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Rota P. Benito

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P. Benito Rota
Almenno S. Salvatore (BG), 18 Maggio 1926
Bhoborpara (Bangladesh) 10 Agosto 1960

   Nato ad Almenno S. Salvatore (BG) il 18.V.1926, entrò nell'Istituto Saveriano a vent'anni, nel novembre 1946, nella Casa di Pedrengo.

    Dotato di un fisico robusto e di una volontà decisa percorse con facilità gli anni di studio e di preparazione alla Missione. Fu ordinato Sacerdote il 21.III.1953.

    A 29 anni, nel settembre 1955, partiva per la Missione del Pakistan Orientale (oggi Bangladesh). Lavorò nel Rettorato di Satkira e poi in quello di Malagajee. Dall'aprile 1958 rimase a Bhoborpara come aiutante ed incaricato della Scuola di quella Parrocchia. Dopo appena due anni di intenso lavoro, la sera dell'11.VIII.1960 moriva colpito da malaria.
    Il P. B. Dri, allora Superiore Religioso, scrisse un resoconto sulla sua improvvisa morte. xxxxxEcco alcuni particolari:
"P. Rota si ammalò alla fine di giugno 1960... Dopo qualche giorno di malattia, capirono che non si trattava di malaria, ma di tifo... Tre giorni di cura lo sfebbrarono... A metà luglio era senza febbre e fuori pericolo... Ritornandogli rapidamente le forze egli riprese la sua attività a Bhoborpara: anzi lavorò con maggiore intensità. Negli ultimi giorni di luglio fece addirittura delle grandi sfacchinate, come lui solo era capace di fare: due ore di caccia, un picnic con i ragazzi, la domenica due prediche di tre quarti d'ora...

    L'aver ripreso le occupazioni normali così in fretta dopo la batosta del tifo è stato l'errore più grave che egli commise e che senz'altro lo portò alla tomba... "Mercoledì 3 agosto P. Rota accusa del malessere e, pensando si trattasse di malaria, prende 9 pastiglia di atebrina, più una iniezione la sera. Un po' troppo in verità anche per il suo fisico robusto.

    Il giovedi 4, pur non stando bene, attese alla scuola, e la sera alla solenne Adorazione straordinaria, predicò per 20 minuti, con la solita voce forte, che si faceva sentire da tutti. xxxxxVenerdì 5 ascolta le Confessioni del I° Venerdì, attende ai ragazzi e gioca con loro al tiro alla fune. A pranzo mangia pochissimo e poi si mette a letto: la sera la febbre era già alta e il vomito cominciò a tormentarlo... "Mercoledì 10: il mattino, dopo una notte passata senza conati di vomito, il Padre appare sfebbrato; è il giorno dell'Onomastico di suo papà. Chiede di fare la Comunione: il P. M. Veronesi porta il SS.mo in forma privata; nessuno dei due pensava in quel momento che sarebbe stato il Viatico. 

    Nel pomeriggio torna la febbre e si nota un peggioramento. A volte gli escono parole prive di senso... La notte trascorre con il Padre insonne, agitato, in delirio... A volte occorrono più persone per fermarlo e ricondurlo a letto. Le parole sono rare ormai, risponde con cenni... Si addormentò nel Signore alle 21,30 adagio, adagio, mostrando un grande sforzo nel respirare..."

DG
10 Settembre 1960
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