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Spinabelli P. Pietro

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P. PIETRO SPINABELLI
Capriglio (Parma), 5 giugno 1902
Padang (Indonesia), 17 giugno 1991

Di Capriglio (Parma)
Lavorò 17 anni in Italia, quasi 14 in Cina e 40 in Indonesia
Numero di professione 611. Morì all'età di 89 anni
È sepolto a Padang (Indonesia)

Nato a Capriglio nel 1902, entrò nell'Istituto Saveriano a Parma nel 1923 come alunno liceale. Fu ordinato sacerdote dal Fondatore nel 1929.

I superiori avevano molta fiducia in lui e gli affidarono subito incarichi impegnativi. Fu direttore spirituale a Grumone, vicerettore a Vicenza, pro-rettore a Grumone, rettore a Massa Lucana, rettore della Casa Madre e poi di quella di Poggio S . Marcello.

Finalmente nel 1947 lo lasciarono partire per la Cina. Aveva 45 anni e si trovò a Pechino alle prese col sillabario della ermetica lingua cinese. Con la sua caratteristica calma imparò abbastanza per essere inviato nel 1949 in una missione del Jiangxi, zona ancora lontana dai comunisti. Ma le truppe di Mao arrivarono anche là e lo costrinsero a lasciare la Cina (1951).

Tornare in Italia? Neppure per sogno! Andò in Indonesia dove i saveriani organizzavano una missione. Eccolo allora a Padang (Sumatra) a ricominciare dal sillabario della lingua indonesiana.

Questa volta mise radici così profonde nel nuovo terreno che niente poté sradicarle di là, nemmeno la morte.

La sua avventura a Sumatra cominciò con la missione di Bukittinggi. Mise quella missione sotto il patrocinio della Madonna del Rosario e a Lei dedicò un santuario frequentato fino ad oggi.

Più tardi lavorò tra i giavanesi mandati a coltivare le regioni interne di Sumatra tra i quali vi erano dei cristiani. L'opposizione sempre più minacciosa dei comunisti locali lo costrinsero a ritirarsi.

Nel 1968 lo ritroviamo a Padang incaricato della cura spirituale dei malati negli ospedali e nelle case, dei carcerati e dei poveri. Il comando militare lo nominò cappellano per i militari cristiani. E passava ore e ore a confessare in cattedrale. Solo Dio sa il bene che poté fare con la sua affabile accoglienza per tutti.

Con il passare degli anni le forze diminuivano, il corpo si faceva più curvo e la vista più corta. Ma egli diceva:

"Io sono come la torre di Pisa che pende e pende, ma non cade mai".

Invece il 14 aprile 1991 scivolò e cadde fratturandosi il femore sinistro. Alla sua età gli fu fatale. Ebbe tutte le cure possibili. Soffrì con ammirabile pazienza, finché Dio lo chiamò al meritato premio.

La sua salma riposa nel piccolo cimitero parrocchiale di Padang tra la gente che aveva amato per quarant'anni.

DG
17 Junio 1991
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