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Nardello P. Massimiliano

1923/500

P. Massimiliano Nardello
Caldogno (VI) 2.6.1913 - Vicenza 18.1.1994

Nella casa Saveriana di Vicenza, alle ore 23.30 del 18 gennaio 1994, è morto per insufficienza cardiaca acuta il P. Massimiliano Nardello. Aveva 80 anni compiuti, essendo nato a Caldogno (VI) il 2 giugno 1913.

Accolto nell'Istituto a Vicenza il 20.2.1924, P. Massimiliano percorse le varie tappe dell'iter formativo allora vigente; nel 1929 emise la prima professione nelle mani del venerato Fondatore e l'11 aprile 1936 fu ordinato sacerdote.

P. Massimiliano aveva appena ventitré anni ed era cagionevole di salute; i Superiori lo destinarono alla formazione.

Fu la destinazione di tutta la sua vita: Vicerettore e Insegnante nelle case di Poggio S. Marcello (1936-37) e Massa Lucana (1937-42); Direttore spirituale a Grumone (1942-45); Vicerettore e Insegnante a Vicenza (1945-49); Rettore e Insegnante a Grumone e a Nizza Monferrato (1949-52); Direttore Spirituale a Vicenza (1952-1967) e poi, fino al giorno della sua morte, Confessore e Incaricato dei benefattori.
Ma P. Massimiliano non cessò mai di sognare l'attività in missione.

Nel 1939 chiese con insistenza al Superiore Generale, P. Dagnino, di essere inviato in Cina. Ebbe la risposta desiderata, ma la guerra, scoppiata in settembre, fece naufragare tutto.

Nel 1942, alla mamma, che osservava come egli stesse facendo tanto bene in Italia, rispondeva: "Io non so se qui faccio del bene, quantunque lavori e lo desideri. Ma so però che il Signore mi ha chiamato non per le anime che non vogliono, ma per quelle che non possono salvarsi: gli infedeli. A quale scopo far tanti sacrifici, rinunciando anche agli affetti più santi e legittimi, se proprio adesso perdessi di vista l'ideale sublime che mi ha sorriso nei miei primi anni?".

Nel 1946 partì per la Cina il fratello, P. Anteriore. P. Massimiliano scrisse al Superiore Generale: "Il sapere che almeno uno di noi due fratelli è stato scelto a lavorare direttamente nel campo delle Missioni mi ha assai rallegrato... d'altra parte però la notizia mi umilia perché proprio il più anziano deve ancora restare in patria in attesa".

Per altre due volte il P. Massimiliano chiese di prendere il posto del fratello, "ma - come scrive nel 1972 - mi fu consigliato di non insistere".
Facilmente i Superiori pensarono a mamma Maria che aveva offerto i suoi due figli al Signore e che dal '53 era rimasta sola.

P. Massimiliano continuò a servire la missione curando i collegamenti con i numerosi benefattori dell'Istituto. In Missionari Saveriani del marzo 1978, nella pagina di Vicenza, si legge: "Nessuno come lui è convinto che se la nostra casa apostolica è viva ed efficace nel preparare nuovi missionari, lo dobbiamo all'aiuto dei benefattori...

È diventato l'apostolo della macchina da scrivere. A lui molti confidano le loro sofferenze e le loro gioie. Egli, attingendo dalla fede e da un profondo senso dell'uomo, sa rivolgere a tutti le parole giuste. Inoltre noi che viviamo insieme con lui, possiamo dire che è un uomo di comunità. 

La sua proverbiale saggezza di uomo che ha 'vissuto' sa essere in armonia con l'esuberanza delle nuove generazioni".

DG
18 January 1994
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