Dall’Africa al Sudamerica, le storie dei 16 missionari saveriani morti per via del contagio a Parma Il superiore: hanno attraversato guerre e pandemie, ma nessuno di loro si sentiva davvero a riposo
Hanno preso il largo fidandosi della parola udita distintamente nel cuore quand’erano giovani, e che di chiamata in chiamata li ha condotti a portare il Vangelo fino ai confini della terra e dell’umanità. Hanno guardato in faccia epidemie devastanti in Paesi allo stremo, guerre crudeli e incomprensibili, ingiustizie intollerabili, e mai han- no lasciato solo l’uomo povero, sofferente, dimenticato da tutto ma non da loro. La morte l’hanno incontrata innumerevoli volte, sfidata con la pace di sapersi al servizio del Signore, elusa, contraddetta, battuta portando salute dove c’era morìa senza scampo. Ma ora un virus subdolo li ha colti alle spalle proprio nella tranquilla e benestante Parma – tra le città più provate dall’epidemia –, nel posto dov’erano più al sicuro, la Casa Madre della Congregazione dei Missionari Saveriani nata dalla fede lungimirante e coraggiosa di Guido Maria Conforti nel 1895, e dove molti si erano ritirati, carichi ormai d’anni e di bene fatto spuntare tra inimmaginabili deserti umani...
Leggi tutto su https://www.avvenire.it/ del 27 marzo 2020
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