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Cammini di formazione della fede guidati dalla Parola

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Riflessioni e valutazioni su un’esperienza ventennale[1]

La Bibbia è un libro affascinante letto anche da non cristiani e non credenti. Basti pensare al fascino che esercitano i vari stili letterari dei racconti o dei salmi. Oppure si vedano le descrizioni della dimensione psicologica dei suoi personaggi, le loro luci e ombre, umori e sentimenti. Tuttavia, per i cristiani la Bibbia ha una caratteristica che va oltre questo fascino: è Parola di Dio. Questo porta i lettori a interagire con la Parola nella loro vita quotidiana, e allo stesso tempo la Bibbia come Parola offre loro sostegno e forza nella vita perché è Parola “rivolta a me qui e ora”.

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La formazione della fede con la Bibbia

Il Concilio Vaticano II ha rinnovato il pensiero teologico e la pratica pastorale della vita della Chiesa. Ha segnato anche l’inizio di un cambiamento importante nella comprensione della rivelazione divina. Fino ad allora, infatti, quando si parlava di rivelazione di Dio, ci si limitava alla comprensione della conoscenza delle verità, dei concetti e delle definizioni di Dio e su Dio. La Costituzione sulla Rivelazione divina afferma:

Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura. Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi per invitarli e ammetterli alla comunione con sé. (Dei Verbum 2)

Da ciò si evince che, mediante la rivelazione, Dio non vuole solo dare agli uomini informazioni su di sé: rivelando se stesso, desidera invitarli al dialogo con lui, entrare in una relazione personale con loro. Il capitolo 6 (nn. 21-26) della stessa costituzione contiene una sezione intitolata «La Bibbia nella vita della Chiesa». Essa presenta varie applicazioni pastorali e, tra le altre cose, si afferma che «È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura» (DV 22). Si potrebbe parlare di una "regola pastorale" per l’applicazione dei principi della Costituzione sulla Rivelazione.

Tale regola è stata ribadita ripetutamente dai papi successivi, che ne hanno stimolato e incoraggiato l’applicazione nella pastorale. Nell’esortazione apostolica Verbum Domini, Benedetto XVI ha scritto: «Un momento importante dell’animazione pastorale della Chiesa in cui poter sapientemente riscoprire la centralità della Parola di Dio è la catechesi, che nelle sue diverse forme e fasi deve sempre accompagnare il Popolo di Dio» (VD 74). Anche Francesco ha affermato nella sua Esortazione apostolica Evangelii Gaudium che «Tutta l’evangelizzazione è fondata sulla Parola di Dio, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata. La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola» (EG 174).

La formazione della fede attraverso la Bibbia non si limita allo studio della Bibbia. Per quanto necessario e utile, lo studio rappresenta solo il primo passo nella comprensione del testo finalizzata all’approfondimento della relazione con la Parola. Potrebbero aiutare a entrare in questa consapevolezza l’uso delle espressioni impiegate negli incontri e gruppi sulla Bibbia. Più che “incontro di studio della Bibbia”, si potrebbe parlare di “incontro di familiarizzazione con la Bibbia”, oppure “gruppo di preghiera, meditazione e condivisione della Parola”.

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Pratica e attuazione del "largo accesso alle Scritture".

In Giapponese abbiamo pochi libri e sussidi come guida alla lettura della Bibbia. Inoltre, sono ancor più rari i sussidi sulla dimensione della Bibbia come Parola di Dio e su come coltivare la relazione con essa, come ad esempio la condivisione, la lectio divina, il metodo dei sette passi. Poche sono le opportunità per i cristiani giapponesi di entrare in contatto con la Parola e di gustarla al di fuori della Messa e della liturgia.

Alla luce di questa situazione, da circa 20 anni, ho creato, organizzato e gestito incontri di formazione e di preghiera per aiutare a conoscere e gustare la Parola di Dio.

  • Dal 2003, annualmente, offro una serie di 12 incontri di "formazione alla fede attraverso la Bibbia". Come materiale, mi avvalgo dei Vangeli seguendo il calendario liturgico. Ogni incontro dura 90 minuti. I primi 60 minuti sono dedicati allo studio del brano in questione e del suo contesto, a prestare attenzione alle domande che emergono dal testo, alla formulazione di domande rivolte alla situazione attuale della Chiesa e della società in relazione alla Bibbia. La seconda mezz'ora viene trascorsa in gruppi di quattro o cinque persone che parlano del passo evangelico considerato e condividono le proprie esperienze. Per offrire maggiori possibilità a più persone, il medesimo incontro viene offerto alla mattina e alla sera.
  • Nel maggio 2004 ho proposto la "lectio divina" per pregare la Parola. Da allora, con frequenza mensile, si svolge presso la cattedrale di Kagoshima. In questi 20 anni ho formato diversi gruppi di lectio nelle chiese e nei distretti in cui sono stato trasferito. All’inizio io stesso guidavo la lectio; in seguito, per garantire la continuità anche dopo il mio trasferimento, nominavo un responsabile per condurre gli incontri successivi con la collaborazione dei partecipanti. Questa modalità ha aiutato i partecipanti laici a comprendere sempre meglio che, essendo la Parola (non il prete) il centro dell’incontro, sono sempre e comunque in grado di riunirsi, pregare e condividere la Parola tra di loro. La frequenza costante è diventata per molti un “habitus” di formazione permanente con la Parola. Ogni anno propongo un tema come criterio di scelta per i brani della Parola[2].
  • Dal 2014 pubblico settimanalmente su Facebook e sul blog una breve riflessione che porta all'applicazione pratica nella vita quotidiana. In genere il tema è un passo del Vangelo domenicale o una serie di brani su uno stesso argomento. Dall'anno scorso sto scrivendo una serie di articoli sul tema "L’oggi come occasione".
    L’intento è portare il vangelo di Gesù nella quotidianità di ciascuno come stimolo per iniziare un nuovo giorno, una nuova settimana o intraprendere un nuovo inizio, qui e ora. Essendo la piattaforma internet, il campo è illimitato nello spazio e nel tempo: uno scritto postato in Giappone lo possono leggere negli Stati Uniti anche dopo un anno, e la diffusione del medesimo si moltiplica attraverso la funzione di condivisione ad opera dei lettori stessi. C’è una gamma di tipologie di lettori immensa e difficile da conteggiare. Solo chi lascia un segno della propria visita con un “mi piace” o un commento può essere contato. Scrivendo in Giapponese, il pubblico è certamente selezionato, ma allo stesso tempo plurale: cattolici e protestanti, cristiani e non cristiani, giovani e meno giovani, lettori costanti e occasionali, …
  • Durante la pandemia anche le attività della Chiesa, tra cui la liturgia, furono sospese. La società si mosse velocemente per creare nuovi servizi, tra cui quello della consegna a domicilio del cibo. Ispirato da questa modalità, dal giugno 2021, sul sito web della diocesi di Fukuoka ho iniziato il servizio “Delivery della Parola nei giorni feriali”, il secondo e quarto mercoledì del mese. Si presenta un brano della Bibbia, viene offerta una breve spiegazione-riflessione che porti alla concretizzazione della Parola. Lo scopo è incoraggiare le persone a entrare in contatto con la Parola anche nei giorni feriali. Il lavoro di redazione e registrazione dei manoscritti, così come la preparazione della foto e il suggerimento per la meditazione, è svolto da membri volontari del gruppo. La serie di quest’anno è “Pregare i Salmi”.
  • Vivere il Vangelo del giorno del Signore Anno A – Nella quotidianità con la Parola, pubblicato nel novembre 2022. Il libro contiene brevi meditazioni per assaporare il brano del Vangelo domenicale e offre suggerimenti per vivere la Parola. È stato realizzato insieme a sette laici di età compresa tra i 40 e i 60 anni, provenienti da tutto il Paese, battezzati da piccoli e da adulti, celibi e sposati. Tutto il lavoro si è svolto online fin dall’inizio e continuiamo a tenere incontri mensili di “condivisione della Parola”.
  • Da agosto 2022, “Il pranzo della Parola". Si tratta di un "banchetto" che prevede un'ora di riflessione silenziosa con l’aiuto di tre brevi interventi sul brano intervallati da spazi di silenzio, in stile lectio divina. Una successiva ora di condivisione a piccoli gruppi. Al termine, un'altra ora di conversazione con un pranzo di condivisione. Il tema dello scorso anno era "Le donne nel Vangelo", mentre quello di quest'anno prende in considerazione le invocazioni del Padre Nostro.

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L’impegno della continuità

Riguardando gli ultimi 20 anni, mi sono reso conto di quanto ci sia ancora da lavorare anche tra pastori e operatori pastorali per creare la mentalità che la formazione della fede continua per tutta la vita. La pratica della centralità di una pastorale sacramentale, ovvero mirata alla preparazione dei sacramenti, ha diffuso l’idea del completamento della formazione della fede con la ricezione dei sacramenti.

Ma la formazione della fede è un processo che accompagna tutta la vita, non c'è un punto di arrivo; al contrario, è un processo continuo. Viene chiamata formazione permanente o, con lessico specialistico, ongoing formation o lifelong learning. È proprio questo il senso della formazione della fede attraverso la Bibbia, il contatto personale e costante con la Parola per viverla nel quotidiano.

Processo trasformativo della Parola

La continuità nella formazione è la condizione necessaria affinché il cammino diventi un processo di crescita che inizia “da” e porta “a”. Questo passaggio, essendo un processo trasformativo, implica allo stesso tempo continuità e discontinuità nel suo divenire. All’interno dello stesso percorso si intrecciano e interagiscono diversi passaggi, segno e prova del cammino di crescita in atto. Si possono distinguere tre livelli: il livello informativo, quello formativo e infine quello performativo. Questi tre livelli sono interconnessi e sono da vedere come una spirale che va sempre più in profondità. Questo processo di trasformazione è allo stesso tempo il frutto che diventa pure il criterio di valutazione della crescita e formazione della fede che a sua volta forma e fa maturare il cristiano nella vita di fede.

a) Dalla Bibbia alla Parola

Il livello informativo, quello di studio, è il primo passo, necessario ma non sufficiente. Infatti, anche un ateo può studiare la Bibbia, ma solo il cristiano può leggerla come Parola di Dio. Nelle nostre attività di primo annuncio e di catechesi con adulti dobbiamo affiancare allo stile didattico, che offre informazioni sulla Bibbia, uno stile pedagogico attraverso il quale i partecipanti possano interagire con la Bibbia, ciascuno a seconda della fase di vita nella quale si trova. La Bibbia non è un testo di regole o insegnamenti da imparare, ma una raccolta di racconti di personaggi che hanno vissuto il loro legame con Dio nella vita quotidiana e nelle sue vicissitudini, e invitano il lettore a fare altrettanto, secondo le parole del Salmo 119, «Lampada ai miei passi è la tua Parola, luce al mio cammino».

b) Dalla meditazione alla condivisione

Nel livello formativo inizia la relazione tra Parola e lettore. Tale relazione viene a svilupparsi attraverso la meditazione e la riflessione personale in un clima di silenzio che concretamente si realizza in un tempo in cui ciascuno sta con la Parola, conversando, dimorandovi, meditandola. La Parola è assunta nella propria vita, viene personalizzata, ovvero entra a far parte dei valori di vita che orientano la vita stessa. A questa dimensione personale dovrebbe naturalmente seguire quella comunitaria, ovvero la condivisione. Dallo stesso brano della Parola nascono diverse e plurali prospettive alla luce della situazione di vita di ciascuno. La condivisione arricchisce e fa sperimentare l’efficacia della Parola perché si rivolge e conversa con ciascun partecipante, che a sua volta condivide con gli altri quanto meditato e ricevuto.

c) Dalla contemplazione all’azione

Trascorrere del tempo in silenzio con la Parola e nella Parola porta a rimanere in essa. Tuttavia, è reale il rischio che possa diventare una relazione intimistica, chiusa in se stessa, quando invece dovrebbe inviare nella quotidianità. Come il ciclo del respiro è di inspirare e espirare, cosi l’interazione con la Parola conduce al livello performativo. Attraverso la contemplazione siamo come attratti dentro la Parola. Impegnandoci a vivere la Parola, essa ci manda, ci invia nella quotidianità per incarnarla attraverso azioni e gesti concreti.

Questo processo trasformativo inizia in chi accetta e accoglie tale invito. Nasce una relazione che si rafforza e si consolida attraverso una costante e periodica interazione con la Parola. Percorsi biblici di vario genere e metodo diventano occasione per il continuo processo di crescita della fede. La pratica di promuovere il largo accesso alle Scritture fa ardere il cuore non solo a chi ascolta.[3]

[1] Traduzione e adattamento di due articoli dell’autore pubblicati sui numeri di giugno e luglio 2023 di “Seibo no kishi”, rivista mensile dei frati conventuali in Giappone.

[2] Una selezione degli oltre 200 incontri è stata pubblicata in 3 volumetti della collana “Lectio divina”. Ciascun volumetto presenta 24 brani, raggruppati in varie tematiche, tra cui gli incontri di Gesù nel vangelo, le invocazioni del Padre nostro e le beatitudini, i salmi e altre ancora. In occasione dei 20 anni di pratica del “pregare la Parola” è in cantiere il quarto volumetto dal titolo “Il regno di Dio è tra voi. Segni e parole del Regno”, brani evangelici di guarigioni e testi di parabole.

[3] Dedico questo scritto a padre Vincenzo Munari, mio maestro di noviziato (Ancona 1989-1990), che mi ha iniziato alla pratica della lectio divina. A padre Renzo Larcher, mio professore di Bibbia (Parma 1990-1992), che mi ha trasmesso la passione per le Scritture.

Renato Filippini sx
14 Septiembre 2023
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