P. ODDO GALEAZZI
Varano di Ancona, 24 febbraio 1915
Holliston (U.S.A.), 30 luglio 1983
di Varano di Ancona
Promotore di vocazioni missionarie; Animatore dello Shrine di Holliston
Di anni 68. Numero di Professione 231
Sepolto ad Holliston (U.S.A.)
Oddo Galeazzi nacque a Varano di Ancona il 24.II.1915 da Luigi e Stecconi Assunta. Compiuti gli studi liceali nel Seminario Regionale di Fano, entrò tra i Saveriani nel 1934 ed ultimato l'anno di Noviziato a S. Pietro in Vincoli vi emise la prima Professione Religiosa il 13.XI.1935; venne ordinato Sacerdote a Parma il 18.V.1939.
Dopo un breve insegnamento a Poggio S. Marcello, fu destinato come animatore vocazionale nel Veneto, risiedendo nella Casa Saveriana di Vicenza: per sei anni incontrò molte famiglie, orientò alla consacrazione missionaria nell'Istituto di Mons. Conforti molti futuri Saveriani che tuttora lo ricordano.
È legata ai suoi primi contatti con il Delegato per le Opere Missionarie della Diocesi di Udine, il santo Sacerdote Mons. Valentino Buiatti - chi scrive questa pagina lo ebbe in seguito come Parroco e deve a lui l'incoraggiamento decisivo alla vocazione missionaria - la apertura in seguito di una Casa Saveriana a Udine.
Finita la seconda guerra mondiale, ripresero le partenze per la Cina: il P. Oddo partì nella numerosa spedizione di 16 Saveriani, il 17.XII.1946, destinato al territorio dell'Honan nella Cina Centrale. Ma egli giungeva in Cina nel momento sbagliato: il regime comunista di Mao mostrò ben presto la sua politica antioccidentale ed anti-religiosa. P. Galeazzi venne espulso nella primavera del 1951. Passò quindi alcuni mesi in Indonesia dove "Propaganda Fide" aveva chiesto ai Saveriani di curare la zona di Padang nell'Isola di Sumatra.
Agli inizi del 1952 gli venne chiesto un sacrificio: lasciare il campo diretto dell'apostolato missionario per lavorare di nuovo nelle retrovie alla preparazione di altri missionari. Con immensa fatica accettò per obbedienza la destinazione di animatore vocazionale negli Stati Uniti, dove la Direzione Generale stava aprendo alcune Case per la formazione di Saveriani d'America. Fu questo un momento doloroso per lui: lo lasciò capire ad alcuni Confratelli amici ai quali delineò quel periodo come una esperienza di scoraggiamento e di frustrazione.
Per oltre 30 anni lavorò nella Circoscrizione Saveriana degli U.S.A. Quando la asportazione della milza lo convinse che in Missione non poteva più recarsi per motivi di salute, si dedicò con entusiasmo sempre crescente al lavoro saveriano negli U. S.A. Curò i contatti con i benefattori e si prodigò per le costruzioni materiali.
È legata alla sua attività la realizzazione e la conduzione per molti anni del Santuario alla Madonna di Fatima, realizzato nella Casa di Holliston: lo "Shrine of Our Lady of Fatima". Facendo trasportare delle pietre colossali, a volte da lontano, se ne servì per costruire, accanto alla Collina di Fatima e dietro al Calvario, uno dei più grandi Rosari del mondo. Ciascuna pietra forma un grano, i vari grani sono legati assieme da una grossa catena di anelli di ferro.
Durante tutte le stagioni dell'anno, ma in particolare durante l'estate, l'autunno ed il periodo natalizio, lo Shrine di Fatima è la meta continua di numerosi gruppi di pellegrini di nazionalità diverse che vengono per meditare e pregare. Particolare importanza hanno avuto i pellegrinaggi degli ammalati, ai quali partecipava regolarmente anche il defunto Card. Cushing di Boston, amico dei Saveriani.
L'infaticabile lavoratore, P. Galeazzi, diventava in queste circostanze, il ministro dell'accoglienza. Si intratteneva volentieri a parlare con i pellegrini. Presiedeva alla Celebrazione dell'Eucaristia o della Parola. Guidava la recita del Rosario, anche più volte al giorno; ascoltava le confessioni; si prestava per conversazioni; tutto ciò diventava occasione per animazione missionaria.
Nel maggio del 1983 furono intrapresi dei lavori per demolire un edificio ad Holliston. Un giorno, mentre stava portando fuori del materiale dal sottotetto, perse l'equilibrio e rotolò lungo la tromba delle scale. La caduta gli causò molteplici fratture: dopo essere stato per circa due mesi in coma, si spense il 30 luglio 1983. La sua salma riposa nel piccolo cimitero dei Saveriani che egli stesso aveva costruito all'interno dello Shrine.
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