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Desertificazione e siccità

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Come e perché è importante combattere la desertificazione.

Tra il 1900 e il 2019, la siccità ha colpito 2,7 miliardi di persone in tutto il mondo e ha causato 11,7 milioni di morti. Le previsioni stimano che entro il 2050 la siccità potrebbe colpire tre quarti della popolazione mondiale, secondo il più recente rapporto delle Nazioni Unite.

Le Nazioni Unite, nel 1994, hanno fissato la data del 17 giugno come "La giornata mondiale per combattere la desertificazione e la siccità". Quest'anno, la Spagna ospiterà l'evento ufficiale a Madrid con il tema "Rialzarsi insieme dalla siccità".

“La Spagna è onorata di ospitare la giornata della desertificazione e della siccità di quest'anno, che pone i riflettori globali sulla questione urgente della siccità. La siccità non è solo assenza di pioggia; è spesso alimentata dal degrado del suolo e dai cambiamenti climatici", ha affermato in una dichiarazione pubblica Teresa Ribera Rodríguez, vicepresidente del governo spagnolo e ministro per la transizione ecologica.

L'evento annuale ha tre obiettivi, secondo il comunicato stampa ufficiale delle Nazioni Unite: Promuovere la consapevolezza pubblica sulla desertificazione e la siccità; far sapere alla gente che questi problemi ambientali possono essere affrontati efficacemente; e rafforzare l'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD) nelle aree più colpite del pianeta, in particolare in Africa.

"La siccità c’è sempre stata nella storia dell'umanità, ma ora piove in modo diverso", afferma la professoressa Francesca Ventura, agrometeorologa dell'Università di Bologna. "Oggi, quando piove, cadono grandi quantità d'acqua cade su terreni che sono già aridi. Ed il terreno più secco si bagna meno facilmente. Quindi molta acqua piovana viene così persa".

Ci sono molti modi per prevenire la siccità e combattere la desertificazione, secondo Ventura. "Tuttavia, penso che il modo migliore per adattarsi alla siccità è far sì che le persone facciano un uso migliore dell'acqua".

Ma cambiare la routine quotidiana di tutti non è facile e bisogna agire rapidamente se si vuole salvare il pianeta, sostiene l’agrometeorologa. "Dalla COP del 2015 che si è tenuta a Parigi, le Nazioni Unite hanno spinto i paesi più ricchi ad aiutare i più bisognosi", afferma Ventura.

“I paesi più ricchi devono esportare non solo le tecnologie, ma anche le loro conoscenze in modo che altri paesi non commettano gli stessi errori del passato. Perché tutti stanno pagando le conseguenze di questi errori”, continua Ventura. "E condividere le nostre conoscenze è anche un modo per riparare i danni che i paesi più ricchi hanno causato all'intero pianeta".

Secondo Ventura, la comunità scientifica concorda sul fatto che il cambiamento climatico abbia aumentato il rischio di siccità a causa dell'attività umana. "Ma non si fa abbastanza informazione al riguardo", afferma la docente.

È risaputo che i paesi più ricchi del mondo come gli Stati Uniti, la Cina e quelli della regione del Golfo sono quelli che producono più inquinamento. Ma le conseguenze dell'inquinamento colpiscono l'intero pianeta ed i paesi in via di sviluppo hanno meno risorse per combatterne le conseguenze.

"Le pratiche che comportano una perdita di risorse forestali, biodiversità e il ciclo dell'acqua e dei nutrienti attraverso gli ecosistemi danneggiano la capacità di soddisfare i bisogni primari di una popolazione globale in crescita", afferma Nora Nelson, consulente tecnico dell'UNCCD. "La desertificazione e la siccità causate dal degrado del suolo contribuiscono ai cambiamenti nei sistemi globali su cui tutti facciamo affidamento e che in definitiva sono interconnessi".

La siccità e la desertificazione colpiscono il mondo intero. "E la misura in cui le diverse aree geografiche sono impattate è influenzata da una varietà di fattori che spesso sono interconnessi tra di loro", afferma Nelson. "Questi sono fattori meteorologici e climatici, ma includono anche, la densità della popolazione e i modelli di movimento umano, nonché il modo in cui vengono gestite e utilizzate le risorse idriche e della terra".

L'aumento della quantità di CO2 nell'atmosfera è la principale causa del riscaldamento globale che è uno dei fattori che contribuiscono all'aumento della desertificazione. Tuttavia, i paesi di tutto il mondo continuano a finanziare i combustibili fossili.

“Non è facile togliere fondi ai combustibili fossili”, ha affermato Karima Oustadi, Consulente dell'UNCCD e del Ministro italiano per la Transizione Ecologica. “Quando i governi cercano di finanziare le energie alternative, ci sono molti altri fattori che influenzano le decisioni politiche. Ad esempio, se i governi decidono di togliere uno sconto sulla bolletta del gas alle famiglie che hanno bisogno per salvare il pianeta, devono anche fornire un contributo equivalente a quelle famiglie per mantenere l'equilibrio".

Oustadi è scettica sul raggiungimento dell'obiettivo di neutralità carbonica del 2050 fissato nell'accordo di Parigi del 2015.

"L'UE produce l'8% dell'inquinamento globale", afferma Oustadi. "Anche se l'UE raggiungerà questo obiettivo, è solo l'8% in meno dell'inquinamento prodotto nel mondo. Per fare la differenza, anche i Paesi emergenti devono fare la loro parte”.

Oustadi ritiene che le politiche trasversali siano tra le più efficaci per combattere il cambiamento climatico. "Credo che l'approccio dell'UE sia quello giusto", dice Oustadi. "Ogni paese dell'UE, quando approva l’utilizzo di fondi pubblici per qualsiasi settore o scopo, deve dimostrare che queste risorse vengano utilizzate senza fare danno all'ambiente".

Le politiche per combattere il cambiamento climatico dovrebbero seguire il principio dell'accordo di Parigi, secondo Oustadi. “Ogni Paese del mondo dovrebbe dare il proprio contributo secondo le proprie capacità e responsabilità”.


How and Why it is Important to Fight Desertification

by Pietro Rossini

Between 1900 and 2019, droughts impacted 2.7 billion people around the world and caused 11.7 million deaths. Forecasts estimate that by 2050, droughts may affect three-quarters of the world’s population, according to the most recent U.N. report.

The U.N., in 1994, set the date of June 17 as the “World Day to Combat Desertification and Droughts.” This year, Spain will host the official event in Madrid with the theme, “Rising up from Drought Together.”

“Spain is honored to be hosting this year’s Desertification and Drought Day that puts the global spotlight on the urgent issue of drought. Drought is not just the absence of rain; it is often fueled by land degradation and climate change,” said Teresa Ribera Rodríguez, Vice-President of the Government of Spain and Minister for Ecological Transition in a public statement.

The yearly event has three goals, according to the official U.N. press release. To promote public awareness about desertification and drought, to let people know that these environmental issues can be effectively addressed, and to strengthen the implementation of the U.N. Convention to Combat Desertification (UNCCD) in the most affected areas of the planet, particularly in Africa.

“There have always been droughts throughout the history of humanity, but now it rains differently,” said Professor Francesca Ventura, Agrometeorologist at the University of Bologna, Italy. “When it rains, a great amount of water falls to the ground that is already arid and drier soil gets wet less likely.”

There are many ways to prevent droughts and fight desertification, according to Ventura. “However, I think that the best way to survive desertification and droughts is for people to make a better use of water.”

But, changing everyone’s daily routines is not an easy task and countries should act rapidly if they want to save the planet, according to the professor. “Since the 2015 COP that was held in Paris, the U.N. has been pushing wealthier countries to help the ones that are most in need,” Ventura said.

“Richer countries need to export not just technologies but also their knowledge so that other countries don’t make the same mistakes they have made. For everyone pays the consequences of these mistakes,” continues Ventura. “And sharing our knowledge is also a way of repairing the damage that wealthier countries have been causing to the entire planet.”

According to Ventura, the scientific community agrees that climate change has increased the risk of droughts due to human activity. “But there is still not enough and correct information about it," said the professor.

It's well known that the wealthiest countries in the world like the US, China, and the ones in the Gulf Region, are those who produce the most pollution. But the consequences of pollution affect the whole planet and developing countries have fewer resources to fight the implications.

“Practices that result in a loss of arable land, forest resources, biodiversity, and the cycling of water and nutrients through ecosystems harm the ability to meet the basic needs of a growing global population,” said Nora Nelson, Technical Advisor at the UNCCD. “Desertification and drought caused by land degradation contribute to shifts in global systems on which we all rely, and which are ultimately interconnected.”

Drought and desertification affect the whole world. “And the extent to which different geographies are impacted is influenced by a variety of factors that often exist in positive feedback loops with each other,” said Nelson. “These of course include weather and climatic factors but also include, among other things, population density and patterns of human movement, as well as how land and water resources are managed and used.”

The increase in the amount of CO2 in the atmosphere is the main cause of global warming which is one of the factors that contribute to the increase in desertification. However, countries around the world still fund fossil fuels.

“It is not easy to defund fossil fuels,” said Karima Oustadi, Consultant at the UNCCD and for the Italian Minister of Ecological Transition. “When governments try to fund alternative energies, there are many other factors that affect political decisions. For example, if governments decide to take away a discount on a gas bill from families in need to save the planet, they also need to provide an equivalent benefit for those families to keep the balance.”

Oustadi is skeptical about achieving the 2050 carbon-neutral goal set in the 2015 Paris Agreement.

“The EU makes 8% of the global pollution,” said Oustadi. “Even if the EU will reach this goal, it’s just the 8% less of the pollution produced worldwide. To make a difference, emerging countries need to play their part as well.”

Oustadi believes that the transversal policies are among the most effective ones to fight climate change. “I believe that the approach of the EU is the right one,” said Oustadi. “Every country in the EU must prove that public funds are used with no harm against the environment in every policy they decide to implement.”

Policies to fight climate change should follow the principle of the Paris Agreement, according to Oustadi. “Every country in the world should give its contribution according to their capacity and responsibilities.”

Pietro Rossini sx
16 junho 2022
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