La bibliografia su Guido Maria Conforti raggiunge a tutt’oggi un migliaio di titoli, tra biografie, studi e saggi di vario tipo. Non tutto è stato pubblicato, benché le edizioni stampate costituiscano la gran parte di quel materiale. È dunque opportuno pubblicare, in edizione postuma odierna, questo dattiloscritto sulla vita del Conforti, composto da Silvestro Volta oltre settant’anni fa...
Nel dattiloscritto del marzo 1943, dalla titolazione postuma La vita di Guido Maria Conforti, Silvestro Volta si cimenta nel genere biografico a sfondo agiografico, per tratteggiare il volto del noto vescovo di Parma e fondatore dei missionari saveriani, vissuto dal 1865 al 1931. Lo aveva traghettato su tale vicenda umana la battuta provocante di un confratello, divenuta in lui insistente percezione in una notte insonne, lassù sull’Appennino parmense: “...ebbi la sensazione che qualcosa di vivo mi venisse incontro...”.
Il trentatreenne scrittore Volta unisce in queste pagine lo stile brillante della sua vivace vena letteraria, originale e briosa, alla insolita sua abilità scrittrice nell’uso costante di fonti e testimonianze già raccolte in abbondanza da altri, dopo la morte del santo vescovo. Tutta la narrazione si avvale in continuità di questi testi, arricchita dal ricorso a lettere, discorsi e scritti del Conforti. Padre Volta è accorto nel distribuire queste citazioni sul rigo musicale del suo canto inneggiante ad una vita afferrata nel suo dipanarsi quotidiano naturale e successivo perfezionarsi sull’onda dei dettami evangelici cristiani. Il lettore è costantemente provocato a percepire, con immediatezza e grazie all’arguzia dei termini letterari usati con proprietà, l’ambiente umano e culturale che nella Parma di fine Ottocento ha generato la personalità singolare dell’uomo Guido Maria Conforti, e parimenti del pastore mirabile e apostolo esemplare.
