialogue with the Master. This type of prayer becomes a daily necessity to establish a veritable spiritual and apostolic balance.

Obviously, the Word of God takes the central place in our prayer. The Word is to be listened, received, prayed, reflected, meditated, lived. And, when possible and useful, verbalized.

  1. Fasting, also as life-style. Physical fasting purifies, makes possible to limit and possibly eliminate what makes us heavy. It lightens the body, and helps it to find its proper balance. The same could be said of spiritual fasting. It makes possible to eliminate what makes difficult and heavy our life according to the Spirit, all that makes our life not beautiful and not harmonious. When, as our days go by, our self-awareness and attentiveness diminish, then new cracks will appear, exactly those cracks that the evil spirit needs as to enter and stay in our life. Once he is inside of us, he will be the one to control our steps.

To fast means to keep watch on ourselves, to be decisive on all that keeps us away or limits our sensitivity for the things of God; it means to abandon practices or ways of acting, of speaking, of behaving, of spending our time for things which lead us away from the love of God, from that way of being and of living in which Jesus would not be able to recognize us as his disciples (Mt 7,21-23).

  1. Almsgiving, also as life-style. Almsgiving is the remedy against the temptation of accumulating things. In reality, there are two ways of living: one, centered on ourselves, namely egocentric; and one, centered on the other, namely, open to the reality of the neighbor, forgetting ourselves. Therefore, almsgiving is the expression of that vital attitude of one who lives rooted in God, in his Word. Almsgiving expresses itself in concrete acts of sharing, communion and solidarity. And it is expression of a life lived in the spirit of poverty (C 25-30).

I wish to everyone of you a holy and fruitful Lent. Do not leave for tomorrow what you have to initiate today.

Fraternally,  Yours

Fr. Fernando García, s.x.


Cuaresma 2019 

Jesús, lleno de Espíritu Santo, regresó del Jordán y conducido por el mismo Espíritu, se internó en el desierto, donde permaneció durante cuarenta días y fue tentado por el demonio no comió nada en aquellos días, y cuando se completaron, sintió hambre” (Lc 4,1–2). 

Muy estimados todos, iniciamos el tiempo del Cuaresma, tiempo litúrgico que tiene como fin pedagógico prepararnos a aceptar en nuestras vidas el misterio pascual, “fuente y culmen de la vida cristiana”. El misterio pascual emerge como punto de partida, ya que es precisamente allí donde nace la nueva vida que recibimos del Señor, y también es punto de llegada porque efectivamente toda nuestra vida tiende a convertirse en lo que por naturaleza divina somos: vida eterna para la salvación de la humanidad. 

Nos hace bien recordar nuestras Constituciones, cuando hablando del Voto de Misión, dicen a este respeto: “La salida a misión, vivida como acontecimiento pascual de una vida que se abandona y de una nueva vida que se empieza, se convierte por sí misma en parte del misterio de salvación para el mundo” (C 19). Estamos en línea pascual. 

Cuaresma, pues, como tiempo de preparación, de entrenamiento, de búsqueda de la justa dirección, que nos permita, como a los deportistas que se preparan para una competición, llegar bien preparados al momento de gracia que es la Pascua. Por ello, la Iglesia nos da tres medios que encontramos en el Evangelio de Mateo 6,1–6. 16–18, es decir, la limosna, la oración y el ayuno. 

La oración como estilo de vida, como el soplo vital que permite al cuerpo poder vivir con vigor y energía. La oración ha de ir acompañada por una actitud de apertura incondicional a Dios: orar para estar cada día más en comunión con Dios y, consecuentemente, con la obra de Dios. La oración enriquece a quien la hace, con el don de la disponibilidad, de la apertura, el empeño, sin mencionar el don de la alegría profunda de sentirte amado por quién te ha dado la vida. 

La oración ha de ser hecha con asiduidad, en el íntimo del corazón, en diálogo sincero y abierto con el Maestro. Hecha así, ésta se convierte en una necesidad cotidiana para el equilibrio personal, espiritual y apostólico. 

Evidentemente el lugar central en la oración, lo ocupa la Palabra de Dios. Ésta debe ser escuchada, meditada, orada y aplicada a la vida. 

El ayuno, también éste como estilo de vida. El ayuno físico purifica, permite eliminar lo que hace pesado el cuerpo, lo alivia, lo ayuda a reencontrar el equilibro. Lo mismo se puede decir del ayuno espiritual, que permite eliminar lo que hace difícil y pesada la vida según el Espíritu, aquello que la hace torpe y no armónica. 

Cuando, con el pasar de los días, la vigilancia sobre sí mismos disminuye, entonces aparecen algunas grietas, ni más ni menos lo que necesita el espíritu del mal para poder entrar e instalarse. Una vez dentro, él dirigirá nuestros pasos. 

Ayunar quiere decir vigilar sobre sí mismos, ser intransigentes ante aquello que aleja de la sensibilidad por las cosas de Dios; quiere decir abandonar prácticas, modos de hacer, de hablar, de pasar el tiempo, que te llevan lejos del amor de Dios, de aquel modo de ser en el que Jesús no podría reconocerte (Mt 7,21–23). 

La limosna, también ésta como estilo de vida. La limosna es el remedio contra la tentación del acumular. Hay fundamentalmente dos modos de vivir: uno, centrado en sí mismo, es decir egocéntrico, y otro centrado en los demás, es decir, abierto a la realidad del próximo, olvidando sí mismos. La limosna, por consiguiente, es la expresión de la actitud vital de quien vive arraigado en Dios, en su Palabra. 

La limosna se traduce en gestos concretos de compartición y solidaridad. Y es expresión de una vida pobre (C 25–30). 

Deseo a cada uno de ustedes una santa y fecunda Cuaresma. No dejes para mañana lo que tienes que iniciar hoy. 

Fraternalmente, 

Fernando García, sx. 

Fernando Garcia sx
02 Marzo 2019
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