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Con i rifugiati ai crocevia della Storia

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20 giugno 2022 - Giornata Mondiale del Rifugiato

È rilevante, soprattutto in questa congiuntura storica, celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) per tenere alta l’attenzione sul tema dei migranti e sulle loro storie sempre più trascurate da politiche e narrazioni emergenziali. Il Centro Astalli, sede italiana del Jesuit Refugee Service, ha organizzato varie iniziative per aiutare la comunità civile (e religiosa) a riflettere sul contributo di ciascuno alla costruzione di un nuovo mondo, di una nuova Europa solidale e pacificata attraverso l'accoglienza di quanti le chiedono protezione. È compito di tutti contribuire a promuovere una cultura dell’accoglienza e della solidarietà, a partire dall’incontro diretto con i rifugiati e dalla tutela dei loro diritti fondamentali. P. Camillo Ripamonti,sj presidente del Centro Astalli, dichiarava recentemente: “I rifugiati, vengono ridotti sempre più a flussi migratori, statistiche, numeri senza nome e senza volto, al fine di allontanarli dalla sensibilità e dall’incontro con i cittadini europei. Siamo convinti che l’unico futuro possibile è un futuro comune. Oggi accompagnare i rifugiati ed essere con loro ai crocevia della Storia è il modo più pieno di vivere la nostra cittadinanza”.

La Giornata del Rifugiato 2022, è stata l’occasione per un colloquio - organizzato dal Centro Astalli – svoltosi a Roma lo scorso 14 giugno, presso l’aula magna dell’Università Gregoriana. Sono intervenuti la politologa Nadia Urbinati e Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato della Santa Sede. Moderatore è stato Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.


Riportiamo qui una parte dell’intervento introduttorio di P. Ripamonti, sj:

“ … Con i rifugiati ai crocevia della Storia. Abbiamo voluto dare questo titolo alla giornata di quest’anno, per sottolineare come milioni di persone in fuga, a cavallo di confini, ci dicono che proprio lì siamo di fronte a snodi centrali per il futuro di tutti. Pensiamo ai confini dell’Ucraina attraversati da milioni di persone, non è solo la guerra il problema, ma la sostenibilità energetica, quella alimentare, le democrazie.

Queste questioni forse non sono solo conseguenze del conflitto, ma la causa remota indice di una disuguaglianza che uccide, di una governance sempre più piegata da interessi economici in un mondo interconnesso, dove se ognuno non si assume la responsabilità degli altri, questi altri sono destinati a morire. Lo spostamento forzato di milioni di persone, ormai 100 milioni, è un monito, le cui dimensioni hanno la forza di un grido assordante che ci dice che occorre imboccare una via diversa.

Non serve arginare il fenomeno delle migrazioni forzate, neppure solo governarlo occorre pensarlo come campanello di allarme dove le vittime con volti ben definiti ci dicono che non sono loro a aver oltrepassato il confine, il limite, ma siamo noi tutti ad averlo fatto. Siamo forse a un punto di non ritorno: pensiamo solo ai cambiamenti climatici che generano e genereranno sempre più sfollati; al commercio delle armi, che non farà altro che generare morte; o alla disumanità della procedura di deportazione, messa in atto recentemente dal Governo di Londra.

L’incontro di questa sera, allora, vuole aiutarci a farci stare lì dove la Storia gioca la sua partita, insieme a milioni di donne, uomini e bambini, vittime solo perché desiderano un futuro di pace. Guai se questa giornata che celebriamo ogni anno non ci facesse sentire il peso di questa responsabilità e non ci spronasse a cercare delle soluzioni credibili e percorribili … ”.


 Leggi anche: https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2022-06/rifugiati-unhcr-caritas-internationalis-giornata-mondiale-onu.html

 

Redazione
20 junho 2022
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