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Il Missionario Solitario

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L’avventura della fede.
Da Palermo al Giappone del Seicento, l’epopea di Giovani Battista Sidoti.

(Articolo pubblicato sull'Osservatore Romano del 16 dicembre, 2020)


I suoi resti furono ritrovati nel 2014. Erano conservati in una tomba posta nell’area della Kirishitan Yahiki, la prigione dei cristiani fatta costruire nel 1646 a Edo, l’attuale Tokyo. La sua storia fu invece riscoperta soltanto nel xix secolo, grazie all’apertura del Giappone al resto del mondo, all’impegno dei missionari che vi si recavano e ad alcuni studiosi locali che decisero di ripescare dall’oblio la sua terribile esperienza umana. E oggi gli studiosi giapponesi non nascondono la loro ammirazione per Giovanni Battista Sidoti, uno degli uomini che si prodigò per far incontrare la cultura occidentale e quella locale. … …

Secondo i verbali trascritti dal missionario saveriano, Lorenzo Contarini, si trattava di uno straniero vestito con fogge locali ma dalla lingua incomprensibile, un «erudito occidentale» di «vasta cultura e forte memoria» che, «senza pari» nell’astronomia e geografia, esponeva «la sua dottrina religiosa senza una parola che si avvicinasse alla logica», ma del tutto simile «a quel che dicono i Maestri Buddisti» . … …

Morì il 27 novembre del 1714 all’età di 47 anni, probabilmente per deperimento, perché gli servirono sempre meno cibo, chiudendo definitivamente la sua avventura di “ultimo missionario occidentale in Giappone”. Trecento anni dopo, il 24 luglio 2014 a Bunkyō-ku, municipio di Tokyo dove era collocata la residenza-prigione dei cristiani, vennero ritrovati resti umani che gli esami scientifici identificarono poi come quelli del sacerdote e i due giapponesi uccisi con lui.

di Generoso D’Agnese


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Generoso D’Agnese
21 Diciembre 2020
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