La rivista inglese “The Economist” ha profetizzato che nel 2036 un algoritmo di intelligenza artificiale (IA) vincerà il premio Nobel.
“Questo momento sarà il punto di non ritorno a livello etico per poter discriminare un androide da un umano”, sostiene Cinzia Crostarosa del Centro Studi Europeo. “E segnerà l’inizio di un’era, in cui il materiale biologico sarà integrato con materiale elettronico e si forgeranno nuovi individui dotati di potenzialità intellettive e fisiche migliori e più performanti”.
Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio per la 58° Giornata per le Comunicazioni Sociali completamente sul tema dell’IA e su quale impatto questa possa avere nelle nostre vite.
“Innanzitutto conviene sgombrare il terreno dalle letture catastrofiche e dai loro effetti paralizzanti,” esordisce il Papa. “Tuttavia, in quest’epoca che rischia di essere ricca di tecnica e povera di umanità, la nostra riflessione non può che partire dal cuore umano”.
Il Papa osserva che il termine “intelligenza artificiale” potrebbe essere fuorviante, “le macchine possiedono certamente una capacità smisuratamente maggiore rispetto all’uomo di memorizzare i dati e di correlarli tra loro, ma spetta all’uomo e solo a lui decodificarne il senso”.
Gianfranco Lombardo, Assistant Professor di IA e Ingegneria Informatica presso l’Università di Parma sostiene che la questione del nome è estremamente complessa. “Quello che chiamiamo ‘intelligenza artificiale’ è il frutto di 50 anni di sviluppi tecnologici,” dice Lombardo.
“Mentre in ambito accademico c’è una distinzione netta, questo può essere frainteso nell’ambito di tutti i giorni”, continua il ricercatore. “Se il termine ‘intelligenza artificiale’ dà l’impressione che questa si possa paragonare all’intelligenza umana, allora sono d’accordo che sia sbagliato”.
Tuttavia, Lombardo afferma, “il modello è proteso verso il raggiungimento di una certa intelligenza di massima, che sia simile a quella umana. Ma siamo ancora molto lontani da questo”.
La questione della regolamentazione dell’IA è molto cara a Lombardo. “Gli effetti negativi dell’IA non sono intrinsechi in queste tecnologie. È l’uso che ne facciamo che può portare a esiti negativi”, dice Lombardo. “Per questo sono necessarie regolamentazioni molto strette ma che non neghino la ricerca”.
Papa Francesco, nel suo messaggio afferma, “Tuttavia, come in ogni ambito umano, la regolamentazione non basta”.
“Siamo chiamati a crescere insieme, in umanità e come umanità”, continua il Papa. “L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione”.
Paolo Benanti, Docente all’Università Gregoriana e membro del Gruppo Consultivo sull’Intelligenza Artificiale dell’ONU, ha recentemente fatto notare la disparità che l’IA potrebbe creare tra i paesi più ricchi e quelli più poveri.
“L’IA al momento non solo è appannaggio dei Paesi più ricchi ma è anche sviluppata solo in pochissime nazioni,” scrive Benanti in un suo recente post sui social. “Questa assenza di diversità nella produzione e questo monopolio di prodotti potrebbero rischiare di diventare non solo un ostacolo alla diffusione globale ma anche una sorta di nuovo fenomeno coloniale”.
Anche il Papa, nel suo messaggio, mette in guardia sul pericolo che l’IA crei nuove caste e forme di povertà, ma se l’uomo sarà in grado di rispondere bene agli interrogativi che queste nuove tecnologie ci pongono, l’esito allora potrebbe essere diverso.
Lombardo commenta su quanto afferma Benanti, “questa distanza tra i paesi ricchi e quelli poveri non nasce solamente a causa dell’IA. Al massimo, l’intelligenza artificiale, è solo uno di questi fattori che può far crescere questa disparità”.
Nell’estate 2023, centinaia di attori di Hollywood hanno manifestato contro le compagnie cinematografiche per il rischio che queste utilizzino la loro immagine per produrre film interi senza il bisogno degli attori stessi.
“Condivido la loro preoccupazione,” dice Lombardo. “Attualmente non siamo in grado di produrre un intero film con l’IA, ma forse nel giro di uno o massimo due anni lo saremo”.
Davanti al problema della perdita di creatività Lombardo ci illumina dicendo che “è vero che questi modelli possono generare quasi tutto. Ma di fatto non generano mai nulla di nuovo”, dice il ricercatore. “Semplicemente generano contenuti sulla base di esperienze passate. La differenza è che la macchina può avere accesso a più esperienze contemporaneamente rispetto a un essere umano”.
“Se parliamo di lavori creativi non credo spariranno. L’IA forse non sarà mai in grado di generare trame veramente originali per un film oppure un libro”, continua Lombardo. “Per qualcosa di veramente unico e originale, avremmo sempre bisogno di un essere umano”.
Artificial intelligence, where will it take us?
By Pietro Rossini, SX
The English magazine "The Economist" has prophesied that in 2036 an artificial intelligence algorithm (AI) will win the Nobel Prize.
"This moment will be the point of no ethical return in order to discriminate an android from a human," said Cinzia Crostarosa of the European Studies Centre. "And it will mark the beginning of an era in which biological material will be integrated with electronic material and new individuals with better and more performing intellectual and physical potential will be forged".
Pope Francis dedicated his message for the 58th Day for Social Communications completely on the theme of AI and on what impact this can have in our lives.
"First of all, it is necessary to clear the way for catastrophic readings and their paralyzing effects," the Pope said. "However, in this age that risks being rich in technique and poor in humanity, our reflection can only start from the human heart".
The Pope observes that the term "artificial intelligence" could be misleading, "machines certainly possess an immeasurably greater ability than humans to store data and correlate them with each other, but it is up to humans and only to them to decode its meaning".
Gianfranco Lombardo, Assistant Professor of AI and Computer Engineering at the University of Parma said that the name issue is extremely complex. "What we call artificial intelligence is the result of 50 years of technological development," Lombardo said.
"While there is a clear distinction in academia, this can be misunderstood in everyday life," the researcher continues. "If the term 'artificial intelligence' gives the impression that this can be compared to human intelligence, then I agree that it is wrong".
However, Lombardo states, "the model is aimed towards the achievement of a certain level of intelligence, which would be similar to human intelligence. But we are still far from this".
The issue of regulating AI is crucial to Lombardo. "The negative effects of AI are not intrinsic to these technologies. It is the use we make of it that can lead to negative outcomes," Lombardo said. "For this we need very strict regulations that do not deny research".
Pope Francis, in his message states, "However, as in every human sphere, regulation is not enough".
"We are called to grow together, in humanity and as humanity", the Pope continues. "Information cannot be separated from the existential relationship: it implies the body, being in reality; Calls for not only data but experience to be linked; requires the face, the gaze, compassion as well as sharing".
Paolo Benanti, Professor at the Gregorian University and member of the UN Advisory Group on Artificial Intelligence recently pointed out the disparity that AI could create between the richest and the poorest countries.
"At the moment, AI is not only the prerogative of the richest countries but is also developed in very few countries," Benanti wrote in a recent post on social media. "This lack of diversity in production and this monopoly of products could become not only an obstacle to global diffusion but also a sort of new colonial phenomenon".
Even the Pope, in his message, warns about the danger that AI will create new castes and forms of poverty, but if humans will be able to respond well to the questions that these new technologies pose to them, then the outcome may be different.
Lombardo comments on what Benanti said, "this distance between rich and poor countries is not born only because of AI. At best, artificial intelligence is only one of these factors that can increase this disparity".
In the summer of 2023, hundreds of Hollywood actors demonstrated against film companies for the risk that they would use their image to produce whole films without the need of the actors themselves.
"I share their concern," Lombardo said. "Currently we are not able to produce an entire film with AI, but maybe in one or two years we will be".
Faced with the problem of the loss of creativity Lombardo enlightens us saying that "it is true that these models can generate almost everything. But in fact, they never generate anything new," says the researcher. "They simply generate content based on past experiences. The difference is that the machine can have access to more experiences at the same time than a human being".
"If we talk about creative work, I don’t think they’ll go away. The AI may never be able to generate truly original plots for a film or book," Lombardo continues. "For something truly unique and original, we would always need a human being".
La inteligencia artificial, ¿hacia dónde nos llevará?
Por Pietro Rossini sx
La revista inglesa "The Economist" ha profetizado que en 2036 un algoritmo de inteligencia artificial (IA) ganará el Premio Nobel.
"Este momento será un punto de inflexión ético para poder distinguir un androide de un ser humano", sostiene Cinzia Crostarosa del Centro de Estudios Europeo. "Y marcará el inicio de una era en la que el material biológico se integrará con material electrónico y se formarán nuevos individuos con mejores capacidades intelectuales y físicas".
El Papa Francisco dedicó su mensaje para la 58ª Jornada Mundial de las Comunicaciones Sociales al tema de la IA y el impacto que podría tener en nuestras vidas.
"En primer lugar, debemos despejar el terreno de las lecturas catastróficas y sus efectos paralizantes", comienza el Papa. "Sin embargo, en esta época que corre el riesgo de estar rica en tecnología pero pobre en humanidad, nuestra reflexión solo puede partir del corazón humano".
El Papa observa que el término "inteligencia artificial" puede ser engañoso: "Las máquinas ciertamente tienen una capacidad desmesurada en comparación con los humanos para memorizar datos y relacionarlos entre sí, pero corresponde al ser humano y solo a él descifrar su sentido".
Gianfranco Lombardo, profesor adjunto de IA e Ingeniería Informática en la Universidad de Parma, sostiene que el problema del nombre es extremadamente complejo. "Lo que llamamos 'inteligencia artificial' es el resultado de 50 años de desarrollo tecnológico", explica Lombardo.
"Si bien en el ámbito académico hay una distinción clara, en la vida cotidiana puede malinterpretarse", continúa el investigador. "Si el término 'inteligencia artificial' da la impresión de que esta puede compararse con la inteligencia humana, entonces estoy de acuerdo en que está equivocado".
No obstante, Lombardo afirma que "el modelo se orienta hacia la consecución de una cierta inteligencia general similar a la humana, pero estamos aún muy lejos de esto".
La cuestión de la regulación de la IA es crucial para Lombardo: "Los efectos negativos de la IA no son intrínsecos a esta tecnología. Es el uso que hacemos de ella lo que puede llevar a resultados negativos", comenta Lombardo. "Por eso se requieren regulaciones muy estrictas que no restrinjan la investigación".
El Papa Francisco, en su mensaje, señala que "sin embargo, como en cualquier ámbito humano, la regulación no es suficiente".
"Estamos llamados a crecer juntos, en humanidad y como humanidad", continúa el Papa. "La información no puede separarse de la relación existencial: implica al cuerpo, estar en la realidad; requiere relacionar no solo datos, sino también experiencias; demanda la presencia del rostro, la mirada, la compasión, además de la solidaridad".
Paolo Benanti, docente en la Universidad Gregoriana y miembro del Grupo Asesor sobre Inteligencia Artificial de la ONU, ha señalado recientemente la disparidad que la IA podría crear entre los países más ricos y los más pobres.
"La IA en este momento no solo es privilegio de los países más ricos, sino que también se desarrolla en un puñado de naciones", escribió Benanti en una publicación reciente en redes sociales. "Esta falta de diversidad en la producción y el monopolio de productos podrían convertirse no solo en un obstáculo para su expansión mundial, sino también en una especie de nuevo fenómeno colonial".
El Papa, en su mensaje, también advierte sobre el peligro de que la IA genere nuevas castas y formas de pobreza, pero si el ser humano responde bien a los interrogantes que plantean estas nuevas tecnologías, el resultado podría ser diferente.
Lombardo comenta lo que dice Benanti: "Esta distancia entre los países ricos y los pobres no surge solo por la IA. En todo caso, la inteligencia artificial es solo uno de los factores que pueden agravar esta brecha".
En el verano de 2023, cientos de actores de Hollywood protestaron contra las productoras cinematográficas por el riesgo de que estas utilicen su imagen para crear películas completas sin necesidad de los propios actores.
"Comparto su preocupación", comenta Lombardo. "Actualmente no podemos crear una película completa con IA, pero es probable que dentro de uno o dos años sí podamos".
Respecto al problema de la pérdida de creatividad, Lombardo explica: "Es cierto que estos modelos pueden generar casi cualquier cosa, pero en realidad nunca generan nada nuevo". El investigador señala: "Solo generan contenidos en función de experiencias pasadas. La diferencia es que la máquina puede acceder a más experiencias simultáneamente en comparación con un ser humano".
"Si hablamos de trabajos creativos, no creo que desaparecerán. La IA tal vez nunca sea capaz de generar tramas verdaderamente originales para una película o un libro", continúa Lombardo. "Para algo realmente único y original, siempre necesitaremos a un ser humano".
L'intelligence artificielle, où nous mènera-t-elle ?
Par Pietro Rossini sx
Le magazine anglais "The Economist" a prédit qu'en 2036, un algorithme d'intelligence artificielle (IA) remportera le prix Nobel.
"Ce moment marquera un tournant éthique pour distinguer un androïde d'un être humain", explique Cinzia Crostarosa du Centre d'études européen. "Et cela marquera le début d'une ère où le matériel biologique sera intégré au matériel électronique, créant de nouveaux individus avec des capacités intellectuelles et physiques améliorées."
Le pape François a consacré son message pour la 58ème Journée mondiale des communications sociales au thème de l'IA et à son impact sur nos vies.
"Tout d'abord, il convient d'écarter les interprétations catastrophiques et leurs effets paralysants", commence le pape. "Cependant, dans cette époque à risque d'être riche en technologie mais pauvre en humanité, notre réflexion ne peut partir que du cœur humain."
Le pape souligne que le terme "intelligence artificielle" peut être trompeur : "Les machines ont certes une capacité infiniment supérieure à celle des humains pour mémoriser les données et les relier entre elles, mais c'est à l'humain, et à lui seul, d'en décoder le sens."
Gianfranco Lombardo, professeur adjoint d'IA et d'ingénierie informatique à l'université de Parme, affirme que la question du nom est extrêmement complexe. "Ce que nous appelons 'intelligence artificielle' est le fruit de 50 ans de développements technologiques", explique Lombardo.
"Tandis que dans le milieu académique il y a une distinction nette, cela peut être mal compris dans la vie de tous les jours", poursuit le chercheur. "Si le terme 'intelligence artificielle' donne l'impression que cela peut être comparé à l'intelligence humaine, alors je suis d'accord pour dire que c'est erroné."
Cependant, Lombardo affirme que "le modèle vise à atteindre une intelligence générale similaire à l'intelligence humaine, mais nous en sommes encore très loin."
La question de la régulation de l'IA est cruciale pour Lombardo : "Les effets négatifs de l'IA ne sont pas inhérents à cette technologie. C'est l'usage que nous en faisons qui peut entraîner des résultats négatifs", commente Lombardo. "C'est pourquoi des réglementations très strictes sont nécessaires sans pour autant entraver la recherche."
Dans son message, le pape François déclare que "comme dans tous les domaines humains, la réglementation ne suffit pas."
"Nous sommes appelés à grandir ensemble, en humanité et comme humanité", poursuit le pape. "L'information ne peut être séparée de la relation existentielle : elle implique le corps, être dans la réalité ; elle demande à relier non seulement les données, mais aussi les expériences ; elle exige la présence du visage, le regard, la compassion, ainsi que le partage."
Paolo Benanti, professeur à l'université grégorienne et membre du groupe consultatif sur l'intelligence artificielle de l'ONU, a récemment souligné la disparité que l'IA pourrait créer entre les pays les plus riches et les plus pauvres.
"L'IA, pour le moment, n'est pas seulement l'apanage des pays les plus riches, mais elle est également développée dans un très petit nombre de pays", a écrit Benanti dans une récente publication sur les réseaux sociaux. "Cette absence de diversité dans la production et ce monopole de produits risquent de devenir non seulement un obstacle à l'expansion mondiale, mais aussi une sorte de nouveau phénomène colonial."
Dans son message, le pape avertit également du danger que l'IA crée de nouvelles castes et formes de pauvreté, mais si l'homme répond bien aux questions que ces nouvelles technologies soulèvent, le résultat pourrait alors être différent.
Lombardo commente les propos de Benanti : "Cette distance entre les pays riches et les pays pauvres n'existe pas seulement à cause de l'IA. En tout cas, l'intelligence artificielle n'est qu'un des facteurs qui peut aggraver cet écart."
À l'été 2023, des centaines d'acteurs hollywoodiens ont protesté contre les studios de cinéma qui risquent d'utiliser leur image pour réaliser des films entiers sans les acteurs eux-mêmes.
"Je partage leur inquiétude", déclare Lombardo. "Actuellement, nous ne sommes pas en mesure de produire un film entier avec l'IA, mais peut-être que dans un ou deux ans, nous le pourrons."
Sur la question de la perte de créativité, Lombardo précise : "Il est vrai que ces modèles peuvent générer presque tout, mais en réalité, ils ne produisent jamais rien de nouveau." Le chercheur note : "Ils ne font que générer des contenus sur la base d'expériences passées. La différence est que la machine peut accéder à plus d'expériences en même temps qu'un être humain."
"Si nous parlons de métiers créatifs, je ne pense pas qu'ils disparaîtront. L'IA ne sera peut-être jamais capable de générer des intrigues vraiment originales pour un film ou un livre", poursuit Lombardo. "Pour quelque chose de vraiment unique et original, nous aurons toujours besoin d'un être humain."
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