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Inaugurazione e benedizione nuova Chiesa in Tailandia

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Sabato scorso, 28 aprile, la nuova chiesa parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore è stata inaugurata e benedetta dal vescovo di Nakhon Sawan, Joseph Pibul Visitnondachai. La chiesa si trova nel villaggio KM 48, che si chiama così perché è situato a 48 chilometri da Mae Sot, la città più vicina.

Noi tre saveriani che lavoriamo nella parrocchia – p. Thierry Kengne, p. Reynaldo F. Tardelly e p. Giovanni Matteazzi – ci troviamo qui da quasi quattro anni con l’incarico, oltre che della conduzione della parrocchia, anche dell’evangelizzazione dei numerosi villaggi intorno al KM 48 e a sud di esso, fino a Um Phang, una piccola cittadina 120 chilometri più a sud.

Una delle prime cose che i nostri parrocchiani ci avevano chiesto quando siamo arrivati, nel luglio 2014, era che costruissimo una chiesa nuova, più grande della precedente. Ricordo che noi, sorridendo, avevamo risposto che noi non eravamo venuti per costruire chiese e, anche volendo, non avevamo i soldi sufficienti (in Thailandia i sorrisi sono molto apprezzati e un no si riceve più facilmente se è detto con un sorriso). Per noi la chiesa che c’era era accogliente, raccolta e più che sufficiente per il numero di fedeli della parrocchia. Ma tant’è, ogni tanto qualcuno dei parrocchiani più in vista tornava sulla richiesta, un po’ scherzando e un po’ dicendo sul serio. Due anni fa, alla conclusione della Messa nel giorno della festa parrocchiale, il sacerdote che aveva presieduto la celebrazione – p. Prachuachop, che era stato uno dei primi parroci di questa parrocchia, e che aveva costruito la chiesa in uso fino a sabato scorso – senza prima dire niente a noi, annunciò solennemente che lui offriva 500000 Baht (circa 13000 Euro, con il cambio attuale) come contributo per la costruzione della nuova chiesa. Un ricco cinese di Mae Sot, che era venuto alla festa, immediatamente si alzò e offrì altri 500000 Baht e fu così che, tra gli applausi entusiasti dei nostri parrocchiani, siamo stati “incastrati”. Dopo la festa abbiamo preparato dei volantini da distribuire in alcune parrocchie di Bangkok dove noi saveriani siamo già conosciuti, per sollecitare ulteriori contributi, e nel giro di poco più di un anno siamo riusciti più che a raddoppiare la cifra iniziale. Ovviamente, anche i nostri parrocchiani hanno contribuito generosamente, per quanto hanno potuto e, soprattutto, si sono messi a disposizione per tutti i lavori di completamento dell’opera: la costruzione dei marciapiedi intorno alla chiesa, la sistemazione dell’area circostante, la tinteggiatura dei muri e, infine, le grandi pulizie prima dell’inaugurazione.

Sabato scorso gli ampi sorrisi sui visi dei nostri fedeli, dai più piccoli ai più anziani, esprimevano tutta la gioia e la soddisfazione per la nuova chiesa. Molti per l’occasione indossavano il costume tradizionale degli Akha, il gruppo etnico a cui appartiene la maggior parte dei nostri parrocchiani. P. Alessandro Brai, il nostro superiore in Tailandia, è venuto da Bangkok insieme con due catechisti e una sorella saveriana, Eudoxie. Un’altra saveriana, Antonella Grosso, è venuta da Nan insieme con la loro prima e – per il momento – unica postulante tailandese. Alla celebrazione hanno partecipato anche alcuni preti delle parrocchie più “vicine” con gruppi di loro fedeli, tre preti birmani (il confine con la Birmania non è lontano) diverse suore che lavorano a Mae Sot e i due diaconi della diocesi di Nakhon Sawan, che saranno ordinati quest’anno. Inoltre erano presenti due pastori battisti (nel nostro villaggio ci sono ben 11 chiese protestanti) e anche un gruppo di profughi birmani che hanno avuto il permesso di venire dal campo profughi di Um Piam, quello dove il p. Matteazzi va regolarmente a celebrare la Messa. La chiesa, attrezzata per l’occasione con sedie di plastica prese a noleggio (ma in futuro, quando ci saranno i soldi, faremo fare dei banchi di legno) era piena, e piena era anche l’ampia veranda davanti alla chiesa. In tutto circa 300 persone. Dopo la Messa l’“imprimatur” di validità della benedizione della nuova chiesa è stato dato dall’abbondante e gustoso pranzo offerto a tutti i partecipanti dai nostri parrocchiani, che hanno iniziato a prepararlo fin dal giorno prima.

E la vecchia chiesa? Ci servirà ancora a lungo, come sala per incontri e catechismo e per altre attività. E dalla nuova chiesa, che sta di fronte, sull’altro lato della strada, San Giuseppe continuerà a vegliare su di essa.

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Giovanni Matteazzi
10 Maggio 2018
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