Ogni anno, il 24 maggio, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. Fu Benedetto XVI ad istituirla nel giorno in cui i fedeli cattolici cinesi celebrano “la festa della Beata Vergine Maria”, Patrona del Paese. Questa giornata è un «conforto» per le comunità cattoliche cinesi ancora oggi perseguitate da un regime che vuole dominarle. La Giornata è anche espressione della cura e della «inquietudine» del papa per la Chiesa in Cina. Per i cristiani in Cina, perseguitati e martirizzati fin dal VII secolo, sapere che la Chiesa universale prega per loro in quel giorno è qualcosa di estremamente importante. È un potente conforto. In più, il 24 maggio è il giorno in cui si celebra la memoria liturgica della Vergine Maria, aiuto dei cristiani. Una festa particolarmente sentita in Cina che vede ogni anno migliaia di fedeli recarsi in pellegrinaggio al santuario di Sheshan, a Shanghai. “Al giorno d’oggi in Cina la Chiesa guarda avanti con speranza. … Preghiamo insieme affinché la Chiesa in Cina perseveri nella fedeltà al Vangelo e cresca nell’unità” (Papa Francesco).
Il vescovo di Hong Kong a colloquio con il direttore de «la Civiltà Cattolica»
«La nostra diocesi ha ricevuto dal Papa Giovanni Paolo II la missione di essere una “Chiesa ponte” … la sfida più grande è collegare le parti diverse e opposte, per aiutarle a vedersi come persone umane desiderose di essere ascoltate e comprese. Aiutarle ad ascoltare le controparti con rispetto ed empatia, nella speranza che ciò lenisca il loro disagio e/o favorisca la collaborazione». È questo uno dei passaggi più significativi dell’intervista del vescovo di Hong Kong, monsignor Stephen Chow Sau-yan, rilasciata a padre Antonio Spadaro, direttore de «La Civiltà Cattolica», e il cui testo integrale si può leggere in italiano, inglese e cinese sul sito della rivista dei gesuiti.
Monsignor Chow racconta la sua visita a Pechino dal 17 al 21 aprile scorsi e parla delle sfide per la Chiesa cattolica in Cina... Nell’intervista, afferma di considerare la sua visita a Pechino come una prosecuzione del viaggio compiuto dal cardinale John Baptist Wu nel 1994, all’epoca vescovo di Hong Kong: il fatto di essere una “Chiesa ponte” — osserva – «fu menzionata per la prima volta dal venerabile Matteo Ricci», missionario gesuita in Cina tra il XVI e il XVII secolo. «Sebbene dall’istituzione dell’Accordo provvisorio» tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese — ha aggiunto — «sia stato stabilito un canale ufficiale tra i rispettivi dipartimenti di Stato della Santa Sede e della Cina, consideriamo il nostro viaggio del 17 aprile come un ponte, a livello diocesano, tra Pechino e Hong Kong. Tra i frutti più notevoli di quella visita scorgo il contatto personale tra i presuli delle due diocesi e il riaccendersi della collaborazione in diverse aree. La collaborazione che abbiamo concordato, fortemente auspicata da entrambe le parti, ci dà speranza e determinazione a lavorare insieme».
Circa l’Accordo provvisorio, afferma che a suo parere «non è morto come alcuni sembrano aver suggerito. Ma le discrepanze di vedute tra le due parti sull’assegnazione dei vescovi ad altre diocesi potrebbero costituire un fattore da sottoporre a una migliore comprensione. Pertanto, se per il futuro si svolgessero colloqui più regolari e approfonditi, forse ne verrebbero dei chiarimenti».
Interpellato sul significato della cosiddetta “sinicizzazione” della Chiesa, ha risposto che occorre continuare a dialogare sull’argomento perché la Chiesa nel continente sta «ancora cercando di capire quale significato dovrebbe assumere per sé» questo concetto e «a tutt’oggi non è pervenuta a una conclusione definitiva».
«Secondo uno dei funzionari governativi che abbiamo incontrato durante il viaggio — ha sottolineato — la sinicizzazione assomiglia al nostro concetto di inculturazione. Quindi, penso che per ora sia meglio non saltare a conclusioni sulla sinicizzazione».
Ha quindi osservato che «piuttosto che sul linguaggio dei “diritti”, noi preferiamo porre l’accento sulla coltivazione della “dignità”, e su un sano senso del “dovere” verso la comunità, la società e il Paese. È nostro dovere promuovere e assicurare la dignità degli altri, non solo la nostra. Ciò detto anche la Cina, come il resto del mondo, deve imparare a fare meglio per promuovere la dignità di tutti in patria e al di fuori, sebbene le vada riconosciuto di aver compiuto un lavoro straordinario per eliminare la povertà materiale e l’analfabetismo nel Paese».
Parlando di Matteo Ricci, ha affermato che «è ancora conosciuto e stimato in Cina, dentro la Chiesa e fuori. È molto rispettato dai cattolici in Cina, ed è tenuto in grande considerazione anche dagli intellettuali cinesi. Anche il presidente Xi ha omaggiato Ricci in uno dei suoi discorsi alla comunità internazionale».
Riguardo a Papa Francesco, ha affermato che molti cattolici «apprezzano quello che sta facendo per la Chiesa in Cina. I vescovi che ho incontrato durante questo viaggio hanno una disposizione positiva nei suoi confronti. Ma quanti sono contrari all’Accordo provvisorio sembrano piuttosto prevenuti» nei suoi confronti. Tuttavia — ha spiegato — «da quello che ho visto e letto, così come dall’atteggiamento dei cattolici che ho incontrato durante il viaggio, direi che una grande maggioranza dei cattolici in Cina è fedele a Papa Francesco e spera che l’Accordo provvisorio porti cambiamenti auspicabili per la loro Chiesa, non ultimo un incontro tra Papa Francesco e il presidente Xi. Anche il governo cinese ha molto rispetto per Papa Francesco. I suoi componenti apprezzano particolarmente la sua apertura mentale e l’inclusività». Quindi monsignor Chow conclude: «Dal momento che Papa Francesco ha espresso il suo amore per il popolo cinese e la sua speranza di visitare la Cina, non stupirebbe che anche il governo cinese volesse vederla realizzata. Preghiamo affinché questo accada, non solo per il Papa o per la Cina, ma per il mondo».
Leggi l’intervista completa, in italiano e in inglese, al vescovo di Hong Kong, monsignor Stephen Chow Sau-yan.
A Bridge to Walk: An interview with Msgr. Bishop of Hong Kong (laciviltacattolica.com)
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