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Le eredità del Covid-19

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Grazie per avermi “costretto” a riflettere e a sintetizzare le molte impressioni di questo periodo alla ricerca dell’impatto positivo e negativo di questa stagione straordinariamente unica che abbiamo vissuto, che ho vissuto, perché non posso che parlare al singolare.

Cercherò di esporre per sommi capi il mio sentire in questo momento. A mo’ di introduzione, toccherò il fatto stesso (I). Verrò in seguito agli aspetti positivi (II), poi a quelli negativi (III), per concludere con un interrogativo: sapremo uscirne migliorati? (IV).

I. La crisi pandemica

Essa ha avuto un triplice livello di vissuto e di impatto: biologico (il fatto clinico, democratico del contagio), economico (brusca interruzione della produttività) e culturale (blocco della mobilità e confinamento con le sue conseguenze psicologiche e materiali). È stata un’esperienza umana molto dura, qualcuno l’ha paragonata alla seconda guerra mondiale. Chi è stato ammalato di coronavirus lo sa bene quanto è stata dura.

Tutti abbiamo sofferto per il lungo confinamento (lockdown), per l’impossibilità di muoversi, per la sospensione del lavoro con gli interrogativi che l’accompagnavano, chi ha dovuto sospendere il lavoro con il rischio di perderlo, chi ha atteso e magari ancora attende invano i soldi della cassa integrazione…, esperienza dura soprattutto per la malattia e, spesso, per la perdita di persone care decedute senza che le potessimo accompagnare… neppure da morte!

Come ogni esperienza, ha avuto anche aspetti o impatti positivi. Li vedremo subito.

“Andrà tutto bene” è stato lo slogan. Speranza a buon mercato, che però veniva dai ragazzi e questo incoraggiava. Ma è vero? Sarà vero? Usciremo migliorati? Come saremo? Da chi dipende questo esito positivo?

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Gabriele Ferrari sx
17 August 2020
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