FR. LUCIANO GHINI
Brescia, 7 febbraio 1943
Kavimvira (Congo R. D.), 25 giugno 2004
Il 25 giugno 2004, alle prime ore dell’alba, è morto nella casa saveriana di Kavimvira (Congo R. D.) Fr. Luciano Ghini, «Bwana Frera» (Monsignor Fratello) come veniva chiamato dai Congolesi.
Il confratello aveva subito un intervento chirurgico per sospetti linfonodi alla laringe nel lontano 1982 e, da allora, durante le vacanze in Italia, si era sottoposto a regolari controlli medici. L’ultimo controllo, nell’agosto dello scorso anno, aveva evidenziato altre patologie di una certa rilevanza: diabete e bronchite asmatiforme. Rientrato a Luvungi (Congo R. D.), dopo qualche mese aveva incominciato ad accusare forti e diffusi dolori. Ultimamente, proprio perché si stava debilitando a vista d’occhio, si era deciso di portarlo a Kavimvira vicino a Uvira per poterlo curare meglio. Purtroppo, a causa della situazione militare della zona, il viaggio da Luvungi fu possibile soltanto il 21 giugno.
Aveva 61 anni, essendo nato a Brescia il 7 febbraio 1943.
Fr. Luciano entrò tra i Saveriani, a Desio (MI), nel novembre 1973. «Avevo circa trent’anni –raccontò in una intervista apparsa su Missionari Saveriani, Febbraio 2004– avevo sentito la vocazione missionaria molti anni prima. Poi mio padre è morto. Io ero il più grande e, non essendo la nostra una famiglia benestante, sono rimasto a casa. Quando ho finito di sistemare tutti i miei fratelli, allora sono partito. Nel frattempo avevo cominciato a frequentare la comunità saveriana di Brescia. Allora c'erano P. G. Toninelli e P. S. Pirola. Io avevo 14-15 anni. Nel tempo libero, aiutavo a preparare le mostre di oggetti artigianali da vendere a favore delle missioni. Così mantenevo i collegamenti».
Nel 1974 passò a Tavernerio per il Noviziato e dove il 31/08/1975 emise la Prima professione. Passò quindi ad Ancona dove frequentò un biennio di teologia per laici (75-77).
Nel 1977 fu destinato alla missione dello Zaire, l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Così rispondeva nell’occasione al Superiore Generale: «Ho ricevuto con immensa gioia la lettera della mia destinazione, anche perché speravo proprio di andare nello Zaire» (7.12.76).
Dal 77 al 78 studiò il francese a Parigi e, come aveva fatto ad Ancona, frequentò, due giorni la settimana, un corso di meccanica. Nell’agosto del 1978 giunse a Bukavu e dopo lo studio del swahili iniziò il suo servizio missionario: fu Economo nella comunità di Luvungi (79-80), Procuratore di Missione a Bukavu (80-97), incaricato delle costruzioni a Kavinvira (97-2000), Economo a Luvungi (2000-2004). Il suo servizio fu inframmezzato da quasi due anni trascorsi in Italia (82-84) per l’intervento alla laringe e per la professione Perpetua emessa a Parma il 3.12.1982.
Fr. Luciano fu davvero, come gli augurò il Superiore Generale (25.11.76) «un vero missionario, segno della presenza di Dio in mezzo alla gente che non conosce ancora la salvezza cristiana, un fratello che aiuta gli altri a realizzarsi come figli Dio, un apostolo che annuncia l’amore che Dio ha avuto per noi».
Ora, scrive il P. Dovigo (7.7.2004), lo ricordano in tanti: «la gente di Kadutu, del grande mercato. Quante volte, con la sua camionetta, è passato nel quartiere! Quante volte ha acquistato il materiale necessario per le parrocchie lontane di Kasongo, Uvira e Bukavu! Lo ricordano gli impiegati dei vari uffici, dove si recava per documenti, patenti, permessi; i doganieri, con i quali era in contatto per sdoganare il materiale proveniente dall’Italia; i poveri, che lo circondavano nelle vie della città o lo visitavano a casa; i cristiani di Luvungi, con i quali ha lavorato ultimamente, per costruire scuole, la grande sala e la biblioteca; i suoi operai, che lui amava, aiutava, visitava: conosceva le loro povere abitazioni, i bambini, le mamme, le famiglie e, a volte, si fermava a mangiare con amicizia e fraternità. Lo ricordano le suore di diversi istituti, perché Luciano era disponibile per aiuti d’ogni genere. xxxcLo ricordano i confratelli per tutti servizi fatti nell’accompagnare, nel dare, nel procurare le cose più disparate: il cibo d’ogni giorno, le lamiere per costruzioni, i quaderni per le scuole».
Riposi in pace.
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