Quest’anno giubilare è stato per me occasione di crescita nella conoscenza di San Guido M. Conforti, gustandone la compagnia.
È una figura che ho sempre sentito vicina e che inizialmente, da ragazzina, mi suscitava curiosità quando ne sentivo parlare dai diversi Missionari Saveriani che incontravo nella mia parrocchia o nella comunità di Desio. Quel cognome me lo faceva sentire quasi di famiglia, anche se poco conoscevo di lui: in fondo ci separa solo una vocale!
Nei tempi del postulato e noviziato a Parma mi piaceva soffermarmi sulle espressioni calde della sua Lettera ai Giovani (8 marzo 1925), perché le sentivo rivolte un po’ anche a me: “Carissimi giovani: Io non vengo ora a sollecitare il vostro obolo. Vengo a proporvi qualcosa di ben più grande. Se il Signore lo vuole, se vi sentite da tanto, vengo in nome di Dio a domandarvi il sacrificio delle vostre giovinezze, del vostro ingegno, delle vostre energie, e delle vostre affezioni più legittime e più care. Ve lo domando, in nome di Colui, che ha dato se stesso per noi”.
E poi ero riuscita ad avere copia delle Costituzioni Saveriane - l’edizione arancione che precede l’attuale - e, così, potevo rileggere più volte la Lettera Testamento. Ero colpita dai toni affettuosi del Padre, raggiunta dall’abbraccio dato “con effusione di cuore”. All’epoca, non avevo avuto modo di approfondire i contenuti del testo, se non attraverso le Lettere Circolari di P. Spagnolo (LP), il quale in più punti dei suoi scritti lo riprende. Penso in particolare alla LP 30, che è una delle più importanti perché trasmette la sintesi del nostro carisma proprio a partire dal Conforti, capostipite del “saverianesimo”, come affermava il nostro P. Spagnolo.
Mi è sempre parsa più di una coincidenza il fatto che il Conforti l’avesse firmata in un 2 di luglio, festa di Famiglia per noi sorelle Saveriane, giorno segnato dalla celebrazione delle professioni, la data in cui, prima della riforma del calendario liturgico, si celebrava la festa della Visitazione.
Le vicende della vita, dopo undici anni di Brasile, mi hanno riportata in Italia e la Provvidenza ha voluto che fossi a Parma in questo anno giubilare, complice anche la pandemia. Attendevo la possibilità di approfondire la Lettera Testamento nel Convegno per i Formatori nel luglio 2020, poi, - sfortunatamente - cancellato. Leggere, studiare, pregare e meditare tale testo significa andare alle sorgenti della Famiglia Carismatica Saveriana, fratelli e sorelle insieme. Ritornarvi dopo più di vent’anni di consacrazione missionaria e un periodo di missione, lo si affronta con una consistenza maggiore. Credo che si possa applicare anche alla Lettera Testamento quanto Gregorio Magno dice per la Parola: “la Scrittura cresce con chi la legge”.
Inoltre, per una serie di circostanze, lungo tutto quest’anno, mi son ritrovata ad animare i ritiri mensili delle comunità delle sorelle di Casa Madre e della Direzione generale proprio sulla Lettera Testamento. Mi è stato chiesto di condividere nella mia povertà ciò di cui io stessa avrei avuto bisogno di ricevere per approfondirla, nell’intento di conoscere, amare e vivere meglio il carisma. Ho cominciato così la mia “scuola”, presa per mano da Padre Spagnolo e dalla Madre, che avevano già tradotto per noi questo testo. Ma sono stati necessari anche altri aiuti che mi hanno accompagnato in tutti questi mesi: penso ai molti scritti di Saveriani, come i Padri Marini, Ferrari, Venturini, Zucchinelli, Tosolini, Ferro, Ceresoli… Uno stuolo di testimoni… Ho capito infatti che da sola non posso comprendere a fondo questa lettera, ho bisogno dell’aiuto della Famiglia stessa, di chi ha potuto accostarsi più da vicino al cuore del Santo Conforti.
In particolare, trattengo per me il ritratto che egli traccia del Saveriano, presente e futuro, che, per analogia, potremmo estendere anche a noi Missionarie di Maria – Saveriane. Esso è la risultante dei “famosi tre coefficienti” (cfr. LT 10). Egli evidenzia l’importanza della fede, dello spirito d’obbedienza e dell’amore per la Famiglia Religiosa. In queste poche righe di sintesi, egli ci lascia i tratti fondamentali di quella che dovrebbe essere la nostra fisionomia umana e cristiana.
Più ci penso, più vedo la distanza che mi separa dall’ideale e la necessità di conversione, considerando pure le sollecitazioni che giungono dai cambiamenti che attraversano l’umanità e dalle sfide lanciate dalla missione in continua trasformazione. Siamo popolo, Famiglia in cammino, ma con il bisogno di obiettivi chiari da perseguire in unità e fede. P. Spagnolo richiamava molto alla compattezza, perché, come il suo padre Fondatore, temeva le divisioni. L’invito è a vivere l’unione insieme a flessibilità e leggerezza, capaci di adattarsi, senza troppe ginnastiche mentali, ai differenti scenari, armonizzando le diversità (temperamentali, culturali, generazionali, di pensiero…) che compongono le nostre comunità.
A noi, in questo orizzonte appiattito spesso nell’immanente, nel qui ed ora, in cui ogni autorità è rimessa in questione, è affidato nuovamente il compito di ridisegnare il volto umano e cristiano del missionario e della missionaria secondo queste tre prospettive: la fede, l’obbedienza e l’amore per la Famiglia.
A year spent with Father Conforti
This jubilee year has been for me an occasion of growth in the knowledge of San Guido M. Conforti.
He is a figure that I always felt close and that, as a child, when I heard about him from the different Xaverian Missionaries I met in my parish or in the community of Desio, provoked curiosity.
That surname made me feel almost like somebody “familiar” …, even if I did not know anything about him: after all, only a vowel separates us!
At the time of the postulancy and novitiate in Parma I liked to dwell on the warm expressions of his Letter to the Youth (March 8, 1925), because they were addressed also to me: “Dear young people: I don’t come now to solicit your donation. I come to offer you something much bigger. If the Lord wants it, if you feel capable of so much, I come in the name of God to ask you for the sacrifice of your youth, your ingenuity, your energies, and your most legitimate and dearest affections. I ask you, in the name of Him who gave Himself for us”.
And then I got a copy of the Xaverian Constitutions - the orange edition preceding the present one - and, thus, I could read the Testament Letter several times. I was struck by the affectionate tones of the Father, touched by the embrace given “with an outpouring of heart”. At that time, I had no opportunity to deepen the contents of the text, except through the Circular Letters of Fr. Giacomo Spagnolo (LP), who in several of his writings refers to it. I think especially of the LP 30, which is one of the most important, because it transmits the synthesis of the charism of the Missionarie di Maria (Saveriane) starting from Conforti, the founder of the “Xaverian style”, as Fr. Spagnolo would put it.
The fact that Conforti had signed his Testament Letter on July 2nd, seemed to me more than a coincidence. This day was the Family Feast for the Xaverian sisters. A day marked by the celebration of the religious profession. A date on which, before the reform of the liturgical calendar, the feast of the Visitation was celebrated.
The events of life, after eleven years spent in Brazil, brought me back to Italy, and Providence wanted me in Parma in this jubilee year, also because of the pandemic. I was waiting for the opportunity to deepen the Testament Letter in the Conference for Formators which was planned for July 2020; but - unfortunately – the event was cancelled. Reading, studying, praying, and meditating on this text means going to the sources of the Xaverian Charismatic Family, brothers, and sisters together. Meditating the text after more than twenty years of missionary consecration and a period of mission abroad, made it more interesting. I believe that what St. Gregory the Great says about the Word of God: “Scripture grows with those who read it” can also be applied to the Testament Letter.
Moreover, for a series of circumstances, throughout this year, I have guided several retreats of the Mother House and the General Direction of our congregation, focused on the Testament Letter. I was requested to share in my poverty what I would need to receive to deepen it, in order to know, to love and live the charism better. In this way, I began my “school”, together with Fr. Spagnolo and the “Mother”, who had already translated this text for us. But other writings by some Xaverian Fathers such as Marini, Ferrari, Venturini, Zucchinelli, Tosolini F., Ferro, Ceresoli..., were of great help: a cloud of witnesses! I immediately understood that I cannot fully understand this letter alone, but I need the help of the whole missionary Family itself, especially of people who better knew Conforti’s heart.
I keep for myself the portrait that he draws of the Xaverian, present and future, which, by analogy, could also be extended to the Missionaries of Mary. It is the result of the “famous three coefficients” (cf. LT 10). He highlights the importance of faith, the spirit of obedience and love for the Religious Family. In these few lines, he leaves us the fundamental traits of what should be our human and Christian characteristics.
If I think on it, I see the distance that separates me from the ideal and the need of conversion, also considering the pressures that come from the changes that go through humanity and the challenges we are facing through the ever-changing and transforming mission ad gentes. We are a people, a family on the way, but with some specific goals to reach together, with faith. Fr. Spagnolo believed very much in unity, because the same as his Founder Father, he was worried about divisions. The invitation is to live the union together with flexibility and lightness, being able to adapt, without too many mental stunts, to the different scenarios, harmonizing the differences (temperamental, cultural, generational, thought...) that make up our communities.
In this horizon often flattened in the immanent, in the here and now, in which every authority is questioned, the task of redesigning the human and Christian face of the missionary according to these three traits (faith, obedience and love for the family) is entrusted to us again.
Un año transcurrido con Mons. Conforti
Este año jubilar ha sido para mí una oportunidad para crecer en el conocimiento de San Guido M. Conforti, disfrutando de su compañía.
Es una figura con la que siempre me he sentido cercana y que, al principio, cuando niña, me suscitaba curiosidad al escuchar hablar de él a los diversos Misioneros Javerianos que iba encontrando en mi parroquia o en la comunidad de Desio. Su apellido me hizo sentir casi como en familia, aunque no supiera mucho de él: ¡después de todo, sólo una vocal nos separa!
En los tiempos del postulantado y del noviciado en Parma me gustaba detenerme en las cálidas palabras de su Carta a los Jóvenes (8 de marzo de 1925), porque sentía que se dirigían un poco también a mí: “Queridos jóvenes: hoy no vengo para solicitarles una limosna. Vengo a proponerles algo mucho más grande. Si el Señor lo quiere, si llevan tanto tiempo escuchando, vengo en nombre de Dios a pedirles el sacrificio de su juventud, de su talento, de sus energías y de sus más legítimos y apreciados afectos. Se lo pido, en nombre de Aquel que se entregó por nosotros”.
Luego pude conseguir una copia de las Constituciones Javerianas, la edición naranja que precede a la actual, y así pude releer varias veces la Carta Testamento. Me llamó la atención el tono cariñoso del Padre, y me sentí alcanzada por el abrazo dado “con efusión cordial”. En ese momento, no había tenido la oportunidad de profundizar en los contenidos del texto, excepto a través de las Cartas Circulares del P. Spagnolo (CP), el cual retoma el texto en varios puntos de sus escritos. Pienso en particular en la CP 30, que es una de las cartas más importantes porque transmite la síntesis de nuestro carisma precisamente a partir de Conforti, progenitor del “javerianismo”, como decía nuestro P. Spagnolo.
Siempre me ha parecido más que una coincidencia que Conforti haya firmado la Carta Testamento el 2 de julio, fiesta de Familia para nosotras las hermanas Javerianas, un día marcado por la celebración de las profesiones, fecha en la que, antes de la reforma del calendario litúrgico, se celebraba la fiesta de la Visitación.
Los acontecimientos de la vida, después de once años en Brasil, me trajeron de regreso a Italia y la Providencia ha querido que estuviese en Parma este Año Jubilar, gracias también a la pandemia. Estaba esperando la oportunidad de profundizar en la Carta Testamento en el Congreso para Formadores en julio 2020 que, luego, lamentablemente, fue cancelado. Leer, estudiar, rezar y meditar sobre este texto es acudir a las fuentes de la Familia Carismática Javeriana, hermanos y hermanas juntos. Regresar al texto después de más de veinte años de consagración misionera y un período de misión, permite que se le tome con mayor consistencia. Creo que lo que dice Gregorio Magno de la Palabra, se puede aplicar también a la Carta Testamento: “La Escritura crece con quien la lee”.
Además, por una serie de circunstancias, a lo largo de este año, he estado animando los retiros mensuales de las comunidades de las hermanas de la Casa Madre y de la Dirección General, precisamente sobre la Carta Testamento. Se me pidió que compartiera en mi pobreza, aquello que yo misma hubiese necesitado recibir para profundizarla, para conocer, amar y vivir mejor el carisma. Así las cosas, comencé mi “escuela”, de la mano del Padre Spagnolo y de la Madre, que ya habían traducido para nosotras este texto. Pero se necesitaban también otras ayudas que me acompañaron a lo largo de estos meses: pienso en los muchos escritos de los Javerianos, como los PP: Marini, Ferrari, Venturini, Zucchinelli, Tosolini, Ferro, Ceresoli ... Una multitud de testigos... De hecho, entendí que por sí sola no puedo comprender a fondo esta carta, necesito la ayuda de la Familia misma, de quienes han sabido acercarse más al corazón del Santo Conforti.
En particular, me quedo con el retrato que él traza del Javeriano, presente y futuro, que, por analogía, podríamos extender también a nosotras Misioneras de María – Javerianas. Es la suma de los “famosos tres factores” (cfr. CT 10). Conforti destaca la importancia de la fe, del espíritu de obediencia y del amor por la Familia Religiosa. En estas pocas líneas nos deja, en síntesis, los rasgos fundamentales de aquello que debería ser nuestra fisonomía humana y cristiana.
Cuanto más lo pienso, más veo la distancia que me separa del ideal y la necesidad de conversión, considerando también las provocaciones que vienen de los cambios que atraviesa la humanidad y de los desafíos desplegados por la misión en continua transformación. Somos pueblo, Familia en camino, pero con la necesidad de objetivos claros a perseguir en unidad y fe. El P. Spagnolo llamaba frecuentemente a la cohesión, porque, como su Padre Fundador, temía las divisiones. La invitación es a vivir la unión junto con flexibilidad y agilidad, capaces de adaptación, sin demasiados saltos mentales, a los diferentes escenarios, armonizando las diferencias (temperamentales, culturales, generacionales, de pensamiento ...) que componen nuestras comunidades.
En este horizonte a menudo abajado a lo inmanente, al aquí y ahora, en el que se cuestiona toda autoridad, se nos confía nuevamente la tarea de rediseñar el rostro humano y cristiano del misionero y de la misionera según estas tres perspectivas: fe, obediencia y amor por la Familia.
Une année passée avec Mgr Conforti
Cette année jubilaire a été pour moi l'occasion de grandir dans la connaissance de Saint Guido M. Conforti, en savourant sa compagnie.
C'est une figure dont je me suis toujours sentie proche et qui, au début, quand j’étai tout jeune, suscitait ma curiosité, lorsque j’en entendais parler par les différents missionnaires Xavériens que j’ai rencontrés dans ma paroisse ou dans la communauté de Desio. Ce nom « Conforti » me le faisait sentir presque de famille, même si je ne le connaissais pas beaucoup : après tout, seule une voyelle nous sépare !
Aux temps du postulat et du noviciat à Parme, j'aimais revenir sur les paroles chaleureuses de sa Lettre aux jeunes (8 mars 1925), car je les sentais adressées un peu à moi aussi : « Chers jeunes, je ne viens pas maintenant pour solliciter votre offrande. Je viens vous proposer quelque chose de bien plus grand. Si le Seigneur le veut, si vous vous sentez attirés à cela depuis longtemps, je viens au nom de Dieu vous demander le sacrifice de votre jeunesse, de votre talent, de vos énergies et de vos affections les plus légitimes et les plus chères. Je vous le demande, au nom de Celui qui s’est livré pour nous ».
Et puis j’avais pu me procurer un exemplaire des Constitutions xavériennes - l'édition orange qui précède l'actuelle - et, ainsi, je pouvais relire plusieurs fois la Lettre Testament. J’étais frappée par le ton affectueux du Père, atteinte par l’étreinte donnée "avec une effusion de cœur". A l'époque, je n'avais pas eu l'occasion d'approfondir les contenus du texte, sauf à travers les Lettres circulaires du P. Spagnolo (LP), qui le reprend à plusieurs reprises dans ses écrits. Je pense en particulier à la LP 30, qui est l'une des plus importantes parce qu'elle transmet la synthèse de notre charisme à partir précisément du Conforti, l'ancêtre du « Xavérianisme », comme disait notre P. Spagnolo.
Il m’a toujours semblé plus qu’une coïncidence que Conforti l’ait signée un 2 juillet, fête de famille pour nous sœurs Xavériennes, jour marqué par la célébration des professions, date à laquelle, avant la réforme du calendrier liturgique, la fête de la Visitation était célébrée.
Les événements de la vie, après onze ans au Brésil, m’ont ramenée en Italie et la Providence a voulu que je sois à Parme en cette année jubilaire, aussi grâce à la pandémie. J’attendais l’occasion d’approfondir la Lettre Testament lors de la Conférence des Formateurs en juillet 2020, ensuite - malheureusement - annulée. Lire, étudier, prier et méditer sur ce texte, c'est aller aux sources de la Famille charismatique Xavérienne, frères et sœurs ensemble. Après plus de vingt ans de consécration missionnaire et une période de mission, on retourne à ces textes avec une plus grande profondeur. Je crois que ce que dit Grégoire le Grand pour la Parole peut aussi s'appliquer à la Lettre Testament : « « L'Écriture grandit avec celui qui la lit ».
De plus, pour une série de circonstances, tout au long de cette année, je me suis retrouvée à animer les récollections mensuelles des communautés des Sœurs de la Maison-Mère et de la Direction générale, précisément sur la Lettre Testament. On m'a demandé de partager dans ma pauvreté ce que j'aurais moi-même eu besoin de recevoir pour l'approfondir, dans le but de mieux connaître, aimer et vivre le charisme. C'est ainsi que j'ai commencé mon « école », saisie par la main par le Père Spagnolo et par la Mère, qui nous avaient déjà traduit ce texte.
Mais il a fallu aussi d’autres aides qui m’ont accompagnée pendant tous ces mois : je pense aux nombreux écrits des Xavériens, tels que les Pères Marini, Ferrari, Venturini, Zucchinelli, Tosolini, Ferro, Ceresoli... Une foule de témoins… J’ai compris en effet que toute seule je ne peux pas comprendre jusqu’au bout cette lettre : j'ai besoin de l'aide de la Famille elle-même, de ceux qui ont pu approcher de plus près le cœur du Saint Conforti.
En particulier, je retiens pour moi le portrait qu’il dresse du Xavérien, présent et futur, et que, par analogie, nous pourrions aussi étendre à nous, Missionnaires de Marie - Xavériennes. Il est la résultante de "trois célèbres coefficients ". Mgr. Conforti souligne l'importance de la foi, de l’esprit d’obéissance et de l’amour pour la Famille Religieuse. Dans ces quelques lignes de synthèse, il nous laisse les traits fondamentaux de celle qui devrait être notre physionomie humaine et chrétienne.
Plus j’y pense, plus je vois la distance qui me sépare de l'idéal et le besoin de conversion, compte tenu également des sollicitations qui viennent des changements qui traversent l'humanité et des défis lancés par la mission en transformation continue. Nous sommes un peuple, une Famille en chemin, mais avec le besoin d’objectifs clairs à poursuivre dans l’unité et la foi. Le P. Spagnolo parlait souvent de la compacité, car, comme son père Fondateur, il redoutait les divisions. L'invitation est à vivre l’union avec souplesse et légèreté, capables de s'adapter, sans trop de gymnastiques mentales, aux différents scénarios, en harmonisant les différences (de tempérament, culture, génération, pensée...) qui composent nos communautés.
A nous, dans cet horizon souvent aplati dans l'immanent, dans l'ici et maintenant, où toute autorité est remise en cause, est de nouveau confiée la tâche de redessiner le visage humain et chrétien du missionnaire selon ces trois perspectives : la foi, l’obéissance et l’amour pour la Famille.
Um ano, passado com Mons. Conforti
Este ano jubilar foi uma oportunidade para eu crescer no conhecimento de São Guido Maria Conforti, desfrutando da sua companhia.
É uma figura que sempre percebi muito próxima e que inicialmente, ainda jovem, despertou em mim curiosidade quando ouvia falar sobre ele os vários Missionários Xaverianos que conheci na minha paróquia de origem ou na comunidade de Desio. Esse sobrenome fez com que se tornasse quase uma pessoa da família, embora eu não soubesse muito sobre ele: afinal, só uma vogal nos difere!
Nos tempos do postulado e do noviciado em Parma, gostei de permanecer nas calorosas palavras de sua Carta aos Jovens (8 de março de 1925), porque sentia dirigidas um pouco também para mim: “Queridos jovens: não vim agora para solicitar sua oferta. Eu vim para lhes oferecer algo muito maior. Se o Senhor quiser, se vocês já estão sentindo o desejo há muito tempo, venho em nome de Deus para pedir-lhes o sacrifício de suas juventudes, seu talento, suas energias e seus mais legítimos e queridos afetos. Eu peço para vocês, em nome Daquele que se entregou por nós”.
E depois pude obter um exemplar das Constituições Xaverianas - a edição cor laranja que antecede à atual - e assim, pude reler várias vezes a Carta Testamento. Ficava impressionada com os tons afetuosos do Pai, alcançada pelo abraço dado “com uma efusão de coração”. Na época, não tive oportunidade de aprofundar o conteúdo do texto, a não ser por meio das Cartas Circulares de P. Spagnolo (LP), que o retoma em vários pontos de seus escritos. Penso em particular em LP 30, que é uma das cartas mais importantes porque transmite a síntese do nosso carisma precisamente a partir de Conforti, o progenitor do “xaverianismo”, como dizia o nosso Pe. Spagnolo.
Sempre me pareceu mais que uma coincidência que Conforti a tivesse assinado no dia 2 de julho, festa de Família para nós irmãs Xaverianas, dia marcado pela celebração das profissões religiosas, data em que, antes da reforma do calendário litúrgico, era a festa da Visitação.
Os acontecimentos da vida, depois de onze anos no Brasil, me trouxeram de volta à Itália e a Providência quis que eu estivesse em Parma neste ano jubilar, cúmplice também a pandemia. Esperava a oportunidade de aprofundar a Carta Testamento no Encontro dos Formadores de julho de 2020, que infelizmente foi cancelado. Ler, estudar, rezar e meditar este texto significa ir às fontes da Família Carismática Xaveriana, irmãos e irmãs juntos. Voltar lá depois de mais de vinte anos de consagração missionária e um período de missão, é reencontrá-lo com maior consistência. Creio que o que Gregório Magno diz sobre a Palavra também pode ser aplicado à Carta Testamento: “A Escritura cresce com quem a lê”.
Além disso, por uma série de circunstâncias, ao longo deste ano, comecei a animar os retiros mensais das comunidades das Irmãs da Casa Mãe e da Direção Geral precisamente sobre a Carta Testamento. Foi-me pedido que compartilhasse na minha pobreza o que eu mesma teria precisado receber para aprofundá-la, para conhecer, amar e viver melhor o carisma. Assim comecei a minha “escola”, levada pela mão do Padre Spagnolo e da Madre, que já haviam traduzido este texto para nós. Mas foi preciso também ter outras ajudas que me acompanharam em todos esses meses: estou pensando nos demais escritos de Xaverianos, como os Pe. Marini, Pe. Ferrari, Pe. Venturini, Pe. Zucchinelli, Pe. Tosolini, Pe. Ferro, Pe. Ceresoli ... uma multidão de testemunhas... Sozinha não consigo compreender bem esta carta, preciso da ajuda da própria Família e de quem soube aproximar-se mais ao coração do Santo Conforti.
Em particular, guardo para mim o retrato que ele faz do Xaveriano, presente e futuro, que, por analogia, poderíamos estender também a nós Missionários de Maria - Xaverianas. Isso é a resultante dos “famosos três coeficientes”. Ele destaca a importância da fé, do espírito de obediência e do amor pela Família Religiosa. Nessas poucas linhas de síntese, ele nos deixa os traços fundamentais do nosso rosto humano e cristão.
Quanto mais penso nisso, mais vejo a distância que me separa do ideal e da necessidade de conversão, considerando também as solicitações que vêm das mudanças pelas quais a humanidade está passando e dos desafios lançados pela missão em contínua transformação. Somos um povo, uma Família a caminho, mas com a necessidade de objetivos claros a serem perseguidos na unidade e na fé. P. Spagnolo chamava muito à atenção sobre a coesão, porque, como o seu pai Fundador, ele temia as divisões. O convite é viver a união com flexibilidade e leveza, capazes de se adaptar, sem muita ginástica mental, aos diversos cenários, harmonizando as diferenças (temperamentais, culturais, geracionais, de pensamento ...) que compõem nossas comunidades.
A nós, neste horizonte muitas vezes achatado no imanente, no aqui e agora, em que toda autoridade é posta em causa, nos é confiada novamente a tarefa de redesenhar o rosto humano e cristão do missionário segundo estas três perspectivas: fé, obediência e amor pela Família.
Enlaces y
Descargas
Accede aquí con tu nombre de usuario y contraseña para ver y descargar los archivos reservados.