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San Guido Maria Conforti, missionario a 360 gradi

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1. Mons. Conforti è stato il Fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni Estere. Presentò l’audace progetto in una lettera al card. Ledochowski del 9 marzo 1894 e il 24 aprile ricevette una risposta che lo incoraggiava a cominciare. Il 3 dicembre 1895 iniziò il Seminario Emiliano per le Missioni Estere sotto la protezione di San Francesco Saverio. Iniziò la formazione e l’invio di missionari in Cina. Stese la redazione delle Costituzioni saveriane e della Lettera Testamento, dove sottolineò che chi offre la vita missionaria con i voti, offre non solo i frutti, ma anche la pianta, cioè sé stesso (LT 2). I suoi discorsi ai missionari Partenti, con la consegna del Crocifisso, descrivono il carisma saveriano, fondato sul primo annuncio e che vive dell’apostolato missionario. Realizzò la visita ai missionari in Cina. Ebbe la pazienza e l’amore di una risposta diplomatica al famoso memoriale. Convocò il primo Capitolo Generale. Nella Lettera Testamento benedì tutti i membri presenti e futuri dell’Istituto.

2. Servì con criteri missionari le Diocesi di Ravenna e di Parma. La Archidiocesi di Ravenna, una realtà autenticamente missionaria, gli fu affidata da Leone XIII. “Ravenna era la Cina d’Italia”, gli fu detto e lui vi si dedicò fino a mettere in pericolo la sua salute. Iniziò subito la visita pastorale alle parrocchie, inserì il Ritiro mensile del Clero e orientò i sacerdoti fortiter et suaviter. Amministrò poi la Diocesi di Parma con vero spirito missionario. Ha scritto il Vescovo attuale di Parma Enrico Solmi nella prefazione al libro di P. Luca: “Condivise la gioia e la fatica di vivere tempi duri, dovette vedersela con una salute esigente, non si sottrasse mai a ‘esserci’, diede un contributo pronto e intelligente alla città. Ma sempre da padre. Presto chiamato a esserlo in seminario, accanto al vescovo, da vicario generale, e poi egli stesso da vescovo giovane e mandato in terre difficili. Per essere pastore, il vescovo deve essere padre! Guido Maria lo è stato, anche risalendo valli e visitando parrocchie, paesi, abitando canoniche e confessionali in un movimento continuo, “missionario” già nei confini della sua diocesi. … Pastore e padre di una diocesi, pastore e padre di una Chiesa che si è allargata fino ai confini della terra”. (Augusto Luca, Guido Maria Conforti, Paoline 2011).

3. Mons. Conforti fece animazione missionaria. Nella sua vita e nella sua attività, il primo obiettivo furono sempre le Missioni: “fare del mondo una sola famiglia in Gesù Cristo”. Si identificò con il progetto di P. Paolo Manna, PIME e progettarono l’Unione Missionaria del Clero. Ottenuta l’approvazione da Benedetto XV il 31 ottobre 1916, ne fu il primo Presidente dal 1918 al 1927. Nel 1926 l’Unione Missionaria del Clero divenne Pontificia Unione Missionaria e fa parte delle 4 Pontificie Opere Missionarie sparse nel mondo. Nel 1927 terminarono i suoi anni di Presidente dopo molto lavoro e molte realizzazioni. Al Congresso Eucaristico Nazionale di Palermo nel 1924, nel suo intervento disse: “È ormai tempo che i sacerdoti abbraccino con il loro zelo tutto il mondo, per condurre tutte le anime a Cristo. Benché non tutti sono chiamati a combattere nel mistico fronte di questo Regno, perché bisogna anche conservare le posizioni acquistate, tutti nondimeno sono tenuti a venire in aiuto dei generosi confratelli che, fra disagi e pene di ogni genere, lottano contro la barbarie e la superstizione. Sul mondo assiderato dall’egoismo, è necessario che passi una corrente d’amore che spenga gli odi e le discordie, e tutti muova all’affratellamento tra i popoli, perché questo è il volere di Dio”.   Incentivò film, riviste e pubblicazioni missionarie.

4. Fu missionario praticando e diffondendo una spiritualità missionaria. Il Crocifisso gli insegnò tante cose su amore, sacrificio, sacerdozio e missioni e fu all’origine della sua vocazione. La lettura della vita di San Francesco Saverio accese in lui la vocazione missionaria. Passava ore davanti al Santissimo Sacramento. La Regina delle Missioni a Fontanellato gli fece la grazia della salute. Fece la Professione dei Voti nel giorno della sua Consacrazione episcopale. Faceva propositi di mortificazioni che offriva per le missioni. Come Gesù sulla croce, nelle difficoltà raddoppiava il suo amore. Redasse le preghiere saveriane che fino a oggi, ogni giovedì, si recitano nella adorazione eucaristica: per le vocazioni, per i confratelli presenti in terra di Missione, per il dono della perseveranza e per i benefattori. Il carisma Saveriano con le tre risultanti e con le cinque coordinate e i loro sviluppi sono presenti specialmente nella Lettera Testamento, la semplice guida per imparare a vivere secondo la spiritualità missionaria saveriana.

Perciò Guido M. Conforti fu missionario a 360 gradi, in Italia e nel mondo, a livello personale e comunitario, e, come ha affermato il P. Roberto Beduschi SX, oltre ad essere stato canonizzato, potrebbe essere benissimo dichiarato il terzo Patrono delle Missioni, insieme a S. Francesco Saverio e a S. Teresa del Bambino Gesù. Anche se non si realizzerà questo sogno di P. Roberto, è importante che in questo Giubileo i saveriani non tengano solo per sé la “missionarietà” del proprio Fondatore, ma “restituiscano” a tutta la Chiesa le sue dimensioni missionarie per sollecitare un nuovo slancio missionario in tutti i cristiani, d’accordo con il progetto di Papa Francesco che vuole tutta una “Chiesa in uscita” e tutti i cristiani “discepoli missionari”.  

Conclusione

L’esempio di San Guido M. Conforti, missionario a 360 gradi è molto in linea con il pensiero di Papa Francesco, secondo cui ogni cristiano è chiamato ad essere “discepolo (e) missionario”. Ogni Sacramento ricevuto non è solo per il bene spirituale dell’individuo, ma è “una chiamata ecclesiale a compiere una missione per il bene della comunità e del mondo”, e “ogni Sacramento ha una mistagogia” per cui dopo la preparazione e la celebrazione il Sacramento deve produrre effetti nel vissuto di ogni giorno: la Missione diventa compito di tutti.

Il nuovo impegno degli Istituti Missionari è di non chiudersi in sé stessi, ma di collaborare con tutta la Chiesa, soggetto di missione. Come ha detto Mons. Conforti a Palermo “è ormai tempo” in cui tutti, sacerdoti, religiose/i e laici rinnovino l’apertura alla Missione, al primo annuncio in tutti gli ambienti. Prendiamo seriamente in considerazione quello che papa Francesco vuole dirci quando ci invita ad una "conversione pastorale" (Evangelii gaudium), ad una "ecologia integrale" (Laudato sii) e all' "amicizia sociale" (Fratelli tutti), così che la nostra missione oggi, partendo dall’ascolto della parola di Dio, sia sempre più concretamente sensibile ai poveri, alla pace, alle problematiche ecologiche per un mondo giusto e fraterno, in cui si faccia di tutti i popoli una sola famiglia in Cristo.

p. Dante Volpini sx


Saint Guido Maria Conforti, un missionnaire à 360 degrés

1. Mgr Conforti a été le Fondateur de la Pieuse Société de Saint François Xavier pour les Missions Étrangères. Il présente le projet audacieux dans une lettre au Card. Ledochowski du 9 mars 1894 et, le 24 avril de la même année, il reçut une réponse l'encourageant à commencer. Le 3 décembre 1895, le Séminaire Émilien pour les Missions Étrangères a commencé sous la protection de saint François Xavier. La formation et l'envoi de missionnaires en Chine ont commencé. Il a rédigé les Constitutions Xavériennes et La Lettre Testament, où il a souligné que celui qui offre la vie missionnaire avec des vœux, offre non seulement les fruits, mais aussi la plante, c'est-à-dire lui-même (LT 2). Ses discours aux missionnaires partants, avec la remise du Crucifix, décrivent le charisme xavérien, fondé sur la première annonce et qui vit de l'apostolat missionnaire. Il a fait la visite aux missionnaires en Chine. Il a eu la patience et l'amour d'une réponse diplomatique au célèbre mémorial. Il convoqua le premier Chapitre général. Dans la Lettre Testament, il a béni tous les membres actuels et futurs de l'Institut.

2. Il a servi les diocèses de Ravenne et de Parme avec des critères missionnaires. L'archidiocèse de Ravenne, réalité authentiquement missionnaire, lui a été confié par Léon XIII. « Ravenne était la Chine de l'Italie », lui a-t-on dit et il s'y est consacré au point de mettre sa santé en danger. Il commença aussitôt la visite pastorale des paroisses, inséra la recollection mensuelle du clergé et dirigea les prêtres fortiter et suaviter. Il administra ensuite le diocèse de Parme avec un véritable esprit missionnaire. L'actuel évêque de Parme, Enrico Solmi, a écrit dans la préface du livre du P. Luca : « Il partageait la joie et la fatigue de vivre des temps difficiles, il devait faire face à une santé exigeante, il n'a jamais hésité à être là, il a donné une contribution prompte et intelligente à la ville. Il a toujours agi comme un père. Très tôt, il fut appelé au séminaire, aux côtés de l'évêque, comme vicaire général, puis lui-même comme jeune évêque, envoyé dans des terres difficiles. Pour être pasteur, l'évêque doit être père ! Guido Maria en était un, remontant même des vallées et visitant des paroisses, des villages, vivant dans des presbytères et dans des confessionnaux dans un mouvement continu et "missionnaire" déjà à l'intérieur des frontières de son diocèse. … Pasteur et père d'un diocèse, pasteur et père d'une Église qui s'est étendue jusqu'aux extrémités de la terre » (Enrico Solmi, dans Augusto Luca, Guido Maria Conforti, Paoline 2011).

3. Mgr Conforti a été un animateur missionnaire. Dans sa vie et son activité, le premier objectif a toujours été les Missions : « faire du monde une seule famille en Jésus-Christ ». Il s'est identifié avec le projet du père Paolo Manna, PIME et ils ont, ensemble, planifié l'Union Missionnaire du Clergé. En ayant obtenu l'approbation de Benoît XV le 31 octobre 1916, Conforti en fut le premier Président de 1918 à 1927. En 1926 l'Union Missionnaire du Clergé devient Union Pontificale Missionnaire et fait partie des Œuvres Pontificales Missionnaires à travers le monde. En 1927, ses années à la présidence s'achèvent après beaucoup de travail et de nombreuses réalisations. Lors du Congrès eucharistique national de Palerme en 1924, il a déclaré dans son discours : « Il est maintenant temps que les prêtres embrassent le monde entier avec leur zèle, pour conduire toutes les âmes au Christ. Bien que tous ne soient pas appelés à combattre sur le front mystique de ce Royaume, car il faut aussi maintenir les positions acquises, tous sont néanmoins tenus de venir en aide aux généreux confrères qui, au milieu des épreuves et des peines de toutes sortes, combattent contre la barbarie et la superstition. Sur le monde figé par l'égoïsme, doit passer un courant d'amour qui éteint la haine et la discorde, et pousse chacun à la fraternité entre les peuples, car c'est la volonté de Dieu ». Il encouragea les films missionnaires, les magazines et les publications.

4. Il a été missionnaire en pratiquant et en diffusant une spiritualité missionnaire. Le Crucifix lui a appris beaucoup de choses sur l'amour, le sacrifice, le sacerdoce et les missions et il a été à l'origine de sa vocation. La lecture de la vie de saint François Xavier a avivé en lui la vocation missionnaire. Il a passé des heures devant le Saint-Sacrement. La reine des missions de Fontanellato lui a donné la grâce de la santé. Il fit sa profession de vœux le jour de sa consécration épiscopale. Il prit des résolutions de mortification qu'il offrit pour des missions. Comme Jésus sur la croix, dans les difficultés, il a doublé son amour. Il a rédigé les prières xavériennes qui jusqu'à aujourd'hui, le jeudi, sont récitées pendant l’adoration eucharistique : pour les vocations, pour les confrères présents en terre de Mission, pour le don de persévérance et pour les bienfaiteurs. Le charisme xavérien, avec les trois résultantes et avec les cinq constantes et leurs développements, est présent surtout dans la Lettre Testament, le guide simple pour apprendre à vivre selon la spiritualité missionnaire xavérienne.

C'est pourquoi Guido M. Conforti était missionnaire à 360 degrés, en Italie et dans le monde, sur le plan personnel et communautaire, et, comme l'a déclaré le P. Roberto Beduschi sx, en plus d'avoir été canonisé, il pouvait très bien être déclaré le troisième Patron des Missions, avec saint François Xavier et sainte Thérèse de l'Enfant-Jésus. Même si ce rêve du P. Roberto ne se réalise pas, il est important qu'en ce Jubilé, les Xavériens ne gardent pas pour eux le « esprit missionnaire » de leur Fondateur, mais « ils rendent » à toute l'Église ses dimensions missionnaires pour solliciter un nouvel élan missionnaire chez tous les chrétiens, conformément au projet du Pape François qui veut une « Église en sortie » et tous les chrétiens des « disciples missionnaires ».

Conclusion

L'exemple de San Guido M. Conforti, missionnaire à 360 degrés, est très conforme à la pensée du Pape François, selon laquelle tout chrétien est appelé à être "disciple (et) missionnaire". Chaque sacrement reçu n'est pas seulement pour le bien spirituel de l'individu, mais est « un appel ecclésial à remplir une mission pour le bien de la communauté et du monde », et « chaque sacrement a une mystagogie » afin qu'après la préparation et la célébration, le Sacrement doit produire des effets dans la vie quotidienne : la Mission devient la tâche de tout le monde.

Le nouvel engagement des Instituts missionnaires n'est pas de se replier sur eux-mêmes, mais de collaborer avec toute l'Église, objet de la mission. Comme l'a dit Mgr Conforti à Palerme, « il est temps maintenant » pour tous, prêtres, religieux et laïcs de renouveler leur ouverture à la Mission, dès la première annonce dans tous les milieux. Prenons au sérieux ce que veut nous dire le Pape François lorsqu'il nous invite à une « conversion pastorale » (Evangelii gaudium), à une « écologie intégrale » (Laudato sii) et à une « amitié sociale » (Fratelli tutti), afin que notre mission aujourd'hui, partant de l'écoute de la parole de Dieu, soit toujours plus concrètement sensible aux pauvres, à la paix, aux problèmes écologiques pour un monde juste et fraternel, dans lequel tous les peuples deviennent une seule famille dans le Christ.

p. Dante Volpini sx


San Guido María Conforti, un misionero a 360 ​​grados

1. Mons. Conforti ha sido el Fundador de la Pía Sociedad de San Francisco Javier para las Misiones Extranjeras. Presentó el audaz proyecto al Card. Ledochowski en una carta del 9 de marzo de 1894 y el 24 de abril recibió una respuesta que lo animaba a comenzar. El 3 de diciembre de 1895 inauguró el Seminario Emiliano de Misiones Extranjeras bajo la protección de San Francisco Javier. Inició la formación y envió misioneros a China. Elaboró ​​la redacción de las Constituciones Javerianas y la Carta Testamento, en la que destacó que quien ofrece la vida misionera con votos, ofrece no sólo los frutos, sino también la planta, es decir, sí mismo (CT 2). Sus discursos a los misioneros que partían, con la entrega del Crucifijo, describen el carisma javeriano, fundado en el primer anuncio y vivido en el apostolado misionero. Llevó a cabo la visita a los misioneros en China. Tuvo la paciencia y el amor de una respuesta diplomática al famoso memorial. Convocó el primer Capítulo General. En la Carta Testamento bendijo a todos los miembros presentes y futuros del Instituto.  

2. Sirvió a las diócesis de Ravenna y Parma con criterios misioneros. La Arquidiócesis de Ravvena, una realidad auténticamente misionera, le fue confiada por León XIII. “Ravvena era la China de Italia”, le dijeron, y se dedicó a ello hasta el punto de poner en peligro su salud. Inmediatamente inició la visita pastoral a las parroquias, estableció el retiro mensual del clero y dirigió a los sacerdotes fortiter et suaviter. Administró, luego, la Diócesis de Parma con un verdadero espíritu misionero. El actual obispo de Parma Enrico Solmi escribió en el prefacio del libro del P. Luca: “Compartió la alegría y la fatiga de vivir en tiempos difíciles, tuvo que lidiar con la exigencia de la salud, nunca rehuyó a 'estar allí', dio una contribución pronta e inteligente a la ciudad. Pero siempre como padre. Prontamente fue llamado a estar en el Seminario, al lado del obispo, como vicario general, y luego él mismo como un joven obispo enviado a tierras difíciles. ¡Para ser pastor, el obispo debe ser padre! Guido María lo ha sido, incluso recorriendo valles y visitando parroquias, pueblos, viviendo en casas curales y confesionarios en un movimiento continuo, “misionero” ya dentro de las fronteras de su diócesis. … Pastor y padre de una diócesis, pastor y padre de una Iglesia que se expandió hasta los confines de la tierra” (Augusto Luca, Guido María Conforti, Paoline 2011).

3. Mons. Conforti hizo animación misionera. En su vida y en su actividad, el primer objetivo siempre fueron las Misiones: “hacer del mundo una sola familia en Jesucristo”. Se identificó con el proyecto del P. Paolo Manna, PIME y planificaron la Unión Misionera del Clero. Obtenida la aprobación de Benedicto XV el 31 de octubre de 1916, fue su primer presidente de 1918 a 1927. En 1926 la Unión Misionera del Clero se convirtió en Pontificia Unión Misionera y forma parte de las 4 Pontificias Obras Misionales diseminadas por el mundo. En 1927 terminaron sus años como presidente, después de mucho trabajo y muchos logros.

En el Congreso Eucarístico Nacional en Palermo en 1924, dijo en su discurso: “Ha llegado el momento de que los sacerdotes abracen con su celo al mundo entero, para conducir a todas las almas a Cristo. Aunque no todos están llamados a luchar en el frente místico de este Reino, porque también es necesario mantener las posiciones adquiridas, todos, sin embargo, están obligados a acudir en ayuda de los generosos hermanos que, en medio de dificultades y penas de todo género, luchan contra la barbarie y la superstición. Sobre el mundo endurecido por el egoísmo, debe pasar una corriente de amor que extinga el odio y la discordia, y mueva a todos a la hermandad entre los pueblos, porque esta es la voluntad de Dios”. Incentivó las películas, revistas y publicaciones misioneras.

4. Fue misionero practicando y difundiendo una espiritualidad misionera. El Crucifijo le enseñó muchas cosas sobre el amor, el sacrificio, el sacerdocio y las misiones y fue el origen de su vocación. La lectura de la vida de San Francisco Javier encendió en él la vocación misionera. Pasaba horas frente al Santísimo Sacramento. La Reina de las Misiones de Fontanellato le otorgó la gracia de la salud. Hizo su Profesión de Votos el día de su Consagración episcopal. Hacía propósitos de mortificación que ofrecía por las misiones. Como Jesús en la cruz, en las dificultades duplicaba su amor. Elaboró ​​las oraciones javerianas que, hasta hoy, todos los jueves, se rezan en la adoración eucarística: por las vocaciones, por los hermanos presentes en la tierra de Misión, por el don de la perseverancia y por los bienhechores. El carisma javeriano con las tres resultantes y con las cinco coordenadas y sus deducciones están presentes especialmente en la Carta Testamento, la guía sencilla para aprender a vivir según la espiritualidad misionera javeriana.

Por todo esto, Guido M. Conforti fue misionero a 360 grados, en Italia y en el mundo, a nivel personal y comunitario, y, como ha afirmado el P. Roberto Beduschi SX, además de haber sido canonizado, muy bien podría ser declarado el tercer Patrono de las Misiones, junto a San Francisco Javier y Santa Teresa del Niño Jesús. Aunque este sueño del P. Roberto no se haga realidad, es importante que en este Jubileo los Javerianos no retengan sólo para sí la “misionariedad” de su propio Fundador, sino que “devuelvan” a toda la Iglesia sus dimensiones misioneras para solicitar un nuevo impulso misionero en todos los cristianos, de acuerdo con el proyecto del Papa Francisco que quiere toda una “Iglesia en salida” y que todos los cristianos sean “discípulos misioneros”.

Conclusión

El ejemplo de San Guido M. Conforti, misionero a 360 grados, está muy en línea con el pensamiento del Papa Francisco, según el cual todo cristiano está llamado a ser “discípulo (y) misionero”. Cada Sacramento recibido no es sólo para el bien espiritual del individuo, sino que es “una llamada eclesial a cumplir una misión por el bien de la comunidad y del mundo”, y “cada Sacramento tiene una mistagogía”, de manera que, después de la preparación y celebración, el Sacramento debe producir efectos en la vida cotidiana: la Misión se convierte en tarea de todos.

El nuevo compromiso de los Institutos Misioneros es el de no encerrarse en sí mismos, sino colaborar con toda la Iglesia, sujeto de la misión. Como ha dicho Mons. Conforti en Palermo, “ha llegado el momento” de que todos, sacerdotes, religiosas/os y laicos, renueven su apertura a la Misión, al primer anuncio en todos los ámbitos. Tomemos en serio lo que el Papa Francisco quiere decirnos cuando nos invita a una “conversión pastoral” (Evangelii gaudium), a una “ecología integral” (Laudato sii) y a la “amistad social” (Fratelli tutti), de manera que nuestra misión hoy, partiendo de la escucha de la palabra de Dios, sea cada vez más concretamente sensible a los pobres, a la paz, a los problemas ecológicos en vista de un mundo justo y fraterno, en el que se haga de todos los pueblos una sola familia en Cristo.

P. Dante Volpini sx

Dante Volpini sx
25 Agosto 2021
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