Skip to main content

Giavarini P. Mario

2313/500

P. MARIO GIAVARINI

Il 14 gennaio 2014, ad Alzano Lombardo (Bergamo – Italia) è stato trovato senza vita nel suo letto il P. Mario Giavarini. Secondo il medico di famiglia il padre era morto tra la mezzanotte e l’una.
Aveva 78 anni compiuti, essendo nato a Cavriago (Reggio Emilia – Italia) il 24.11.1935.

P. Mario fu allievo del Seminario di Reggio Emilia, dalla prima media al primo anno di teologia.
Nel 1955 entrò all'Istituto a S. Pietro in Vincoli per l’anno di Noviziato. Così raccontò la sua scelta vocazionale al P. Maestro in una lettera del 17.6.1955: “ Non avevo mai pensato alle missioni estere. Poi quest’anno il Signore mi toccato con la sua grazia. Mi ha fatto trovare in circostanze che mi hanno spinto a lavorare più seriamente. Poi venne un lampo di luce che illuminò i miei orizzonti e me li fece vedere sotto una luce tutta nuova. Ai miei occhi si presentò un ideale al quale prima non avevo mai pensato seriamente e lo vidi con una chiarezza che non ammetteva equivoci. Per qualche mese non ho avuto altro pensiero per la mente: donarmi in modo completo a Dio e donarmi a Lui nelle missioni perché questa è la via che più di tutte richiede donazione e perché le missioni sono forse il problema che più sta a cuore a Dio, anche perché più dimenticate. Nella donazione completa a Dio ho trovato il segreto della mia felicità e ho compreso che non vale nulla una vita se non è spesa per Lui”.
Emise la Prima Professione il 12.9.1956. Passò quindi a Piacenza (II e III Teologia) e infine a Parma (IV Teologia) dove fu ordinato presbitero il 21.2.1959.

Dopo l'ordinazione fu destinato al Congo dove dal ’59 al ‘70 fu impegnato nella pastorale a Mwenga, Baraka, Burhiba e Kamituga. “Siamo sbalorditi di come il Signore benedice e feconda il nostro lavoro (30.7.63). Si tratta di “una esperienza modesta ma vissuta con riflessione e entusiasmo”. Particolarmente apprezzata l’esperienza di vita comunitaria e di apostolato con i Padri Bianchi per la “chiara distinzione dei compiti nel rispetto e nella collaborazione sincera; i piani pastorali definiti insieme; la regolarità di lavoro, senza eccessi (... alla saveriana)”.

Nel 1970 gli fu proposto l’avvicendamento: “Questo, forse, viene a sconvolgere i suoi piani nei riguardi della attività missionaria, per la quale ha voluto mettere a profitto anche questi mesi di attesa, con uno studio e un impegno molto edificanti. So di chiederle un sacrificio, ma lo faccio in vista di un bene maggiore per le nostre missioni (Mons. Gazza, 15.4.70)”. La risposta dopo una settimana: “Non sono abituato a trattare le destinazioni che mi vengono dai Superiori. Mi sento più tranquillo nell’accettare. In Missione non ho mai rifiutato uno spostamento, e ne ho avuti tanti e mi sono costati tanto”.

Dal ’70 al ’75 lavorò in Italia: Direttore spirituale a Cremona e poi Rettore dello CSAM di Parma e Presidente dell’EMI; dal ‘76 al ’79 fu Rettore della Teologia di Pozuelo de Alarcon in Spagna.
L’esperienza dell’avvicendamento risultò piuttosto ‘frustrante’ per P. Mario. Quello che invece realizzò in modo soddisfacente fu l’aggiornamento. Nei nove anni trascorsi in Italia e Spagna riuscì a seguire dei corsi di Catechesi, Missiologia e Pastorale, rispettivamente a Verona, a Madrid, a Bruxelles e a Roma.

Nell’80 ritornò in Congo: parroco a Luvungi (80-83) e poi Direttore del Centro Catechistico a Kavinvira, per un anno soltanto perché i Vescovi del Kivu nel 1984 lo richiesero per l’insegnamento di Liturgia, Catechesi e Pastorale nel seminario interdiocesano di Murhesa. P. Mario credeva in questa attività anche perché aveva toccato con mano che “ci sono giovani e ragazze ottimi, pieni di fede e generosi, assetati di preghiera e animati da autentico zelo” (20.9.86).

Nel 1987 fu richiamato definitivamente in Italia. Fu Rettore delle comunità di Zelarino, Desio, Parma Casa Madre, Vicenza, Alzano. In una situazione missionariamente nuova. “Le vocazioni sono diminuite e la maggior parte dei missionari nei nostri paesi d’Europa sono anziani. C’è la proposta della missione ad tempus, che va bene per i non consacrati. Inoltre oggi non pochi partono per i paesi poveri per sostenere lo sviluppo di quei popoli. Ma per il missionario ad vitam il vero motivo della missione non può che essere l’amore a Dio. Non si fa missione per cercare successi, per spirito d’ avventura, per costruire opere imponenti, ma per annunciare il Regno e servire nella gratuità” (aprile 2013).

Riposi in pace.

DG
14 janeiro 2014
2313 Visualizações
Disponível em
Tags

Links e
Downloads

Área reservada para a Família Xaveriana.
Acesse aqui com seu nome de usuário e senha para visualizar e baixar os arquivos reservados.
Documentos públicos Tamanho
Profilo-Giavarini
203.23 KB
Free
Download