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INDONESIA - PROVINCIA DI ACEH – SUMATRA SETTENTRIONALE E SUMATRA OCCIDENTALI: INNONDAZIONI DEVASTANTI

05 Dicembre 2025

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L’Indonesia è diventato il centro d’attenzione mondiale in questa ultima settimana per la catastrofe naturale, ossia le inondazioni e frane causate dall’ondata di piogge torrenziali, alimentate da cicloni, che ha colpito le province di Aceh, Sumatra settentrionale e Sumatra occidentale. L’Agenzia Nazionale per la Gestione delle Catastrofi in Indonesia ha rilasciato un bilancio preoccupante e terrificante. Si registrano 770 vittime, più di 650 i dispersi, e poco più di tre milioni di sfollati. Molti ponti e strade sono interrotti o bloccati rendendo difficoltoso il tentativo di portare i soccorsi. Tanti villaggi sono isolati, addirittura sommersi nel fango.

Il governo, insieme a molte associazioni civili e religiose, organizzazioni internazionali si sono mossi a rispondere all’emergenza. Alcune delle nostre comunità cristiane a Padang, per esempio, si sono date da fare a preparare delle cose di prima necessità (cibo, vestiti, medicine, altro).

Tuttavia, dopo una settimana dalla tragedia la situazione resta ancora preoccupante: i soccorsi non raggiungono i posti più remoti; molte persone rischiano di morire per il freddo, per la mancanza di cibo, per malattia, o per aver perso la speranza di non avere più le notizie dei propri cari. Alcune autorità locali si sono arrese per la disperazione o per la complessità della situazione da affrontare e sembra, purtroppo, che il governo nazionale abbia preso alla leggera la cosa, sostenendo che “la gestione delle crisi è una competenza ‘provinciale’”. (Ferdinandus Supandri sx)


English

INDONESIA - PROVINCE OF ACEH - NORTHERN SUMATRA AND WESTERN SUMATRA: CATASTROPHIC FLOODS

Indonesia has been the focus of global attention over the past week due to a natural disaster, namely floods and landslides caused by torrential rains fuelled by cyclones, which hit the provinces of Aceh, North Sumatra and West Sumatra. The Indonesian National Disaster Management Agency has released a worrying and terrifying report. There are 770 victims, more than 650 missing and just over three million displaced. Many bridges and roads are cut off or blocked, making it difficult to bring in relief supplies. Many villages are isolated, even submerged in mud.

The government, many civil and religious associations, and international organisations have taken action to respond to the emergency. Some of our Christian communities in Padang, for example, have been busy preparing basic necessities (food, clothing, medicine, etc.).

However, a week after the tragedy, the situation remains worrying: relief efforts are not reaching the most remote areas; many people are at risk of dying from cold, lack of food, disease, or having lost hope of ever hearing from their loved ones again. Some local authorities have given up out of despair or because of the complexity of the situation they are facing, and it seems, unfortunately, that the national government has taken the matter lightly, saying that “crisis management was a ‘provincial’ responsibility”. (Ferdinandus Supandri, s.x.)