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Orru P. Bruno

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P. BRUNO ORRU
S. Antioco (CA), 10 agosto 1935
Parma, 31 marzo 2011

Il 31 marzo 2011, verso le 09.00 a Parma in Casa Madre, è morto P. Bruno Orrù. Lo scorso novembre, a Padang, aveva subito un intervento chirurgico per l'asportazione di un adenocarcinoma alla pleura sinistra. Dal 20 febbraio era in cura a Parma.
Aveva 75 anni compiuti, essendo nato a S. Antioco (Cagliari) il 10.08.1935.

La vocazione di P. Bruno – entrato all'Istituto a Tortolì nel 1949, dopo aver frequentato i tre anni di avvia­mento professionale – fu il frutto di una comunità cristiana con un intreccio virtuoso di rela­zioni.  «La mia vocazione – scrisse nel 1993 P. Bruno - rientra nella straordinarietà dell'ordinario. Il solito padre missionario, saveriano, in questo caso P. Usai, predica …  Non so perché, mentre rientravo a casa insieme ad un amico di infanzia, gli dissi che sarei andato in missione anche io. Poi in confessione [lo dissi] al vice parroco …  la cosa venne alle orecchie del parroco,  una vera anima missionaria e da lui  passò a suor Claudina, la Supe­riora e quasi la madre di tutto il paese e da lì ai miei genitori». Per l'entrata a Tortolì fece tutto il parroco. L'iter formativo saveriano proseguì poi a Macomer (II e III media), Zelarino (Biennio ginnasiale), S. Pietro in Vincoli (Noviziato e Prima Professione il 12.9.1955), Desio (i tre anni di Liceo), Nizza Monferrato (prefettato), Piacenza (Propedeutica), Parma (I Teologia) e in fine, essendo stato assegnato agli USA nel 1961, Milwaukee (gli ultimi tre anni di Teologia e ordinazione presbiterale 29.9.1963). Non si possono dimenticare le valutazioni  dei formatori alla fine del periodo formativo: P. Bruno è  «maturo per età, saggezza e grazia. Ha un profondo senso del dovere; coscienzioso del compimento del suo ufficio; pietà soda e serena; talvolta un po' secco nel trattare con i confratelli; si presta volentieri per il bene della comunità» ( Presentazione ai ministeri ordinati).

Dopo l'ordinazione fu insegnante di latino e greco nel seminario Saveriano di  Holliston e, contemporanea­mente studente di Lingue classiche al Boston College University dove conseguì il MA in latino nel 1967. 

Dal 1972 al 1976 ebbe l'incarico di Direttore dell'Ufficio Missionario e di Procuratore delle Missioni. «Accanto a questo impegno, altrettanto missionario che essere in campo, l'attività pastorale che comprende non solo il ministero a fine settimana e la cura di tutto il dipartimento della musica e canto per tutte le messe ma anche  un counseling, visite alle famiglie e agli ospedali. Questa è l'attività che mi dà più soddisfazione. La gioia sta nel fatto che mi sento molto utile. Una settimana fa sono diventato cittadino americano, e questo, spero mi agevoli in qualche modo il mio futuro lavoro in terra di missione. Anche senza la cittadinanza mi sentivo già parte di questo popolo che ammiro, pur  con i suoi difetti» (2.10.75). 

«Era un confratello generoso, competente, lavoratore» (P. Bob S. Maloney, 31.3.11).

Nel 1976, dopo ripetute domande, fu  destinato alla missione, in Indonesia dove visse dal 1977 al febbraio del 2011, impegnato nella pastorale, nella formazione e nel servizio alla Direzione regionale (Consigliere Regionale per cinque mandati). 

Dopo l'anno di lingua, gli fu affidata la cura pastorale  delle comunità cristiane di  Bagansiapi-Api e Duri. Dal 1987 al 1990 guidò la parrocchia della Cattedrale di Padang. I dodici anni di Sumatra furono, come ricordava nella lettera del 27.8.93, «meravigliosi per il contatto con la gente, i programmi di evangelizzazione fatti insieme; mi hanno fatto crescere nella fede in particolare i lebbrosi, i Batak e i numerosi gruppi organizzatissimi della cattedrale». 

Dal 1990 al 2006 fu Maestro dei novizi, «il fratello maggiore che dà una mano al fratello minore nel conoscere se stesso nella luce di Gesù Cristo. In una atmosfera di grande fiducia, nella continua esortazione ad essere liberi per potere fare le scelte coraggiose» (P. Alphonsus, 2.4.11). 

Libertà anche testimoniata da P. Bruno proprio quando si scoprì il  tumore che lo portò alla tomba. «Fosse successo alcuni anni fa – ha scritto al P. Generale il 23.12.10 - sarei andato in panico e paura. Ora mi ha portato a una presenza costante davanti al Signore … noi siamo suoi, suo possesso; io in voi e voi in me e io nel Padre; la convinzione reale della inabitazione della Trinità …  Mi hanno aiutato molto le parole del Fondatore sul portare Cristo dappertutto  e questo mi faceva includere la malattia; le parole delle Costituzioni sulla malattia, la vecchiaia e la morte sono state belle compagne in questa nuova esperienza della mia vita».

Il Signore lo accolga nella Pasqua eterna.

DG
31 Marzo 2011
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