Tutti parlano di ‘missione’ oggi! Ci sono le straordinarie ‘missioni spaziali’ e le molteplici ‘missioni di pace’ (bene armate!) dell’ONU. Ma poi ci sono le varie ‘missioni speciali’ in quasi tutti i campi dell’informazione, della ricerca e dell’agire umano! Anche nel nostro mondo cristiano, e in particolare cattolico, specialmente dopo il Vaticano II, parliamo molto di ‘missione’, ma in modo mi pare assai vago e soprattutto poco ‘impegnativo’; unanime però forse solo nel demonizzare e dimenticare le vecchie ed ‘eroiche’ ‘missioni estere’…
Con un po’ di presunzione certo, - per tentare di uscire dalle nebbie parolaie polisemantiche, ambigue e inoffensive - cerco di tracciare in 7 tappe il cammino post-conciliare: dalla riscoperta biblica della ‘missione universale’ della Chiesa … alla riaffermata specificità, urgenza e priorità della missione ‘ad gentes’, come ‘missione speciale’, nell’orizzonte immenso della riaffermata (ma fin dove assunta?!) Missione di tutta la Chiesa, e di ogni battezzato, nel mondo d’oggi.
I. Tutta la Chiesa è ‘in missione’/ deve essere ‘missione’.
Papa Francesco ha ripreso e rilanciato con forza e cocciutaggine la riscoperta del Vaticano II, di una chiesa tutta ‘inviata’, quindi tutta in missione / in uscita, oggi nel cuore del Mondo e della Storia - per annunciare a tutti la bella, incredibile, strepitosa Notizia che:
Dio ha tanto amato il Mondo … da donare il suo unico Figlio, perché, chiunque creda in Lui, non si perda, ma abbia la pienezza della Vita. Dio, infatti, non ha inviato il suo Figlio nel mondo per giudicare il Mondo ma perché il Mondo sia da Lui salvato (Gv. 3, 16-17).
Papa Francesco ci invita anche a prender coscienza che oggi è caduta la divisione “tra il mondo cristiano da una parte e un mondo ancora da evangelizzare dall’altra”, e che quindi la Chiesa oggi deve essere tutta intera, ovunque, ‘in missione’ (cfr Discorso di Natale alla Curia Vaticana, 21.12.’19).
II. Questa missionarietà universale …
... è essenziale, ‘naturale’ e costitutiva stessa dell’essere-Chiesa; è la vocazione ‘nativa’ fondamentale di ogni battezzato-cristiano. Essa dovrebbe dunque gorgogliare e circolare perenne e vivace già all’interno di ogni comunità cristiana, e zampillare fresca e allegra all’esterno per creare tutto intorno oasi di vita nuova, che disseta di speranza anche i vicini della porta accanto, … vita nuova che bisogna ad ogni costo far arrivare anche alla gente delle molte periferie abbandonate e degradate della tua stessa città.
Disgraziatamente, nonostante tutti ‘i sussurri e grida’ e le continue ‘trovate’ e gesti stupefacenti di Papa Francesco, questa ‘missionarietà’ universale e nativa di tutta la Chiesa, - e di ogni cristiano che rispetti il suo battesimo-cresima - fa ancora molta fatica oggi a diventare mentalità ecclesiale e a dinamizzare missionariamente la vita delle comunità cristiane e dei cristiani, laici e preti, vescovi e cardinali inclusi! Nonostante gli orizzonti immensi aperti più di 50 anni fa dal Concilio (cfr LG, GS, NA e DH…), chi riuscirà mai a svegliare e a far smuovere il pachiderma del ‘mondo cattolico’, sdraiato tranquillamente, di traverso, sull’ autostrada della Storia mondiale?
III. Per di più, nel frattempo...
... sembra essersi sgonfiato o si è quasi spento del tutto nella ‘cristianità’, lo slancio missionario, pur particolare ed elitario ma vivo e generoso negli ultimi secoli, per ‘le missioni estere’ e per ‘la conversione dei pagani’.
Può sembrare strano che anche Papa Francesco non parli quasi più delle ‘missioni’ e dei ‘missionari’classici. Egli è giustamente preoccupato forse di risvegliare prima la missionarietà nativa e universale di tutta la Chiesa, di cui la missio ad gentes è una dimensione ‘specifica’, pur primaria ed essenziale.
Ma il ‘silenzio’ di Francesco sulle ‘missioni’ (al plurale) è dovuto forse anche al fatto che…
IV. ...il modello pre-conciliare delle ‘missioni estere’ ...
... e anche nella più recente formula della ‘plantatio ecclesiae’, - cioè il modello ecclesiocentrico e fondamentalmente ‘coloniale’ delle missioni - è assolutamente superato e improponibile, nei suoi fini e nei suoi metodi, per il mondo d'oggi dalla Chiesa post-conciliare.
Un ‘modello’ improponibile e superato, quasi come è evidentemente improponibile e superato da secoli il ‘modello’ delle ‘crociate’ e delle ‘guerre sante’, o quello della caccia agli eretici, che pure nel passato, non dimentichiamolo, furono proposti solennemente per secoli, da Papa e Santi predicatori, come un dovere (missionario) per ‘convertire’ eretici e infedeli, e poi attuato, in forme spesso violente, nei confronti in particolare dell’Islam …
Da qui anche - nei progetti di riforma di Papa Francesco - la dichiarata e programmata ma assai lenta e difficile ristrutturazione radicale della storica Congregazione di ‘Propaganda fide’, con tutte la sue complesse strutture economiche e propaggini sociali, per unirla alla neonata Congregazione della ‘Nuova Evangelizzazione’: ma come mettere al passo l’elefante e il pulcino?
V. Resta però il fatto che il mondo non-cristiano...
... che ancora non ‘conosce’ la grande bella Notizia (il Vangelo), né ha ancora potuto incontrare realmente Gesù, come Salvatore dell’uomo e del mondo, è ancora là, immenso, anzi sempre più immenso e sempre più ignaro.
Se dunque, il modello delle ‘missioni estere’ è superato, la missione ad gentes, invece, come espressione ‘specifica’ della missionarietà universale e connaturale alla Chiesa tutta ‘a tutte le genti’, cioè al di là d’Israele (Mt 28, 18ss // Mc 16,15ss // Lc 24, 45ss; Jn 20, 20ss // Atti 1, 8ss) … è oggi ancor più pertinente che mai. E' anzi, sempre più urgente e necessaria che mai, verso ‘le genti’, cioè le culture e i popoli non cristiani, oggi, nel nostro mondo in crescita. (Cfr il decreto conciliare Ad Gentes, ma anche LG 9, 16-17, ecc.
Nella RMi (1990) Giovanni-Paolo II identifica tre piste o dimensioni costitutive oggi della missionarietà universale della Chiesa, pur dando motivazioni forti e attuali sulla specificità e urgenza assoluta oggi, come pista prioritaria, proprio della Missione ad gentes!
VI. Quindi:
- Dato che la ‘specifica’ Missio ad gentes è oggi, urgente e indispensabile come non mai;
- E dato che il modello preconciliare delle ‘missioni estere’ è oggi assolutamente improponibile (cfr le chiese locali) …
- Qual è dunque il modello post-conciliare buono, valido oggi, per la missione ad gentes e per il primo annuncio di Cristo ai ‘mondi’ che ancora non Lo conoscono?
VII. A me sembra che...
...oggi come oggi, il modello ‘nuovo’ e le ‘nuove’ finalità prioritarie della missione ad gentes, come progetto ecclesiale specifico, nel suo insieme armonico e progettuale, sia oggi ancora da ridisegnare, o almeno da riprogettare e assumere ecclesialmente, e poi da rilanciare in concreto.
Certo il Concilio ne ha già tracciato le linee fondamentali, e Papa Francesco sta proiettandone senza sosta dei tratti significativi, e già anzi da alcuni decenni, alcuni profeti - Teilhard de Chardin, Charles de Foucauld, Voillaume, Yves Raguin sj… e altri) - hanno tentato di viverlo e incarnarlo, piuttosto che teorizzarlo. Ma non si dovrebbe forse, ora, tentare anche di formularlo compiutamente?
Antonio Trettel sx- Bukavu
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