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Christian de Chergé: Il Servizio dell’Autorità nel Monastero di Tibhirine

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Paolo Tovo alla COSUMA 2024

Parma – 14 Giugno 2024 - Christian de Chergé è stato il priore del monastero di Tibhirine in Algeria, un luogo divenuto tristemente famoso dopo il martirio dei suoi monaci. La sua vita e il suo servizio come superiore sono esempi significativi di come l’autorità possa essere vissuta in un contesto di dialogo interreligioso e di conflitto. Il confratello Paolo Tovo esplora il suo approccio all’autorità, il contesto in cui ha operato e l’eredità che ha lasciato.

Questa è una sintesi di una conferenza tenutasi a Parma in occasione della COSUMA 2024

Il Contesto del Monastero di Tibhirine

Il monastero di Tibhirine si trova in Algeria, un paese segnato da tensioni e conflitti, specialmente durante la guerra civile degli anni ’90. De Chergé, nato nel 1937 in Francia, ha vissuto in Algeria fin da bambino, sviluppando un profondo rispetto per la cultura e la religione musulmana. Questa esperienza giovanile ha influenzato la sua vocazione e il suo approccio al dialogo interreligioso.

Un Fratello tra Fratelli

Tradizionalmente, l’abate in un monastero viene visto come una figura paterna, con un’autorità patriarcale. Tuttavia, de Chergé ha promosso una visione diversa, considerando l’abate non come un monarca ma come un fratello tra fratelli. Questo approccio valorizzava l’uguaglianza e la fraternità all’interno della comunità monastica, in linea con una teologia della fraternità piuttosto che della paternità.

Modello di Umiltà e Servizio

De Chergé riteneva che l’abate dovesse essere un esempio di umiltà e servizio, non esercitando l’autorità in modo autoritario ma attraverso il dialogo e il discernimento comunitario. Questa visione si rifletteva anche nella sua critica alla struttura gerarchica della regola benedettina, proponendo invece un modello di leadership basato sulla comunione e sul servizio reciproco.

L’Integrazione con la Comunità Musulmana

Uno degli aspetti più distintivi del servizio di de Chergé come priore è stato il suo impegno per il dialogo interreligioso. Ha cercato di integrare la comunità monastica con quella musulmana locale, proponendo iniziative come il digiuno durante il Ramadan e l’uso dell’arabo nelle liturgie. Sebbene queste proposte inizialmente non fossero ben accolte dagli altri monaci, de Chergé perseverò, dimostrando un profondo rispetto e apertura verso l’altro.

Ribat Al-Salaam

La nascita del gruppo Ribat Al-Salaam, un luogo di incontro tra credenti di diverse fedi, è uno dei frutti del suo impegno per il dialogo interreligioso. Questo gruppo includeva anche sufi locali che venivano al monastero per pregare insieme, dimostrando come la comunità monastica potesse essere un ponte tra diverse tradizioni religiose.

La Gestione dell’Autorità durante la Violenza in Algeria

Discernimento Comunitario

Durante gli anni della violenza in Algeria, de Chergé gestì l’autorità con grande saggezza e umiltà. In un periodo in cui molti stranieri lasciavano il paese, de Chergé convocò spesso i monaci per discutere la situazione e prendere decisioni collettive. Nonostante le opinioni discordanti, alla fine i monaci decisero di rimanere, rispettando comunque la libertà di scelta individuale.

Testamento Spirituale

Nel periodo di maggiore pericolo, de Chergé scrisse il suo testamento spirituale, un documento che rifletteva la sua profonda fede e il suo impegno per la fraternità universale. Continuò a visitare e supportare i suoi confratelli, aiutandoli a interpretare gli eventi e a trovare forza nella loro fede.

Eredità Spirituale di Christian de Chergé

Paolo Tovo ha riassunto la santità di Christian de Chergé in sei punti:

  1. La capacità di adattarsi e rinunciare ai propri progetti personali in favore del cammino comunitario.
  2. La promozione dell’unità e della crescita spirituale della comunità monastica.
  3. L’integrazione armoniosa della comunità monastica con la Chiesa locale.
  4. L’apertura della comunità al contesto storico e culturale del popolo algerino.
  5. La convinzione profonda che Cristo parli nel cuore di ogni persona, indipendentemente dalla sua fede.
  6. La pratica della fraternità universale, vedendo in ogni uomo, anche nel nemico, un compagno di viaggio verso la salvezza.

Christian de Chergé rimane un esempio straordinario di leadership spirituale e di impegno per la pace e il dialogo interreligioso. La sua vita e il suo martirio continuano a ispirare molte persone in tutto il mondo. Il suo modello di leadership può essere esportato anche in altri ambiti, non soltanto all'interno del contesto monastico o ecclesiale.

Paolo Tovo at the COSUMA 2024

Parma - June 14, 2024 - Christian de Chergé was the Prior of the Tibhirine monastery in Algeria, a place that became tragically famous after the martyrdom of its monks. His life and service as a superior provide significant examples of how authority can be lived out in a context of interreligious dialogue and conflict. Our confrere, Paolo Tovo, explores his approach to authority, the context in which he operated, and the legacy he left behind.

This is a summary of a conference that took place at the COSUMA 2024

The Context of the Tibhirine Monastery

The Tibhirine monastery is located in Algeria, a country marked by tensions and conflicts, especially during the civil war of the 1990s. De Chergé, born in France in 1937, lived in Algeria since childhood, developing a deep respect for the local culture and Muslim religion. These early experiences profoundly influenced his vocation and approach to interreligious dialogue.

A Brother Among Brothers

Traditionally, the abbot in a monastery is seen as a paternal figure with patriarchal authority. However, de Chergé promoted a different vision, considering the abbot not as a monarch but as a brother among brothers. This approach emphasized equality and fraternity within the monastic community, in line with a theology of fraternity rather than paternity.

Model of Humility and Service

De Chergé believed that the abbot should be an example of humility and service, exercising authority not authoritatively but through dialogue and communal discernment. This vision also reflected his critique of the hierarchical structure of the Benedictine rule, proposing instead a leadership model based on communion and mutual service.

Integration with the Muslim Community 

One of the most distinctive aspects of de Chergé’s service as Prior was his commitment to interreligious dialogue. He sought to integrate the monastic community with the local Muslim community, proposing initiatives such as fasting during Ramadan and using Arabic in liturgies. Although these proposals were initially not well received by the other monks, de Chergé persevered, demonstrating deep respect and openness toward the other.

Ribat Al-Salaam

The establishment of the Ribath Al-Salaam group, a place of meeting between believers of different faiths, was one of the fruits of his commitment to interreligious dialogue. This group included local Sufis who came to the monastery to pray together, showing how the monastic community could be a bridge between different religious traditions.

Managing Authority During Violence in Algeria

During the years of violence in Algeria, de Chergé managed authority with great wisdom and humility. At a time when many foreigners were leaving the country, de Chergé frequently convened the monks to discuss the situation and make collective decisions. Despite differing opinions, the monks ultimately decided to stay, respecting each individual’s freedom to choose differently.

Spiritual Testament

In the period of greatest danger, de Chergé wrote his spiritual testament, a document reflecting his deep faith and commitment to universal fraternity. He continued to visit and support his fellow monks, helping them interpret events and find strength in their faith.

The Spiritual Legacy of Christian de Chergé

Paolo Tovo summarized the sanctity of Christian de Chergé in six main points:

  1. The ability to adapt and renounce personal projects in favor of the community’s path.
  2. Promoting unity and spiritual growth within the monastic community.
  3. Harmoniously integrating the monastic community with the local Church.
  4. Opening the community to the historical and cultural context of the Algerian people.
  5. The profound conviction that Christ speaks in the heart of every person, regardless of their faith.
  6. The practice of universal fraternity, seeing in every man, even in the enemy, a companion on the journey towards salvation.

Christian de Chergé remains an extraordinary example of spiritual leadership and commitment to peace and interreligious dialogue. His life and martyrdom continue to inspire many people around the world. His leadership model can be exported in other fields, not just in the religious or church environment.

Paolo Tovo en la COSUMA 2024

Parma – 14 de junio de 2024 - Christian de Chergé fue el prior del monasterio de Tibhirine en Argelia, un lugar tristemente famoso después del martirio de sus monjes. Su vida y su servicio como superior son ejemplos significativos de cómo la autoridad puede vivirse en un contexto de diálogo interreligioso y de conflicto. El hermano Paolo Tovo explora su enfoque de la autoridad, el contexto en el que operó y el legado que dejó.

El Contexto del Monasterio de Tibhirine

El monasterio de Tibhirine se encuentra en Argelia, un país marcado por tensiones y conflictos, especialmente durante la guerra civil de los años 90. De Chergé, nacido en 1937 en Francia, vivió en Argelia desde niño, desarrollando un profundo respeto por la cultura y la religión musulmana. Esta experiencia juvenil influyó en su vocación y su enfoque al diálogo interreligioso.

Un Hermano entre Hermanos

Tradicionalmente, el abad en un monasterio se ve como una figura paterna, con una autoridad patriarcal. Sin embargo, de Chergé promovió una visión diferente, considerando al abad no como un monarca, sino como un hermano entre hermanos. Este enfoque valoraba la igualdad y la fraternidad dentro de la comunidad monástica, en línea con una teología de la fraternidad en lugar de la paternidad.

Modelo de Humildad y Servicio

De Chergé creía que el abad debía ser un ejemplo de humildad y servicio, no ejerciendo la autoridad de manera autoritaria sino a través del diálogo y el discernimiento comunitario. Esta visión se reflejaba también en su crítica a la estructura jerárquica de la regla benedictina, proponiendo en cambio un modelo de liderazgo basado en la comunión y el servicio mutuo.

La Integración con la Comunidad Musulmana

Uno de los aspectos más distintivos del servicio de de Chergé como prior fue su compromiso con el diálogo interreligioso. Buscó integrar a la comunidad monástica con la comunidad musulmana local, proponiendo iniciativas como el ayuno durante el Ramadán y el uso del árabe en las liturgias. Aunque estas propuestas inicialmente no fueron bien recibidas por los demás monjes, de Chergé perseveró, demostrando un profundo respeto y apertura hacia el otro.

Ribat Al-Salaam

El nacimiento del grupo Ribath Al-Salaam, un lugar de encuentro entre creyentes de diferentes fes, es uno de los frutos de su compromiso con el diálogo interreligioso. Este grupo incluía también sufíes locales que venían al monasterio a rezar juntos, demostrando cómo la comunidad monástica podía ser un puente entre diversas tradiciones religiosas.

La Gestión de la Autoridad durante la Violencia en Argelia

Discernimiento Comunitario 

Durante los años de violencia en Argelia, de Chergé gestionó la autoridad con gran sabiduría y humildad. En un periodo en que muchos extranjeros dejaban el país, de Chergé convocaba a menudo a los monjes para discutir la situación y tomar decisiones colectivas. A pesar de las opiniones discordantes, al final los monjes decidieron quedarse, respetando aún así la libertad de elección individual.

Testamento Espiritual

En el periodo de mayor peligro, de Chergé escribió su testamento espiritual, un documento que reflejaba su profunda fe y su compromiso con la fraternidad universal. Continuó visitando y apoyando a sus hermanos, ayudándolos a interpretar los eventos y a encontrar fuerza en su fe.

Legado Espiritual de Christian de Chergé

Paolo Tovo ha resumido la santidad de Christian de Chergé en seis puntos:

  1. La capacidad de adaptarse y renunciar a sus propios proyectos personales en favor del camino comunitario.
  2. La promoción de la unidad y del crecimiento espiritual de la comunidad monástica.
  3. La integración armoniosa de la comunidad monástica con la Iglesia local.
  4. La apertura de la comunidad al contexto histórico y cultural del pueblo argelino.
  5. La convicción profunda de que Cristo habla en el corazón de cada persona, independientemente de su fe.
  6. La práctica de la fraternidad universal, viendo en cada hombre, incluso en el enemigo, un compañero de viaje hacia la salvación.

Christian de Chergé sigue siendo un ejemplo extraordinario de liderazgo espiritual y de compromiso con la paz y el diálogo interreligioso. Su vida y su martirio continúan inspirando a muchas personas en todo el mundo. Su modelo de liderazgo puede exportarse también a otros ámbitos, no solo dentro del contexto monástico o eclesial.

Paolo Tovo à la COSUMA 2024

Parme – 14 juin 2024 - Christian de Chergé a été le prieur du monastère de Tibhirine en Algérie, un lieu tristement célèbre après le martyre de ses moines. Sa vie et son service en tant que supérieur sont des exemples significatifs de la manière dont l’autorité peut être vécue dans un contexte de dialogue interreligieux et de conflit. Le confrère Paolo Tovo explore son approche de l’autorité, le contexte dans lequel il a opéré et l’héritage qu’il a laissé.

Le Contexte du Monastère de Tibhirine

Le monastère de Tibhirine se trouve en Algérie, un pays marqué par des tensions et des conflits, surtout pendant la guerre civile des années 90. De Chergé, né en 1937 en France, a vécu en Algérie dès son enfance, développant un profond respect pour la culture et la religion musulmane. Cette expérience juvénile a influencé sa vocation et son approche du dialogue interreligieux. 

Un Frère parmi les Frères

Traditionnellement, l’abbé dans un monastère est vu comme une figure paternelle, avec une autorité patriarcale. Cependant, de Chergé a promu une vision différente, considérant l’abbé non pas comme un monarque, mais comme un frère parmi les frères. Cette approche valorisait l’égalité et la fraternité au sein de la communauté monastique, en ligne avec une théologie de la fraternité plutôt que de la paternité.

Modèle d’Humilité et de Service

De Chergé estimait que l’abbé devait être un exemple d’humilité et de service, n’exerçant pas l’autorité de manière autoritaire mais à travers le dialogue et le discernement communautaire. Cette vision se reflétait également dans sa critique de la structure hiérarchique de la règle bénédictine, proposant à la place un modèle de leadership basé sur la communion et le service mutuel.

L’Intégration avec la Communauté Musulmane

Un des aspects les plus distinctifs du service de de Chergé en tant qu’prieur fut son engagement pour le dialogue interreligieux. Il a cherché à intégrer la communauté monastique avec la communauté musulmane locale, proposant des initiatives telles que le jeûne pendant le Ramadan et l’utilisation de l’arabe dans les liturgies. Bien que ces propositions n’aient initialement pas été bien accueillies par les autres moines, de Chergé a persévéré, démontrant un profond respect et une ouverture envers l’autre.

Ribat Al-Salaam

La naissance du groupe Ribath Al-Salaam, un lieu de rencontre entre croyants de différentes confessions, est un des fruits de son engagement pour le dialogue interreligieux. Ce groupe incluait également des soufis locaux qui venaient au monastère pour prier ensemble, démontrant comment la communauté monastique pouvait être un pont entre différentes traditions religieuses.

La Gestion de l’Autorité pendant la Violence en Algérie

Discernement Communautaire 

Pendant les années de violence en Algérie, de Chergé a géré l’autorité avec une grande sagesse et humilité. À une époque où de nombreux étrangers quittaient le pays, de Chergé convoquait souvent les moines pour discuter de la situation et prendre des décisions collectives. Malgré des opinions discordantes, les moines ont finalement décidé de rester, respectant toutefois la liberté de choix individuelle.

Testament Spirituel

Pendant la période de plus grand danger, de Chergé a écrit son testament spirituel, un document qui reflétait sa foi profonde et son engagement pour la fraternité universelle. Il a continué à visiter et à soutenir ses frères, les aidant à interpréter les événements et à trouver de la force dans leur foi.

Héritage Spirituel de Christian de Chergé

Paolo Tovo a résumé la sainteté de Christian de Chergé en six points :

  1. La capacité à s’adapter et à renoncer à ses propres projets personnels en faveur du chemin communautaire.
  2. La promotion de l’unité et de la croissance spirituelle de la communauté monastique.
  3. L’intégration harmonieuse de la communauté monastique avec l’Église locale.
  4. L’ouverture de la communauté au contexte historique et culturel du peuple algérien.
  5. La conviction profonde que le Christ parle dans le cœur de chaque personne, quelle que soit sa foi.
  6. La pratique de la fraternité universelle, voyant en chaque homme, même dans l’ennemi, un compagnon de voyage vers le salut.

Christian de Chergé reste un exemple extraordinaire de leadership spirituel et d’engagement pour la paix et le dialogue interreligieux. Sa vie et son martyre continuent d’inspirer de nombreuses personnes dans le monde entier. Son modèle de leadership peut être exporté dans d’autres domaines, pas seulement au sein du contexte monastique ou ecclésial.

Pietro Rossini
14 Giugno 2024
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