Carissimi,
dopo qualche settimana di riposo presso la nostra Casa Regionale di Bukavu, sono rientrato a Kilomoni/Uvira per riprendere le mie attività. I primi a “far girare la voce” del mio rientro sono stati i bambini che mi hanno accolto porgendomi i fratellini più piccoli che portano sul proprio dorso. Sanno bene che soprattutto i più piccoli mi danno tanta felicità. Il loro sorriso contrasta con i “brandelli di stoffa” di cui spesso sono vestiti. È un sorriso gioioso, vero, capace di scolpire un segno profondo nel cuore.
Bisogna provare un’emozione così grande per poterne godere, e per me questa meraviglia si ripete ogni giorno. Non a caso Gesù ha messo in guardia i propri discepoli dall’allontanare da Lui i “Piccoli”. È sufficiente leggere questi pochi versetti dell’evangelista Marco per capire come erano preziosi agli occhi di Gesù i bambini e quelli che loro somigliano:
13Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. 14Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. 15In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva. (Mc 10,13-16).
Sono poi andato a vedere la “maisonnette”, formata da una stanza grande e una più piccola, che avevamo costruito in cemento per un handicappato di 22 anni, prima della mia partenza ad inizio Agosto. L’alluvione del 2 Maggio scorso aveva pressoché demolito il tugurio nel quale viveva con la madre. Jef, questo è il suo nome, è felice della nuova dimora. In allegato vi invio le foto, a partire dalla costruzione della casa.
Che dire… grazie a voi riusciamo ad arrivare fin dove possiamo. Non abbiamo meriti ma tanta gioia nell’aiutare i più poveri.
Tutti i giorni ci teniamo aggiornati sulla situazione del “Covid-19” in Italia e nel mondo. Anche in Africa, soprattutto in alcuni Paesi è presente, mettendo in difficoltà la gente che, di già, ha problemi di sussistenza. Noi continuiamo a pregare e sperare negli sforzi di coloro che si dedicano instancabilmente a mettere la parola “fine” ad una sofferenza, sotto tutti gli aspetti, che ci perseguita tutti da mesi…
Un abbraccio e un grazie sincero a tutti.
Paolo Galli
