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Sguazzi P. Mario

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P. MARIOS GUAZZI
Ca de' Stefcmi di Vescovato (CR), 15 febbraio 1913
Parma, 23 novembre 1971

Di Ca' De' Stefani - CR
"Vivace" animatore e missionario in Cina
Di anni 58. Numero di Professione 168
Sepolto a Parma

    Morì improvvisamente il 23.XI.1971, in Casa Madre a Parma, verso le ore 13. Due giorni dopo, ai funerali, l'allora Superiore Generale, Mons. Giovanni Gazza, così lo commemorava:

     "... Abbiamo davanti il quadro della sua vita. Nato a Ca de' Stefcmi di Vescovato (CR) il 15.II.1913, compie gli studi ginnasiali nel Seminario Diocesano. A 18 anni entra nell'Istituto delle Missioni, pochi mesi prima della morte del Fondatore, e nel 1939, a 26 anni, diventa Sacerdote. Sono gli anni della guerra. P. Mario ha subito l'occasione di esercitare, in questa difficile situazione - prima all'interno dell'Istituto come Economo e poi come Assistente dei rifugiati mentre era internato in Svizzera - quell'altruismo coraggioso, che ha sempre caratterizzato la sua Vita. La Casa Apostolica di Cremona deve alla sua dedizione il suo impianto ed i suoi primi passi nei difficilissimi tempi del dopoguerra.

    Finalmente nel 1946 la partenza tanto sospirata per la Cina. Sette anni di Missione cinese, vissuta sotto l'incalzare dell'avvento maoista al potere. Egli è sempre ottimista. Si dedica fino all'esaurimento all'assistenza medica di coloro che ne hanno bisogno. Poi, nel 1953, l'arresto da parte dei comunisti cinesi e, finalmente, il suo rientro in Italia, dove si prodiga nelle diverse mansioni di servizio fraterno all'interno dell'Istituto. Da allora, fino a data recente, la sua insistenza per ritornare in Missione. Quando i Saveriani decisero di entrare a Formosa (1966-68), intravide la possibilità di riprendere il suo posto di lavoro apostolico fra i cinesi e le sue richieste divennero insistenti. Si arrese solo di fronte all'evidenza delle sue malferme condizioni di salute. Cominciò allora, nel 1966, ad impegnarsi senza riserve, nel Movimento "Mani Tese". Il suo contatto con i giovani ed i grandi impegni della giustizia nel mondo, dalla lotta contro la fame, l'ignoranza, le malattie, a favore dei Paesi bisognosi e in via di sviluppo sono stati un modo di vivere la sua fede, la sua donazione agli altri, la sua vocazione missionaria. Quante cose si potrebbero cogliere dentro la cornice di questa vita generosa e donata senza riserve! La genuina schiettezza dei suoi rapporti umani, il suo ottimismo, la sua allegria sono sempre stati accettati anche nelle forme qualche volta sbarazzine, perché manifestazione genuina di uno spirito trasparente ed evangelico...".

DG
23 Novembre 1971
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