Skip to main content

Un seme di pace a Kamenge

2923/500

English - Español - Français - Português

“E la parola confermerete coll’esempio di una vita santa, coll’esercizio fecondo della carità, collo spirito di sacrificio… ed anche coll’eroismo del martirio se a questo pure sarete chiamati”. (San G. M. CONFORTI, Sedicesimo discorso partenti, 13 marzo 1927)

Sei anni sono ormai trascorsi dal pomeriggio del 7 settembre quando le nostre sorelle Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian sono state atrocemente uccise nella loro casa a Kamenge, periferia di Bujumbura, Burundi. Ad oggi aspettiamo ancora di conoscere la verità piena sulla loro morte.

Olga, Lucia e Bernardetta sono state vittime designate di una decisione occulta in cui sembra non aver avuto alcun peso il loro comportamento personale. Tuttavia la loro vita consacrata a Dio e alla gente, la loro scelta di vivere in modo non protetto in mezzo al popolo le ha rese bersagli di chi combatte Dio e il bene.

BernardettaNon si trovavano in situazioni particolarmente esposte, contrariamente a quanto si potrebbe pensare; anzi vivevano una quotidianità molto tranquilla “coll’esercizio fecondo della carità” di cui scrive sopra San G. M. Conforti, fatta di accoglienza e di piccoli gesti che apparivano semplici e ordinari, atti compiuti nel nascondimento con amore e fedeltà.

Ricordarle a distanza di tempo e nel corso dell’anno giubilare saveriano (2020-2021) è attingere a quel patrimonio lasciatoci dalla schiera dei testimoni che fanno parte della storia della Famiglia Saveriana: “la loro testimonianza di vita ci parla con l’eloquenza dei fatti della totalità della consacrazione missionaria” (da iQuaderni de iSaveriani 114, p.18).

Lucia PuliciLe nostre tre sorelle, a partire dalla consegna della loro vita al Signore nel giorno della professione religiosa, hanno speso tutta l’esistenza a servizio dei piccoli. Per loro il martirio è stato l’atto finale di questo dono totale a Dio, la sintesi più bella ed efficace tra vita apostolica e religiosa (cfr C 18).

Farne memoria oggi è celebrare la forza del bene, la vita che rimane e rinasce nonostante tutto; ricordare il sacrificio della loro esistenza in nome del Vangelo è proclamare la fede in Gesù che permette di affrontare determinate situazioni malgrado la paura che assale.

La resistenza del bene è più tenace della violenza aggressiva del male, che non può nulla, se noi non glielo permettiamo. La morte non ha avuto l’ultima parola. Dal loro sacrificio è scaturita una forza che è speranza e risurrezione anche per noi oggi, immersi nelle nuove sfide in cui si trovano le nostre rispettive Famiglie missionarie.

OlgaOra, a Kamenge, la casa delle sorelle è diventata un luogo di preghiera aperto a tutti. Infatti fin dal giorno in cui Olga, Lucia e Bernardetta sono state strappate alla vita e alla gente, un gruppo di persone ha continuato a frequentare quotidianamente la loro cappella, per raccogliersi in preghiera con il desiderio di perpetuarne la memoria e la presenza del Dio della Pace.

È come un miracolo constatare che un luogo segnato dalla morte possa diventare generatore di vita e speranza; che un sepolcro possa trasformarsi in uno spazio in cui fare esperienza di risurrezione, riconciliazione e dialogo.

Meditiamo e facciamo nostre le parole di Bernardetta:La Provvidenza mi ha fatto dono di incontrarmi con diversi popoli e culture, di vedere panorami stupendi. Ho conosciuto persone meravigliose, cristiani e credenti di altre religioni: volti che sfilano davanti a me facendomi rivivere lo stupore di aver incontrato i semi del Vangelo già presenti.Casa Santuario Bujumbura L’Africa che ho incontrato ha rafforzato in me la fiducia in Dio; mi ha colpita l’accoglienza cordiale, la gioia di condividere con l’ospite il poco che c’è, la gioia dell’incontro, senza calcoli di tempo. Occorre nutrire in noi uno sguardo di simpatia, rispetto, apprezzamento dei valori delle culture, delle tradizioni dei popoli che incontriamo. Questo atteggiamento aiuta a trovare più facilmente il linguaggio e i gesti opportuni per comunicare il Vangelo…  [e] percepire la presenza di un Regno d’amore che si va costruendo, che cresce come un granello di senape, di un Gesù presente donato per tutti”.

Tombe a PanziRicordiamo con gratitudine Bernardetta, Olga e Lucia. Noi crediamo che la loro vita donata fino allo spargimento del sangue, insieme a quella di tanti martiri, continui ad essere seme di nuovi cristiani ed esempio per tutti noi di come si ama fino alla fine, consegnando Tutto.

 

 


English

A seed of peace in Kamenge

"You shall confirm this word through the example of a holy life, with the fruitful exercise of love, with the spirit of sacrifice… and also with the heroism of martyrdom if you are called to this too. " (S. G. M. CONFORTI,  16th Address to departing missionaries, 13 March 1927)

Six years have now passed since the afternoon of 7 September when our sisters, Olga Raschietti, Lucia Pulici, and Bernardetta Boggian, were brutally killed in their home in Kamenge, a suburb of Bujumbura, Burundi. To this day, we are still waiting to know the full truth about their death.

Olga, Lucia, and Bernadette were selected victims of a hidden verdict in which their personal behavior seems to have had no influence. However, their life consecrated to God and the people, and their choice to live in an unprotected way among the people, made them targets for those who wage war against  God and goodness.

They were not living in particularly risky situations, contrary to what one might think; on the contrary, they lived a tranquil daily life marked by "the fruitful exercise of charity," of which St. G. Conforti writes above. This was a life made up of hospitality and small gestures that appeared simple and their acts were performed low key with much love and fidelity.

Remembering them after some time, especially during the Xaverian Jubilee Year (2020-2021), is to draw on that heritage left to us by the multitude of witnesses who are part of the history of the Xaverian Family: "their testimony speaks to us with the eloquence of facts, of the totality of missionary consecration." (from iQuaderni de iSaveriani 114, p.18)

Our three sisters, beginning with the placing of their lives in God's hands on the day of their religious profession,  have spent their whole life in the service of the little ones. For them, martyrdom was the final act of this total gift to God, the most beautiful and effective synthesis between apostolic and religious life. (Cf. C 18)

Remembering this today is to celebrate the power of goodness, the life that remains and is reborn despite everything; to remember the sacrifice of their life in the name of the Gospel is to proclaim faith in Jesus, which allows us to face certain situations even when fear assails.

The endurance of goodness is more relentless than the aggressive violence of evil, which is powerless if we don't give in. Death did not have the last word. From their sacrifice came a strength which is hope and resurrection also for us today, immersed in the new challenges in which our respective missionary families find themselves.

Now, in Kamenge, the sisters' house has become a place of prayer open to all. Ever since Olga, Lucia, and Bernadette were snatched from life and people, a group of individuals continued every day to visit their chapel, to gather in prayer with the desire to keep alive the memory and the presence of the God of Peace.

It is like a miracle to see that a place marked by death can become a source of life and hope; that a tomb can be transformed into a space in which to experience resurrection, reconciliation, and dialogue.

Let us ponder and make our own the words of Bernadette: "Providence has given me the gift of meeting with different peoples and cultures, of seeing breathtaking views. I met wonderful people, Christians, and believers of other religions: faces that parade before me, making me relive the amazement of having encountered the seeds of the Gospel already present. The Africa I met strengthened my trust in God; I was struck by the cordial welcome, the joy of sharing what little there is with the guest, the joy of meeting without keeping track of time. It is necessary to nurture in us a gaze of sympathy, respect, appreciation of the values ​​of the cultures, of the traditions of the peoples we meet. This attitude helps to find more easily the appropriate language and gestures to communicate the Gospel ... [and] perceive the presence of a Kingdom of love that is being built, that grows like a mustard seed, of a Jesus who is present and given for all."

With gratitude, we remember Bernadette, Olga, and Lucia. We believe that their life given up through the shedding of blood continues, together with that of many martyrs, to be the seed of new Christians and an example for all of us of how we love to the end, handing over Tutto - Everything.


 Español

Una semilla de paz en Kamenge

"Y confirmarán la palabra con el ejemplo de una vida santa, con el ejercicio fecundo de la caridad, con el espíritu de sacrificio… y también con el heroísmo del martirio si a esto fuesen también llamados" . (S. G. M. CONFORTI, 16º Discurso de envío, 13 de marzo de 1927)

Seis años han ya transcurrido desde aquella tarde del 7 de septiembre, cuando nuestras Hermanas Olga Raschietti, Lucia Pulici y Bernardetta Boggian fueron cruelmente asesinadas en su casa en Kamenge, periferia de Bujumbura, Burundi. Todavía el día de hoy, esperamos poder conocer la verdad plena sobre su muerte.

Olga, Lucia y Bernardetta han sido víctimas designadas de una decisión oculta en la que parece no haber tenido ningún peso su comportamiento personal. Sin embargo, su vida consagrada a Dios y a la gente, su elección de vivir de modo no protegido entre el pueblo, las ha hecho blanco de quien combate a Dios y al bien.

Contrariamente a cuanto se pudiese pensar, no se encontraban en situaciones particularmente expuestas; más bien vivieron una cotidianidad muy tranquila “con el ejercicio fecundo de la caridad” como dice San G. Conforti, hecha de acogida y de pequeños gestos que parecían sencillos y ordinarios, actos cumplidos en el silencio con amor y fidelidad.

Recordarlas a distancia de años y en el curso del Año Jubilar Xaveriano (2020-2021), es recurrir a aquel patrimonio que nos ha dejado la suma de testigos que hacen parte de la historia de la Familia Xaveriana: “su testimonio de vida nos habla, con la elocuencia de los hechos, de la totalidad de la consagración misionera” (iQuaderni de iSaveriani 114, p.18).

Nuestras tres Hermanas, a partir de la entrega de su vida al Señor el día de la profesión religiosa, han consumado toda su existencia en el servicio de los pequeños. Para ellas, el martirio ha sido el acto final de su donación total a Dios, la síntesis más bella y eficaz entre vida apostólica y religiosa (cfr. C 18).

Hacer memoria de su martirio hoy, es celebrar la fuerza del bien, la vida que perdura y renace a pesar de todo; recordar el sacrificio de su vida en nombre del Evangelio, es proclamar la fe en Jesús que permite afrontar determinadas situaciones a pesar del miedo que avasalla.

La resistencia del bien es más tenaz que la violencia agresiva del mal, que no puede hacer nada, si nosotros no se lo permitimos. La muerte no ha tenido la última palabra. Del sacrificio de las Hermanas, mana una fuerza que es esperanza y resurrección para nosotros hoy, inmersos en los nuevos desafíos en que se encuentran nuestras respectivas Familias misioneras.

Ahora, en Kamenge, la casa de las Hermanas se ha convertido en un lugar de oración abierto a todos. En efecto, desde el día en que Olga, Lucia y Bernardetta fueron arrebatadas de la vida y de la gente, un grupo de personas ha seguido frecuentando cotidianamente su capilla, para recogerse en oración con el deseo de perpetuar su memoria y la presencia del Dios de la Paz.

Es como un milagro constatar que un lugar marcado por la muerte pueda convertirse en generador de vida y esperanza; que un sepulcro pueda transformarse en un espacio en el cual hacer experiencia de resurrección, reconciliación y diálogo.

Meditemos y hagamos nuestras las palabras de Bernardetta: “La Providencia me ha concedido el don de encontrarme con diversos pueblos y culturas, de ver paisajes estupendos. He conocido a personas maravillosas, cristianos y creyentes de otras religiones: rostros que pasan ante mí haciéndome revivir la sorpresa de haber encontrado las semillas del Evangelio ya presente. El África que he encontrado ha reforzado en mí la confianza en Dios; me ha impresionado el recibimiento cordial, la alegría de compartir con el huésped lo poco que se tiene, la alegría del encuentro, sin cálculos de tiempo. Hace falta nutrir en nosotros una mirada de simpatía, respeto, aprecio por los valores de las culturas, de las tradiciones de los pueblos que encontramos. Esta actitud ayuda a encontrar más fácilmente el lenguaje y los gestos oportunos para comunicar el Evangelio… [y] percibir la presencia de un Reino de amor que se va construyendo, que crece como un grano de mostaza… de un Jesús presente donado para todos”.

Recordemos con gratitud a Bernardetta, Olga y Lucia. Nosotros creemos que su vida donada hasta el derramamiento de la sangre, junto a la de tantos mártires, continúa siendo semilla de nuevos cristianos y ejemplo para todos nosotros de cómo se ama hasta el final, entregando Todo.


 Français

Une semence de paix a Kamenge

« Et vous confirmerez la parole par l’exemple d’une vie sainte, par l’exercice fécond de la charité, par l’esprit de sacrifice … et même par le héroïsme du martyre si vous serez appelé à cela aussi ». (Saint G. M. CONFORTI, XVIème discours aux partants, le 13 mars 1927)

Six ans sont désormais passés depuis l’après-midi du 7 septembre 2014, quand nos sœurs Olga Raschietti, Lucia Pulici et Bernardetta Boggian ont été atrocement tuées dans leur maison à Kamenge, à la périphérie de Bujumbura, au Burundi. Jusqu’à présent, nous attendons de connaitre la pleine vérité sur leur.

Olga, Lucia et Bernardetta ont été les victimes désignées d’une décision occulte dans laquelle ne semble avoir eu aucun poids leur comportement personnel. Néanmoins, leur vie consacrée à Dieu et aux gens, leur choix de vivre dans une manière non protégée au milieu des gens, les a rendues cibles de ceux qui combattent Dieu et le bien.

Elles ne se trouvaient pas dans des situations particulièrement exposées, contrairement à ce qu’on pourrait penser ; au contraire, elles vivaient une quotidienneté très tranquille dans « l’exercice fécond de la charité », dont écrit ci-dessus le Saint Guide M. Conforti, une charité faite d’accueil et de petits gestes qui apparaissaient simples et ordinaires, des actes accomplis dans la discrétion avec amour et fidélité.

Faire mémoire d’elles au bout de quelques années et au courant de l’année jubilaire Xavérienne (2020-2021) signifie puiser au patrimoine qui nous a été légué par un grand nombre de témoins qui font partie de l’histoire de la famille Xavérienne : « leur témoignage de vie nous parle par l’éloquence des faits de la totalité de la consécration missionnaire » (I Quaderni dei Saveriani, 114, p. 18).

Nos trois sœurs, à partir de la remise de leur vie au Seigneur le jour de leur profession religieuse, ont dépensé toute leur existence au service des petits. Pour elles, le martyre a été l’acte final de ce don total à Dieu, la synthèse la plus belle et efficace entre vie apostolique et religieuse (cfr. C 18).

En faire mémoire aujourd’hui, c’est célébrer la force du bien, la vie qui demeure et renait malgré tout ; rappeler le sacrifice de leur existence au nom de l’Evangile, c’est proclamer la foi en Jésus qui permet d’affronter certaines situations malgré la peur qui peut nous prendre.

La résistance du bien est plus tenace que la violence agressive du mal, qui ne peut rien, si nous ne le lui permettons pas. La mort n’a pas eu le dernier mot. De leur sacrifice est jaillie une force qui est espérance et résurrection pour nous aussi aujourd’hui, plongés dans les nouveaux défis où se trouvent nos Familles missionnaires respectives.

Maintenant, à Kamenge, la maison des sœurs est devenue un lieu de prière ouvert à tous. Déjà depuis le jour où Olga, Lucia et Bernardetta ont été arrachées à la vie et aux gens, un groupe de personnes avait continué à fréquenter chaque jour leur chapelle, pour se recueillir en prière, dans le désir d’en faire mémoire et de prier, avec elles et tant de martyrs du Burundi, le Dieu de la paix.

C’est comme un miracle de constater comment un lieu marqué par la mort puisse devenir générateur de vie et d’espérance ; qu’un tombeau se soit transformé en un espace où faire expérience de résurrection, réconciliation et dialogue.

Méditons et faisons nôtres les paroles de Bernardetta : « La Providence m’a fait le cadeau de rencontrer différents peuples et cultures, de voir des panoramas superbes. J’ai connu des personnes merveilleuses, des chrétiens et des croyants d’autres religions : des visages qui défilent devant moi comme dans une séquence, en me faisait revivre la surprise d’avoir rencontré les semences de l’Evangile déjà présentes. L’Afrique que j’ai rencontrée a renforcé en moi la confiance en Dieu ; j’ai été frappée par l’accueil cordial, la joie de partager avec l’hôte le peu qu’on a, la joie de la rencontre, sans compter le temps. (…) Il faut nourrir en nous un regard de sympathie, respect, appréciation des valeurs de cultures, des traditions des peuples que nous rencontrons. Cette attitude, en plus de donner sérénité au missionnaire, aide à trouver plus facilement le langage et les gestes opportuns pour communiquer l’Evangile … (et à) percevoir la présence d’un Règne d’amour qui est en train de se construire, qui pousse comme une graine de sénevé, d’un Jésus présent et donné pour tous ».

Nous faisons mémoire avec gratitude de Bernardetta, Olga et Lucia. Nous croyons que leur vie donnée jusqu’au sang versé, avec celle de tant de martyrs, continue à être semence de nouveaux chrétiens et un exemple pour nous tous de comment on aime jusqu’au bout, en remettant Tout.


 Português

Uma semente de paz em Kamenge

“E a palavra confirmareis com o exemplo de uma vida santa, com o exercício fecundo da caridade, com o espírito de sacrifício ... e também com o heroísmo do martírio, se vós também sereis chamados para isso ”. (São G. M. CONFORTI, Sedicesimo discorso partenti, 13 março de 1927)

Já se passaram seis anos desde a tarde do dia 7 de setembro quando nossas irmãs Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardetta Boggian foram cruelmente assassinadas em sua casa em Kamenge, um subúrbio de Bujumbura, Burundi. Até hoje, ainda estamos esperando para saber toda a verdade sobre suas mortes.

Olga, Lucia e Bernardetta foram  vítimas de uma decisão oculta em que seus comportamentos pessoais parecem não ter tido peso. No entanto, as suas vidas consagradas a Deus e ao povo, suas opções por viverem de forma desprotegida entre o povo, tornou-as alvos daqueles que lutam contra Deus e o bem. 

Ao contrário do que se poderia pensar, não estavam em situações particularmente expostas; aliás, viviam um quotidiano muito tranquilo “com o fecundo exercício da caridade” de que acima destacamos nas palavras de São G. Conforti, feito de acolhimento e pequenos gestos que pareciam simples e ordinários, atos praticados no ocultamento, com amor e fidelidade. 

Lembrar-nos  delas depois de algum tempo e durante o Ano Jubilar Xaveriano (2020-2021) é aproveitar aquela herança que nos foi deixada pelas fileiras de testemunhas que fazem parte da história da Família Xaveriana: “o seu testemunho de vida fala-nos com a eloqüência de fatos da totalidade da consagração missionária” (de iQuaderni de iSaveriani 114, p.18). 

Nossas três irmãs, a começar na entrega de suas vidas ao Senhor no dia da profissão religiosa, passaram a existência inteira a serviço dos pequenos. Para elas, o martírio foi o ato final desse dom total a Deus, a mais bela e eficaz síntese entre a vida apostólica e a religiosa (cf. C 18). 

Lembrar- nos delas hoje é celebrar o poder do bem, a vida que permanece e renasce apesar de tudo; recordar o sacrifício de suas existências em nome do Evangelho é anunciar a fé em Jesus que permite enfrentar certas situações apesar do medo que nos assalta. 

A resistência do bem é mais tenaz do que a violência agressiva do mal, que nada pode fazer se não o permitirmos. A morte não deu a última palavra. Do sacrifício delas veio uma força que é esperança e ressurreição também para nós hoje, imersos nos novos desafios em que se encontram nossas respectivas famílias missionárias. 

Hoje em Kamenge, a casa das irmãs se tornou um lugar de oração aberto a todos. De fato, desde que Olga, Lúcia e Bernardetta foram arrancadas da vida e do povo, um grupo de pessoas continuou a frequentar a sua capela todos os dias, a reunir-se em oração com o desejo de perpetuar a memória e a presença do Deus da Paz. 

É como um milagre ver que um lugar marcado pela morte pode se tornar gerador de vida e esperança; que um túmulo pode ser transformado em um espaço para experimentar a ressurreição, a reconciliação e o diálogo. 

Meditemos e façamos nossas as palavras de Bernardetta: “a Providência deu-me o dom de encontrar povos e culturas diferentes, de ver paisagens estupendas. Conheci pessoas maravilhosas, cristãos e crentes de outras religiões: rostos que desfilam diante de mim fazendo-me reviver a maravilha de ter encontrado as sementes do Evangelho já presentes. A África que conheci fortaleceu minha confiança em Deus; impressionou-me o acolhimento cordial, a alegria de partilhar com o hóspede o pouco que existe, a alegria do encontro, sem calcular tempo. É preciso nutrir em nós um olhar de simpatia, respeito, apreço pelos valores das culturas, das tradições dos povos que conhecemos. Esta atitude ajuda a encontrar mais facilmente a linguagem e os gestos adequados para comunicar o Evangelho ... [e] perceber a presença de um Reino de amor que se está construindo, que cresce como um grão de mostarda, de um Jesus presente doado para todos ”. 

Lembramos Bernardetta, Olga e Lucia com gratidão. Acreditamos que suas  vidas  doadas até o derramamento de sangue, unido  com o de muitos mártires, continuam a ser a semente de novos cristãos e um exemplo para todos nós de como amarmos até o fim, entregando Tudo

Elena Conforto mmx
06 setembro 2020
2923 Visualizações
Disponível em
Tags

Links e
Downloads

Área reservada para a Família Xaveriana.
Acesse aqui com seu nome de usuário e senha para visualizar e baixar os arquivos reservados.