Il giorno è iniziato con l’Eucarestia presieduta e animata dai delegati del Giappone. Le attività poi sono seguite con la presentazione delle relazioni delle circoscrizioni saveriane in Africa.
Burundi
Mario Pulcini, superiore regionale, ha iniziato con la regione del Burundi, che attualmente conta con 14 saveriani di cinque nazionalità (Burundi, Cameroun, Congo, Italia e Messico). Ricordando le priorità della presenza saveriana in questo paese, P. Mario ha messo in luce: la necessità del primo annuncio, con particolare attenzione ai problemi di giustizia, pace, riconciliazione e dialogo interreligioso; la formazione degli agenti pastorali; l’animazione missionaria e vocazionale; la formazione di futuri missionari saveriani laici, religiosi e presbiteri.
Le comunità cristiane locali rappresentano un terreno generoso per le vocazioni missionarie. Le principali sfide che si devono affrontare sono la qualificazione dei nostri formatori e una concertazione tra questi e i responsabili delle diverse circoscrizioni saveriane. Si sente il bisogno anche di alcuni confratelli che padroneggiano le nuove tecniche di comunicazione.
Cameroun-Tchad
La relazione sul Camerun-Ciad, con 33 confratelli attivi di 7 nazionalità, è stata presentata da p. Fernando García, superiore regionale. È stata messa in risalto l’intensa attività missionaria svolta nell’ambito dell’evangelizzazione, delle parrocchie, dei mezzi di comunicazione, del dialogo interreligioso, dell’inculturazione e della promozione delle culture locali, così come il significativo impegno nella formazione, soprattutto con la teologia internazionale di Yaoundé, dove si trovano 14 studenti professi temporanei, e con la comunità del propedeutico-filosofia che conta con 19 giovani.
Secondo p. Fernando, è necessario proporre continuamente la nostra specificità carismatica orientata alla missione ad gentes. “Anche nel Camerun-Ciad c’è il rischio di cadere in una pastorale generica”, puntualizza il superiore; “la domanda che ci accompagna è sapere se le nostre parrocchie stanno diventando parrocchie missionarie”.
Mozambico
La terza relazione della giornata è stata introdotta da p. Dieudonné Bonané Chokola, superiore delegato del Mozambico. È stata innanzitutto evidenziata la situazione socio-politica del paese, il contesto religioso ed ecclesiale e l’ambito saveriano. “Il Mozambico si presenta come una terra di primo annuncio per eccellenza”, costata la relazione, nonostante le sfide che si presentano al lavoro missionario: la povertà assoluta, i conflitti armati, l’analfabetismo, il nomadismo, la dittatura del partito al potere.
Secondo p. Dieudonné, “la nostra presenza in Mozambico è perfettamente in linea con il carisma saveriano. Le attese sono di allargare l’ambito di azione anche alla pastorale vocazionale e alla formazione, non avendo paura delle nuove tecnologie, specializzando i confratelli e cogliendo l’opportunità di evangelizzare anche nelle scuole”.
Nel pomeriggio, alle 15:00, p. Dieudonné ha ripreso rispondendo alle domande dell’assemblea terminando così il suo intervento sulla Delegazione del Mozambico.
Repubblica Democratica del Congo
In seguito, P. Faustino Turco, P. Sebastiano Amato e P. Bernard Cibambo hanno presentato la relazione della circoscrizione che aggrega 45 confratelli. Le priorità apostoliche, in 60 anni di presenza saveriana, hanno subito una evoluzione, sempre nella ricerca della fedeltà al carisma ad gentes. Dalla plantatio delle strutture ecclesiali si è passati alla consegna di 25 parrocchie. Il primo annuncio è ancora attuale, si è presenti in sette parrocchie periferiche e lontane, e ci si impegna soprattutto nella formazione missionaria e nell’animazione missionaria vocazionale. La grande parte dei giovani candidati vengono dalle nostre missioni, che sono diventate centri di animazione missionaria.
Si cercano sempre nuove vie per affrontare nuove sfide: le realtà urbane, le periferie, i giovani. “Sentiamo che dobbiamo andare oltre le parrocchie con presenze qualificate in nuovi areopaghi, investendo in nuove presenze missionarie, giustizia-pace-ambiente, formazione e periferia, e i social media” conclude p. Amato.
Sierra Leone
Per ultimo, P. Carlo DI Sopra e P. Louis Birabaluge hanno esposto la situazione della Regione della Sierra Leone, che conta con 16 saveriani di 6 nazionalità, distribuiti in 5 comunità. La storia racconta dell’arrivo dei saveriani nel 1950, del loro impegno soprattutto nelle scuole, dello zelo missionario, della stretta solidarietà con il popolo durante la guerra civile negli anni 90, della consegna delle parrocchie per andare alle periferie negli anni 2000, nel rimanere con la gente durante l’epidemia dell’Ebola. L’evangelizzazione è sempre stata la priorità e le parrocchie, come anche le scuole, lo strumento privilegiato.
Recentemente si è cominciato con l’animazione missionaria e vocazionale e la formazione. L’inizio è stato un po’ faticoso, ma adesso il cammino si è avviato. La preparazione accademica è considerata la sfida essenziale, come anche la creatività nella formazione e nell’animazione attraverso i social media.
Avendo finito con l’Africa, si è passati all’America Latina, cominciando dal Brasile Nord.
Brasile Nord
Il regionale P. Saul Ruíz Álvares ha mostrato subito la situazione del personale con molti missionari già anziani. Le priorità saveriane in Amazzonia sono: le parrocchie, che sono passate dall’urgenza pastorale a luogo di animazione missionaria e vocazionale; la pastorale indigenista, che necessita di personale specializzato; la pastorale sociale, giustizia-pace-ambiente come dimensione integrante dell’evangelizzazione; l’animazione missionaria, vocazionale e la formazione.
Secondo p. Saul, i saveriani “si sono sempre distinti per l’inserimento, lo zelo missionario, l’opzione per i poveri, ma hanno bisogno di staccarsi dal protagonismo personale per fare spazio alla dimensione comunitaria della missione”. La questione ecologica è la grande sfida della Chiesa in Amazzonia, e anche i saveriani sono chiamati alla difesa della casa comune come impegno con tutta l’umanità.
The day began with the Eucharist presided and animated by delegates from Japan. The first session began with the presentation of the reports of the Xaverian regions in Africa.
Burundi
Fr. Mario Pulcini, Regional Superior, started with the Burundi region, which currently has 14 Xaverians of five nationalities (Burundi, Cameroon, Congo, Italy and Mexico). Recalling the priorities of the Xaverian presence in this country, Fr. Mario pointed out: the need for the first announcement with particular attention to the problems of justice, peace, reconciliation and interreligious dialogue; The formation of pastoral agents; The missionary and vocational animation; The formation of future lay missionaries, lay people, religious and priests.
Local Christian communities are a generous field for missionary vocations. The main challenges we face are the qualification of our trainers and the coordination between them and those responsible for the various Xaverian circumscriptions. There is also the need for some confreres to master the new communication techniques.
Cameroon-Chad
The report on Cameroon-Chad, with 33 active confreres of 7 nationalities, was presented by Fr. Fernando García, regional superior. The intense missionary activity of evangelization, parishes, media, interreligious dialogue, inculturation and promotion of local cultures has been emphasized, as well as the significant engagement in formation, especially through Yaounde's international theology, where there are 14 temporary professed students, and the community of propedeutica-philosophy that has 19 young people.
According to Fr. Fernando, it is necessary to continually propose our charism specificity directed at the mission ad gentes. "Even in Cameroon-Chad there is a risk of falling into a generic pastoral practice", points out the superior; "The question that stays with us is, ‘are our parishes becoming missionary parishes?’"
Mozambique
The third report of the day was introduced by Fr. Dieudonné Bonané Chokola, Mozambique's delegate. First of all, the country's socio-political situation, the religious and ecclesial context and the Xaverian context were highlighted. "Mozambique presents itself as a land of first announcement par excellence", despite the challenges posed to missionary work: absolute poverty, armed conflict, illiteracy, nomadism, the dictatorship of the ruling party.
According to Fr. Dieudonné, "our presence in Mozambique is perfectly in line with the Xaverian charism. Expectations are to broaden the scope of service also to vocational ministry and formation, being unafraid of new technologies, confreres who can specialize in needed areas and seizing the opportunity to evangelize even in schools. "
In the afternoon, at 3:00 pm, Fr. Dieudonné resumed answering questions from the assembly, ending his presentation on the Delegation in Mozambique.
Democratic Republic of Congo
Fr. Faustino Turco, Fr. Sebastiano Amato and Fr. Bernard Cibambo presented the report of the circumscription that numbers 45 confreres. Apostolic priorities, in the 60 years of the Xaverian community’s presence, have undergone an evolution, always in the search for fidelity to the charism ad gentes. From the “plantation model” of ecclesiastical structures, 25 parishes now remain. The first announcement is still present, in a particular way present in seven parishes on the periphery and at some distance from centers, and the community is especially committed to missionary formation and vocational missionary animation. Many of our young candidates come from our parishes, which have become centers of missionary animation.
The community is always looking for new ways to face new challenges: urban realities, suburbs, young people. "We feel that we must go beyond the parishes with a qualified presence in new arenas, investing in new missionary presence, justice, peace, environment, training and periphery, and social media" concludes Fr. Amato.
Sierra Leone
Fr. Carlo DI Sopra and Fr. Louis Birabaluge presented the report on the Sierra Leone Region, which has 16 Xaverians of 6 nationalities, distributed in 5 communities. Fr Carlo told of the arrival of the first Xaverians in 1950, of their commitment especially in schools, of missionary zeal, of close solidarity with the people during the civil war in the 90s, of the parish plan to go to the periphery in 2000, of staying with people during the epidemic of Ebola. Evangelization has always been the priority and parishes, as well as schools, the preferred instrument.
Recently, the community initiated missionary animation and vocational training and formation. The start was a bit challenging, but now the journey has started. Academic preparation is considered to be the essential challenge, as well as creativity in training and animation through social media.
Having ended the reports on Africa, the Chapter began hearing the reports of Latin America, beginning with North Brazil.
North Brazil
The regional superior Fr. Saul Ruíz Álvares first showed the personnel situation with many missionaries already in their latter years. Xaverian priorities in the Amazon are: parishes, which have passed from the urgency of pastoral care to places of missionary and vocational animation; Indigenous pastoral care, which needs specialized staff; Social pastoral care, justice-peace-environment as an integral part of evangelization; Missionary animation, vocation and training.
According to Fr. Saul, the Xaverians, "have always distinguished themselves by an attitude of inclusion, missionary zeal, the option for the poor. But now they need to step away from being personal protagonists to make room for the community dimension of the mission." The ecological question is the great challenge of the Church in the Amazon, and the Xaverians are also called to defend the common home as a commitment to all mankind.
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