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Manicardi P. Edmeo

1847/500

EDMEO MANICARDI

PRATO di CORREGGIO (Reggio Emilia), 18 agosto 1940
 PARMA, 22 ottobre 2010

A Parma, alle ore 05,00 del 22 ottobre, è morto P. Edmeo Manicardi, che da circa due anni era alle prese con seri problemi cardiaci. Aveva da poco compiuto i settant'anni, essendo nato a Prato di Correggio (Reggio Emilio) il 18 agosto 1940.

Presbitero della Diocesi di Reggio Emilia e "missionario sempre, in Congo come in Italia" - si legge nel settimanale diocesano, 'La libertà' del 30 ottobre 2010 - Padre Edmeo maturò la sua decisione di diventare missionario proprio nel Seminario Diocesano, dove capitavano spesso dei missionari a rendere testimonianza della loro vita in terra di missione. (Memorabili al riguardo le conferenze del P. Alfeo Emaldi).

Per questo, «incoraggiato dal Direttore Spirituale, con il consenso e la benedizione del Vescovo, ma soprattutto disponibile e obbediente al comando del Signore: "Andate in tutto il mondo!" (Mt 28,19), entrò tra i Saveriani nel noviziato di Nizza Monferrato il 14.9.67. «Aperto, sincero, dinamico, con buone capacità organizzative. Accurato nella predicazione» (Presentazione alla Prima Professione). Insomma, un giovane prete preparato per la pastorale giovanile.

Emessa la prima professione a Nizza Monferrato il 15 settembre 1968, trascorse alcuni mesi a Parma collaborando con gli incaricati di Mani Tese. Nell'aprile dell'anno successivo iniziò la marcia di avvicinamento al Congo. Prima il corso di lingua francese a Neuchatel (Svizzera), poi lo studio del Kiswahili a Kinshasa. «Posso dire che il soggiorno di Kinshasa è stato utile per l'approccio graduale al Congo, per la base di swahili; ultimo, ma non meno importante, per l'incontro con altri missionari di altre nazionalità». E aggiungeva, una volta giunto a Kamituga: «Mi trovo a dover imparare un mucchio di cose e ciò mi fa essere prudente (la pazienza non è il mio forte). I problemi sono tanti e trovo presuntuoso partire a schioppettata» (12.5.70).

Fece parte della comunità Saveriana del Congo fino al 1978: fu cappellano a Kamituga, vicerettore del seminario di Mungombe, ancora cappellano a Mboko e Baraka. 

Nel 1978 accettò di rientrare in Italia per l'avvicendamento. Fu Rettore della casa di Salerno.

Dopo tre anni, nel 1981, ottenne di tornare in Congo. Vi rimase fino al 1997, prestando il suo servizio nelle parrocchie di Kidote, Mboko, Shabunda, Kakutya e Luvungi.

Dal 1997 al 2000 collaborò all'assistenza dei confratelli ammalati a Parma. Fu quindi animatore missionario a Parigi e poi a Salerno.

Nel 2006 rientrò in Congo. Fu cappellano a Shabunda e poi incaricato dell'accoglienza alla Domus di Bukavu. Nel 2008 un grave problema cardiaco lo obbligò a tornare in Italia per essere operato. Nel settembre del 2009, nonostante le precarie condizioni di salute insistette per ripartire … ma la salute non lo sostenne e, nell'aprile del 2010, rientrò definitivamente.

Edmeo fu un missionario zelante: «Invidiabili lo zelo ardente e la dedizione missionaria veramente straordinaria. Era pastoralmente creativo; cercava metodi e strade nuove per avvicinare e evangelizzare specialmente i giovani. Lo sport, insegnato e praticato nel rispetto delle regole, era per lui uno strumento di formazione e di missione. È stato un lottatore. Ha fatto delle battaglie campali, forse non sempre lucide, ma sempre lanciate in buona fede, con impegno personale, entusiasmo, sacrificio e perseveranza» (P. Trettel, 7.12.10).

Fu pure un missionario profondamente legato alla diocesi d'origine. La animava missionariamente e ne veniva animato, come scriveva nell'ottobre 1984: «Nella mia diocesi l'apertura ad ogni iniziativa di bene, guardando oltre la parrocchia e la diocesi, è diventata sempre più evidente e edificante. Sento di dover imparare umilmente. Per la comune missione che compiamo in campi diversi ma tutti insieme».

Il Signore lo ripaghi con il suo Paradiso.

DG
22 Ottobre 2010
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