GRAZIE per averci interpellato, per dar voce anche alle nostre aspettative sulla direzione del cammino per il prossimo futuro della Famiglia Carismatica!
Il motto del prossimo Capitolo Generale (CG), “Amare la nostra vocazione saveriana”, è certamente la costante comune a noi Laici Saveriani che nella peculiarità della vita personale, lavoro svolto nella società, provenienza geografica, tipo di servizio dato alla Chiesa locale, esperienze missionarie ad intra e ad extra vissute, siamo una comunità di discepoli che hanno scelto di vivere la vita quotidiana in qualsiasi luogo e in qualsiasi contesto “in chiave di missione” nella Spiritualità Saveriana.
Ci sentiamo chiamati ad essere partecipi della vocazione Missionaria propria di tutta la Famiglia: “veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto” (LT10) e in tutti; l’uomo immagine di Dio da scoprire e rivelare ci spinge a dare “il povero nostro contributo all’avveramento del vaticinio di Cristo, auspicante la formazione di una sola famiglia cristiana, che abbracci l’umanità” (LT 1).
Vogliamo innanzitutto sottolineare la nostra tensione al tema della partenza, fondamento della nostra vocazione, da vivere in termini geografici, ad gentes e ad extra ma anche in termini culturali e psicologici, per essere chiesa in uscita, stare sulla porta, sempre aperta, rompere ogni tipo di barriere, per incontrare l’Altro negli altri che raggiungiamo o troviamo sul nostro cammino quotidiano.
La nostra aspirazione è quella di vivere sempre di più lo Spirito di Famiglia, che per noi significa
“essere famiglia “- Fratelli che ascoltano la Parola e la mettono in pratica, si formano insieme, fanno discernimento, condividono scelte, tracciano cammini e li percorrono insieme, sostenendosi gli uni gli altri; “fare famiglia” - vivere relazioni fraterne con tutti, con i non cristiani e con i destinatari privilegiati del Regno: i poveri, i deboli, gli emarginati, le vittime dell’oppressione e dell’ingiustizia.
In ogni luogo della Terra convivono popoli ed etnie diverse, la missione Ad Gentes ci chiama a testimoniare nella vita comunitaria la “convivialità delle differenze”, ci spinge ad essere promotori di esperienze d’incontro tra popoli, per essere costruttori di giustizia e pace: per abbattere i muri dell’indifferenza e dei pregiudizi, per favorire un reciproco arricchimento sociale e culturale, per creare relazioni di amicizia, per conoscersi e riconoscersi donne e uomini dell’unica famiglia umana.
In un’epoca in cui, sempre più la missione viene a noi in molti modi e nei luoghi della nostra vita quotidiana, continuiamo ad interrogarci sull’annuncio. Quale missione nell’epoca delle migrazioni, del dialogo interreligioso e interculturale? Quale forma di presenza tra i fratelli musulmani? Quale modello di missione? Come affrontare il deserto contemporaneo e come rendere le sfide dell’umanità linfa vitale per una futura fioritura?
Queste domande hanno orientato i percorsi formativi degli ultimi anni, con l’intento di riportarci al cuore della nostra vocazione, a ripensare il nostro essere Missionari ed anche il rapporto con la Famiglia carismatica tutta. Un invito forte ci viene proprio dalla Direzione Generale: siamo chiamati ad un ruolo di maggior condivisione del Carisma e a riflettere insieme sui fondamenti comuni ai Laici Saveriani di ogni parte del mondo. Il percorso che si sta facendo sul laicato saveriano internazionale è un bell’esempio di come lavorare insieme sia ricco e stimolante. Le situazioni che vediamo in Italia (mancanza di vocazioni, età dei padri che avanza, scristianizzazione) sono in diversa misura presenti in altri paesi e richiedono di aprirci come famiglia alla collaborazione tra noi e con altri.
Secondo noi, diventa sempre più importante vivere all’interno della Famiglia carismatica la nostra vocazione e i tempi che stiamo vivendo ci propongono strade da percorrere insieme in modo nuovo, di ipotizzare percorsi che nascano da una progettazione condivisa.
Ci aspettiamo che la Famiglia Carismatica tutta prenda consapevolezza che una maggiore corresponsabilità è necessaria. È tempo di rendere attuali alcuni punti dei documenti dei Capitoli generali precedenti, ancora disattesi in molte realtà locali.
Auspichiamo la nascita di comunità-famiglie saveriane, aperte anche ad altri laici e/o religiosi di altre congregazioni, presenza nel territorio che vive a contatto con la gente, luogo di ascolto, di accoglienza, di annuncio, di incontri, comunità pellegrina nei luoghi di sofferenza e di abbandono, per essere “segno del Regno, profezia di umanità compiuta, annuncio e testimonianza del Dio uno e trino, che invita ogni uomo a fare comunione con Lui e con tutti gli altri uomini (Cfr. C 8, 14; DP 22). Per noi Saveriani la missione non è un fatto individuale, ma comunitario” (P. Matiussi sx).
Abbiamo poi una grande sfida che è quella dei giovani, una sfida della Chiesa tutta: come essere missionari per comprendere le aspirazioni profonde dei più giovani? Come comunicare? Al centro ancora una volta va messa la relazione, la vicinanza, il poter fare esperienza di quell’Amore gratuito e misericordioso che non giudica, ma accoglie, ascolta e lascia spazio alla novità dello Spirito che soffia nel cuore di ognuno.
Ci aspettano sfide di ‘Vita Nuova’ possibili solo se, sulla stessa barca, remiamo insieme e nella direzione che solo Lui potrà indicarci continuando ad “amare la nostra vocazione saveriana”.
Laicato saveriano in Italia
Which path for the Charismatic Xaverian Family?
THANK YOU for having consulted us, in order to express to you our expectations on the direction of the journey for the future of the Charismatic Family!
The motto of the next General Chapter (GC), Loving our Xaverian Vocation, is certainly a constant common to us lay Xaverians who, in the particularity of personal life, of the work done in society, of the geographical origin, of the type of service rendered to the local Church, with missionary experiences lived ad intra and ad extra, we are a community of disciples who have chosen to live our daily life in any place and in any context "in a missionary perspective" with the Xaverian spirituality.
We feel called to participate in the missionary vocation proper to the whole Family: "to see God, to seek God, to love God in everything" (TL 10) and in everyone; man or woman, the image of God to be discovered and revealed; a God who exhorts us to make "our modest contribution to the fulfillment of Christ's prophecy, hoping for the formation of a single Christian family embracing all humanity" (TL 1)
First of all, we want to underline our concern for the theme of the beginning, the foundation of our vocation, to live in geographical terms, ad gentes and ad extra, but also in cultural and psychological terms, to be a church that goes forward, to stand at the door, always open, to break down all kinds of barriers, to meet the Other in the others that we reach or find in our daily journey.
Our aspiration is to live more and more the Family Spirit, which for us means "being a Family" - brothers and sisters who listen to the Word and put it into practice, learn, make discernments, share choices together, map out paths and journey together, supporting each other; "being a Family" - living fraternal relationships with all, with non-Christians and with the privileged recipients of the Kingdom: the poor, the weak, the marginalized, the victims of oppression and injustice. Everywhere on earth, where different peoples and ethnic groups live together, the mission Ad Gentes calls us to witness in community life to the "conviviality of differences". It urges us to be promoters of experiences of encounter between peoples, to be builders of justice and peace: to break down the walls of indifference and prejudice, to foster mutual social and cultural enrichment, to create friendships, to know and recognize each other as women and men of the same human family.
At a time when mission comes to us more and more in various ways and in the places of our daily life, we continue to ask ourselves about proclamation. What kind of mission at a time of migration, of interreligious and intercultural dialogue? What form of presence among our Muslim brothers and sisters? What model of mission? How to face the contemporary desert and how to make the challenges of humanity the motor of a future blossoming?
These questions have guided the training courses of the last few years, with the intention of bringing us back to the heart of our vocation, to rethink our being missionary and also our relationship with the whole charismatic Family. A strong invitation comes from the General Direction: we are called to a role of greater sharing of the Charism and to reflect together on the common foundations of the Lay Xaverians of the whole world. The journey that is taking place on the international Xaverian laity is a good example of the richness and stimulation of working together. The situations that we see in Italy (lack of vocations, advanced age of fathers, de-Christianization) are present to varying degrees in other countries and oblige us to open ourselves as a family to collaboration among ourselves and with others.
In our opinion, it is becoming more and more important to live our vocation within the charismatic Family and the times we are living offer us ways to travel together in a new way, to hypothesize on paths that arise from shared planning.
We expect the whole Charismatic Family to become aware that a greater co-responsibility is needed. It is time to update some points of the documents of previous General Chapters, which are still ignored in many local realities.
We wish to see the birth of Xaverian Family-communities, also open to other lay people and/or religious of other congregations, a presence in the territory that lives in contact with the people, a place of listening, welcoming, announcing, meeting, a community of pilgrims in places of suffering and abandonment, to be
"a sign of the Kingdom, a prophecy of humanity fulfilled, a proclamation and witness of the Triune God, who invites all people to enter into communion with him and with all other people (cf. C 8, 14; DP 22). For us Xaverians, the mission is not an individual fact, but a community one" (Fr. Matiussi, sx).
We therefore have a great challenge which is that of young people, a challenge for the whole Church: how can we be missionaries to understand the deep aspirations of the youngest? How do we communicate? Once again, the relationship, the closeness, the fact of being able to experience this gratuitous and merciful Love that does not judge, but welcomes, listens and makes room for the newness of the Spirit that blows in the heart of each person must be placed at the center.
The challenges of 'New Life' await us, possibly if, in the same boat, we row together and in the direction that only He can show us, continuing to "love our Xaverian vocation".
Xaverian Laity in Italy
¿Qué camino para la Familia Carismática Javeriana?
¡GRACIAS por interpelarnos para dar voz también a nuestras expectativas sobre la dirección del camino para el futuro próximo de la Familia Carismática!
El lema del próximo Capítulo General (CG), “Amar nuestra vocación javeriana”, es ciertamente la constante común para nosotros, Laicos Javerianos, que en la peculiaridad de nuestra vida personal, el trabajo realizado en la sociedad, la procedencia geográfica, el tipo de servicio prestado a la Iglesia local, las experiencias misioneras ad intra y ad extra vividas… somos una comunidad de discípulos que hemos elegido vivir nuestra vida cotidiana en cualquier lugar y en cualquier contexto “en clave misionera” inspirados por la Espiritualidad Javeriana.
Nos sentimos llamados a ser partícipes de la vocación misionera propia de toda la Familia: “ver a Dios, buscar a Dios, amar a Dios en todo” (CT 10) y en todos. El hombre, imagen de Dios que hay que descubrir y revelar, nos impulsa a ofrecer “nuestra pequeña colaboración para que se cumpla el vaticinio de Cristo, que desea la formación de una sola familia cristiana que abarque a la humanidad” (CT 1).
Antes que nada, queremos subrayar nuestra tensión ante el tema de la salida, fundamento de nuestra vocación, que ha de ser vivida en términos geográficos, ad gentes y ad extra, pero también en términos culturales y psicológicos, para ser una Iglesia en salida, en la puerta, siempre abierta, rompiendo todo tipo de barreras, para encontrar al Otro en los otros, aquellos a los que nos acercamos o encontramos en nuestro camino diario.
Nuestra aspiración es vivir cada vez más el Espíritu de Familia, que para nosotros significa “ser Familia”, es decir, hermanos que escuchan la Palabra y la ponen en práctica, se forman juntos, hacen discernimiento, comparten opciones, trazan caminos y los recorren juntos, apoyándose unos a otros. Espíritu de Familia que significa también “hacer familia”: vivir relaciones fraternas con todos, con los no cristianos y con los destinatarios privilegiados del Reino: los pobres, los débiles, los marginados, las víctimas de la opresión y la injusticia. En todos los lugares de la tierra coexisten pueblos y etnias diferentes, la misión Ad Gentes nos llama a testimoniar en la vida comunitaria la “convivialidad de las diferencias”, nos insta a ser promotores de experiencias de encuentro entre los pueblos, a ser constructores de justicia y de paz: para derribar los muros de la indiferencia y de los prejuicios, para favorecer un recíproco enriquecimiento social y cultural, para crear relaciones de amistad, a fin de conocernos y reconocernos como mujeres y hombres de la única familia humana.
En una época en la que, cada vez más, la misión llega a nosotros de muchas maneras y en los lugares de nuestra vida cotidiana, seguimos cuestionándonos sobre el anuncio. ¿Qué misión cumplir en la era de las migraciones, del diálogo interreligioso e intercultural? ¿Qué forma de presencia entre nuestros hermanos musulmanes? ¿Qué modelo de misión? ¿Cómo afrontar el desierto contemporáneo y cómo hacer de los retos de la humanidad la fuerza vital de un futuro floreciente?
Estas preguntas han orientado los cursos de formación de los últimos años, con la intención de recentrarnos en el corazón de nuestra vocación, de repensar nuestro ser Misioneros y también nuestra relación con toda la familia carismática. Una fuerte invitación nos llega desde la Dirección General: se nos llama a un papel de mayor compartición del Carisma y a reflexionar juntos sobre los fundamentos comunes del Laicado Javeriano en todas las partes del mundo. El camino que se está recorriendo en el laicado javeriano internacional es un bello ejemplo de que el trabajo conjunto es rico y estimulante. Las situaciones que vemos en Italia (falta de vocaciones, aumento de la edad de los padres, descristianización) se dan en mayor o menor medida en otros países y nos exigen abrirnos como familia a la colaboración entre nosotros y con los demás.
En nuestra opinión, cada vez es más importante vivir nuestra vocación al interno de la Familia Carismática, y los tiempos que vivimos nos proponen caminos a andar juntos de una manera nueva, y nos mueven a imaginar sendas que surjan de una planificación compartida.
Esperamos que toda la Familia Carismática tome conciencia de que es necesaria una mayor corresponsabilidad. Es hora de poner al día algunos puntos de los documentos de los anteriores Capítulos Generales, que siguen siendo ignorados en muchas realidades locales.
Esperamos el nacimiento de comunidades-familias javerianas, abiertas también a otros laicos y/o religiosos de otras congregaciones; comunidades que sean una presencia en el territorio siempre en contacto con la gente, que sea un lugar de escucha, de acogida, de anuncio, de encuentro… una comunidad peregrina en lugares de sufrimiento y abandono, para ser “signo del Reino, profecía de una humanidad realizada, anuncio y testimonio del Dios uno y trino, que invita a todo hombre a la comunión con Él y con todos los demás hombres (cfr. C 8, 14; DP 22). Para nosotros, los Javerianos, la misión no es un asunto individual, sino comunitario” (Fr. Matiussi sx).
Tenemos, además, el gran desafío de los jóvenes, un reto de toda la Iglesia: ¿cómo ser misioneros para entender las aspiraciones profundas de los jóvenes? ¿Cómo comunicarse? En el centro está de nuevo la relación, la cercanía, el poder experimentar ese Amor gratuito y misericordioso que no juzga, sino que acoge, escucha y deja espacio a la novedad del Espíritu que sopla en el corazón de cada uno.
Nos esperan desafíos de ‘Vida Nueva’, que son posibles sólo si, en la misma barca, remamos juntos y en la dirección que sólo Él podrá indicarnos, continuando siempre en ese “amar nuestra vocación javeriana”.
Laicado Javeriano en Italia
Quel chemin pour la Famille Xavérienne Charismatique ?
MERCI de nous avoir consultés, pour vous exprimer nos attentes sur la direction du cheminement pour l'avenir proche de la Famille Charismatique !
La devise du prochain Chapitre général (CG), Aimer notre vocation xavérienne, est certainement la constante commune à nous laïcs xavériens qui, dans la particularité de la vie personnelle, du travail effectué dans la société, de l'origine géographique, du type de service rendu à l'Église locale, avec des expériences missionnaires vécues ad intra et ad extra, nous sommes une communauté de disciples qui ont choisi de vivre la vie quotidienne dans n'importe quel lieu et dans n'importe quel contexte "en perspective missionnaire" dans la spiritualité xavérienne.
Nous nous sentons appelés à participer à la vocation missionnaire propre à toute la famille : « voir Dieu, chercher Dieu, aimer Dieu en tout » (LT 10) et en tous ; l'homme, image de Dieu à découvrir et à révéler, nous exhorte à apporter « notre pauvre contribution à l'accomplissement de la prophétie du Christ, en espérant la formation d'une seule famille chrétienne qui embrasse l'humanité » (LT 1).
Tout d'abord, nous voulons souligner notre souci du thème du départ, fondement de notre vocation, à vivre en termes géographiques, ad gentes et ad extra mais aussi en termes culturels et psychologiques, être une église qui va de l'avant, se tenir à la porte, toujours ouverte, briser toutes sortes de barrières, rencontrer l'Autre dans les autres que nous atteignons ou trouvons dans notre cheminement quotidien.
Notre aspiration est de vivre de plus en plus l'Esprit de Famille, ce qui pour nous signifie « être une famille » - Frères qui écoutent la Parole et la mettent en pratique, se forment ensemble, font du discernement, partagent des choix, tracent des chemins et les parcourent ensemble, en se soutenant mutuellement ; "faire famille" - vivre des relations fraternelles avec tous, avec les non-chrétiens et avec les destinataires privilégiés du Royaume : les pauvres, les faibles, les marginalisés, les victimes de l'oppression et de l'injustice. Partout sur la Terre, où des peuples et des ethnies différents cohabitent, la mission Ad Gentes nous appelle à témoigner dans la vie communautaire de la "convivialité des différences". Elle nous exhorte à être des promoteurs d'expériences de rencontre entre les peuples, à être des bâtisseurs de justice et de paix : abattre les murs de l'indifférence et des préjugés, favoriser l'enrichissement social et culturel mutuel, créer des amitiés, se connaître et se reconnaître comme femmes et hommes d'une même famille humaine.
À une époque où la mission nous vient de plus en plus de diverses manières et dans les lieux de notre vie quotidienne, nous continuons à nous interroger sur l'annonce. Quelle mission à l'heure de la migration, du dialogue interreligieux et interculturel ? Quelle forme de présence chez les frères musulmans ? Quel modèle de mission ? Comment affronter le désert contemporain et comment faire des défis de l'humanité le moteur d'un futur épanouissement ?
Ces questions ont guidé les formations de ces dernières années, avec l'intention de nous ramener au cœur de notre vocation, de repenser notre être missionnaire et aussi notre relation avec toute la famille charismatique. Une invitation forte vient de la Direction Générale : nous sommes appelés à un rôle de plus grand partage du Charisme et à réfléchir ensemble sur les fondements communs aux Laïcs Xavériens du monde entier. Le parcours qui se déroule sur le laïcat xavérien international est un bon exemple de la richesse et de la stimulation du travail en commun. Les situations que nous voyons en Italie (manque de vocations, âge des pères avancé, déchristianisation) sont présentes à des degrés divers dans d'autres pays et nous obligent à nous ouvrir en famille à la collaboration entre nous et avec les autres.
À notre avis, il devient de plus en plus important de vivre notre vocation au sein de la famille charismatique et les temps que nous vivons nous offrent des chemins pour voyager ensemble d'une manière nouvelle, pour émettre des hypothèses sur des chemins qui découlent d'une planification partagée.
Nous attendons de toute la Famille Charismatique qu'elle prenne conscience qu'une plus grande coresponsabilité est nécessaire. Il est temps d'actualiser certains points des documents des précédents Chapitres généraux, qui sont encore ignorés dans de nombreuses réalités locales.
Nous souhaitons la naissance de communautés-familles xavériennes, également ouvertes à d'autres laïcs et/ou religieux d'autres congrégations, une présence dans le territoire qui vit au contact des gens, un lieu d'écoute, d'accueil, d'annonce, de rencontres, une communauté de pèlerins dans les lieux de souffrance et d'abandon, pour être
« un signe du Royaume, une prophétie de l'humanité accomplie, une annonce et un témoignage du Dieu trinitaire, qui invite tout homme à entrer en communion avec lui et avec tous autres hommes (cf. C 8, 14; DP 22). Pour nous Xavériens, la mission n'est pas un fait individuel, mais communautaire » (P. Matiussi sx).
Nous avons alors un grand défi qui est celui des jeunes, un défi de toute l'Église : comment être missionnaires pour comprendre les aspirations profondes des plus jeunes ? Comment communiquer ? Encore une fois, la relation, la proximité, le fait de pouvoir expérimenter cet Amour gratuit et miséricordieux qui ne juge pas, mais accueille, écoute et laisse place à la nouveauté de l'Esprit qui souffle dans le cœur de chacun doit être placé au centre.
Les défis de 'Vie Nouvelle' nous attendent, possibles seulement si, sur le même bateau, nous ramons ensemble et dans la direction que Lui seul peut nous montrer en continuant à "aimer notre vocation xavérienne".
Laïcat xavérien en Italie
Qual caminho para a Família Carismática Xaveriana?
OBRIGADO por nos interpelar, por dar voz também às nossas expectativas sobre o caminho a ser percorrido para o futuro próximo da Família Carismática!
O lema do próximo Capítulo Geral (CG), "Amar nossa vocação xaveriana", é certamente a constante comum para nós, os leigos xaverianos, que na peculiaridade de vida pessoal, do trabalho feito em sociedade, da origem geográfica, do tipo de serviço prestado à Igreja local, das experiências missionárias ad intra e ad extra vividas, somos uma comunidade de discípulos que escolheram viver nossa vida quotidiana, em qualquer lugar e em qualquer contexto, "em chave missionária" na Espiritualidade Xaveriana.
Sentimo-nos chamados a ser participantes da vocação missionária própria de toda a Família: "ver Deus, buscar Deus, amar Deus em tudo" (LT 10) e em todos; o homem, imagem de Deus a ser descoberta e revelada, nos impulsiona a dar "nossa pobre contribuição para o cumprimento da predição de Cristo, esperando a formação de uma única família cristã, abraçando a humanidade" (LT 1).
Antes de mais nada, queremos enfatizar nosso afinco com o tema da partida, fundamento de nossa vocação, a ser vivida em termos geográficos, ad gentes e ad extra, mas também em termos culturais e psicológicos, para ser uma Igreja em saída, acolhedora, sempre aberta, quebrando todo tipo de barreiras, para encontrar o “Outro” nos outros que alcançamos ou encontramos em nosso caminho diário.
Nossa aspiração é viver cada vez mais o Espírito de Família, o que para nós significa "ser família" - Irmãos que escutam a Palavra e a põem em prática, se formam juntos, fazem discernimento, partilham escolhas, traçam caminhos a serem percorridos juntos, apoiando-se mutuamente; "ser família" - viver relações fraternas com todos, com os não-cristãos e com os destinatários privilegiados do Reino: os pobres, os fracos, os marginalizados, as vítimas da opressão e da injustiça. Por toda parte na terra convivem diferentes povos e etnias, a missão Ad Gentes nos chama a dar testemunho na vida comunitária da "convivência das diferenças", nos exorta a sermos promotores de experiências de encontro entre os povos, a sermos construtores de justiça e paz: derrubar os muros da indiferença e do preconceito, fomentar o enriquecimento social e cultural mútuo, criar relações de amizade, conhecer-nos e reconhecer-nos como mulheres e homens, membros da única família humana.
Numa época em que a missão vem cada vez mais até nós de muitas maneiras e no ordinário de nossas vidas, continuamos a nos questionar sobre o anúncio. Qual missão na era da migração, do diálogo inter-religioso e intercultural? Que forma de presença entre nossos irmãos e irmãs muçulmanos? Que modelo de missão? Como enfrentar o deserto contemporâneo e como fazer dos desafios da humanidade seiva vital para um futuro próspero?
Estas questões têm orientado os cursos de formação dos últimos anos, com a intenção de nos levar de volta ao coração de nossa vocação, para repensar nosso ser Missionários e também nossa relação com toda a Família Carismática. Um forte convite nos vem da Direção Geral: somos chamados a um papel de maior partilha do Carisma, a refletir juntos sobre os fundamentos comuns aos leigos xaverianos de todas as partes do mundo. O caminho percorrido pelos leigos Xaverianos internacionais é um belo exemplo de como trabalhar juntos é rico e estimulante. As situações que vemos na Itália (falta de vocações, idade dos padres avançando, descristianização) estão em diferentes graus presentes em outros países e exigem que nos abramos como uma família a uma maior colaboração entre nós e com os outros.
Em nossa opinião, está se tornando cada vez mais importante viver a nossa vocação a partir da Família Carismática e o contexto em que vivemos nos propõem novos caminhos a serem percorridos juntos, precisamos imaginar estradas novas que nascem de um projeto em comum.
Esperamos que toda a Família Carismática tome consciência de que é necessária uma maior co-responsabilidade. É hora de atualizar alguns pontos dos documentos dos Capítulos Gerais anteriores, que ainda são desconsiderados em muitas realidades locais.
Contamos com o nascimento de comunidades-famílias xaverianas, abertas também a outros leigos e/ou religiosos de outras congregações, uma presença em contato com o povo, um lugar de escuta, acolhida, anúncio, encontros, uma comunidade peregrina em lugares de sofrimento e abandono, que seja "um sinal do Reino, uma profecia de humanidade realizada, um anúncio e testemunho do Deus único e trino, que convida cada homem à comunhão com Ele e com todos os outros homens (cf. C 8, 14; DP 22). Para nós Xaverianos, missão não é uma ação individual, mas comunitária" (Fr Matiussi sx).
Temos ainda o grande desafio da juventude, desafio de toda a Igreja: como ser missionários para compreender as aspirações profundas dos jovens? Como se comunicar? No centro, mais uma vez, está o relacionamento, a proximidade, poder experimentar aquele Amor gratuito e misericordioso que não julga, mas acolhe, escuta e deixa espaço para a novidade do Espírito que sopra no coração de cada um.
Os desafios de uma "Vida Nova" nos esperam, e só podemos afrontá-los estando no mesmo barco, remando juntos e na direção que só Ele poderá nos indicar, continuando a "amar nossa vocação xaveriana".
Leigos Xaverianos da Itália
Link &
Download
Accedi qui con il tuo nome utente e password per visualizzare e scaricare i file riservati.