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Quale Giubileo di Speranza in Europa?

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Durante il XXXIV Corso di aggiornamento per docenti di teologia, tenutosi dal 2 al 4 gennaio 2025 presso la Casa San Juan de Avila a Roma, l’intervento di Giuliano Zanchi ha offerto una riflessione profonda e provocatoria sul tema: “Quale Giubileo di speranza in Europa? In ascolto della storia, in ascolto dello spirito”. Zanchi ha esplorato il significato dell’Apocalisse cristiana, sfidando la narrazione dominante che la associa esclusivamente a scenari di distruzione e fine dei tempi.

L’Apocalisse: Non Oscurità, ma Salvezza

Zanchi ha avviato il suo intervento citando Marshall McLuhan, che descriveva l’Apocalisse non come oscurità, ma come un’opportunità di salvezza. Questa prospettiva, radicata nella tradizione cristiana, invita a rileggere i segni dei tempi con una visione di speranza che supera l’ottimismo o il pessimismo, proponendo invece un approccio apocalittico che illumina le contraddizioni della storia.

Secondo Zanchi, l’idea apocalittica è centrale per comprendere la condizione attuale dell’Europa, dove la frenesia del progresso e la perdita di trascendenza hanno generato un clima di disincanto e paura del futuro. L’Apocalisse, reinterpretata come linguaggio di redenzione, diventa un invito a non abbandonare la storia alla sua frenesia, ma a rimanere attivi e vigili.

Disincanto e Speranza: Due Facce della Stessa Medaglia

Una delle chiavi interpretative proposte da Zanchi è il legame tra disincanto e speranza. Il disincanto, pur segnando una crisi, può essere occasione per una riscoperta delle risorse spirituali del cristianesimo. L’Europa, ha osservato Zanchi, ha costruito le sue fondamenta meditando sul senso della storia e immaginando una realtà trascendente che illumina anche le ombre più profonde.

In questo contesto, Zanchi ha messo in luce due atteggiamenti apocalittici: uno che nasce dalla speranza, persuaso che le ombre della storia appartengano alla stessa luce che la illumina; l’altro, figlio della resa e della disperazione, che abbandona il mondo alla sua frenesia. La sfida, ha sottolineato, è abbracciare il primo atteggiamento, mantenendo viva la tensione verso un futuro che anticipi credibili segni di redenzione.

Il Futuro come Minaccia e Opportunità

Zanchi ha osservato come il futuro, una volta simbolo di speranza, sia oggi percepito come una minaccia. I timori legati al collasso climatico, al dominio delle tecnologie e alla frammentazione sociale hanno trasformato la narrazione comune. Tuttavia, proprio in questo scenario, il cristianesimo è chiamato a offrire una visione che combini la contemplazione della meta con una risoluta azione storica.

Riscoprendo il senso biblico del Giubileo, ha affermato Zanchi, si può proporre una risposta spirituale alle sfide odierne, offrendo una visione di giustizia e riposo per l’umanità e la terra.

Rianimare la Profezia

Zanchi ha concluso il suo intervento con un invito a rianimare la profezia, intesa non come semplice predizione, ma come coscienza critica e anticipazione del possibile. Ha sottolineato l’importanza di un cristianesimo che sappia essere segno di contraddizione, testimone della giustizia e promotore di speranza.

L’intervento completo di Giuliano Zanchi è disponibile in allegato.

Giuliano Zanchi
09 janeiro 2025
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