La vittoria e il suo segreto
Un nuovo approfondimento sulla Lettera Testamento a cura di p. Alfiero Ceresoli sx. Nella sua introduzione, p. Alfiero scrive: “Come straniero e mendicante, leggo, medito e prego il Testamento del Padre che, nell’inventare la mia famiglia missionaria, è stato ispirato non altrimenti che da Dio”. E alla fine del suo scritto, aggiunge: “Oso una proposta... Abbandoniamo le formule come ‘professione religiosa’, ‘fare i voti’… e usiamo invece ‘celebrazione della consacrazione a Dio per la Missione’!”
Se, mietendo il tuo campo, vi avrai dimenticato qualche covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l'orfano e per la vedova, affinché il Signore, il tuo Dio, ti benedica in tutta l'opera delle tue mani (Dt 24,19).
Come straniero e mendicante, leggo, medito e prego il Testamento del Padre che, nell’inventare la mia famiglia missionaria, è stato ispirato non altrimenti che da Dio.
Spigolando, spigolando... Trovo grandezza all’inizio e alla fine del testamento del Padre e Fratello, Guido M. Conforti. Questa parola appare un’altra volta, ma riferita alla sua persona, alla sua – dice di sé stesso - indegnità:
«Abbraccio con effusione di cuore, come se fossero qui presenti, quanti hanno dato il nome al pio nostro Sodalizio e quanti saranno per darglielo in seguito e per tutti invoco da Dio nella grande mia indegnità lo spirito degli Apostoli e la perseveranza finale» (LT 11).
Grande la vocazione, «alla quale siamo stati chiamati, non potrebbe essere più nobile e grande» (LT 1).
Grande la causa, di fatto «tutta mi si affaccia la grandezza della causa che ci stringe in una sola famiglia» (LT 11).