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"Ho visto un campo fiorito..."

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Ho visto proprio un campo fiorito...”
(San Guido M. Conforti. Discorso in occasione del ritorno dalla Cina, Parma, 28 Dicembre 1928)

È stato Papa Benedetto XVI a stabilire che il 24 maggio, festa di Maria Auxilium Christianorum, si celebri una Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa in Cina. Nella sua Lettera del 2007 “Ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica Popolare Cinese”, egli esprime l’intenzione che attraverso la preghiera si rafforzi l’unità fra cristiani "non ufficiali" – o sotterranei – e “ufficiali” e la comunione col successore di Pietro, chiedendo al Signore la forza di perseverare nella testimonianza cristiana, “a volte anche a prezzo di gravi sofferenze”. La sua lettera è il documento che rimane a tutt’oggi il più importante pronunciamento magisteriale sulla “questione cinese” e una guida sicura.

La giornata dedicata a Maria Aiuto dei Cristiani, coincide in Cina con la festa della Madonna di She Shan, unico santuario mariano nazionale cinese, che si trova a 40 km da Shang Hai. Nel 1924 a Shang Hai si svolse il primo Concilium Sinese e l’allora Delegato Apostolico in Cina, Celso Costantini, lo nominò santuario nazionale. Durante la Rivoluzione culturale (1966) il santuario fu usato come magazzino, le vetrate furono spaccate e la statua della Madonna che elevava al cielo Gesù Bambino che si trovava sulla guglia più alta fu ridotta in frantumi. Ogni 24 maggio, il santuario ospita i pellegrini da tutta la Cina, tuttavia a motivo di avvenimenti recenti, oggi possono recarsi al santuario solamente i cinesi della diocesi di Shang Hai e i turisti stranieri.

Nel Maggio del 2012, Benedetto XVI durante il Regina Coeli si rivolse così alla Chiesa cattolica cinese: “che i Cattolici Cinesi annuncino con umiltà e con gioia Cristo morto e risorto, siano fedeli alla sua Chiesa e al Successore di Pietro e vivano la quotidianità in modo coerente con la fede che professano. Maria, Vergine fedele, sostenga il cammino dei cattolici cinesi, renda la loro preghiera sempre più intensa e preziosa agli occhi del Signore, e faccia crescere l’affetto e la partecipazione della Chiesa universale al cammino della Chiesa che è in Cina”.

Il nostro tempo

Il nostro tempo è un tempo di grandi incognite, di prolungate sofferenze, ma anche di segni di graduale riconciliazione-comunione, e di svolte.

Nella tradizione cinese, l’atteggiamento fondamentale nei confronti dell’esistenza si trova nello Yi Jing, 《易經》 il Libro dei Mutamenti, che dice: “In principio era il flusso, il movimento, la trasformazione”. Secondo questo testo classico, il movimento è il principio che struttura un mondo in perpetua evoluzione.

A partire da questa “visione” è facile notare come persista sempre un indeterminatezza che invita a perseguire il movimento. Questa è la prima lezione dello Yi Jing per un approccio interpretativo della Cina contemporanea: in perenne rinnovamento. L’ambiguità, quindi, può essere feconda e talora più interessante di una visione stagliata della realtà. Sempre secondo lo Yi Jing, ogni cambiamento comincia da piccole trasformazioni. Ogni situazione presente contiene in genere un futuro, che l’uomo deve imparare a riconoscere, a leggere, a individuare per meglio gestire la propria esistenza.

Papa Benedetto nella sua lettera afferma che per risolvere i molteplici problemi che compromettono la vita di quei cattolici è indispensabile un vero dialogo con le autorità. Per Papa Francesco la Cina è sempre stata un punto di riferimento di grandezza. Un grande paese. Ma più che un paese, una grande cultura con una saggezza inesauribile che arricchirà loro e tutti gli altri. Il dialogo, quindi, deve essere ricercato e sostenuto con fiducia.

Il 25 Gennaio 2017, Festa della Conversione di San Paolo, l’ Arcivescovo di Hong Kong, John Tong, nella sua lettera scrive che entrambi le parti (Governo Cinese e Chiesa) hanno bisogno di continuare il dialogo sulla base della reciproca fiducia che si è sviluppata.

Questa è la direzione in cui è necessario continuare a camminare. Un dialogo che non è accomodante, subalterno all’idea di scelte a tutti i costi.

E in questo dialogo, nessuna voce deve essere esclusa. Nemmeno quelle voci ingenerosamente giudicate di “rovesciamento” o di “opposizione frontale”. 

L’amicizia

San Guido Maria Conforti, nella sua lettera circolare N.7, scritta il giorno della Festa della Conversione di San Paolo, Parma, 25 Gennaio, 1929 affermò che “il popolo Cinese ha uno spirito di osservazione superiore forse a quello d’ogni altro popolo e voi meglio di me sapete che nulla sfugge al suo occhio scrutatore. Che non avvenga mai dunque che esso abbia a trovare nella condotta vostra qualche cosa che sia in contraddizione stridente coi vostri insegnamenti”.

Nell’ultima parte della preghiera scritta da papa Benedetto XVI in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, si recita: Nostra Signora di She Shan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù. Nella statua che sovrasta il Santuario tu sorreggi in alto tuo Figlio, presentandolo al mondo con le braccia spalancate in gesto d’amore. Aiuta i cattolici ad essere sempre testimoni credibili di questo amore, mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa. Madre della Cina e dell’Asia, prega per noi ora e sempre. Amen!”

L’amicizia è la base per poter trasformare il proprio cuore e abbracciare un futuro nuovo. L’annuncio del Vangelo, incarnato nella cultura Cinese, è l’impegno quotidiano in cui l’amicizia rappresenta il vincolo di mondi lontani, tra uomini e donne diversi che, percorrendo strade diverse, possono giungere alla stessa meta.

La Chiesa in Cina ha bisogno dell’affetto, della vicinanza e della preghiera di tutti i cattolici. Un atteggiamento quanto mai importante da coltivare in questo tempo di dialogo affinché si possa lavorare insieme per il bene del Popolo cinese e per la pace nel mondo.

P. Luigino Marchioron, sx

Maggio 2017 - Taipei


I saw a flourishing field...”
(St. Guido M. Conforti, Address upon his return from China, Parma, 28 December 1928)

It was Pope Benedict XVI who decided that 24 May, the feast of Maria Auxilium Christianorum, should be celebrated as the World Day of Prayer for the Church in China. In his 2007 Letter “to the bishops, priests, consecrated persons and lay faithful of the Catholic Church of the People’s Republic of China”, he expresses the prayer intention that the unity between “non-official – or underground – Christians” and “official Christians”, and the communion with the successor of Peter, be strengthened, asking the Lord for the strength to persevere in the Christian witness, “sometimes at the price of great sufferings”. Today, Pope Benedict’s letter is still the most important magisterial statement on the “Chinese question” and a sure point of reference.

The day dedicated to Mary Help of Christians coincides in China with the feast of Our Lady of She Shan, the only national Chinese Marian sanctuary, which is located roughly 40 km from Shang Hai. The first Concilium Sinese was held in 1924 at Shang Hai and the then Apostolic Delegate in China, Celso Costantini, designated it as a national sanctuary. During the cultural Revolution (1966), the sanctuary was used as a storehouse, the windows were broken and the statue of Our Lady with the Child Jesus, which was on the highest spire, was shattered. Every 24 May, the sanctuary hosts pilgrims from all over China; however, today, because of recent events, only Chinese people of the diocese of Shang Hai and foreign tourists can visit the sanctuary.

In May 2012, Pope Benedict XVI thus addressed the Chinese Catholic Church during the Regina Coeli: “may the Chinese Catholics proclaim the crucified and risen Christ with humility and joy; may they be faithful to His Church and the Successor of Peter, and live their daily life in a manner consistent with the faith they profess. May Mary, the faithful Virgin, sustain the Chinese Catholics in their journey, make their prayer ever more intense and precious in the eyes of God, and increase the love and participation of the universal Church in the journey of the Church in China”.

Our times

We are living in times of great uncertainty and prolonged suffering, but there are also signs of gradual reconciliation-communion and change.

In the Chinese tradition, the fundamental attitude to life is found in the Yi Jing, 《易經》 the Book of Changes, which says: “In the beginning there was the flow, movement, transformation”. According to this classical text, movement is the principle that structures a world in perpetual evolution.

Beginning from this “vision”, it is easy to observe a persistent indeterminateness that invites us to continue the movement. This is the first lesson of the Yi Jing for an interpretation of contemporary China: it is in a state of perennial renewal. Ambiguity, therefore, can be fecund and sometimes more interesting than a clear-cut vision of reality. According to the Yi Jing, every change begins with small transformations. Every present situation generally contains a future, which people must learn to recognize, interpret and identify in order to lead their lives in a better way.

Pope Benedict says in his letter that a real dialogue with the authorities is essential if the many problems that compromise the life of Chinese Catholics are to be solved. For Pope Francis, China has always been a great point of reference, a great country, but, more than a country, a great culture with an inexhaustible wisdom that will enrich them and all the others. Dialogue, therefore, must be sought and sustained with trust.

On 25 January 2017, the Feast of the Conversion of St. Paul, the Archbishop of Hong Kong, John Tong, wrote that both parties (the Chinese government and the Church) need to continue the dialogue on the basis of the mutual trust that has developed.

This is the direction in which the journey must continue to head. A dialogue that is not accommodating, or subordinate to the idea of choosing at all costs.

No voice should be excluded from this dialogue, not even those that are ungenerously judged as “revolutionary” or of head-on opposition”. 

Friendship

In his 7th Circular Letter, written on 25 January 1929 (Feast of the Conversion of St. Paul), in Parma, St. Guido Maria Conforti said that “the Chinese people has a spirit of observation that is perhaps superior to that of every other people and you, better than I, know that nothing escapes their penetrating gaze. May it never happen, therefore, that they find anything in your conduct that is in strident contradiction with your teachings”.

The last part of the prayer written by pope Benedict XVI for the World day of prayer for the Church in China says: Our Lady of Sheshan, sustain all those in China, who, amid their daily trials, continue to believe, to hope, to love. May they never be afraid to speak of Jesus to the world, and of the world to Jesus. In the statue overlooking the Shrine you lift your Son on high, offering him to the world with open arms in a gesture of love. Help Catholics always to be credible witnesses to this love, ever clinging to the rock of Peter on which the Church is built. Mother of China and all Asia, pray for us, now and forever. Amen!

Friendship is the basis for transforming our heart and embracing a new future. The proclamation of the Gospel, incarnated in the Chinese culture, is the daily commitment in which friendship represents the bond with distant worlds, between different men and women who, traveling along different paths, can reach the same destination.

The Church in China needs the love, solidarity and prayer of all Catholics. An attitude more important than ever that must be cultivated in these times of dialogue, so that we can work together for the good of the Chinese people and for peace in the world.

Fr. Luigino Marchioron, sx

May 2017 - Taipei


“He visto un campo florido..."
(San Guido María Conforti. Discurso en ocasión de su regreso de China, Parma, 28 de diciembre de 1928)

El Papa Benedicto XVI estableció que el 24 de mayo, fiesta de Maria Auxilium Christianorum, se celebre como Jornada Mundial de Oración por la Iglesia en China. En su Carta del año 2007, “A los Obispos, a los presbíteros, a las personas consagradas y a los fieles laicos de la Iglesia católica en la República Popular china”, expresa la intención de que a través de la oración se fortalezca la unidad entre los cristianos “no oficiales” – o subterráneos – y los “oficiales”; igualmente, que se refuerce la comunión con el sucesor de Pedro, pidiendo al Señor la fuerza de perseverar en el testimonio cristiano, “a veces también con graves sufrimientos”. Su carta es el documento que permanece hasta el día de hoy como el más importante pronunciamiento magisterial sobre la “cuestión china” y es una guía segura.

La jornada dedicada a María Auxilio de los Cristianos, coincide en China con la fiesta de la Virgen de She Shan, único santuario mariano nacional chino, que se encuentra a 40 km de Shang Hai. En 1924, en este lugar se desarrolló el primer Concilium Sinese y el Delegado Apostólico en China, Celso Costantini, lo nombró Santuario Nacional. Durante la Revolución cultural (1966) el Santuario fue usado como almacén, los vitrales fueron despedazados y la estatua de la Virgen que elevaba al cielo a Jesús Niño, y que se encontraba sobre la picota más alta, fue reducida a añicos. Cada 24 de mayo, el Santuario hospeda a los peregrinos de toda China; sin embargo, a causa de acontecimientos recientes, hoy sólo pueden ir al santuario los chinos de la diócesis de Shang Hai y los turistas extranjeros.

En mayo de 2012, Benedicto XVI durante el Regina Coeli se dirigió de esta manera a la Iglesia católica china: “que los católicos que están en China anuncien con humildad y con alegría a Cristo muerto y resucitado, sean fieles a su Iglesia y al Sucesor de Pedro, y vivan cada día de modo coherente con la fe que profesan. Que María, Virgen fiel, sostenga el camino de los católicos chinos, haga su oración cada vez más intensa y valiosa a los ojos del Señor, y haga crecer el afecto y la participación de la Iglesia universal en el camino de la Iglesia que está en China”.

Nuestro tiempo

Nuestro tiempo es un tiempo de grandes incógnitas, de prolongados sufrimientos, pero también de señales de gradual reconciliación-comunión, y de cambios.

En la tradición china, la actitud fundamental respecto a la existencia se encuentra en el Yi Jing, 《易經》el Libro de los Cambios, que dice: “Al comienzo fue el flujo, el movimiento, la transformación”. Según este texto clásico, el movimiento es el principio que estructura un mundo en perpetua evolución.

A partir de esta “visión” es fácil notar que persista siempre una indeterminación que invita a perseguir el movimiento. Esta es la primera lección del Yi Jing en vistas de un acercamiento interpretativo de la China contemporánea: en perenne renovación. La ambigüedad, por lo tanto, puede ser fecunda y a veces más interesante que una visión recortada por la realidad. Siempre, según el Yi Jing, todo cambio empieza con pequeñas transformaciones. Cada situación presente generalmente contiene un futuro que el hombre tiene que aprender a reconocer, a leer, a localizar para administrar mejor la propia existencia.

El Papa Benedicto afirma en su carta que para solucionar los múltiples problemas que comprometen la vida de los católicos, es indispensable un verdadero diálogo con las autoridades. Para el Papa Francisco, China siempre ha sido un punto de referencia de grandeza. Un gran país. Pero más que un país, una gran cultura con una sabiduría inagotable que les enriquecerá a ellos y a todos los demás. El diálogo, por lo tanto, tiene que ser buscado y apoyado con confianza.

El 25 de enero 2017, Fiesta de la Conversión de San Pablo, el Arzobispo de Hong Kong, John Tong, escribió en su carta que ambas partes (Gobierno chino e Iglesia) necesitan continuar el diálogo sobre la base de la recíproca confianza que se ha desarrollado.

Ésta es la dirección en que es necesario seguir caminando. Un diálogo que no es condescendiente, subordinado a toda costa a la idea de disyuntivas.

Y en este diálogo, ninguna voz tiene que ser excluida. Tampoco aquellas voces ingratamente juzgadas como “adversas” o de “oposición frontal”. 

La amistad

San Guido María Conforti, en su VII Carta Circular, escrita el día de la Fiesta de la Conversión de San Pablo, Parma, 25 de enero de 1929, afirma que “el pueblo chino tiene un espíritu de observación superior quizás al de cualquier otro pueblo, y ustedes saben mejor que yo que nada escapa a su ojo escrutador. Que nunca suceda, pues, que esto encuentre en su conducta algo que esté en extraña contradicción con sus enseñanzas”.

En la última parte de la oración escrita por el Papa Benedicto XVI en ocasión de la Jornada Mundial de Oración por la Iglesia en China, se dice: “Señora nuestra de She Shan, alienta el compromiso de quienes en China, en medio de las fatigas cotidianas, siguen creyendo, esperando y amando, para que nunca teman hablar de Jesús al mundo y del mundo a Jesús. En la estatua que corona el Santuario tú muestras a tu Hijo al mundo con los brazos abiertos en gesto de amor. Ayuda a los católicos a ser siempre testigos creíbles de este amor, manteniéndose unidos a la roca de Pedro sobre la que está edificada la Iglesia. Madre de China y de Asia, ruega por nosotros ahora y siempre. Amén”.

La amistad es la base para poder transformar el propio corazón y abrazar un futuro nuevo. El anuncio del Evangelio, encarnado en la cultura china, es el compromiso cotidiano en el que la amistad representa el vínculo de mundos lejanos, entre hombres y mujeres diversos que, recorriendo caminos diferentes, pueden llegar a la misma meta.

La Iglesia en China necesita el afecto, la cercanía y la oración de todos los católicos. Una actitud más que nunca importante, y que hay que cultivar en este tiempo de diálogo para que se pueda trabajar juntos por el bien del Pueblo chino y por la paz en el mundo.

P. Luigino Marchioron, s.x.

Mayo 2017 – Taipei 


« J’ai justement vu un champ fleuri »

St Guido M. Conforti,

Discours à l’occasion de son retour de la Chine, Parme, le 28.12.1928

C’est bien le pape Benoît XVI qui a fixé au 24 mai, fête de Marie Auxilium Christianorum, la célébration d’une Journée Mondiale de Prière pour l’Église en Chine. Dans sa Lettre de 2007, « Aux évêques, aux presbytres, aux personnes consacrées et aux fidèles laïcs de l’Église Catholique dans la République Populaire de Chine », il manifeste l’intention de renforcer, à travers la prière, l’unité entre chrétiens « non officiels » - ou souterrains -  et « officiels », ainsi que la communion avec le successeur de Pierre. La prière demande au Seigneur la force de persévérer dans le témoignage chrétien, « parfois aussi au prix de graves souffrances ». La lettre de Benoît XVI demeure jusqu’à présent le texte du Magistère plus important autour de la « question chinoise » et un guide sûr.

 La journée dédiée à Marie Secours des Chrétiens, coïncide en Chine avec la fête de Notre Dame de She Shan, seul sanctuaire marial national chinois, situé à 40 Km de Shanghaï. En 1924 à Shanghaï, eut lieu le premier Concilum Sinese et, à l’époque, Mgr Celso Costantini, Délégué Apostolique en Chine, a proclamé cette église « Sanctuaire national ». Pendant la Révolution culturelle (1966), le sanctuaire fut employé comme magasin, les vitraux brisés, la statue de Notre Dame qui soulevait au ciel l’Enfant Jésus et qui était située au sommet de l’église fut réduite en miettes. Le 24 mai, chaque année, le Sanctuaire accueille les pèlerins de toute la Chine. Toutefois actuellement, à cause des événements récents, peuvent avoir accès au Sanctuaire seulement les chinois du diocèse de Shanghaï et les touristes étrangers.

 En Mai 2012, pendant le Regina Coeli, Benoît XVI, s’est adressé ainsi à l’Église catholique chinoise :

« Que les Catholiques Chinois annoncent avec humilité et joie le Christ mort et ressuscité. Qu’ils soient fidèles à son Église et au Successeur de Pierre. Qu’ils vivent le quotidien de manière cohérente avec la foi qu’ils professent. Que Marie, Vierge fidèle, soutienne le parcours des catholiques chinois, qu’elle rende leur prière toujours plus intense et précieuse aux yeux du Seigneur, et qu’elle fasse grandir l’affection et la participation de l’Église universelle au cheminement de l’Église qui est en Chine ».

Notre époque

 Notre époque est un temps de grands inconnus, de souffrances prolongées, mais aussi de signes d’une graduelle réconciliation-communion et de tournants.

 Dans la tradition chinoise, l’attitude fondamentale vis-à-vis de l’existence se trouve dans le Yi Jing, 《易經》 le Livre des Mutations, qui dit : « Au commencement était le flux, le mouvement, la transformation ». Selon ce texte classique, le mouvement est le principe qui structure un monde qui est continuellement en évolution. À partir de cette vision, un sens d’indétermination persiste toujours et invite à poursuivre le mouvement. C’est la première leçon du Yi Jing pour une approche interprétative de la Chine contemporaine, sans cesse en renouvellement. Toute ambigüité, donc, peut être féconde et parfois plus intéressante qu’une vision figée de la réalité. Toujours d’après le Yi Jing, tout changement commence par des petites transformations. Chaque situation présente contient généralement un avenir, que l’homme doit apprendre à reconnaitre, à lire, à repérer pour mieux gérer son existence.

Dans sa lettre, Pape Benoît affirme que pour résoudre les multiples problèmes qui compromettent la vie de ces catholiques il est indispensable d’instaurer un vrai dialogue avec les autorités. Pour le Pape François, la Chine a toujours été un point de référence de grandeur. Un grand Pays. Mais plus qu’un Pays, une grande culture avec une sagesse inépuisable qui enrichira son peuple et tous les autres. Le dialogue, donc, doit être cherché et soutenu avec confiance.

 Le 25 janvier 2017, Fête de la Conversion de Saint Paul, l’Archevêque de Hong Kong, Mgr John Tong, a écrit une lettre en affirmant que les deux parties (le Gouvernement Chinois et l’Église) ont besoin de continuer le dialogue sur la base de la confiance réciproque qui s’est développée. C’est la direction vers laquelle il est nécessaire de continuer à marcher. C’est un dialogue qui n’est pas accommodant et qui ne prime pas l’idée de parvenir nécessairement à des choix déterminés. Dans ce dialogue, aucune voix ne doit être exclue. Même pas les voix considérées impoliment de « renversement » ou d’« opposition frontale ».

L’amitié

            Dans sa lettre circulaire de 1929, publiée le jour de la Fête de la Conversion de Saint Paul, Saint Guido Maria Conforti déclara que « le peuple chinois a un esprit d’observation probablement supérieur à celui des autres peuples et - vous le savez mieux que moi - rien n’échappe à son regard scrutateur. Qu’il ne vous arrive jamais, donc, que ce Peuple trouve dans votre conduite quelque chose qui soit en contradiction malencontreuse avec vos enseignements » (Conforti, Lettre circulaire n. 7, Parme le 25.01.1929).

Dans la dernière partie de la prière écrite par le pape Benoît XVI à l’occasion de la Journée mondiale de prière pour l’Église en Chine, nous lisons :

« Notre-Dame de Sheshan, soutiens l'engagement de tous ceux qui, en Chine, au milieu des difficultés quotidiennes, continuent à croire, à espérer, à aimer, afin qu'ils ne craignent jamais de parler de Jésus au monde et du monde à Jésus. Dans la statue qui domine le Sanctuaire, tu élèves ton Fils, le présentant au monde avec les bras grands ouverts en un geste d'amour. Aide les catholiques à être toujours des témoins crédibles de cet amour, les maintenant unis au roc qui est Pierre, sur lequel est construite l'Église. Mère de la Chine et de l'Asie, prie pour nous maintenant et toujours. Amen ! »

L’amitié est le fondement qui permet de transformer notre cœur et d’embrasser un avenir nouveau. L’annonce de l'Évangile, incarné dans la culture chinoise, est l’engagement quotidien dans lequel l’amitié représente le lien entre mondes éloignés, entre hommes et femmes différents qui peuvent, en parcourant des chemins différents, parvenir à la même destination.

L’Église en Chine a besoin de l’affection, de la proximité et de la prière de tous les catholiques. C’est une attitude incontournable en ce temps de dialogue, afin que nous puissions travailler ensemble pour le bien du Peuple chinois et pour la paix dans le monde entier.

P. Luigino Marchioron sx

Mai 2017 - Taipei 

Luigino Marchioron sx
19 Maggio 2017
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