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Frassineti P. Gian Enrico

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P. GIAN ENRICO FRASSINETTI 
Dovadola (FO), 28 aprile 1905 
Parma, 13 novembre 1983

Di Dovadola - FO)
Missionario in Cina ed a Formosa; Fondatore della presenza Saveriana negli U.S.A.
Di anni 78. Numero di Professione 70
Sepolto al Paese di origine

Nato a Dovadola (FO), Diocesi di Modigliana, il 28.IV.1905 da Domenico e Ceroni Giuseppina, entrò tra i Saveriani due mesi dopo suo fratello Mario, il 21.XII.1923 accoltovi dal Fondatore, che lo ammise dopo pochi giorni al Noviziato. Professo il 25.XII.1924, fu ordinato Sacerdote in Cattedrale a Parma da Mons. Conforti il Sabato Santo 7.IV.1928 assieme ad altri otto Confratelli, compreso il fratello Mario.

Nel settembre 1929, a 24 anni, partiva missionario per la Cina dove lavorò nelle località di Hsiang-hsien, di Lushan e Usuchang nella Diocesi di Cheng-chow. L'apostolato di quegli anni è giunto a noi documentato dai molti racconti e cronache che il P. Enrico inviava periodicamente alla Rivista dell'Istituto Fede e Civiltà.

Dopo dieci anni di attività missionaria in Cina, i Superiori gli chiesero di portarsi negli Stati Uniti d'America per aprire una Casa, realizzando così un progetto del Fondatore che desiderava un'azione missionaria saveriana tra i Cinesi ed i Neri d'America e poter far nascere vocazioni saveriane in quella Nazione. Dopo anni di tentativi fatti di lunghe e pazienti promesse con amici e simpatizzanti (conobbe e contrattò pure Don Sturzo, sacerdote italiano esule negli U.S.A. per ragioni politiche), il 12.IX.1946 inaugurava la prima fondazione saveriana ad Holliston nel Massachusset.

Nel 1952 era richiamato in Italia per svolgere il compito di Economo Generale della Società Saveriana, succedendo al fratello Mario, deceduto improvvisamente. Tornò quindi negli U.S.A. per due anni. Circostanze particolari lo richiesero come Procuratore in Giappone: vi rimase meno di un anno. Dopo una progettata sua presenza in Indonesia, venne incaricato invece di aprire ed organizzare la Procura Saveriana di S. Francisco in California: vi si dedicò per 4 anni fino al marzo 1969.

L'VIII° Capitolo Generale dei Saveriani auspicò la riapertura di una presenza saveriana nel mondo cinese: nel 1969 il P. Enrico era destinato a guidare quest'altra fondazione; a tale scopo avviò a Taipei il "Xaverian Hostel", un pensionato per studenti che permise un iniziale occasione di dialogo.

Quando la Missione di Taipei fu dai Saveriani abbandonata, il P. Enrico tornò negli U.S.A. e quindi in Amazzonia, dove vi si fermò dal '76 al '78.

Logorato ormai nel fisico, dovette alla fine del '78 rientrare in Italia dove la sua salute precipitò, causandogli uno stato generale di confusione mentale con perdita pure della memoria e della mobilità. Morì in Casa Madre a Parma la sera del 13.XI. 1983.

La sua ricca personalità è stata meravigliosamente delineata da un discorso funebre tenuto ad Holliston dal P. Moloney, primo Saveriano degli U.S.A. e primo discepolo di P. Enrico. Qui vengono riportati alcuni brani:

"... Aveva dalla natura uno spirito missionario che non l'abbandonò mai. Era un pioniere, un apritore di strade per Cristo... Era un uomo generoso, dotato di talento nel prevedere gli sviluppi futuri delle cose e dei problemi... Fu uomo di qualità umane eccezionali. Egli poteva incontrarsi con qualsiasi tipo di persona e farsela amica: ricchi o poveri, dotti o ignoranti. Ebbe una particolare inclinazione ad aiutare i giovani in difficoltà...; qualche volta prendeva in auto i giovani autostoppisti e riusciva a congedarli con una buona parola. P. Enrico era un artista. Egli vedeva la bellezza di Dio nella natura e (nel Santuario della Madonna di Fatima di Holliston che egli volle costruire ed affidare poi ad altre mani, (n.d.r.), non cessava mai di impegnare i visitatori in una conversazione sulla bellezza di una rosa o di un giglio... Nello Shrine della Madonna di Fatima ammirava il cadere delle foglie in autunno, sapeva distinguere le varie tonalità di verde nelle piante e nelle erbe... Nella seconda parte della sua vita fu spesso ammalato. Sentì profondamente la perdita del fratello P. Mario e quella della madre che era stata la vera educatrice della famiglia...: ciononostante egli fu Saveriano in tutto il cuore e rimase fedele alla sua Famiglia Religiosa che servì con generosità aprendo più volte per essa nuovi orizzonti..."

DG
13 Novembre 1983
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