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Sempre tra la sua gente con il sogno di fare il missionario

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Nella ricorrenza liturgica di san Guido Maria Conforti

Esistono alcune fotografie che ritraggono san Guido Maria Conforti (del quale il 5 novembre si celebra la ricorrenza liturgica). Lo sguardo sereno e il sorriso abbozzato sono le costanti di quelle immagini. Chi è vissuto con lui lo ricorda come un uomo intelligente, allegro e con un grande amore al Cristo e ai fratelli. Un’ascesi semplice e profonda, vissuta nel segreto della quotidianità.

Nato in una delle migliori famiglie parmensi, ordinato sacerdote vive il senso della responsabilità negli incarichi affidati a servizio della diocesi: rettore del seminario, canonico e vicario generale, per tutti è disponibile. Ragioni di salute gli impediranno di essere missionario, ma non il desiderio. Nel 1895 inaugura il seminario della Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere. La famiglia saveriana è il suo lascito più importante. Il sogno si è realizzato.

Nel corso dell’esistenza Conforti di difficoltà ne ha vissute tante ma la perseveranza e la fede hanno fatto superare tutto. Le prove, le sofferenze sono il suo pane quotidiano, eppure, va avanti. Non si ferma di fronte a nulla. Come arcivescovo di Ravenna e poi di Parma è vicino al suo popolo. Si attiva in un’intensa opera di pacificazione sociale che porta i suoi frutti, ed è dedito alla carità. Nel 1919 Vittorio Emanuele III, per il bene fatto in tempo di guerra, vuole insignirlo dell’onorificenza al merito dell’O rdine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Conforti osserva di aver fatto solo il proprio dovere. Dovere che, per lui, è stare in preghiera davanti al Santissimo, visitare gli infermi, sostenere i più bisognosi, aiutare i lavoratori.

È un uomo pratico. Vive una fede fatta di servizio e di abbandono alla provvidenza che condivide con tutti, specialmente con le persone in difficoltà. Il suo palazzo è conosciuto da tutti: chi ha un dolore o una necessità può bussare a quella porta, sicuro di essere accolto da un padre, e non solo da un’autorità. Gli abbandonati sono al centro del suo cuore. Durante lo sciopero agrario del 1908 scrive un Appello alla pace, testimoniando attenzione alla collettività: «In questo momento, con l’affetto trepido di un padre amante, preoccupato del bene e dell’avvenire dei propri figli, vi esorto alla pace con i fratelli». Visita più volte la diocesi di Parma, comprese le realtà dell’Appennino, condividendo speranza e solidarietà. Nel 1928 si reca dai missionari saveriani in Cina, concretizzando in questo viaggio il sogno della sua vocazione. Conforti è l’uomo delle beatitudini e del saper trovare Dio in tutto e per tutto. Nei momenti di maggiore contrarietà guarda il Crocifisso che, spiega ai suoi missionari, è il libro che contiene tutto l’amore di Dio per l’umanità. Spira il 5 novembre 1931 a Parma.

Padre Faustino Turco, postulatore generale della congregazione saveriana, osserva: «In un contesto di cambiamento d’epoca, a livello storico, sociale ed ecclesiale, noi saveriani siamo chiamati a vivere la missione con uno stile nuovo, riscoprendo il nostro carisma ad gentes dedicandoci al servizio ecclesiale, sociale e a progetti comuni, quali dialogo, ecologia, pace e giustizia sociale. Guido Maria Conforti, con il suo esempio di vita e di santità, è senza dubbio un grande intercessore presso Dio e, per noi e per la Chiesa, un forte stimolo per un’azione sociale ispirata alla fede viva. Infatti, l’agire per la giustizia e il partecipare alla trasformazione del mondo sono per noi saveriani dimensione integrante della predicazione del Vangelo, come recita il nostro Regolamento all’art 14. 2)». Portare il Vangelo nel mondo: questo il segreto di Conforti che, oggi, consegna ai suoi figli e a quanti ne vivono il carisma e ne condividono l’amore.

Gianluca Giorgio
06 Noviembre 2023
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