In una delle lettere a tutte le sorelle saveriane, il nostro fondatore p. Giacomo Spagnolo dice: “Il 2 luglio, la festa principale della vostra Congregazione, la festa dello sviluppo e della gioia. È veramente la festa del «Magnificat»”. Molte delle sue Lettere circolari (1957 - 1978) sono state inviate proprio per questa occasione, e da esse prenderò alcuni stralci.
Con lo stesso sentimento di gioia noi celebriamo ogni anno questo giorno, che coincide provvidenzialmente con quello della Lettera Testamento di San Guido M. Conforti, conclusa proprio un 2 luglio di cento anni fa. E’ anche il giorno in cui, secondo il calendario tradizionale, ricorreva la festa della Visitazione. L’Icona della Visitazione infatti ispira il nostro spirito: “Avendo voluto ispirarci a Lei sia per la vita interiore che per l'apostolato, siamo stati condotti dai fatti e dalle circostanze a riferirci al mistero della Visitazione, come a quello che ci mostra Maria, unitissima a Gesù, che lo porta per le strade del mondo ed è da lui guidata”. Si fa qui riferimento anche a una circostanza precisa che ha visto coinvolti sia Padre Giacomo, sia Madre Celestina Bottego, il 2 luglio del 1944, in cui i teologi saveriani e p. Spagnolo vennero portati dai Tedeschi al campo di concentramento di Bibbiano (Reggo Emilia), dove furono interrogati e poi rilasciati. Quella domenica anche Madre Celestina con altre giovani, che accorsero in aiuto, furono sospettate di essere spie partigiane e fatte spogliare per esaminare se avessero messaggi segreti: “Per riparare a questa umiliazione della Madre ed alla Messa che non potei celebrare in quel giorno, l'unico finora in cui non abbia celebrato dalla mia ordinazione, abbiamo scelto il 2 Luglio come la festa principale della Congregazione, stabilendovi le Consacrazioni e le Professioni”.
Spesso l’icona della Visitazione mi ha accompagnata nel mio apostolato in Tailandia e ora in Italia. Lì ritrovo quel desiderio di Incontro con il mistero dell’altro, vissuto con discrezione, gentilezza, servizio e apparente ordinarietà, caratteristiche tipiche di Maria fin da quel suo primo “uscire” per andare in aiuto a sua cugina. Nessun segno esteriore, anche nell’abito, se non quel grande segreto da portare nel cuore, a volte nel silenzio, attraverso relazioni di amicizia, semplice prossimità e piccoli gesti quotidiani di benevolenza fraterna.
Da quell'incontro tra Maria e Elisabetta scaturisce il Magnificat: “Maria ci dà l'intonazione col suo inno di lode e di esaltazione dell'Onnipotenza Misericordiosa di Dio… noi siamo coinvolti in quest'atmosfera di Potenza e di Bontà amorosa”. In quel mistero Maria apre a p. Giacomo uno spiraglio chiaro sul nostro specifico orientamento interiore nei confronti di Dio e dei fratelli. A partire dalla grandezza dell’Incarnazione, si origina l'inno più bello all'Onnipotenza Misericordiosa, che impregnerà il nostro carisma. P. Giacomo spiegava che solo l’Onnipotenza può generare figli di Dio e trasformare la nostra debolezza in forza; solo la Misericordia può operare attraverso il peccato e scegliere la povertà umana.
Come non ritrovare un legame con l’eredità spirituale di San Guido M. Conforti? Anche nei suoi scritti, in riferimento alla Creazione, si afferma che l’uomo, e ancor più il missionario, deve essere dominato dal pensiero della onnipotenza di Dio e della sua bontà: “O Padre celeste, sia mille volte benedetta l’onnipotente bontà con la quale voi avete versato dovunque il bene, la bellezza, l’essere, la vita!... Lo stesso creato convince la nostra debolezza, ci mette al nostro posto… mentre tutto quanto l’universo consuma un inno di lode ed il ringraziamento al Signore”.
La visione dei Fondatori della nostra famiglia Saveriana sembra quindi proiettarci in avanti, in quell’ampio respiro missionario che caratterizzerà poi il post Concilio. Si delinea già la missione alla luce del profondo mistero Trinitario, perché la sorgente di ogni missione è la bontà del Padre, del Padre nostro, e abbandonarsi a lui significa costruire e vivere la fraternità universale. Questa consapevolezza che il vero apostolato ha origine in seno alla comunione trinitaria, sorgente della comunione tra noi e condizione della credibilità della nostra missione, è emersa nel Testamento dei nostri fondatori, trasmessa nel desiderio di “unità e fraternità” che hanno accolto da Gesù. E vorrei riportare un ultimo pensiero di p. Giacomo: “Penso che anche nella vita consacrata sia possibile col dono dello Spirito e la nostra perfetta corrispondenza, una fraternità unita ad un’amicizia universale… Amo pensare che la fraternità non è perfetta carità se non include l'amicizia. Viceversa l'amicizia non sarà mai così perfetta se non include la fraternità”.
Il 2 luglio oggi ci richiama più che mai al valore dell’incontro, del dialogo, della condivisione, da cui emerge quel Magnificat che noi siamo chiamate a vivere nel mondo. Il Papa, nell’Enciclica Fratelli tutti (cap. 3), dice che la fraternità universale non può prescindere dalle relazioni di amicizia nella realtà sociale, e che è in queste relazioni quotidiane, nei volti concreti, nel piccolo, nel particolare che impariamo il dinamismo di apertura e di unione verso altre persone, quell’attenzione affettiva che ricerca gratuitamente il bene dell’altro… Per sua stessa dinamica, l’amore esige una progressiva apertura, maggiore capacità di accogliere gli altri, verso una comunione universale.
July 2nd: a providential date
Fr. James Spagnolo – our Founder- wrote in a letter to all the Xaverian sisters: “July 2nd is the main feast of your Congregation, the feast of the growing up and of joy. It is indeed the «Magnificat» feast.” Several of his Circulars (1957 – 1978) were sent precisely for this occasion, I will share some of them with you.
With the same joy we celebrate every year this day that providentially coincide with the Testament Letter of Saint Guido M. Conforti -finished precisely on July 2nd one hundred years ago. It is also the day in which the liturgical feast of the Visitation was celebrated in the past. The Visitation icon, in fact, inspires our spirit: “We wanted to be inspired by Her [Mary] both for the interior life and for the apostolate. Then we have been led by the facts and circumstances to refer to the mystery of the Visitation as the one that shows us Mary very united with Jesus, bringing Him on the streets of the world and, at the same time, leaded by Him.” Reference is made here to a precise circumstance that involved both Fr. James and Mother Celestine Bottego on July 2nd, 1944. The Xaverian theologians and Fr. Spagnolo were brought to the German soldiers in the concentration camp in Bibbiano (Reggio Emilia) for an interrogation, but they were released. That Sunday, also Mother Celestine with other young women willing to help were suspected of being partisan spies and stripped of their clothes to examine if they had secret messages: “In reparation for this humiliation made to our Mother and to the Mass I couldn’t celebrate in that day -the only one since my ordination-, we chose July 2nd as the main feast of our Congregation for the Consecrations and Professions.”
Frequently the Visitation icon has been my companion in my ministry in Thailand and now, in Italy. I find there a desire of Encounter with other person mystery, lived in discretion, gentleness, service and apparent ordinariness. All of these typical characteristics of Mary since her first “going out” to help her cousin. There is not external sign even in the dress, if not that great secret to carry in the heart sometimes in silence through friendship, simple proximity and small daily gestures of fraternal benevolence.
From that encounter between Mary and Elizabeth arises the Magnificat: “Mary gives us the tune with her hymn of praise and exaltation to the Merciful Omnipotent of God… we are involved in this atmosphere of loving Might and Goodness.” In this mystery, Mary opens to Fr. James a clear glimpse of our specific interior orientation towards God and our brothers. Starting from the greatness of the Incarnation, the most beautiful hymn to Merciful Omnipotence is born, which will impregnate our charism. Fr. James explained that only Omnipotence can generate children of God and transform our weakness into strength; only Mercy can work through sin and choose human poverty.
How can’t we find a link with the spiritual heritage of Saint Guido M. Conforti? Even in his writings -in referring to Creation- it is stated that man, and even more so the missionary, must be dominated by the thought of God’s omnipotence and of His Goodness: “O Heavenly Father, a thousand times may your omnipotent goodness be blessed with which you have poured out good, beauty, human being, life everywhere!... Creation itself convinces our weakness, puts us in our place… while the whole universe consumes a hymn of praise and thanksgiving to the Lord.”
The vision of the Founders of our Xaverian family therefore seems to project us forward, in that broad missionary breath that will characterize the post-Council period. The mission is already outlined in the light of the profound Trinitarian mystery: the source of every mission is the goodness of the Father, of the Our Father, and abandoning ourselves to Him means building and living universal fraternity.
This awareness that the true apostolate is originates in the bosom in the Trinitarian communion -source of the communion among us and condition of credibility of our mission- emerged in the Testament of our Founders. It is transmitted by the desire of “unity and fraternity” which they embraced from Jesus. And I would like to report one last thought from Fr. James: “I think that even in consecrated life it is possible a united fraternity and universal friendship with the gift of the Spirit and our perfect correspondence… I love to think that fraternity is not perfect charity if it doesn’t include friendship. Vice versa, friendship will never be so perfect if it doesn’t include fraternity.”
July 2nd today reminds us more than ever to the value of the encounter, dialogue, sharing, from which emerges that Magnificat that we are called to live in the world. Pope Francis -in his Encyclical “All brothers” (chapter 3)- says that universal fraternity cannot ignore relations of friendship in social reality, and that it is in these daily relationships, in concrete faces, in the small, in the particular we learn the dynamism of the openness and unity toward other people, that affective attention that freely seeks the good of the other… By its very dynamic, love requires a progressive openness, a greater capacity to welcome others, towards a universal communion.
2 de julho, uma data providencial
Em uma das cartas a todas as irmãs xaverianas, o nosso fundador, pe. Giacomo Spagnolo diz: “2 de julho, festa principal da vossa Congregação, festa do desenvolvimento e da alegria. É verdadeiramente a festa do «Magnificat» ”. Muitas de suas Cartas circulares (1957-1978) foram enviadas justamente para essa ocasião, e delas retirarei alguns trechos.
Com o mesmo sentimento de alegria, celebramos este dia todos os anos, que providencialmente coincide com a da Carta Testamentaria de San Guido M. Conforti, concluída precisamente no dia 2 de julho há cem anos.É também o dia em que, segundo o calendário tradicional, se celebrava a festa da Visitação. Com efeito, O Ícone da Visitação inspira o nosso espírito: «Tendo querido inspirar-nos tanto para a vida interior como para o apostolado, fomos conduzidos por factos e circunstâncias a referir-nos ao mistério da Visitação, quanto ao que Maria nos mostra, muito unida a Jesus, que o leva pelas ruas do mundo e é guiado por ele ”. Faz-se referência também aqui a uma circunstância precisa que envolveu tanto o padre Giacomo quanto a madre Celestina Bottego, em 2 de julho de 1944, em que os teólogos xaverianos e pe. Spagnolo foram levados pelos alemães ao campo de concentração de Bibbiano (Reggio Emilia), onde foram interrogados e depois libertados. Nesse domingo, também Madre Celestina com outras jovens que vieram ajudar foram suspeitas de serem espiãs partidárias e despidas para examinar se tinham mensagens secretas:“Para reparar esta humilhação da Madre e pela Missa que não pude celebrar naquele dia, 'o único até agora em que não celebrei desde a minha ordenação, escolhemos o dia 2 de julho como a festa principal da Congregação, estabelecendo ali as Consagrações e Profissões ”.
Muitas vezes o Ícone da Visitação me acompanhou em meu apostolado na Tailândia e agora na Itália. É aí que acho aquele desejo de Encontro com o mistério do outro, vivido com discrição, gentileza, serviço e aparente normalidade, características típicas de Maria desde as primeiras «saídas» para ir ajudar a sua prima. Nenhum sinal externo, mesmo no hábito, senão aquele grande segredo para levar no coração, às vezes em silêncio, através de relações de amizade, simples proximidade e pequenos gestos cotidianos de benevolência fraterna.
Desse encontro entre Maria e Isabel, nasce o Magnificat «Maria dá-nos o tom com o seu hino de louvor e exaltação à onipotência misericordiosa de Deus ... estamos envolvidos nesta atmosfera de Força e de Bondade amorosa ». Nesse mistério, Maria abre ao p. Giacomo um vislumbre claro de nossa orientação interior específica para Deus e nossos irmãos. A partir da grandeza da Encarnação, nasce o mais belo hino à Onipotência Misericordiosa, que vai impregnar o nosso carisma. O P. Giacomo explicava que só a Onipotência pode gerar filhos de Deus e transformar a nossa fraqueza em força; só a Misericórdia pode operar através do pecado e escolher a pobreza humana.
Como não encontrar um vínculo com o patrimônio espiritual de San Guido M. Conforti? Mesmo em seus escritos, referindo-se à Criação, afirma-se que o homem, e ainda mais o missionário, deve ser dominado pelo pensamento da onipotência de Deus e de sua bondade: "Ó Pai do céu, que a bondade onipotente seja mil vezes abençoada com a qual tu derramaste o bem, a beleza, o ser, a vida em todo lugar! ... A própria criação convence a nossa fraqueza, nos coloca em nosso lugar ... enquanto o universo inteiro consome um hino de louvor e de graças ao Senhor ".
A visão dos Fundadores da nossa família xaveriana parece, portanto, projetar-nos para frente, naquele amplo sopro missionário que caracterizará o período pós-Conciliar. A missão já se delineia à luz do profundo mistério Trinitário, porque a fonte de toda missão é a bondade do Pai, do Pai nosso, e abandonar-se a ele significa construir e viver a fraternidade universal. Essa consciência de que o verdadeiro apostolado nasce no seio da comunhão trinitária, fonte de comunhão entre nós e condição de credibilidade da nossa missão, emergida no Testamento dos nossos fundadores, transmitida no desejo de "unidade e fraternidade" que acolheram de Jesus. Gostaria de citar um ultimo pensamento de pe. Giacomo: “Penso que também na vida consagrada é possível com o dom do Espírito e a nossa correspondência perfeita, uma fraternidade unida a uma amizade universal ... Amo pensar que a fraternidade não é caridade perfeita se não inclui a amizade . Por outro lado, a amizade nunca será tão perfeita se não incluir a fraternidade ”.
Hoje, 2 de julho, lembra-nos, mais do que nunca, o valor do encontro, do diálogo, da partilha, de onde surge aquele Magnificat que somos chamadas a viver no mundo. O Papa, na Encíclica Fratelli Tutti (cap. 3), afirma que a fraternidade universal não pode ignorar as relações de amizade na realidade social, e que é nessas relações cotidianas, nos rostos concretos, no pequeno, no particular que nós aprendemos o dinamismo da abertura e da união para com as outras pessoas, aquela atenção afetiva que busca gratuitamente o bem do outro ... Por sua própria dinâmica, o amor requer uma abertura progressiva, uma maior capacidade de acolher os outros, para uma comunhão universal.
2 de Julio, fecha providencial
En una de las cartas a todas las hermanas Xaverianas, nuestro fundador, el P. Giacomo Spagnolo dice: “2 de julio, fiesta principal de su Congregación, fiesta del desarrollo y del gozo. Es verdaderamente la fiesta del «Magníficat»”. Muchas de sus cartas circulares (1957-1978) fueron enviadas precisamente para esta ocasión, de las que tomaré algunos extractos.
Con el mismo sentimiento de alegría celebramos todos los años este día, que coincide providencialmente con el de la Carta Testamento de San Guido M. Conforti, que concluyó un 2 de julio de hace cien años. También es el día en el que, según el calendario tradicional, se celebraba la fiesta de la Visitación. En efecto, el Icono de la Visitación inspira nuestra espiritualidad: "Habiendo querido inspirarnos tanto para la vida interior como para el apostolado, los hechos y las circunstancias nos han llevado a referirnos al misterio de la Visitación, como aquello que nos muestra María, muy unida a Jesús, que lo lleva por los caminos del mundo y es guiada por él”. También se hace referencia aquí a una circunstancia precisa del 2 de julio de 1944 que implicó tanto al padre Giacomo como a la madre Celestina Bottego, ese día los teólogos Xaverianos y el p. Spagnolo fueron llevados por los alemanes al campo de concentración de Bibbiano (Reggo Emilia), donde fueron interrogados y luego liberados. Ese domingo también Madre Celestina con otras jóvenes, que acudieron a ayudar, fueron tomadas como sospechosas de ser espías y se les obligó a desvestirse para examinar si tenían mensajes secretos: "Para reparar esta humillación de la Madre y por la Misa que no pude celebrar en ese día, 'el único hasta ahora en el que no he celebrado desde mi ordenación, hemos elegido el 2 de julio como la fiesta principal de la Congregación, estableciendo allí Consagraciones y Profesiones”.
A menudo, el icono de la Visitación me ha acompañado en mi apostolado en Tailandia y ahora en Italia. Allí encuentro ese deseo de encuentro con el misterio del otro, vivido con discreción, amabilidad, servicio y de manera ordinaria, características propias de María desde su primera "salida" para ayudar a su prima. Ningún signo externo, ni siquiera en el vestir, si no ese gran secreto para llevar en el corazón, a veces en silencio, a través de relaciones de amistad, simple proximidad y pequeños gestos cotidianos de generosidad fraterna.
De ese encuentro entre María e Isabel surge el Magníficat: "María nos da la entonación con su himno de alabanza y exaltación de la Omnipotencia Misericordiosa de Dios ... estamos envueltos en este clima de Poder y Bondad amorosa". En ese misterio, María abre en el p. Giacomo un claro vislumbre de nuestra específica orientación interior hacia Dios y nuestros hermanos. De la grandeza de la Encarnación nace el más bello himno a la Omnipotencia Misericordiosa, que impregnará nuestro carisma. El P. Giacomo explicó que solo la Omnipotencia puede generar hijos de Dios y transformar nuestra debilidad en fuerza; sólo la Misericordia puede obrar en la realidad del pecado y elegir la pobreza humana.
¿Cómo no encontrar un vínculo con la herencia espiritual de San Guido M. Conforti? Incluso en sus escritos, referidos a la Creación, se afirma que el hombre, y más aún el misionero, debe estar dominado por el pensamiento de la Omnipotencia de Dios y su bondad: "¡Oh Padre celestial, sea mil veces bendecida la omnipotente bondad con la que has derramado el bien, la belleza, el ser, la vida por todas partes! ... La creación misma supera nuestra debilidad, nos pone en nuestro lugar ... mientras todo el universo completa un himno de alabanza y de gracias al Señor ".
La visión de los Fundadores de nuestra Familia Xaveriana parece, pues, proyectarnos hacia adelante, en ese amplio empuje misionero que caracterizará el período posconciliar. La misión ya se perfila a la luz del profundo misterio trinitario, porque la fuente de toda misión es la bondad del Padre, del Padre Nuestro, y abandonarse a él significa construir y vivir la fraternidad universal. Esta conciencia de que el verdadero apostolado se origina en la comunión trinitaria, fuente de comunión entre nosotros y condición de la credibilidad de nuestra misión, surgió en el Testamento de nuestros fundadores, transmitida en el deseo de "unidad y fraternidad" que recibieron de Jesús, y me gustaría relatar un último pensamiento del P. Giacomo: "Creo que incluso en la vida consagrada es posible con el don del Espíritu y nuestra perfecta correspondencia, una fraternidad unida a una amistad universal ... Me agrada pensar que la fraternidad si no incluye la amistad no es caridad perfecta. Por el contrario, la amistad nunca será tan perfecta si no incluye la fraternidad”.
El 2 de julio, hoy nos recuerda más que nunca, el valor del encuentro, el diálogo, el compartir, del cual emerge ese Magníficat que estamos llamados a vivir en el mundo. El Papa, en la Encíclica Fratelli tutti (cap.3), dice que la fraternidad universal no puede ignorar las relaciones de amistad en la realidad social, y que es en estas relaciones cotidianas, en los rostros concretos, en los pequeños, en los particulares donde aprender el dinamismo de la apertura y unión hacia las demás personas, esa atención afectiva que busca libremente el bien del otro ... Por su propia dinámica, el amor requiere una progresiva apertura, una mayor capacidad de acogida, hacia la comunión universal.
Links e
Downloads
Acesse aqui com seu nome de usuário e senha para visualizar e baixar os arquivos reservados.