P. MARIO CELLI
Monteporzio Catone (RM), 7 dicembre 1943
São Paulo, 4 maggio 2012
All'ospedale São Luiz (Morumbi) di São Paulo, il 4.5.2012 verso le 08.30, è morto il P. Mario Celli Era stato ospedalizzato il 17 marzo per un intervento al fegato, seguito purtroppo da complicazioni risultate determinanti. Aveva 68 anni, essendo nato a Monteporzio Catone (Roma) il 7.12.1943.
Seminarista della diocesi di Frascati sino alla fine del primo anno di teologia, entrò tra i Saveriani a Nizza Monferrato il 2 ottobre 1964. «Ho detto sì all'ideale missionario per una esigenza ed un bisogno spontaneo di una vita più perfetta messa a disposizione della S. Chiesa per i suoi bisogni più urgenti, per la gloria di Dio ed il bene delle anime. La mia scelta per la società saveriana non è stata determinata da motivi particolari ma da una simpatia spontanea verso di essa; credo sia stato il Signore a scegliere per me».
Concluso l'anno di Noviziato con la Prima Professione (3.10.1965) passò a Parma per completare gli studi teologici. All'inizio dell'ultimo anno di teologia, il 29 ottobre 1967, fu ordinato presbitero a Monteporzio Catone nella sua parrocchia d'origine.
I formatori rilevano la ricchezza della personalità del P. Mario: « Celli è dotato di vari talenti. È un bravo capo-cantore, certamente il migliore tra quanti sono passati per Nizza. Sa dipingere. Riesce bene negli studi. Si è poi esercitato nella dipendenza, nell'ubbidienza, nello spirito di fede, nel silenzio, nella devozione alla Madonna […]. Potrà riuscire un ottimo religioso, e potrebbe pure uscir fuori strada. Ma, al presente, considerata la sua forza volitiva, il suo fervore, il giusto orientamento preso e la generosità delle sue disposizioni, nulla lo fa supporre».
Il 7 agosto 1968 partiva per il Burundi dove lavorò dal '68 al '78. Sono gli anni dell'immediato postconcilio e, per il Burundi, dell'avvio della vita democratica dopo l'indipendenza. Sono anche i primi anni della presenza saveriana. Prestò il suo servizio a Murago e a Kigwena, oltre che a Luvungi, in Congo, con i rifugiati Burundesi. Dal '76, ancora in Burundi, a Rumonge. Nel '78 ottenne di essere richiamato in Italia perché, come andava ripetendo da qualche tempo ai Superiori: «Ho bisogno di impormi un periodo di calma, di riflessione e di studio. […] Altrimenti rischio di essere uno sbandato, uno strano essere 'mezzo matto', che fa del bene, ma che lascia spesso sconcertati» (12.9.1974).
Rimase tre anni in Italia con l'incarico di Vicedirettore del CEM. Riuscì pure a completare gli studi iniziati alla Gregoriana, conseguendo il dottorato in missiologia all’Urbaniana (1978) e in Teologia pastorale alla Lateranense (1979). Sempre all’Urbaniana seguì anche un corso di Comunicazione sociale.
Nel 1981 fu mandato in Brasile. Servì quella chiesa nelle comunità parrocchiali delle periferie, come Itaquera (81-85) e Brasilandia (90-94; 95-98). Soprattutto, apprezzato e sostenuto da Dom Angelico Bernardino Sandalo, Vescovo – successivamente - di São Miguel Paulista, Brasilandia e Blumenau, P. Celli mise a disposizione della comunità cristiana il suo estro artistico e la sua buona preparazione. Coordinò la Pastorale della Comunicazione, dando aperture nuove alla pastorale e all’animazione missionaria, realtà per le quali produsse vario materiale visuale.
Così l'ha ricordato alla messa esequiale dom Angelico che - come puntualizza P. De Vidi trasmettendo questa testimonianza del vescovo –«gli voleva bene e lo stimava perché lo conosceva a fondo: nelle sbavature e nei molti talenti»: «Convinto discepolo missionario, Padre Mario, sull’esempio di Gesù passò tra di noi facendo il bene. Sull’esempio del Fondatore della famiglia saveriana, S. Guido M. Conforti, era affascinato dalla missione. Il suo cuore era aperto a tutto il mondo e alla scelta evangelica per i poveri. Artista, incantava tutti con le sue pitture e le sue musiche. Abbiamo vissuto nella stessa casa per molti anni a S. Miguel Paulista, condividendo la lettura orante della Bibbia, la contemplazione della realtà e l’approfondimento teologico per dare risposte attuali ai problemi della gente».
Riposi in pace.
