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Buyengero 30 Settembre 1995

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OMELIA DEL P. MODESTO TODESCHI AI FUNERALI

Buyengero - Martedì 3 Ottobre, 1995

Matteo 27, 32-54: La morte di Cristo

Fratelli, nel Vangelo il centu­rione esclama, dopo aver visto Cri­sto morto in croce: "Davvero costui è il Figlio di Dio". Noi, davanti al P. Ottorino, a P. Aldo e a Catina, possiamo con il centurione egualmente dire: "Davvero questi nostri fratelli e que­sta sorella, uccisi come Cristo dal­l'odio, sono veri figli di Dio. E con loro gli altri dieci sacerdoti trucidati da poco in Burundi. Ora sono dodici, come gli apostoli". Tutti testimoni della risurrezione di Cristo.

Rom 12, 14-21: Perdonate, lasciate a Dio la vendetta

Fratelli, nella prima lettura Paolo porge questo invito, quasi un ordine: "Non rendete a nessuno male per male. Benedite, non maledite!" Al P. Ottorino, al P. Aldo e a Catina, come gli esperti hanno potuto dedur­re da diversi elementi, gli uccisori hanno sparato alla testa dopo averli fatti inginocchiare. Lo hanno fatto per umiliarli, ma per noi, nella fede, quell'atteggiamento, come per il primo martire Stefano, è segno di preghiera e invocazione di perdono per gli assassini. Sì, perché capisca­no, si convertano al rispetto della persona e di Dio. Come Cristo dalla croce, quella croce posta sulle loro bare, la stessa esclamazione: "Padre, perdona loro; non sanno quello che fanno".

D'altra parte, lo stesso Dio di misericordia, nella prima lettura ci dice: "Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare al­l'ira divina. Sta scritto infatti: "A me la vendetta, sono io che ricambierò come ciascuno si merita!". Davvero Dio difende i suoi! Difende il povero e l'indifeso, difende i suoi profeti.

Anche se la radio potesse far ingoiare calunnie sfacciate, non si potrà ingannare o darla da bere a Dio. Non si può pretendere di con­fondere Dio. Sì, fratelli, il nostro Dio è un Dio che non si può prendere in giro, né farlo passare per "fesso". Un proverbio kirundi afferma: "Dio si vendica in silenzio"! E in Italia un altro proverbio dice: "Il diavolo ti insegna a fare la pentola, ma non il coperchio". E ancora in kirundi ci si consola dicendo: "La menzogna dura un istante, non un anno"! Presto o tardi la verità apparirà splendente alla luce del sole.

Per i gravi avvenimenti del no­vembre 1994 (il 14-15), per le quin­dici vittime innocenti e per le calun­nie ignominiose lanciate contro il P. Ottorino (perché aveva difeso la ve­rità), nessuna inchiesta è seguita. Noi avevamo apertamente denun­ciato l'ingiustizia. Si è temuto il confronto: la verità fa male. Non ci avete permesso di difenderci contro quelle calunnie. Non sappiamo se questa volta avrà luogo un'inchie­sta, perché se qualcuno osa parlare rischia di essere fatto fuori. Ma noi la chiediamo con forza a nome di tutta la Congregazione dei Missio­nari Saveriani. Anche se non avve­nisse, è certo che l'inchiesta di Dio è già fatta e sicura.

In terzo luogo: la mamma del P. Ottorino è ancora viva. Fra i suoi ben otto figli, 4 figlie sono diventate suore e due sono i consacrati, tra cui il P. Ottorino. Due sono sposati. È lei che ha voluto offrire la somma non indifferente per l'acquisto delle due statue della Madonna e del gran­de Crocefisso. Ora quel crocefisso è suo figlio e lei, come Maria, perdona ai piedi della croce. La comunità cristiana del paese di origine del P. Ottorino, Gambellara, in occasione del XXV anniversario di sacerdozio del P. Otto­rino ha voluto offrire le tre campane, come del resto è stato scolpito sulle campane stesse. L'odio non può can­cellare tutto ciò.

Le famiglie del P. Aldo e di Catina avrebbero chiesto che le sal­me fossero trasportate in Italia. Noi Missionari abbiamo insistito affin­ché restassero qui. Le famiglie han­no accettato. Le ringraziamo. "Se il grano di frumento non muore, rima­ne solo, se muore, allora porta molto frutto" (Gv. 12,24).

Sì, essi resteranno qui: sono i "nostri martiri"; è una preziosa ric­chezza-dono di Dio. Che siano as­sieme a tante altre vittime innocenti, conosciute ed ignote, di cui si è par­lato alla radio o no: giornalisti, coo­peratori stranieri, ecc., tutti simbolo di speranza. Sono una grande folla di santi. Che il loro grido arrivi a Dio. Grido che vogliamo ascoltare, e che è questo annuncio: "In Burundi la vittoria sarà dell'amore, non dell'o­dio! La vittoria sarà della fraternità e della condivisione, non della di­scriminazione; la vittoria è di Cristo e non del demonio e degli assassini".

Vi supplico: non lasciate che tutto il sangue versato cada inutil­mente. Mettiamolo nel calice di Cri­sto con il Suo Sangue. Che porti pace e rinnovi la speranza.

La Madonna, Regina della Pace. preghi per noi.

P. Modesto Todeschi sx

 

Todeschi Modesto sx
30 Septembre 2015
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