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Quarto Raduno del Rosario Missionario

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Quarto Raduno del Rosario Missionario

Pregare per l’Africa, con gratitudine e spirito di comunione

 Martedì 23 settembre 2025, la Chiesa di Kishiwada ha accolto con gioia il quarto incontro del Rosario Missionario, nel quadro delle celebrazioni per il 75° anniversario della presenza dei Missionari Saveriani in Giappone. Circa 120 fedeli, provenienti da Kishiwada, Wakayama e zone limitrofe, si sono riuniti per pregare con cuore aperto per il continente africano, portando nel silenzio e nella voce del Rosario le speranze e le sfide di una terra ricca di vita e di fede.

La scelta della Chiesa di Kishiwada come luogo dell’incontro ha avuto un profondo significato: essa rappresenta il primo campo di missione dei Saveriani in Giappone, luogo dove tanti missionari hanno vissuto e servito con dedizione, aprendosi alla cultura locale e camminando insieme al popolo giapponese nella ricerca di Dio. La memoria di questo cammino ha reso l’incontro ancora più intenso e carico di gratitudine.

Alla preghiera hanno partecipato sei padri Saveriani, due confratelli con voti perpetui e sei suore Saveriane, testimoniando la continuità di una missione che si rinnova nel tempo. La presenza di fedeli di diverse nazionalità ha reso il Rosario un’esperienza profondamente sinodale: grazie ai nostri confratelli africani, alcuni misteri sono stati recitati in kiswahili e lingala, segno concreto dell’universalità della Chiesa e della bellezza della diversità.

Il Rosario, incentrato sui “Misteri della Luce”, ha guidato la comunità nella preghiera per cinque intenzioni legate all’Africa: la vocazione dei giovani, la forza dei legami familiari, la testimonianza del Vangelo, la luce della riconciliazione e l’unità attraverso l’Eucaristia. Ogni mistero ha aperto uno spazio di riflessione e di intercessione, toccando profondamente i cuori dei presenti.

Durante il raduno, il padre regionale ha offerto una riflessione profonda sull’esperienza della preghiera, toccando il cuore dei presenti. Ha ricordato che pregare non è sempre facile: “Quando cerchiamo di pregare, possiamo sentirci distratti, sopraffatti dai pensieri, o persino dubitare del senso di ciò che stiamo facendo. Ci chiediamo: ‘Dio ascolta davvero la mia preghiera?’” Questa lotta interiore, ha detto, è comune a tutti. Eppure, riconoscere la povertà della nostra preghiera non è motivo di scoraggiamento, ma il vero inizio di un cammino autentico con Dio. Ha sottolineato l’importanza della perseveranza: “La preghiera non sempre porta risposte immediate. Ma come Abramo, siamo chiamati a pregare con insistenza, umiltà e fiducia, senza arrenderci.” Citando il Vangelo di Luca (11,9), ha incoraggiato i fedeli: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.”

Anche quando la preghiera sembra una lotta, ha detto, è proprio in quel combattimento che nasce una relazione profonda con Dio. Infine, ha condiviso una visione luminosa: “Nel cuore della preghiera, accade un miracolo: i nostri occhi vengono trasformati, e impariamo a vedere ogni persona e ogni evento con lo sguardo di Dio.” Con queste parole, il padre regionale ha invitato tutti a considerare il Rosario non come una conclusione, ma come un nuovo inizio: un invito a portare la luce della preghiera nella vita quotidiana, nella missione e nell’incontro con gli altri.

Nel suo saluto, anche il padre provinciale ha ringraziato i partecipanti per la loro presenza e ha ricordato che “l’Africa è una terra piena di sfide, ma anche una fonte di speranza”. Ha invitato tutti a continuare a pregare affinché la luce del Vangelo possa illuminare ogni angolo del continente, sostenendo le comunità cristiane e promuovendo la pace.

L’incontro si è concluso con un pranzo semplice e fraterno, durante il quale si è celebrato il compleanno di fratel Lucien e di un missionario della Congregazione dei Colombani. Un momento di festa che ha rafforzato i legami e alimentato il senso di appartenenza alla grande famiglia missionaria, nella gioia condivisa e nella gratitudine per il cammino fatto insieme. (Romualdus Juang sx)

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Fourth Missionary Rosary Gathering

Praying for Africa with Gratitude and a Spirit of Communion

On Tuesday, September 23, 2025, the Church of Kishiwada joyfully hosted the fourth Missionary Rosary gathering, part of the celebrations marking the 75th anniversary of the Xaverian Missionaries’ presence in Japan. Around 120 faithful from Kishiwada, Wakayama, and nearby areas came together to pray with open hearts for the African continent, lifting up its hopes and challenges through the silence and voice of the Rosary—a land rich in life and faith.

The choice of Kishiwada Church as the venue held deep significance: it was the first mission field of the Xaverians in Japan, a place where many missionaries lived and served with dedication, embracing the local culture and walking alongside the Japanese people in their search for God. This memory made the gathering even more meaningful and filled with gratitude.

Six Xaverian priests, two brothers with perpetual vows, and six Xaverian sisters joined the prayer, bearing witness to a mission that continues to renew itself over time. The presence of faithful from various nationalities made the Rosary a profoundly synodal experience: thanks to our African brothers, some mysteries were prayed in Kiswahili and Lingala—a tangible sign of the Church’s universality and the beauty of diversity.

Centered on the “Luminous Mysteries,” the Rosary guided the community in prayer for five intentions related to Africa: the vocation of youth, the strength of family bonds, the witness of the Gospel, the light of reconciliation, and unity through the Eucharist. Each mystery opened a space for reflection and intercession, deeply touching the hearts of those present.

During the gathering, the regional superior offered a heartfelt reflection on the experience of prayer. He reminded everyone that prayer is not always easy: “When we try to pray, we may feel distracted, overwhelmed by thoughts, or even question the meaning of what we’re doing. We ask ourselves: ‘Does God really hear my prayer?’” This inner struggle, he said, is common to all. Yet recognizing the poverty of our prayer is not a reason for discouragement—it is the true beginning of an authentic journey with God. He emphasized the importance of perseverance: “Prayer doesn’t always bring immediate answers. But like Abraham, we are called to pray with persistence, humility, and trust, without giving up.” Quoting the Gospel of Luke (11:9), he encouraged the faithful: “Ask and it will be given to you; seek and you will find; knock and the door will be opened to you.” Even when prayer feels like a struggle, he said, it is precisely in that struggle that a deep relationship with God is born. Finally, he shared a luminous vision: “In the heart of prayer, a miracle happens: our eyes are transformed, and we learn to see every person and every event with the gaze of God.”

With these words, the regional superior invited everyone to see the Rosary not as a conclusion, but as a new beginning—a call to bring the light of prayer into daily life, into mission, and into encounters with others. In his greeting, the provincial superior also thanked the participants for their presence and reminded them that “Africa is a land full of challenges, but also a source of hope.” He invited all to continue praying so that the light of the Gospel may illuminate every corner of the continent, supporting Christian communities and promoting peace.

The gathering concluded with a simple and fraternal lunch, during which the birthdays of Brother Lucien and a missionary from the Columban Congregation were celebrated—a joyful moment that strengthened bonds and nourished the sense of belonging to the great missionary family, in shared joy and gratitude for the journey made together. (Romualdus Juang s.x.)

 

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Romualdus Juang sx
31 Octobre 2025
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