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Orlandini P. Sperindio

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P. SPERINDIO ORLANDINI
Villa Sesso (RE) il 7 aprile 1915
Genova-Pegli, 15 luglio 2004

Verso le 04.00 del 15.7.2004, nella nostra casa di Genova-Pegli è morto, per infarto, il P. Sperindio Orlandini. L’attacco cardiaco si è sviluppato verso le tre e mezzo: il confratello ha chiamato il P. Mario Tognali, gli ha chiesto l’assoluzione e nello spazio di mezzora ha cessato di vivere. 
P. Sperindio aveva 89 anni essendo nato a Villa Sesso (RE) il 7.4.1915.

Allievo del Seminario di Reggio Emilia fino alla terza Teologia, si forgiò una personalità ancorata a una visione di fede netta e severa: «sono convintissimo, estremamente persuaso, che io sono nulla, che il Signore è tutto e mi vuole molto bene… Dalla terza liceale mi sono imposto di far in modo di avere sempre l’ultimo posto e ho chiesto al Signore di battermi con molte umiliazioni» (31.3.46). Entrò tra i Saveriani nel 1938 a S. Pietro in Vincoli dove fece l’anno di Noviziato concluso il 12.09.39 con la Prima professione. Passò quindi a Parma: qui frequentò l’ultimo anno di teologia e il 23.03.1940 fu ordinato presbitero.

Il suo primo incarico fu quello di Vice parroco (40-46) al Tempio del S. Cuore dove «pieno di gioia, entusiasta della sua missione di prete e di missionario… seppe comunicare con disarmante ma travolgente semplicità la gioia e la bellezza del vivere secondo Dio» (U. Trombi, 16.7.04).

Nel 1946 fu destinato alla Cina che raggiunse l’11.5.1946 con i PP. Chiarel, Sguazzi e Toscano. Studiò il cinese per qualche mese a Cheng Chow e poi a Pechino. Destinato nel settembre 1948 alla diocesi di Cheng Chow, fu aiutante del parroco della cattedrale, impegnato nel catechismo, il canto, le confessioni. Un’altra attività, impellente in quel momento storico in cui si stava concludendo l’ultimo atto della guerra civile tra comunisti e nazionalisti, fu la cura dei numerosi feriti di entrambi gli schieramenti. Successivamente, per la crescente ostilità dei nuovi signori nei confronti della chiesa, il lavoro si ridusse alla pastorale di conservazione e all’attività di farmacista. Assicurava il 7.4.53: «in questo tempo nessun timore, nessun insulto, nessuna violenza ha mai toccato il fondo del mio cuore, sempre… in perfetta pace». 

Nell’ottobre del 1953 fu espulso dalla Cina. Venne richiamato in Italia dove ricoprì vari incarichi: insegnante di Liturgia e ministero a Piacenza; vicerettore e vice-maestro a S. Pietro in vincoli (54-56), parroco al Tempio del S. Cuore (56-59), aiutante alla Procura di Roma (59-60), confessore e propagandista a S. Pietro in Vincoli (60-62). Furono anni in cui P. Sperindio ebbe a che fare con qualche problema di salute; a volte, forse anche in conseguenza delle prove sofferte in Cina, appariva come provato e preoccupato per i vari impegni, ma sempre sostenuto da una grande fede in Dio al quale chiedeva «la forza di superare quei momenti di depressione, di sospetto e di sfiducia che ogni tanto si affacciano alla mia mente e che, grazie a Dio, supero sempre sebbene con molta fatica» (4.4.60). 

Nel 1962 ottenne di ripartire per la missione, in Indonesia. Lavorò a Padang (62-70) in seminario e nella vicina parrocchia di S. Francesco e poi come Vice parroco della cattedrale. Rientrato in Italia, fu a Piacenza (70-76) con incarichi vari, a Nizza Monferrato (76-79) come Rettore e Economo. Dal 1979 risiedeva nella comunità di Genova-Pegli incaricato dei benefattori e addetto al ministero.

Scriveva il 19.3.1990: «Ho cercato fondamentalmente di seguire un consiglio che il P. Amatore Dagnino mi diede alla vigilia della mia partenza per la Cina: avere le ginocchia da cammello -preghiera umile e costante-, le spalle da somarello -operare con semplicità, con costanza, anche nei lavori più umili e pesanti, in obbedienza a Dio, ai segni dei tempi e ai Superiori-, e avere bocca di porcello -adattamento al cibo, ai costumi e alle difficoltà della nuova situazione di vita e di lavoro».

Riposi in pace.

DG
15 Julio 2004
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