Skip to main content

Breaking the “traditional” understanding of mission

538/500

XVIII GENERAL CHAPTER - Reflexion

The theme of the 18th General Chapter “loving our Xaverian vocation”, made me think about the many and varied Xaverian confreres I have lived with over the years. Needless to say, they fall into different categories of “loving” their vocation – from those who are enthusiastic to those who feel constrained and want to leave! Now, at this point, I should say that I know that I have my own way of expressing my love for my vocation and not everyone would agree that it is a “Xaverian” way of living. I need to own my stubbornness and, at times, lack of charity and patience for my community. However, I try and live and share my vocation with the community and seek to bring alive the “proclaiming the Good News”.

And it is in community where the strength of the Xaverain vocation lies. It is when we discern together, work together and collaborate with people who share our vision that the Xaverian Vocation becomes a sign of the Kingdom. However, all too often, what we discern in community is left to a few to live. This has been my experience of Regional Chapters when we all raise our hands and agree with the final document and what it asks us to commit to. It is in the weeks and months and years after that we see the commitment to a discerned vision either being ignored or questioned or put aside for individual commitments and ministries! The shared vision becomes fragmented and owned by a few and the whole. The same, I believe, is true of General Chapters – there are beautiful documents produced, but life goes back to the usual way.

What I would like to see is a Chapter that is bold in bringing Conforti’s vision to the world today. Conforti was committed to bringing people together (dialogue), to healing the wounds of society (justice and peace), to a Church that is not culturally centred in Europe but is open to the diversity of the Spirit (inculturation). Conforti sought to break the “traditional” understanding of how mission is lived - as seen in his input in Maximum Illud and how that apostolic letter shaped mission for the 20th Century.

Once again, we are in a place where a break with “tradition” is needed. Europe is now recognised as mission “territory”, our numbers are in decline, we have structures that determine our presences and not the other way around and we are moving from a majority Italian to varied and culturally diverse congregation. I hope and pray that this Chapter takes the “joy of the Gospel” as its core as we seek to re-envision Conforti’s dream. Just as Conforti channelled the new realities of his day into the vision of the Xaverian Missionaries. Let us make the bold moves needed to renew our congregation to meet the needs of our world today.

A world divided by wealth, a world divided by religion, a world facing a climate crisis needs to the joy of a missionary vocation and community to help heal these wounds. Specifically, in Europe and the West, where we face a situation where the Church is not just declining, but even becoming irrelevant, we need a vision of mission that allows the Good News to inspire and revitalise our missionary endeavours.

Over my years as a Xaverian, I may not have had the “global” experience I wanted. However, I have had the joy of sharing community with Xaverians committed to proclaiming the Good News, to lay collaborators who challenged and enabled our ministry. I am as committed to my Xaverian vocation as I was over 30 years ago at my first profession. The voices present at the 18th General Chapter need to reflect the realities of our missions and find a way to bring a renewed voice to Conforti’s dream of a congregation that lives the Good News by being international, intercultural and engaged with global realities that effect local communities.

“Don’t be discouraged, the Lord measures not so much the results of your labour, as the right intention with which you work” St. Guido Maria Conforti.

Preston, United Kingdom, September 23rd, 2022.

Fr. Patrick Duffy, sx


Superare la concezione ‘tradizionale’ della missione

XVIII CAPITOLO GENERALE - Riflessione

Il tema del 18° Capitolo Generale, “Amare la nostra vocazione Saveriana” mi ha fatto pensare ai molti confratelli con cui ho vissuto durante questi anni. Non c’è bisogno di dire che rientrano in diverse categorie di quell’ “amare” la propria vocazione – da quelli che sono entusiasti a quelli che si sentono a disagio e vogliono lasciare! A questo punto, devo dire di essere consapevole di avere anch’io il mio modo di esprimere il mio amore per la mia vocazione, e non tutti saranno d’accordo che si tratti di uno stile di vita “saveriano”. Devo ammettere la mia testardaggine e, a volte, la mancanza di carità e pazienza verso la mia comunità. Tuttavia, cerco di vivere e di condividere la mia vocazione con la comunità, e cerco di rendere viva la “proclamazione della Buona Notizia”.

È nella comunità che risiede la forza della vocazione Saveriana. È quando discerniamo insieme, quando lavoriamo insieme e collaboriamo con le persone che condividono la nostra visione che la vocazione Saveriana diventa un segno del Regno. Tuttavia, troppo spesso, il frutto del discernimento nella comunità è messo in pratica soltanto da qualcuno. Questa è stata la mia esperienza dei Capitoli Regionali, dove tutti solleviamo le nostre mani e ci pronunciamo d’accordo con il documento finale e con quanto ci viene chiesto di impegnarci a fare. È nelle settimane e mesi e anni successivi che vediamo come l’impegno a mettere in pratica il frutto del discernimento è ignorato, oppure messo in discussione o tralasciato, per ministero e impegni personali! La visione condivisa diventa frammentata e posseduta da pochi. Credo che per i Capitoli Generali sia la stessa cosa – si producono bei documenti, ma la vita continua nel modo solito.

Quello che mi piacerebbe vedere è un Capitolo coraggioso nel portare la visione di Conforti nel mondo di oggi. Conforti era impegnato a costruire rapporti tra le persone (dialogo), a curare le ferite della società (giustizia e Pace), per una Chiesa che non fosse centrata culturalmente in Europa ma aperta alla diversità dello Spirito (inculturazione). Conforti ha cercato di superare il modo “tradizionale” di comprendere il modo di vivere la missione – come si può vedere nella Maximum Illud - e come quella lettera apostolica modellava la missione per il 20° secolo.

Ancora una volta, ci troviamo in un momento in cui è necessaria una nuova rottura con la “tradizione”. L’Europa è riconosciuta adesso come “territorio” di missione, i nostri numeri sono in declino, abbiamo strutture che condizionano le nostre presenze e stiamo passando da una congregazione a maggioranza italiana ad una composita e culturalmente diversificata. Spero e prego che questo Capitolo prenda la “gioia del Vangelo” come cardine mentre cerchiamo di re-interpretare il sogno di Conforti. Proprio come Conforti ha convogliato le nuove realtà del suo tempo nella visione dei Missionari Saveriani. Facciamo con coraggio le scelte necessarie per rinnovare la nostra congregazione per affrontare le necessità del mondo di oggi.

Un mondo diviso dalla ricchezza, un mondo diviso dalla religione, un mondo che deve affrontare la crisi climatica ha bisogno della gioia della vocazione missionaria e comunitaria per facilitare la guarigione delle ferite. In modo particolare, in Europa e in occidente, in una situazione in cui la Chiesa non sta solo decrescendo, ma sta diventando irrilevante, abbiamo bisogno di una missione che permetta alla Buona Notizia di ispirare e rivitalizzare le nostre attività missionarie.

In tutti i miei anni da Saveriano, probabilmente non ho avuto l’esperienza “globale” che avrei voluto. Tuttavia ho avuto la gioia di condividere la comunità con Saveriani impegnati nella proclamazione della Buona Notizia, e collaboratori laici che hanno spinto e reso possibile il nostro ministero. Sono impegnato nella mia vocazione Saveriana come lo ero 30 anni fa alla mia prima professione.

Le voci presenti al XVIII Capitolo Generale hanno bisogno di riflettere le realtà della nostra missione e trovare un modo per portare una voce rinnovata al sogno di Conforti di una congregazione che vive la Buona Notizia a partire dalla internazionalità, dalla interculturalità e sia coinvolta nelle realtà globali che toccano le comunità locali.

“Non vi scoraggiate, il Signore non misura tanto i risultati del vostro lavoro, quanto la buona intenzione con cui lavorate” (San Guido Maria Conforti).

Preston, Regno Unito, 23 settembre 2022

P. Patrick Duffy sx


Dépasser la conception « traditionnelle » de la mission

XVIII CHAPITRE GÉNÉRAL - Réflexion

Le thème du XVIII Chapitre général, « Aimer notre vocation xavérienne », m'a fait penser aux nombreux confrères avec lesquels j'ai vécu pendant ces années. Il va sans dire qu'ils appartiennent à différentes catégories de ceux qui « aiment » leur vocation : ceux qui sont enthousiastes, ceux qui se sentent mal à l'aise et veulent partir ! À ce stade, je dois dire que je suis conscient que moi aussi j'ai ma propre façon d'exprimer mon amour pour ma vocation, et tout le monde ne sera pas d'accord pour dire que c'est un style de vie "xavérien". Je dois admettre mon entêtement et parfois mon manque de charité et de patience envers ma communauté. Cependant, j'essaie de vivre et de partager ma vocation avec la communauté, et j'essaie de faire vivre "l'annonce de la Bonne Nouvelle".

C'est dans la communauté que réside la force de la vocation xavérienne. C'est lorsque nous discernons ensemble, lorsque nous travaillons ensemble et collaborons avec des personnes qui partagent notre vision que la vocation xavérienne devient signe du Royaume. Cependant, trop souvent, le fruit du discernement dans la communauté n'est mis en pratique que par quelqu'un. Cela a été mon expérience des Chapitres régionaux, où nous levons tous la main et sommes d'accord avec le document final et avec ce à quoi on nous demande de nous engager. C'est dans les semaines, les mois et les années qui suivent que nous voyons comment l'engagement à mettre en pratique le fruit du discernement est ignoré, ou remis en question ou négligé, par le ministère et les engagements personnels ! La vision partagée devient fragmentée et appartient à quelques-uns. Je pense que c'est la même chose avec les Chapitres généraux : de beaux documents sont produits, mais la vie continue comme d'habitude.

Ce que j'aimerais voir, c'est un Chapitre courageux pour apporter la vision de Conforti au monde d'aujourd'hui. Conforti s'est engagé à construire des relations entre les personnes (dialogue), à ​​panser les blessures de la société (justice et paix), pour une Église qui ne soit pas culturellement centrée sur l'Europe mais ouverte à la diversité de l'Esprit (inculturation). Conforti a essayé d'aller au-delà de la manière "traditionnelle" de comprendre comment vivre la mission - comme on peut le voir dans la Maximum Illud - et comment cette lettre apostolique a façonné la mission pour le XXe siècle.

Une fois de plus, nous nous trouvons à un moment où une nouvelle rupture avec la "tradition" s'impose. L'Europe est désormais reconnue comme un "territoire" de mission, nos effectifs diminuent, nous avons des structures qui conditionnent nos présences et nous passons d'une congrégation à majorité italienne à une congrégation composite et culturellement diversifiée. J'espère et je prie pour que ce Chapitre prenne la « joie de l'Évangile » comme pierre angulaire alors que nous cherchons à réinterpréter le rêve de Conforti. Tout comme Conforti a canalisé les nouvelles réalités de son temps dans la vision des Missionnaires xavériens. Nous faisons courageusement les choix nécessaires pour renouveler notre congrégation pour répondre aux besoins du monde d'aujourd'hui.

Un monde divisé par la richesse, un monde divisé par la religion, un monde confronté à la crise climatique a besoin de la joie de la vocation missionnaire et communautaire pour faciliter la guérison des blessures. Particulièrement en Europe et en Occident, dans une situation où l'Église non seulement décline mais perd de sa pertinence, nous avons besoin d'une mission qui permette à la Bonne Nouvelle d'inspirer et de revitaliser nos activités missionnaires.

Durant toutes mes années en tant que Xavérien, je n'ai probablement pas eu l'expérience "globale" que j'aurais aimée. Cependant, j'ai eu la joie de partager la communauté avec des Xavériens engagés dans la proclamation de la Bonne Nouvelle et des collaborateurs laïcs qui ont poussé et rendu possible notre ministère. Je suis aussi attaché à ma vocation xavérienne que je l'étais il y a 30 ans lors de ma première profession.

Les voix présentes au XVIIIe Chapitre général doivent refléter les réalités de notre mission et trouver un moyen d'apporter une voix renouvelée au rêve de Conforti d'une congrégation qui vit la Bonne Nouvelle à partir de l'internationalité, de l'interculturalité et est impliquée dans les réalités mondiales affectant les communautés.

« Ne vous découragez pas. Le Seigneur ne mesure pas tellement les résultats de votre travail mais il vise la bonne intention avec laquelle vous travaillez » (San Guido Maria Conforti).

Preston, Royaume-Uni, 23 septembre 2022

Patrick Duffy sx


Superar la concepción "tradicional" de la misión

XVIII CAPÍTULO GENERAL - Reflexión

El tema del XVIII Capítulo General, “Amar nuestra vocación javeriana”, me hizo pensar en los muchos hermanos con los que he convivido durante estos años. No hace falta decir que se inscriben en diferentes categorías de ese “amor” a la propia vocación: desde los entusiastas hasta los que se sienten incómodos y quieren marcharse. A este respecto, debo decir que soy consciente de que yo también tengo mi propia manera de expresar mi amor por mi vocación, y no todos estarán de acuerdo en que se trata de una forma de vida “javeriana”. Debo admitir mi terquedad y, a veces, mi falta de caridad y paciencia con mi comunidad. Sin embargo, intento vivir y compartir mi vocación con la comunidad, y trato de hacer vivo el “anuncio de la Buena Noticia”.

La comunidad es el lugar donde reside la fuerza de la vocación javeriana. De hecho, cuando discernimos juntos, cuando trabajamos juntos y colaboramos con personas que comparten nuestra visión, allí es cuando la vocación javeriana se convierte en un signo del Reino. Sin embargo, con demasiada frecuencia, el fruto del discernimiento en la comunidad lo pone en práctica solamente alguno. Esta ha sido mi experiencia en los Capítulos Regionales, donde todos levantamos la mano y estamos de acuerdo con el documento final y con lo que se nos pide que nos comprometamos. Es en las semanas, los meses y los años siguientes cuando vemos cómo el compromiso de poner en práctica el fruto del discernimiento se ignora, o se cuestiona o se deja de lado, ¡a causa del ministerio y los compromisos personales! La visión compartida se fragmenta y queda en manos de unos pocos. Creo que ocurre lo mismo con los Capítulos Generales: se elaboran hermosos documentos, pero la vida sigue su curso habitual.

Lo que me gustaría ver es un Capítulo valiente que lleve la visión de Conforti al mundo de hoy. Conforti vivió comprometido en construir relaciones entre las personas (diálogo), en curar las heridas de la sociedad (justicia y paz), trabajaba por una Iglesia no centrada culturalmente en Europa, sino abierta a la diversidad del Espíritu (inculturación). Conforti trató de ir más allá de la forma “tradicional” de entender la misión, como se puede ver en Maximum Illud:  carta apostólica que configuró la misión del siglo XX.

Una vez más, nos encontramos en un momento en el que es necesaria una nueva ruptura con la “tradición”. Europa es ahora reconocida como “territorio” de misión, nuestros números están disminuyendo, tenemos estructuras que limitan nuestra presencia, y estamos pasando de ser una congregación de mayoría italiana a una más variada y culturalmente diversa. Espero y rezo para que este Capítulo tome la “alegría del Evangelio” como referencia fundamental mientras tratamos de reinterpretar el sueño de Conforti. Así como Conforti asumió las nuevas realidades de su tiempo en la visión de los Misioneros Javerianos. Tomemos con valentía las decisiones necesarias para renovar nuestra congregación y hacer frente a las necesidades del mundo actual.

Un mundo dividido por la riqueza, un mundo dividido por la religión, un mundo que debe afrontar la crisis climática… necesita la alegría de la vocación misionera y comunitaria para facilitar la curación de las heridas. Especialmente en Europa y en Occidente, en medio de una situación en la que la Iglesia no sólo está decreciendo, sino que se vuelve irrelevante, tenemos necesidad de una misión que permita que la Buena Noticia inspire y revitalice nuestras actividades misioneras.

En todos mis años como Javeriano, probablemente no he tenido la experiencia “global” que hubiese querido. Sin embargo, he tenido la alegría de compartir la comunidad con Javerianos comprometidos con el anuncio de la Buena Nueva, y con colaboradores laicos que han impulsado y posibilitado nuestro ministerio. Estoy tan comprometido con mi vocación javeriana como lo estuve hace 30 años en mi primera profesión.

Las voces presentes en el XVIII Capítulo General tienen que reflejar las realidades de nuestra misión y encontrar la manera de proporcionar una voz renovada al sueño de Conforti de una congregación que vive la Buena Noticia a partir de la internacionalidad, la interculturalidad… y se implica en las realidades globales que afectan a las comunidades locales.

“No os desaniméis, el Señor no mide tanto los resultados de vuestro trabajo, sino la buena intención con la que trabajáis” (San Guido María Conforti).

Preston, Reino Unido, 23 de septiembre 2022

P. Patrick Duffy sx


Superar a concepção 'tradicional' de missão

XVIII CAPITULO GERAL - Reflexão

O tema do XVIII Capítulo Geral, "Amar nossa vocação xaveriana", me fez pensar nos muitos irmãos com quem vivi durante esses anos. Inútil dizer que eles se enquadram em diferentes categorias daquele "amar" a própria vocação - desde aqueles que são entusiastas até aqueles que se sentem desconfortáveis e querem partir! A este ponto, devo dizer que estou consciente que também eu tenho minha própria maneira de expressar meu amor por minha vocação, e nem todos concordarão ser um estilo de vida "xaveriano". Confesso minha teimosia e, às vezes, minha falta de caridade e paciência para com minha comunidade. Entretanto, tento viver e compartilhar minha vocação com a comunidade, e tento fazer viva a "proclamação da Boa Nova".

É na comunidade que reside a força da vocação xaveriana. É quando discernimos juntos, quando trabalhamos juntos e colaboramos com pessoas que compartilham nossa visão, que a vocação xaveriana se torna um sinal do Reino. No entanto, com demasiada frequência, o fruto do discernimento na comunidade só é posto em prática por alguns. Esta tem sido minha experiência dos Capítulos Regionais, onde todos levantamos a mão e concordamos com o documento final e com aquilo que devemos fazer. Mas, é nas semanas, meses e anos seguintes que vemos como o compromisso de colocar em prática o fruto do discernimento é ignorado, ou questionado, ou deixado de fora, devido ao ministério ou aos compromissos pessoais! A visão compartilhada torna-se fragmentada e acolhida por poucos. Acredito que o mesmo acontece com os Capítulos Gerais - são produzidos belos documentos, mas a vida continua como de costume.

O que eu gostaria de ver é um Capítulo que seja corajoso em trazer a visão da Conforti para o mundo de hoje. Conforti foi empenhado em construir relações entre as pessoas (diálogo), em curar as feridas da sociedade (justiça e paz), por uma Igreja que não fosse culturalmente centrada na Europa, mas aberta à diversidade do Espírito (inculturação). Conforti procurou ir além da forma 'tradicional' de entender o modo de viver a missão - como pode ser visto na Maximum Illud - e como essa carta apostólica modelava a missão para o vigésimo século.

Mais uma vez, nos encontramos em um momento em que é necessária uma nova ruptura com a "tradição". A Europa é agora reconhecida como "território" de missão, nossos números estão diminuindo, temos estruturas que limitam nossa presença e estamos passando de uma congregação de maioria italiana para uma congregação culturalmente diversificada. Espero e rezo para que este Capítulo tome "A alegria do Evangelho" como sua pedra angular enquanto procuramos reinterpretar o sonho de Conforti. Assim como Conforti canalizou as novas realidades de seu tempo para a visão dos Missionários Xaverianos. Façamos, com coragem, as escolhas necessárias para renovar nossa congregação e assim atender às necessidades do mundo de hoje.

Um mundo dividido pela riqueza, um mundo dividido pela religião, um mundo que enfrenta uma crise climática precisa da alegria da vocação missionária e comunitária para facilitar a cicatrização das suas feridas. Particularmente na Europa e no Ocidente, em uma situação em que a Igreja não só está em declínio, mas se tornando irrelevante, precisamos de uma missão que permita que a Boa Nova inspire e revitalize nossas atividades missionárias.

Em todos os meus anos como xaveriano, provavelmente não tive a experiência "global" que gostaria. No entanto, tive a alegria de compartilhar a vida comunitária com xaverianos comprometidos com a proclamação da Boa Nova, e colaboradores leigos que motivaram e tornaram possível nosso ministério. Estou tão comprometido com minha vocação xaveriana quanto estava há 30 quando fiz a primeira profissão.

Os presentes no XVIII Capítulo Geral precisam refletir as realidades de nossa missão e encontrar uma maneira de dar uma voz renovada ao sonho da Conforti de uma congregação que viva a Boa Nova a partir da internacionalidade, da interculturalidade e esteja envolvida com as realidades do mundo que afetam as comunidades locais.

“Não desanime, o Senhor não mede tanto os resultados do seu trabalho quanto a boa intenção com que você o realiza” (São Guido Maria Conforti).

Preston, Reino Unido, 23 de setembro de 2022

P. Patrick Duffy sx

 

Patrick Duffy sx
25 Novembre 2022
538 visualizzazioni
Disponibile in
Tag

Link &
Download

Area riservata alla Famiglia Saveriana.
Accedi qui con il tuo nome utente e password per visualizzare e scaricare i file riservati.