"Lo Sconosciuto accanto. Storia di conversioni nel Giappone di oggi” (Emi 2017) è un libro che raccoglie venticinque testimonianze di adesione al cristianesimo di uomini e donne, studenti e giovani mamme, adulti in carriera o adolescenti; tutte persone che sono arrivate ad incontrare e abbracciare Gesù Cristo per vie diverse. Si può dire che sia un libro scritto "a più mani". Tuttavia, nei dettagli di ciò che si racconta - la conversione - alla fine si può riconoscere la mano di Dio, l'unico Autore. Viene qui narrata quella che dovrebbe essere la più importante – se non unica – opera saveriana: aprire strade, creare opportunità per incontrare lo Sconosciuto accanto. Alla domanda «Quante sono le vie che conducono a Dio?», così rispose l’allora Card. Ratzinger: «Tante quante sono gli uomini sulla terra». E noi saveriani dovremmo essere lì, con gli uomini e le donne della terra, sulle vie dell’incontro che conducono a Dio, spesso Sconosciuto ma sempre accanto a ogni uomo e donna.
HO INCONTRATO LO SCONOSCIUTO ACCANTO -
Mi trovo a Belèm do Parà per via della documentazione per la mia permanenza in Brasile e per i periodici controlli medici. Nei tempi di attesa per le visite del medico, ho incontrato “Lo Sconosciuto accanto” … Ringrazio i confratelli, che hanno curato l’edizione e la stampa di questo libro, per avermi permesso di incontrare “personalmente” lo Sconosciuto accanto. Grazie infinite, Sconosciuto accanto! Mi hai sorpreso e incantato! Con la tua conversione mi proponi di fare lo stesso!

ETSURŌ SOTOO, grazie! Mi hai confermato che “solo il desiderio e la ricerca permettono la conversione, un uomo non può essere felice senza una domanda”.
SAKIKO IJICI, grazie d’avermi scritto: “Noi esseri umani siamo piccoli e meschini, non riusciamo a capire il cuore grande di Dio Padre. Allora lo ignoriamo, o andiamo a brontolare e a prendercela con Lui. Fino a quando giunge il momento in cui ci si aprono gli occhi e cominciamo a capire qualcosa di più di Dio e della vita. Rileggendo il libro di Giobbe ho avuto modo di ripensare ai miei antichi dolori e alle ferite di cui porto ancora le cicatrici. Osservandole ora, ho avuto modo di sperimentare la vicinanza di Dio”.
GORGONIA EMIKO TANIGUCHI: “Ho 68 anni, e posso affermare con certezza che da quando sono nata sino a tutt’oggi, anche se per lunghi tratti della mia vita mi sono dimenticata di Dio, Lui non mi ha abbandonata mai … Non so quanti anni Dio mi concederà ancora da vivere su questa terra, ma sono sicura di una cosa: avendo capito come e quanto Dio mi ami, anche io non mi allontanerò mai più da Lui”. Grazie, Gorgonia! Anch’io voglio dire e fare lo stesso.
MARIA ELISABETTA RYOKO MIYASHITA: “... prima pensavo che la Bibbia fosse la Bibbia, le prediche fossero le prediche, le mie poesie fossero le mie poesie e la mia vita fosse la mia vita: tutte realtà senza relazione tra loro. Venendo agli incontri biblici mi rendo invece conto che la vita è una cosa sola agli occhi di Dio e che tutte le realtà sono interconnesse tra loro e fanno parte dell’unica verità davanti agli occhi misericordiosi e pieni di amore di Dio”. Grazie, Maria Elisabetta d’avermi aiutato a pensare un po’ di più!
YUTAKA ONODA: “Davvero è straordinario che il Signore mi abbia guidato alla Chiesa cattolica, e che un giorno, chiamando a raccolta quel po’ di coraggio che mi restava, abbia deciso di bussare alla porta della chiesa ed infine abbia potuto incontrare una comunità che mi ha accolto... Sì, tutto questo è davvero straordinario”. E io, vivo la comunità che accoglie?
MARIA CRISTINA ICHIKO KONDO: “Un giorno il missionario cominciò a spiegarmi i bassorilievi della Via Crucis appesi alle pareti della chiesa. Mi furono spiegate una ad una, con grande passione, le quattordici stazioni. Un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Mentre si procedeva nella spiegazione, capivo che Gesù di Nazaret si è fatto carico di tutti i nostri peccati e le nostre miserie (comprese le mie) ed è per questo che Dio ha sofferto e patito sino a morire sulla croce, per salvarmi, per perdonarmi. Scoppiai a piangere e le lacrime scendevano senza che potessi far nulla per trattenerle. È forse allora che per la prima volta ho capito cos’è l’amore di Dio per gli uomini, quindi anche per me”. Con la tua esperienza prego la Via Crucis con più cuore e più sentimento. GRAZIE!
TERESA YOKO MIZUGUCHI: “La fede mi ha aiutato a capire il valore di ogni singola persona e di conseguenza anche il significato e il valore della mia esistenza. Prima pensavo di non valere nulla e di essere insignificante. Soprattutto mi ha fatto capire che Dio non è lontano, ma vicino a me e a ogni persona, e che Egli è il vero “Tu” della vita”. Grazie Teresa per aver capito – e per aver detto anche a me – con la fede, il valore di ogni persona e il valore della mia esistenza.
CHIARA EIKO SHINDO: “Se mi chiedono perché ho domandato di essere battezzata, la risposta è immediata e semplice: da quando mi è stata data la grazia di conoscere la Sua Bontà, il mio cuore non desidera altro che essere accanto a Lui. ... Durante la veglia di Pasqua di quest’anno, il mio secondogenito, che fino a poco tempo fa era chierichetto, è stato invitato a leggere una lettura e a cantare un salmo come solista. Abbiamo fatto molte prove assieme e mentre cantavamo mi ha colpito il pensiero che non solo il canto, ma ogni cosa della nostra vita, se fatta con il cuore, ci fa vivere meglio e ci sprona a rendere gloria a Dio”. Com’è vero che l’esempio trascina! Anche in questo momento, col cuore, vivo meglio, vivo accanto a Lui, Gli rendo gloria! Grazie, Chiara!
MONICA T.K.: “Ricordo con chiarezza la prima volta che sono entrata in una chiesa cattolica. La provvidenza volle che incontrassi subito un missionario che mi salutò e mi rivolse parole gentili e accoglienti. Cominciai così a interessarmi delle cose della fede e del cristianesimo e in breve tempo mi misi a studiare il catechismo. Il missionario mi spiegò che la cosa più importante nell’esistenza di ogni essere umano, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione, è la realtà di essere personalmente amato da Dio che è Padre di tutti. Nasciamo perché Dio ci fa nascere con il suo amore, e per Lui noi siamo sempre suoi figli. Tutto il resto è secondario”. Grazie, Monica! Davvero la buona notizia si fa strada col saluto e con gentili e accoglienti!
KIYOKO OISHI: “Mio suocero, cattolico convinto, morì e i funerali si tennero nella chiesa di Sakai. All’apertura del testamento abbiamo letto ed appreso che, in seguito alla persecuzione dei cristiani ad opera del dittatore Tokugawa, gli antenati della famiglia Oishi erano fuggiti a Kuroshima e vissero trecento anni in quell’area, coltivando patate dolci e tramandandosi la fede da una generazione all’altra. Nel testamento era riportato anche il desiderio che questa fede fosse trasmessa alle generazioni future come un tesoro di famiglia. Dopo la lettura del testamento, mio marito, per rispondere al desiderio di suo padre, decise di recarsi ogni domenica a messa nella chiesa di Izumisano. (...) I fedeli della chiesa ci trattavano con grande familiarità. (...) Ci siamo trovati subito bene e siamo entrati nella chiesa contenti per la benevolenza di tutti”. Ringrazio tuo suocero, tuo marito, te, il missionario, i fedeli della chiesa... tutti canali dell’Acqua Viva della Fede che arriva anche a me!
AGNESE E SAVERIO ITO: “Sono convinta che la mia fede è cresciuta pian piano e in modo naturale frequentando con fedeltà la vita della piccola chiesa di missione. … … Certamente il mio amico cristiano e la sua famiglia hanno avuto un ruolo centrale nell’attirarmi al mondo della fede. Una cosa che mi colpiva molto in loro è che non dicevano bugie e vivevano sempre con tanta fiducia nella vita. Il mio amico, poi, era molto limpido e corretto, serio e impegnato, gentile e servizievole, ma sapeva anche difendersi e farsi valere. Quella famiglia, che viveva senza ostentazione e con tanta serenità, mi faceva sentire a mio agio, e implicitamente mi invitava a diventare come loro. Con il senno di poi, adesso posso dire che sono stati per me un modello vivente di vita cristiana semplice e fedele, dove tutto è guidato dagli insegnamenti del Vangelo. (...) In seguito la mia fede ebbe modo di maturare grazie alla vita con la comunità cristiana e al contatto con preti e suore nella scuola cattolica dove insegno comunicando ciò che ho imparato dalla vita e dal Signore. Tuttavia ciò che ho sperimentato quando avevo quattordici anni continua a sostenermi. Per me quella è stata un’esperienza fondamentale di incontro con Dio”.Vi ringrazio per la vostra vita personale e di famiglia: siete colonne portanti della chiesa cui appartenete. Pregate per le nostre famiglie! Grazie!
AGNESE FUMIYO NEGORO: “Il Concilio Vaticano II mi sembra aver indicato con chiareza la sorgente della fede e dato indicazioni precise per rinnovare il volto della Chiesa. Ciononostante, però, gli insegnamenti del Concilio non sono stati accolti da tutti gli ambienti ecclesiali, con il risultato che, per molti cristiani giapponesi di fede antica, l’evangelizzazione coincide con la sola trasmissione della fede all’interno della propria famiglia, si limita ad essa. Oggi, però, nel mutato contesto della società giapponese moderna, in cui i mezzi di comunicazione sociale esercitano un influsso enorme, i genitori cristiani non riescono più a trasmettere il tesoro della fede neanche ai loro stessi figli. È un fallimento eclatante per gran parte della Chiesa giapponese. Per quelli invece che, come me, sono entrati nella Chiesa di recente e si sono sforzati di capire ciò in cui credevano studiando la liturgia, la Sacra Scrittura e il catechismo, non vi è alcuna paura nel parlare in pubblico della fede in cui crediamo e per cui viviamo. Noi siamo convinti che il tronco dei nostri genitori e antenati affondi le radici in Dio e da Lui tragga vita e forza”.
Gentile Agnese, grazie per condividere il tuo pensiero sull’inculturazione della fede. Mi piacerebbe ascoltarti di più. In tutto il mondo (anche in Giappone, immagino), il consumismo e il secolarismo affettano la pianta, mancandole di rispetto fin nelle radici... “man mano che il corso di catecumenato avanzava, sentivo avvenire dentro di me dei cambiamenti profondi, il senso di Dio si focalizzava e diventava qualcosa di più preciso”. Grazie ancora e raccontami ancora dei cambiamenti e del senso di Dio sempre più preciso...
CHIARA E GIOVANNI KANMURI: “Sino al giorno del battesimo ero convinta di essere viva perché dentro di me c’era la forza di esistere. Il giorno del battesimo, il mio modo di pensare cambiò radicalmente. Finalmente capii che sono viva perché ricevo la vita dalle mani di Dio che mi ama e che la vita non è una cosa mia, ma un dono suo … (Chiara)
“Ciò che attualmente mi attira di più del cristianesimo sono i sacramenti. In particolare la celebrazione dell’eucarestia con la comunità cristiana e il sacramento della riconciliazione. All’inizio non capivo il senso delle parole ‘Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi’. Una domenica, mentre ricevevo la santa comunione e l’ostia consacrata entrava nella mia bocca, ho pensato che da duemila anni si celebra questa Cena del Signore e questo per metterci in comunione con Lui oltre il tempo e lo spazio. Allora mi ha preso un brivido di paura, e ho capito che noi siamo tutti invitati a partecipare non solo alla Cena del Signore ma anche al suo modo di esistere, vivendo come Lui è vissuto, cercando di vivere il Vangelo dell’amore di Dio e dell’amore dei fratelli. (...) Ritornato in Giappone, durante le elementari e le medie, per reinserirmi nella mia cultura, mi sono dovuto impegnare moltissimo a studiare la mia lingua, per recuperare gli anni passati all’estero e poter entrare a far parte a pieno diritto del gruppo dei mei compagni di classe... A seconda delle circostanze, per non perdere il rapporto coi compagni, ho imparato a modificare continuamente le mie parole e a nascondere quello che pensavo. Crescendo in questo modo, dove l’unica cosa che conta è come si è visti dagli altri, tra mille sforzi e molta fatica ho cercato di conciliare dentro di me la cultura giapponese con il mio vivere da cristiano (Giovanni Junichi).
Chiara e Giovanni, vi ringrazio immensamente perché la vostra comunione di vita mi ha risvegliato nella consapevolezza della VITA-DONO in Cristo. Come Nicodemo è stato chiamato da Gesù a rinascere, voi mi avete chiamato a rinascere! Giovanni, è vero che anche la cultura giapponese, col Vangelo di Gesù Cristo, rinasce, si afferma e cresce?
Rinnovo il mio grazie allo Sconosciuto accanto. Forse - ora l’uno ora l’altro - mi è accanto dal Cielo. Certamente si è accorto di me e di quanto ho bisogno della sua intercessione. Lo ringrazio ancora di più. E ringrazio di cuore anche coloro che me lo hanno fatto conoscere.
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